Il primo quadro di valutazione dei trasporti nell’Unione europea e la posizione dell’Italia
10 aprile 2014 di Mauro Varotto
Nelle scorse settimane, autorevoli esponenti del nostro Governo avevano liquidato come “burocrazia”, la lunga e dettagliata lettera con cui la Commissione europea, mediante 391 “osservazioni”, aveva sostanzialmente bocciato la bozza di Accordo di Partenariato, con la quale l’Italia anticipava la propria proposta di spesa degli oltre 50 miliardi di euro che l’Unione europea ci assegnerà per effettuare nuovi investimenti dal 2014 al 2020.
La Commissione europea, tra le altre “osservazioni”, aveva considerato non sufficientemente motivata la scelta italiana di incrementare la già cospicua quota di fondi europei destinati al settore dei trasporti, nelle sue diverse articolazioni, dai trasporti urbani ai trasporti su ferrovia, ecc.
Perché? Perché, da un lato, tale scelta non si basava su alcuna analisi del settore dei trasporti a livello nazionale: nessun dato veniva fornito per giustificare gli investimenti previsti; dall’altro lato, osservava la Commissione, in Italia “la programmazione, insieme alla governance, emerge come uno dei principali punti deboli nel settore dei trasporti”.
In poche parole, prima di decidere di investire ingenti risorse nel sistema nazionale dei trasporti, sarebbe necessaria – sempre secondo la “odiosa burocrazia” di Bruxelles -, almeno l’adozione di un piano generale per i trasporti su strada, per ferrovia e per altri modi di trasporto, tra cui la navigazione interna e il trasporto marittimo, i porti, i collegamenti multimodali e le infrastrutture aeroportuali.
E’ solo burocrazia europea?
Oggi è stata pubblicata dalla Commissione europea la prima graduatoria sulla valutazione del sistema dei trasporti stradali, ferroviari, aerei e fluviali nei 28 Paesi membri dell’Unione.
La graduatoria si basa su dati provenienti da diverse fonti (Eurostat, Agenzia europea dell’ambiente, Banca mondiale e OCSE) e sulla valutazione, per ciascuno dei 28 Paesi dell’Unione, dei seguenti parametri:
- mercato unico (libertà di accesso al mercato e sua regolamentazione);
- infrastrutture di trasporto;
- impatto ambientale del sistema dei trasporti;
- sicurezza dei trasporti;
- recepimento della legislazione dell’Unione europea nel settore dei trasporti;
- violazione della legislazione dell’Unione europea nel settore dei trasporti;
- innovazione e ricerca nel settore dei trasporti;
- logistica.
L’obiettivo dichiarato della Commissione è quello di fornire, a ciascuno dei 28 Stati membri, un quadro di confronto e di aiutarli a identificare le lacune e a definire le priorità degli investimenti e delle politiche in questo settore.
La tabella seguente indica quante volte ciascun Paese figura tra i primi e gli ultimi posti nei diversi parametri oggetto di valutazione; il punteggio complessivo della terza colonna è calcolato sottraendo i punteggi negativi da quelli positivi.
I Paesi dell’Unione sono riportati in ordine decrescente di punteggio complessivo: i Paesi Bassi e la Germania registrano i risultati migliori, seguiti da Svezia, Regno Unito e Danimarca.
E l’Italia? Contate le righe qui sotto, fino a 20 …
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