Il rapporto 2014 sulla competitività industriale dell’Unione europea
12 settembre 2014 di Mauro Varotto
In vista del Consiglio “Competitività” dell’Unione europea, che il 25 e 26 settembre riunirà i ministri dell’industria, della ricerca e dell’innovazione di tutti gli Stati membri e in vista delle raccomandazioni della Commissione agli Stati membri sulle politiche di bilancio e sulle riforme strutturali, la Commissione europea ha diffuso due rapporti sulla competitività dell’industria manifatturiera a livello di Unione europea e nei singoli Stati membri.
In questo articolo mi soffermerò sul primo dei due documenti, il rapporto sulla competitività dell’industria europea 2014, intitolato “Aiutare le imprese a crescere”.
Finalità e struttura del rapporto 2014
Si tratta di un rapporto annuale, pubblicato sin dal 1997, che fornisce una valutazione quantitativa della competitività delle industrie manifatturiere dell’Unione europea, nonché degli effetti dell’attuazione delle politiche industriali, a livello nazionale e unionale: la sua finalità è di offrire una serie di indicatori concreti per sostenere la formulazione delle politiche a livello sia dell’Unione che dei singoli Stati membri.
Il rapporto è articolato in sei capitoli: il primo contiene una analisi dei punti di forza e di debolezza delle industrie europee; altri cinque capitoli sono dedicati ai vari fattori e motori che incidono sulla competitività dell’industria dell’Unione, l’accesso ai finanziamenti (capitolo 2), l’internazionalizzazione delle PMI (capitolo 3), l’efficienza della pubblica amministrazione (capitolo 4), la crescita delle imprese, l’innovazione e il ciclo economico (capitolo 5), nonchè, l’incidenza dei costi energetici sulle industrie europee (capitolo 6).
Situazione dell’industria europea
Quali sono i principali risultati del rapporto 2014 sull’industria manifatturiera dell’Unione europea?
La sintesi è la seguente:
“Mentre emerge dalla recessione, l’industria manifatturiera dell’UE conserva intatti i suoi punti di forza competitivi: lavoratori altamente qualificati, elevato contenuto nazionale dei beni esportati e vantaggi comparativi connessi a segmenti di prodotti complessi e di alta qualità”.
Il rapporto delinea uno scenario che sembrerebbe segnare il passaggio dell’industria europea dalla fase della recessione a una nuova fase di “industrializzazione”.
Lo dimostrano alcuni dati, sintetizzati nei due grafici.
Il primo descrive la situazione dell’industria manifatturiera dell’Unione europea, in termini di produzione e di occupazione, negli ultimi 15 anni.
Il secondo grafico, effettua un confronto, negli ultimi 10 anni, tra la produzione manifatturiera dell’Unione europea e quella di altre aree industrializzate del pianeta.

Produzione manifatturiera nell’Unione europea e in alcune economie industrializzate, 2005-2014. Fonte: Eurostat e OECD
Permangono importanti differenze tra gli Stati membri dell’Unione europea
Tuttavia, la competitività industriale varia molto fra gli Stati membri. Se si esaminano le performance dei singoli Stati membri e si considerano i miglioramenti, emergono quattro gruppi:
- Stati membri con competitività elevata e in miglioramento: Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Irlanda;
- Stati membri con competitività elevata, ma in ristagno o in calo: Belgio, Regno Unito, Austria, Francia, Italia, Lussemburgo, Svezia e Finlandia;
- Stati membri con competitività modesta ma in miglioramento: Estonia, Lettonia, Lituania, Spagna, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Grecia;
- Stati membri con competitività modesta e in ristagno o in calo: Slovenia, Bulgaria, Croazia, Malta e Cipro.
Quali politiche per le industrie dell’Unione europea?
Quali politiche propone l’Unione europea per sostenere le sue industrie manifatturiere?
Le proposte si muovono nel solco già tracciato dalle due comunicazioni della Commissione europea sulla politica industriale che ho già avuto modo di presentare in questo blog:
- sono necessari ulteriori investimenti in tutti i settori per garantire che l’industria europea possa mantenere la sua competitività;
- le imprese piccole e giovani hanno maggiori difficoltà a ottenere prestiti bancari rispetto ad altre imprese, anche se i loro risultati finanziari sono analoghi;
- la competitività è sostenuta da una maggiore efficacia nell’innovazione e nella commercializzazione della ricerca, nonché dall’accesso a manodopera altamente qualificata;
- la competitività richiede una riduzione dei costi e delle incertezze per le imprese nei rapporti con la pubblica amministrazione. Il miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione porta all’aumento di imprese in rapida crescita, in particolare aumentando il fatturato dell’impresa. Norme fiscali che richiedono troppo tempo e denaro, corruzione e inefficienza dei sistemi giudiziari sono estremamente nocive per la crescita delle imprese. La maggior parte degli Stati membri deve, inoltre, tenere in maggiore considerazione gli effetti sulla competitività delle norme e della legislazione in altri ambiti;
- è necessario un sostegno all’internazionalizzazione delle PMI. Attualmente, le imprese più piccole e più giovani hanno meno probabilità di entrare sui mercati esteri e cogliere i benefici che ne derivano. Le politiche per il contesto imprenditoriale per quanto riguarda l’accesso ai capitali, il sostegno alle competenze per l’innovazione e le azioni per migliorare la produttività sono importanti per aiutare le piccole imprese ad allargare le esportazioni;
- la competitività è influenzata negativamente dai prezzi dell’elettricità e del gas, più elevati nell’UE rispetto a molte altre economie. I miglioramenti dell’efficienza energetica non hanno bilanciato del tutto l’effetto negativo dell’aumento dei prezzi. Sono necessari, quindi, mercati dell’energia efficienti e fonti energetiche diversificate per garantire disponibilità di energia a prezzi competitivi.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Relazione sulla competitività europea 2014 “Aiutare le imprese a crescere”