Il (triste) primato italiano nelle frodi al bilancio dell’Unione europea

24 ottobre 2014 di Mauro Varotto

Ogni anno la Commissione europea, in cooperazione con gli Stati membri (i quali gestiscono l’80% della spesa dell’Unione europea e riscuotono parte delle sue entrate), presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sulle misure adottate per combattere le frodi al bilancio e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione.

Nel 2013 sono state segnalate alla Commissione 15.779 irregolarità (frodi vere e proprie e altri tipi di irregolarità), per un importo totale di circa 2,14 miliardi di euro, dei quali 1,76 miliardi relativi a spese e 380 milioni relativi a entrate del bilancio dell’Unione. Rispetto al 2012 le irregolarità sono aumentate del 17% in termini numerici, ma sono diminuite del 36% in termini di importi.

Le irregolarità segnalate come frode al bilancio dell’Unione europea sono state, sempre nel 2013, 1.609 (il dato comprende sia le frodi “presunte” ma non ancora accertate, sia quelle accertate da un organo giurisdizionale nazionale), per un importo di 309 milioni di euro. Il numero di irregolarità segnalate come frode nel 2013 è aumentato del 30% rispetto al 2012, mentre l’incidenza finanziaria di esse è diminuita del 21%.

I modus operandi più ricorrenti per frodare il bilancio dell’Unione europea sono quelli che comportano il ricorso a documentazione o dichiarazioni false o falsificate. Soltanto tre irregolarità, segnalate come frode, riguardano casi di corruzione: ma il dato è poco significativo, poiché i procedimenti penali durano molti anni e la conclusione di essi, sia in caso di condanna che di assoluzione, non sempre viene segnalata alle autorità dell’Unione europea.

Nella seguente tabella sono indicate le irregolarità segnalate come frode al bilancio dell’Unione europea nel 2013, suddivise tra spese ed entrate e, all’interno delle spese, tra le diverse rubriche del quadro finanziario pluriennale e i diversi fondi del bilancio dell’Unione europea: tranne le “spese dirette” della Commissione europea, tutte le altre spese sono gestite a livello nazionale (statale o regionale).

Irregolarità segnalate come frode, nel 2013. Fonte: Commissione europea, COM(2014) 474 del 17 luglio 2014

Irregolarità segnalate come frode nel 2013
Fonte: Commissione europea, COM(2014) 474 del 17 luglio 2014

 

 

La ripartizione del totale delle irregolarità segnalate come frode nel 2013, per Stato membro e per settore di bilancio, evidenziano, come si può notare nella tabella riportata di seguito, differenze significative tra Stati membri, probabilmente dovute ad approcci diversi nell’individuazione delle frodi e, in alcuni casi, a interpretazioni non uniformi nell’applicazione del quadro giuridico.

Pertanto, da un lato, il numero di irregolarità segnalate come frode e i relativi importi non sono una misura diretta del livello di frode ai danni del bilancio dell’Unione europea, ma indicano i risultati conseguiti dagli Stati membri e dalle istituzioni dell’Unione in termini di individuazione di casi di frode potenziale, poiché spetta alle autorità (giudiziarie) competenti dello Stato membro interessato stabilire, in ultima istanza, se un determinato caso costituisca realmente una frode.

Dall’altro lato, un numero rilevante di tali irregolarità potrebbe dipendere da un’applicazione eccessivamente rigorosa ed estensiva della nozione di frode, come segnala la stessa Commissione europea, proprio con riferimento all’elevato numero di frodi nel settore agricolo segnalato dall’Italia nel 2013.

Irregolarità segnalate come frode, nel 2013, per Stato membro e settore di bilancio. Fonte: Commissione europea, COM(2014) 474 del 17 luglio 2014

Irregolarità segnalate come frode nel 2013 per Stato membro e settore di bilancio
Fonte: Commissione europea, COM(2014) 474 del 17 luglio 2014

Ciò precisato, a me fa una certa impressione notare come l’Italia sia il Paese dell’Unione europea con il numero più elevato di frodi segnalate e con gli importi più elevati oggetto di presunta frode.

Sarà anche il sintomo di un efficiente ed efficace sistema nazionale di rilevazione e segnalazione delle frodi, come scrive il nostro Governo, ma sembra quasi che il cattivo esempio fornito dalle Istituzioni italiane nella mancata applicazione del diritto dell’Unione europea, di cui ho scritto nel precedente articolo, si rifletta anche nelle modalità di gestione delle risorse finanziarie che sono trasferite dal bilancio dell’Unione europea al nostro Paese.

Se le Istituzioni danno il cattivo esempio, non applicando e non rispettando il diritto dell’Unione europea, perché dovrebbero farlo cittadini, imprese, associazioni?

Oltre ad essere poco utilizzate, come è risultato dai dati forniti dal Governo al Parlamento nelle scorse settimane e che ho presentato in questo blog, le risorse che ci assegna l’Unione europea sono anche male utilizzate, perchè gestite e/o assegnate in parte maniera fraudolenta.

Questi due grafici raffigurano un paese che sembra sia popolato da soggetti più furbi che intelligenti.

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche europee. Relazione 2013 del Comitato nazionale per la repressione delle frodi nei confronti dell'Unione Europea (COLAF)

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche europee. Relazione 2013 del Comitato nazionale per la repressione delle frodi nei confronti dell’Unione Europea (COLAF)

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, Tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea — Lotta contro la frode, Relazione annuale 2013, COM(2014) 474 del 17 luglio 2014

Relazione annuale del Comitato nazionale per la repressione delle frodi nei confronti dell’Unione Europea (COLAF), istituito presso il Dipartimento Politiche Europee e supportato una Segreteria tecnica composta da personale che si avvale del Nucleo antifrode della Guardia di Finanza

OLAF, Protection of the European Union financial interests – Fight against fraud – Annual reports – 2013

Sulle metodologie di contrasto alle frodi al bilancio dell’Unione europea  sviluppate dall’Italia,  si veda la recente pubblicazione intitolata: “Il contrasto alle frodi finanziarie all‘UE. Strategie e strumenti di controllo”, prodotto finale dell’omonimo progetto sviluppato dal Dipartimento per le politiche europee – Nucleo della Guardia di Finanza per la repressione delle frodi nei confronti dell’Unione europea, e cofinanziato dalla Commissione europea nell‘ambito del programma “Hercule II”

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