L’Unione europea investe nella scuola italiana: al via il programma operativo nazionale per la scuola 2014-2020

23 gennaio 2015 di Mauro Varotto

La strategia dell’Unione europea “Europa 2020” fissa due obiettivi nel campo dell’istruzione.

Il primo obiettivo è di innalzare la quota della popolazione tra i 30-34 anni in possesso di un titolo di studio universitario, o equivalente, al 40% per cento entro il 2020.

Nel 2013, il 36,9% dei giovani europei possiede un titolo di istruzione superiore: si tratta del 9% in più rispetto al 2005. L’Italia, col 22,4% di giovani 30-34enni con un titolo di studio universitario, si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dell’Unione europea, nonostante vi sia stato un incremento della quota di laureati del 5,4% tra il 2005 e il 2013. L’obiettivo nazionale, da raggiungere entro il 2020, prevede un innalzamento di tale quota al 26-27%.

In questo contesto, i dati ottenuti dall’indagine PIAAC 2012 (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) hanno evidenziato come il deficit del nostro Paese sia più accentuato per i livelli di istruzione più avanzati: è il sistema di istruzione universitaria a marcare il passo in modo più netto rispetto al contesto internazionale. Tuttavia, questo dato risulta estremamente eterogeneo a livello territoriale: sempre secondo l’indagine PIAAC 2012, mentre i laureati che vivono nel Nord del Paese hanno un livello di competenze di base molto prossimo a quello dei laureati internazionali, invece, i laureati che vivono nel Sud Italia registrano un deficit molto marcato e, addirittura, al di sotto del punteggio ottenuto da chi ha un livello di istruzione secondaria a livello internazionale. In sintesi: chi esce da una università del Sud ha un livello di preparazione assimilabile a quello di chi esce da una scuola secondaria superiore europea.

 

Il secondo obiettivo della strategia “Europa 2020” nel campo dell’istruzione è di ridurre il tasso di abbandono scolastico a un valore inferiore al 10%, sempre entro il 2020.

Nel 2013, nell’Unione europea, il 12% dei giovani abbandonano prematuramente gli studi. L’Italia, anche se il fenomeno è in progressiva diminuzione (5% in meno rispetto al 2005), è ancora lontana dal target europeo: sempre nel 2013, la quota di giovani tra 18-24 anni che ha interrotto prematuramente gli studi, non portando a termine un percorso scolastico/formativo dopo la licenza media, è pari al 17%. L’obiettivo nazionale, per il 2020, è quello di ridurre questo tasso di abbandono al 15-16%.

Su questo tema, l’indagine PIAAC 2012 evidenzia la situazione relativa ai giovani italiani 16-24enni che sono fuori dal ciclo iniziale di istruzione (drop-out), che non partecipano ad attività di apprendimento formale e informale: oltre l’80% dei drop-out risulta avere “un livello di competenze ritenuto inadeguato per affrontare la vita e il lavoro in un contesto complesso e mutevole come quello attuale”.

Per completare questo rapido quadro della situazione del sistema di istruzione italiano, sono da aggiungere, inoltre, i dati relativi alla qualità e all’efficienza degli ambienti scolastici, della diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e dell’adozione di approcci didattici innovativi, attraverso l’accesso a nuove tecnologie e l’utilizzo di strumenti di apprendimento adeguati.

In Italia, il patrimonio edilizio scolastico risulta estremamente diversificato in termini di anno di costruzione, con una quota preponderante di edifici antecedente al 1980 e circa 1.500 edifici che risalgono anche a prima del 1900.

La dotazione tecnologica delle scuole italiane pone l’Italia agli ultimi posti in Europa per presenza di connessione in banda larga nelle scuole, numero di studenti per computer, numero di studenti per computer portatile connesso in rete, mentre è più vicina alla media europea per quanto riguarda la presenza delle lavagne interattive multimediali (LIM).

 

Il programma operativo nazionale per la scuola 2014-2020

Ho delineato questo quadro di sintesi della scuola italiana, perché esso è alla base delle scelte strategiche di investimento compiute dal Governo italiano nella programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei, per il periodo di programmazione 2014-2020.

Un apposito programma operativo nazionale (PON), significativamente denominato: “PON perla Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento”, stanzia oltre 3 miliardi di euro (il 53% dal bilancio dell’Unione, attraverso il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale) per il sistema di istruzione dell’intero territorio italiano (ulteriori 2 miliardi, circa, sono destinati alla scuola dai programmi operativi regionali, elaborati e gestiti dalla singole regioni italiane).

Come si legge nell’Accordo di partenariato dell’Italia: “Il rafforzamento del sistema educativo e formativo non deriva solo dalla necessità di un accrescimento delle conoscenze e delle competenze quali fattori di sviluppo economico e produttivo, ma anche dalla qualità dell’istruzione e della formazione come elemento costitutivo di benessere in senso più ampio e non esclusivamente connesso alla dimensione economica”.

Il PON si colloca nel quadro di riferimento definito dai principali documenti dell’Unione europea dedicati alla scuola ed è coerente con le linee di sviluppo della politica nazionale dell’istruzione, in particolare con i più recenti indirizzi del Governo delineati nel documento: “La buona scuola” del 3 settembre 2014.

La Commissione europea ha approvato il PON lo scorso 17 dicembre e ora esso è pienamente operativo: la gestione di queste risorse è affidata al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR), secondo tre assi prioritari di intervento.

Asse I – Istruzione

Dei 3 miliardi di euro stanziati, ben 2 miliardi saranno investiti dal PON sull’asse “Istruzione”, attorno a tre precise priorità di investimento: la riduzione e prevenzione dell’abbandono scolastico precoce; l’innalzamento del livello di istruzione della popolazione adulta, mediante la formazione permanente; infine, il miglioramento dell’aderenza alle esigenze del mercato del lavoro dei sistemi di insegnamento e di istruzione.

Un articolato pacchetto di 34 diverse azioni (dal sostegno agli studenti caratterizzati da particolari fragilità alla formazione dei docenti e formatori) offriranno, sin dai prossimi mesi, alle scuole italiane di ogni ordine e grado, a partire dalla scuola di infanzia, la possibilità di presentare e realizzare importanti progetti per ridurre, nel proprio territorio, le criticità relative all’abbandono scolastico, per innalzare i livelli di istruzione degli adulti e per sviluppare i rapporti tra la scuola e il mondo del lavoro.

Asse II – Infrastrutture per l’istruzione

Miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici e diffusione della società della conoscenza e di approcci didattici innovativi nel mondo della scuola, sono le due priorità di investimento del secondo asse del PON, dedicato al sostegno dell’infrastruttura scolastica: quasi 900 milioni si aggiungeranno alle risorse nazionali già stanziate, per realizzare un pacchetto di 9 azioni che prevedono, per le scuole di ogni ordine e grado e per tutti i territori italiani, la possibilità di finanziare interventi che si estendono, ad esempio, dalla riqualificazione degli edifici scolastici alla creazione di smart school, fino all’allestimento di centri scolastici digitali nelle aree più isolate.

Asse III – Capacità istituzionale e amministrativa

Infine, il PON stanzia 70 milioni di euro per finanziare 8 azioni relative a interventi mirati allo sviluppo delle competenze di chi opera nell’organizzazione della scuola italiana, per progetti di Open Government per favorire trasparenza, collaborazione e partecipazione e, sempre per fare un esempio, per il miglioramento dei processi organizzativi.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Il testo integrale del programma operativo nazionale “Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” (2014-2020), assieme alle modalità di attuazione, è disponibile sul sito internet del MIUR.

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