Il posizionamento socio-economico dell’Unione europea nel mondo

2 settembre 2016 di Mauro Varotto

Durante le Olimpiadi di Rio alcuni hanno fatto un singolare esercizio: hanno sommato le medaglie riportate dagli atleti degli Stati appartenenti all’Unione europea e hanno scoperto che, se l’Unione europea si fosse presentata unita, avrebbe vinto le Olimpiadi.

Infatti, le medaglie vinte dagli atleti dei 28 Paesi dell’Unione sono 313 rispetto alle 121 degli USA. Ma gli USA sono arrivati primi perché si sono presentati uniti.

E’ un esercizio che ha un valore simbolico importante e che evidenzia che l’Europa, unita, è l’area del mondo più competitiva a livello sportivo.

L’Eurostat ha pubblicato oggi un esercizio analogo, confrontando l’Unione europea con i quindici Stati non-UE che appartengono al cosiddetto G-20. Come è noto, partecipano al G-20 l’Unione europea e quattro paesi della stessa Unione (Germania, Francia, Italia e Regno Unito), nonché altri quindici stati di economie avanzate o emergenti (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, India, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti).

Insieme, i membri del G-20, rappresentano oltre il 61% delle terre emerse del mondo, ospitano il 64% della popolazione mondiale e generano l’85% del PIL mondiale.

Come si posiziona l’Unione europea rispetto alle economie del mondo più avanzate ed emergenti?

A questa domanda fornisce una risposta l’edizione 2016 della pubblicazione di Eurostat: “L’UE nel mondo”, la quale prende in considerazione tredici ambiti di analisi statistica (tra i quali, popolazione, condizioni di salute, istruzione, lavoro, economia e finanza, commercio, industria e servizi, ricerca, agricoltura, ambiente, energia, ecc.) e, per ciascuno di essi, utilizzando una serie di dati europei e internazionali, conduce un confronto tra l’Unione europea e i quindici Paesi non-UE del G-20.

I dati che emergono da questo confronto sono davvero sorprendenti e, come si potrà apprendere dalla breve sintesi che riporto in questo articolo, alcuni smentiscono percezioni spesso sbagliate che abbiamo rispetto alla situazione dell’Unione europea.

 

Popolazione

Con 509 milioni di abitanti nel 2015, l’UE rappresenta meno del 7% della popolazione mondiale che è di 7,3 miliardi abitanti.

Gli stati più popolosi del mondo sono la Cina (1,4 miliardi di abitanti, pari al 18,7% della popolazione mondiale) e l’India (1,3 miliardi di popolazione pari al 17,8%.

Invece, Stati Uniti (322 milioni di abitanti), Indonesia (258 milioni) e Brasile (208 milioni) hanno una popolazione decisamente inferiore a quella dell’Unione europea.

Tasso di fertilità

L’UE ha il terzo tasso di fertilità più basso tra i membri del G-20. Il numero medio di nascite, che a livello mondiale, nel 2013, è di 2,5 figli per donna, nell’Unione è pari a 1,5. Hanno tassi di fertilità inferiori all’Unione europea solo la Corea del Sud (1,2) e il Giappone (1,4).

I tassi di fertilità più elevati si registrano in Arabia Saudita (2,8), Indonesia e India (entrambi 2,5).

Indice di dipendenza

In base ai dati del 2014, l’indice di dipendenza, misurato come rapporto tra il numero di persone anziane (65 anni e oltre) e il numero di persone attive (dai 15 a 64 anni), a livello mondiale è pari a 12,3%: ogni 100 individui in età attiva, ci sono 12,3 individui in età non attiva che devono essere sostenuti dai primi.

Questo indice è di gran lunga il più elevato in Giappone (41,9%); ma, al secondo posto, compare l’Unione europea (28,1%); seguono, Canada (23,0%), Australia (22,1%) e Stati Uniti (21,6%).

Stranieri

Nel 2015, il Paese del G-20 con la più alta percentuale di popolazione straniera è l’Arabia Saudita (32,3% della popolazione), seguita dall’Australia (28,2%), dal Canada (21,8%) e dagli Stati Uniti (14,5%).

Quale è la quota di popolazione straniera nell’Unione europea che oggi vive in termini “drammatici” le migrazioni? Solo il 6,8% della popolazione dell’Unione europea è straniera.

Contributo al PIL mondiale

L’Unione europea fornisce il maggior contributo alla crescita del PIL mondiale. Con meno del 7% della popolazione mondiale, l’Unione europea, nel 2014, ha generato quasi un quarto (23,8%) del PIL mondiale; mentre gli Stati Uniti hanno contribuito per il 22,2%, la Cina per il 13,4% e il Giappone per il 5,9%.

Commercio mondiale

L’Unione europea è il partner commerciale più importante per la Russia e la Turchia: nel 2014, il 45,1% del totale delle esportazioni russe e il 43,5% del totale delle esportazioni turche era destinato all’Unione europea. Invece, la quota di export dell’Unione europea verso Russia e Turchia, nel medesimo anno, è stata rispettivamente del 6,1% e del 4,4%.

In termini assoluti, i due maggiori partner commerciali dell’Unione europea sono gli Stati Uniti e la Cina: il 17,1% delle esportazioni USA e il 15,8% delle esportazioni cinesi è stato destinato all’Unione europea; al contrario, la quota di export dell’Unione verso USA e Cina sono state, rispettivamente, del 18,3% e del 9,7%.

Produzione di energia da fonti rinnovabili

Con una quota del 28,5% di energia elettrica lorda prodotta da fonti rinnovabili e dai rifiuti, l’Unione europea compare al quarto posto tra i membri del G-20, superata solo dal Brasile (76,8%), dal Canada (62,8%) e dalla Turchia (28,9%).

Spese in ricerca e sviluppo

Infine, l’Unione europea investe annualmente in ricerca e sviluppo il 2,03% del PIL: è superata da Corea del Sud (4,15%), Giappone (3,47%), Stati Uniti (2,81%) e Australia (2,25%).

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Eurostat, The EU in the world. A statistical portrait of the European Union compared with the 15 non-EU G-20 countries, 2 September 2016

 

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