La proposta di una legge europea per il clima

20 marzo 2020 di Mauro Varotto

Secondo le stime del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici istituito presso le Nazioni Unite, per limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5 °C, rispetto ai livelli pre-industriali, occorre conseguire l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 a livello mondiale intorno al 2050 e la neutralità per tutti gli altri gas serra più avanti nel corso di questo secolo.

Il raggiungimento di questo obiettivo consentirebbe di mitigare l’impatto sempre più forte che i cambiamenti del clima stanno già producendo sugli ecosistemi e sulla biodiversità del nostro pianeta, nonché sui nostri sistemi sanitari e alimentari.

Come è noto, l’Unione europea ha deciso di prendere la guida a livello internazionale di un processo di cambiamento dell’economia che comporti la cosiddetta “neutralità climatica” entro il 2050, in relazione a tutti i settori dell’economia, compensando, sempre entro il 2050, non solo le emissioni di CO2 residue, ma anche altre eventuali emissioni di gas serra rimanenti.

La comunicazione della Commissione del 28 novembre 2018, intitolata: “Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica europea a lungo termine per un’economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra”, ha avviato tale percorso,

in attuazione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 12 dicembre 2015.

Oggi tale direzione imboccata dalle politiche europee è confermata, come è noto, dalla comunicazione “Il Green Deal europeo” e dalle numerose iniziative ad essa collegate e che sono via via presentate in questo blog.

In questo contesto, in parallelo con l’apertura di una consultazione pubblica sul “Patto europeo per il clima”, al quale sono interessati i diversi ambiti della società civile e dell’economia, sul versante dell’azione pubblica la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento che trasforma l’impegno politico dell’Unione europea di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 in precisi obblighi giuridici: questo atto costituisce l’elemento centrale del Green Deal europeo.

Lo scopo della proposta legislativa è quello di dare certezza alle autorità pubbliche, alle imprese e ai cittadini circa la direzione che sarà intrapresa dalle diverse politiche dell’Unione europea.

In questo modo l’Unione europea intende garantire, da un lato, la prevedibilità e la trasparenza delle future scelte politiche; dall’altro, l’irreversibilità di questo processo di transizione verso un nuovo modello di economia green.

Si tratta di aspetti importanti soprattutto per le autorità pubbliche nazionali, regionali e locali, che saranno chiamate a definire le politiche ai diversi livelli di governo, e per gli investitori, che dovranno compiere le opportune scelte di investimento: una legge europea per il clima fornirebbe un quadro di riferimento certo e stabile.

 

Perché una legge europea per il clima

L’Unione europea dispone già di un quadro completo di politiche per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ha già iniziato a modernizzare e trasformare l’economia al fine di raggiungere la neutralità climatica.

Tra il 1990 e il 2018 tali politiche hanno consentito di ridurre del 23% le emissioni di gas a effetto serra, pur in presenza di una crescita economica del 61%.

Oggi gli obiettivi dell’Unione per l’energia e il clima – stabiliti dal regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018 – prevedono:

  • una riduzione interna di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra nel sistema economico rispetto ai livelli del 1990, da conseguire entro il 2030;
  • una quota di energia rinnovabile pari ad almeno il 32% del consumo dell’Unione nel 2030;
  • il miglioramento dell’efficienza energetica pari ad almeno il 32,5% nel 2030 e del 15% di interconnessione elettrica per il 2030.

Tuttavia, con le politiche vigenti, si stima una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra solo del 60% entro il 2050: sono necessarie, quindi, ulteriori misure e tutti i settori economici – anche quelli fino ad oggi esclusi – dovranno contribuire per conseguire la neutralità climatica.

La legge sul clima proposta dalla Commissione europea traccia la strada da percorrere per raggiungere l’obiettivo del 2050 ed è una delle principali iniziative assieme ad altre, che presenterò nei prossimi articoli del blog, quali la nuova strategia industriale, un nuovo piano d’azione a favore dell’economia circolare, una strategia in materia di finanza sostenibile e una più ambiziosa strategia di adattamento ai cambiamenti climatici.

 

I principali contenuti della proposta di regolamento

Con riferimento ai contenuti, la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea “istituisce un quadro per la riduzione irreversibile e graduale delle emissioni di gas a effetto serra e l’aumento degli assorbimenti da pozzi naturali o di altro tipo nell’Unione.”

Essa sancisce che: “Nell’insieme dell’Unione l’equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti dei gas a effetto serra disciplinati dalla normativa unionale è raggiunto al più tardi nel 2050, così da realizzare l’azzeramento delle emissioni nette entro tale data”.

A tal fine, la proposta prescrive che, entro settembre 2020, la Commissione riesamini il traguardo dell’Unione in materia di clima per il 2030, valutando la possibilità di stabilire per il 2030 un nuovo traguardo di riduzione delle emissioni del 50-55% rispetto ai livelli del 1990.

Per raggiungere tale nuovo obiettivo, la proposta delega alla Commissione europea una serie di poteri, in particolare la definizione di una “Traiettoria per conseguire la neutralità climatica”, cioè una traiettoria europea di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in modo da poter misurare i progressi compiuti e garantire prevedibilità alle autorità pubbliche, alle imprese e ai cittadini.

Saranno vincolati al raggiungimento di tali obiettivi anche tutti gli Stati membri: a tal fine, entro settembre 2023, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione valuterà la coerenza delle misure nazionali e dell’Unione rispetto all’obiettivo della neutralità climatica e alla traiettoria per il periodo 2030-2050.

In tale contesto, la Commissione europea sarà autorizzata a formulare raccomandazioni destinate agli Stati membri i cui interventi non sono compatibili con l’obiettivo della neutralità climatica e gli Stati membri dovranno tenere conto delle raccomandazioni o spiegare le loro motivazioni se omettono di farlo.

Gli Stati membri saranno tenuti anche a predisporre e attuare strategie di adattamento per rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici.

 

Ulteriori iniziative per il clima

In appendice all’articolo riporto i riferimenti ad altre importanti iniziative della Commissione europea, che completano il quadro di attuazione del Green Deal europeo:

  • la consultazione in corso presso cittadini e imprese per il Patto europeo per il clima. La consultazione pubblica resterà aperta fino al 27 maggio 2020 e i contributi raccolti saranno utilizzati per definire il patto per il clima che sarà varato prima della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow nel novembre 2020 (COP26);
  • l’avvio di una prima valutazione di impatto sull’idea di istituire un “Meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera”. Il meccanismo è finalizzato a evitare il rischio di “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”: ciò avviene quando le imprese trasferiscono la produzione verso paesi che applicano norme meno severe per quanto riguarda le emissioni. In questo caso, le emissioni globali non sarebbero ridotte. Il nuovo meccanismo contrasterebbe questo rischio fissando un prezzo del carbonio sulle importazioni di determinati beni provenienti dall’esterno dell’Unione europea;
  • uno studio di impatto per la futura revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia. Lo studio elabora alcuni scenari di modifiche della vigente tassazione dell’energia prodotta in base alle diverse fonti di produzione, in modo da allineare il regime fiscale agli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia perseguiti dal Green Deal;
  • infine, la Commissione europea propone di designare il 2021 “Anno europeo del trasporto ferroviario”. Si tratta di una iniziativa simbolica volta a sostenere la realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo nel settore dei trasporti. L’iniziativa annuncia anche un piano di investimenti nella modernizzazione del trasporto ferroviario europeo. La scelta è caduta sul 2021 perché in tale anno entreranno in vigore in tutta l’Unione europea le regola del “quarto pacchetto ferroviario” e, inoltre, nel medesimo anno, saranno inoltre numerose ricorrenze importanti per le ferrovie: il 20° anniversario del primo pacchetto ferroviario; il 175° anniversario del primo collegamento ferroviario tra due capitali dell’UE (Parigi-Bruxelles); i 40 anni del TGV; 30 anni dell’ICE (InterCityExpress).

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Comunicazione della Commissione europea, Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (UE) 2018/1999 (Legge europea sul clima), doc. COM(2020)80 del 4.3.2020

Definizione del patto europeo per il clima e delle politiche future: link alla consultazione pubblica

Commissione europea, Valutazioni d’impatto iniziale sul futuro meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, doc. Ares(2020)1350037 del 4 marzo 2020

Commissione europea, Valutazione di impatto iniziale sulla revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia, doc. Ares(2020)1350088 del 4 marzo 2020

Commissione europea, Proposta di DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a un Anno europeo delle ferrovie (2021), doc. COM (2020) 78 del 4 marzo 2020

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