2021 Strategic Foresight Report: grandi tendenze globali e risposta politica dell’Unione europea

1 ottobre 2021 di Mauro Varotto

La Commissione si avvale della previsione strategica (strategic foresight) da molti anni e ora intende integrarla nella definizione delle politiche in tutti i settori.

La previsione strategica al servizio della definizione delle politiche dell’Unione europea, infatti, è stata introdotta nel 1989 con la Cellule de Prospective istituita dall’allora Presidente della Commissione europea Jacques Delors.

Da oltre trent’anni, quindi, insieme alla cosiddetta modellizzazione (modelling) a lungo termine, che utilizza come input i dati storici per elaborare stime informate sulla direzione delle tendenze future, la previsione strategica orienta la definizione di molte politiche, tra cui l’azione per il clima.

La previsione strategica e la modellizzazione sono approcci complementari per una definizione delle politiche anticipatrice e basata su elementi concreti.

A partire dal 2020 la Commissione europea elabora relazioni annuali di previsione strategica, basate su cicli di previsione completi, per orientare le priorità del discorso annuale sullo stato dell’Unione, del programma di lavoro della Commissione e della programmazione pluriennale.

Nella prima “Strategia annuale di crescita sostenibile 2020” si legge l’obiettivo politico fondamentale della Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen:

“(…) riorientare la politica economica dell’Europa verso il lungo termine, con l’obiettivo di offrire alle generazioni più giovani di tutte le parti d’Europa un futuro che sia sostenibile e prospero. Dobbiamo passare da un approccio incrementale a uno sistemico in tutte le politiche (…)”.

In questo contesto, la Commissione europea assegna alla cosiddetta “prospettiva strategica” un importante ruolo “ausiliario”, al fine di adeguare le politiche dell’Unione europea alle esigenze del futuro, garantendo che le iniziative politiche a breve termine siano fondate su una prospettiva a lungo termine.

La previsione (Foresight) non ha né l’obiettivo né la pretesa di prevedere il futuro: è una disciplina scientifica che consente di esplorare, anticipare e plasmare il futuro sulla base dell’utilizzo strutturato e sistematico dell’intelligenza collettiva (concetto diffuso dallo studioso francese Pierre Lévy nel testo: L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio, 1994), combinando il contributo di esperti con dati empirici e indicazioni che emergono da tutti gli attori istituzionali, politici, economici, sociali, culturali e ambientali.

Ciò implica l’individuazione delle tendenze e delle problematiche emergenti (horizon scanning) e l’utilizzo di esse per creare le visioni e i percorsi corrispondenti in modo da prendere le decisioni migliori ed agire nel presente al fine di dare forma al futuro desiderato.

Ha la finalità, quindi, di aiutare le Istituzioni europee a sviluppare meglio possibili percorsi di transizione, preparare l’Unione europea a resistere agli shock e indicare le possibili strade per il futuro: è, in definitiva, uno strumento da utilizzare a supporto delle decisioni politiche e dei conseguenti interventi.

Nella prima relazione di previsione strategica (2020 Strategic Foresight Report) la Commissione ha avuto modo di spiegare in che modo intende integrare tale strumento nella definizione delle politiche dell’Unione e ha delineato le priorità corrispondenti alle grandi tendenze del futuro .

Già nel titolo della prima relazione annuale – “Tracciare la rotta verso un’Europa più resiliente” – veniva posto come tema centrale la resilienza, che è divenuta il nuovo punto di riferimento per le politiche dell’Unione europea a seguito della crisi prodotta dalla pandemia COVID-19. La resilienza è intesa come capacità non solo di resistere alle sfide e farvi fronte, ma anche di attraversare le transizioni in modo sostenibile, giusto e democratico.

Questa relazione è stata alla base del primo programma annuale di lavoro della Commissione europea e ne ha guidato le scelte fondamentali, come ho già avuto modo di evidenziare in un precedente articolo.

La relazione di previsione strategica 2021

Nella seconda relazione di previsione strategica, appena pubblicata e intitolata “La capacità e la libertà di azione dell’UE”, la Commissione individua quattro principali tendenze globali che incidono sulla capacità e sulla libertà di azione dell’Unione europea: il cambiamento climatico e altri problemi ambientali; l’iperconnettività digitale e la trasformazione tecnologica; le pressioni sulla democrazia e sui valori; i cambiamenti nell’ordine e nella demografia globali.

Ha inoltre definito dieci settori d’azione chiave in cui l’Unione può cogliere opportunità di leadership mondiale e di autonomia strategica aperta (l’autonomia strategica aperta è definita come l’impegno dell’Unione europea a favore di un commercio aperto e leale, conservando i vantaggi di un’economia aperta e sostenendo i partner di tutto il mondo per guidare il multilateralismo rinnovato e rafforzato di cui il mondo ha bisogno).

“Anche se non possiamo sapere quale futuro ci attende – scrive la Commissione nella relazione –  una migliore comprensione dei principali megatrend, delle incertezze e delle opportunità rafforzerà la capacità e la libertà di azione a lungo termine dell’Unione europea”.

Le quattro principali tendenze globali

Il cambiamento climatico e altri problemi ambientali

Il cambiamento climatico ha già colpito ogni regione della Terra in modi irreversibili e senza precedenti. Sulla traiettoria attuale, il riscaldamento globale supererà probabilmente 1,5℃ nei prossimi due decenni e si dirigerà verso 2℃ entro il 2050. Il primo anno di temperatura globale a questo livello potrebbe già verificarsi nei prossimi cinque anni. Ogni 0,5℃ aggiuntivo aumenterà l’intensità e la frequenza di eventi meteorologici estremi, siccità, incendi o inondazioni, anche in luoghi in cui ciò era raro in passato.

La pressione sulla sicurezza idrica e alimentare continuerà a crescere. Parti d’Europa sono già sottoposte a livelli di stress idrico medio-alti, tra cui l’Italia.

Le sfide ambientali vanno ben oltre il cambiamento climatico, con una situazione particolarmente allarmante per quanto riguarda la perdita di biodiversità e il cambiamento del ciclo dell’azoto, quest’ultimo principalmente a causa del suo uso agricolo.

L’iperconnettività digitale e la trasformazione tecnologica

Per essere tecnologicamente e digitalmente sovrana, l’Unione europea dovrà sostenere lo sviluppo e l’adozione di conoscenze e tecnologie incentrate sull’uomo. L’Unione è un attore forte in termini di conoscenza e innovazione: rappresenta quasi il 20% del totale mondiale di ricerca e sviluppo, pubblicazioni e attività di brevetto. Tuttavia, è in ritardo rispetto ai concorrenti globali negli investimenti privati nella ricerca e in altri indicatori. L’Unione ha un divario di prestazioni con Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Dal 2014, la sua posizione è migliorata in Australia, Canada, Brasile, India, Russia e Sud Africa, ma è peggiorata in Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Cina.

Le pressioni sulla democrazia e sui valori

L’Unione europea è il più grande gruppo di democrazie del mondo, ma la governance democratica è in declino a livello globale. Il 2020 è stato il 15° anno consecutivo di un calo dei diritti politici e delle libertà civili a livello globale, aggravata dalla pandemia di coronavirus in molte regioni. Il 34% della popolazione mondiale vive in paesi in cui la governance democratica è in declino e solo il 4% vive in paesi che stanno diventando più democratici.

I cambiamenti nell’ordine e nella demografia globali

La popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi nel 2030 e i 9,7 miliardi nel 2050. La crescita della popolazione sarà irregolare. Stagnerà in molte economie avanzate. Si prevede che la popolazione dell’UE scenderà a poco più di 420 milioni, una quota del 4,3% della popolazione mondiale. In Asia, gli anni 2040 potrebbero rappresentare un punto di svolta, dopo il quale le popolazioni dovrebbero prima stabilizzarsi e poi iniziare a diminuire intorno alla metà del secolo, con l’Asia orientale che sta vivendo un rapido declino demografico. Si prevede che la popolazione africana aumenterà da 1,2 a 1,8 miliardi tra il 2017 e il 2035, quando circa la metà della popolazione avrà meno di 21 anni. Nel 2050, India, Cina, Nigeria, Stati Uniti e Pakistan saranno i paesi più popolati.

L’età media prevista della popolazione dell’UE aumenterà da 43,9 nel 2020 a 48,2 anni entro il 2050. Si prevede un forte aumento dell’indice di dipendenza dell’età per molte aree dell’UE. Se questa tendenza continua, entro il 2050 potrebbero esserci 135 dipendenti non dipendenti ogni 100 lavoratori nell’UE.

Dieci settori strategici di azione politica

Di fronte a queste grandi tendenze globali, la risposta che l’Unione europea intende fornire interessa dieci settori di azione strategica.

Non è questa la sede per approfondire la ricca e complessa articolazione dell’azione dell’Unione – per la quale si rinvia alla lettura della relazione di prospetta strategica 2021 di cui riporto il link in appendice.

Tuttavia, le sfide globali impongono all’Unione europea di mobilitare tutto il proprio potenziale nei seguenti dieci ambiti di intervento:

  1. Garantire sistemi sanitari e alimentari sostenibili e resilienti;
  2. Garantire un’energia decarbonizzata e a prezzi accessibili;
  3. Rafforzare la capacità nel settore della gestione dei dati, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di punta;
  4. Garantire e diversificare l’approvvigionamento di materie prime essenziali;
  5. Assumere una posizione di primo piano a livello mondiale nella definizione di norme;
  6. Creare sistemi economici e finanziari resilienti e adeguati alle esigenze future;
  7. Sviluppare e mantenere competenze e talenti in linea con le ambizioni dell’UE;
  8. Rafforzare le capacità di sicurezza e difesa e l’accesso allo spazio;
  9. Collaborare con i partner globali per promuovere la pace, la sicurezza e la prosperità di tutti;
  10. Rafforzare la resilienza delle istituzioni.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Commissione europea, 2021 Strategic Foresight Report. The EU’s capacity and freedom to act, doc. COM(2021) 750 dell’8 settembre 2021

Commissione europea, Relazione 2020 in materia di previsione. Previsione strategica: tracciare la rotta verso un’Europa più resiliente, doc. COM(2020) 493 del 9.9.2020

Sulla previsione strategica:

Commissione europea, La previsione strategica: nozioni di base, 2017

European Commissione, Science for Policy Handbook, 2020

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