Indice UE della digitalizzazione della società e dell’economia – DESI 2021: la posizione dell’Italia

19 novembre 2021 di Mauro Varotto

L’Unione europea ha fissato gli obiettivi per la trasformazione digitale della società e dell’economia europee per il 2030: ho già avuto modo, in proposito, di illustrare i contenuti della “Bussola digitale 2030” (2030 Digital Compass), predisposta dalla Commissione europea nella primavera del 2021, cui è seguito, nel mese di settembre 2021, il “percorso per il decennio digitale” (Path to the Digital Decade), un programma strategico che definisce una nuova forma di governance con gli Stati membri, attraverso un meccanismo di cooperazione annuale tra le istituzioni dell’Unione e gli stessi Stati per garantire il conseguimento congiunto delle ambizioni per il 2030.

Tale “percorso per il decennio digitale” affida il monitoraggio degli obiettivi del decennio digitale al DESI (acronimo di Digital Economy and Society Index), che, come è noto, è l’indice di digitalizzazione dell’economia e della società, adottato dall’Unione europea nel 2014 per misurare i progressi dei singoli Stati membri verso i comuni obiettivi digitali.

Pertanto oggi gli indicatori DESI sono strutturati intorno ai 4 punti cardinali della bussola per il digitale: competenze, infrastrutture, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici.

Il DESI misura, quindi, sulla base di dati Eurostat, nonché di studi specializzati e metodi di raccolta, i progressi compiuti dagli Stati membri dell’Unione europea nel percorso verso un’economia e una società digitali, aiutandoli così a individuare i settori cui destinare in via prioritaria investimenti e interventi.

Assieme alla relazione principale, il rapporto DESI del 2021 presenta una serie di studi specifici: il quadro di valutazione relativo alle donne nel settore digitale; studi sui prezzi della banda larga mobile e fissa in Europa nel 2020, sulla copertura della banda larga fino al giugno 2020 e sui piani nazionali per la banda larga; una analisi del contributo delle TIC alle azioni di sostenibilità ambientale delle imprese dell’Unione europea; infine, l’analisi comparativa sull’e-government 2021, un’indagine che ha coinvolto i cittadini di 36 paesi europei sull’uso dei servizi pubblici digitali.

Le relazioni DESI 2021 presentano principalmente i dati del primo o del secondo trimestre del 2020 e forniscono alcune indicazioni sui principali sviluppi dell’economia e della società digitali durante il primo anno della pandemia di COVID-19. Tuttavia, i dati non tengono conto dell’effetto della COVID-19 sull’uso e sull’offerta di servizi digitali né dei risultati delle politiche attuate nel frattempo, che saranno più visibili nella prossima edizione prevista per il 2022.

Principali risultati del DESI 2021 nei quattro settori a livello europeo

Competenze

Per quanto riguarda le competenze digitali il 56% delle persone nell’Unione europea possiede almeno competenze digitali di base.

I dati mostrano un leggero aumento dell’impiego di specialisti TIC: nel 2020 erano 8,4 milioni gli specialisti TIC che lavoravano nell’Unione, rispetto ai 7,8 milioni dell’anno precedente.

Poiché il 55% delle imprese ha segnalato difficoltà nell’assumere specialisti TIC nel 2020, tale mancanza di dipendenti con competenze digitali avanzate è uno dei fattori che ha determinato una trasformazione digitale delle imprese più lenta in molti Stati membri. I dati indicano chiaramente la necessità di una maggiore offerta e di maggiori opportunità di formazione al fine di raggiungere gli obiettivi del decennio digitale in materia di competenze (80% della popolazione con competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti TIC).

La Commissione ha pubblicato anche un quadro di valutazione relativo alle donne nel settore digitale, che conferma il permanere di un notevole divario di genere nelle competenze digitali specialistiche. Sono donne solo il 19% degli specialisti TIC e circa un terzo dei laureati in materie di ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico.

Infrastrutture

I dati sulla connettività mostrano un miglioramento per quel che riguarda soprattutto le “reti ad altissima capacità” (VHCN), che sono ora disponibili per il 59% delle famiglie dell’Unione europea.

Si tratta di un dato in crescita rispetto al 50% di un anno fa, ma il dato è ancora lontano dalla copertura universale delle reti Gigabit (obiettivo del decennio digitale per il 2030). La copertura VHCN delle zone rurali è passata dal 22% nel 2019 al 28% nel 2020. Inoltre 25 Stati membri hanno assegnato una parte dello spettro 5G, rispetto ai 16 di un anno fa. Infine, in 13 Stati membri sono state lanciate reti 5G commerciali, principalmente in aree urbane.

Trasformazione digitale delle imprese

Per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo delle tecnologie cloud (dal 16% delle imprese nel 2018 al 26% nel 2020).

Le grandi imprese continuano a svolgere un ruolo guida nell’uso delle tecnologie digitali: rispetto alle PMI utilizzano molto di più, ad esempio, la condivisione elettronica delle informazioni attraverso sistemi di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e il software cloud (l’80% delle grandi imprese contro il 35% delle PMI per l’ERP e il 48% delle grandi imprese contro il 25% delle PMI per il cloud). Tuttavia, solo una minima parte delle imprese utilizza tecnologie digitali avanzate (il 14% utilizza i big data, il 25% utilizza l’IA e il 26% utilizza il cloud).

Questi dati indicano che l’attuale stato di adozione delle tecnologie digitali è lontano dagli obiettivi del decennio digitale.

L’ambizione dell’Unione europea per il 2030 è che il 90% delle PMI abbia almeno un livello di base di intensità digitale rispetto all’obiettivo di riferimento del 60% entro il 2020 e che almeno il 75% delle imprese utilizzi tecnologie digitali avanzate entro il 2030.

Attualmente solo una minima parte delle imprese utilizza i big data, anche in vari paesi tra quelli con i migliori risultati, rispetto all’obiettivo del 75%.

Digitalizzazione dei servizi pubblici

Nei dati sui servizi pubblici digitali non figurano ancora miglioramenti significativi dei servizi di e-government, anche se durante il primo anno della pandemia diversi Stati membri hanno creato o potenziato piattaforme digitali per fornire un maggior numero di servizi online.

La posizione dell’Italia nell’indice DESI 2021

Per l’edizione 2021 del DESI l’Italia si colloca al 20º posto fra i 27 Stati membri dell’Unione europea, come si può notare dalla seguente tabella estratta dal rapporto DESI 2021.

Nel corso del 2020 l’Italia ha compiuto alcuni progressi in termini sia di copertura che di diffusione delle reti di connettività, con un aumento particolarmente significativo della diffusione dei servizi di connettività che offrono velocità di almeno 1 Gbps.

Tuttavia, il ritmo di dispiegamento della fibra è rallentato tra il 2019 e il 2020 e sono necessari ulteriori sforzi per aumentare la copertura delle reti ad altissima capacità e del 5G e per incoraggiarne la diffusione.

L’Italia è significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Unione in termini di capitale umano.

Rispetto alla media unionale, registra, infatti, livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi.

La percentuale di utenti online italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government) è aumentata dal 30 % nel 2019 al 36% nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media dell’Unione.

Anche l’uso dei fascicoli sanitari elettronici da parte dei cittadini e degli operatori sanitari rimane disomogeneo su base regionale.

La maggior parte delle piccole e medie imprese italiane (il 69%) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, una percentuale ben al di sopra della media unionale (60%). Le imprese italiane fanno registrare ottimi risultati nell’uso della fatturazione elettronica, sebbene permangano lacune nell’uso di tecnologie quali i big data e l’intelligenza artificiale, nonché nella diffusione del commercio elettronico.

La legislazione adottata nel 2020 prevede riforme volte ad accelerare la diffusione della banda larga, compreso il 5G, e a semplificare e accelerare la digitalizzazione dei servizi pubblici.

Nel 2020 e nel 2021 si è registrata una forte accelerazione nell’adozione di importanti piattaforme abilitanti per i servizi pubblici digitali da parte delle pubbliche amministrazioni.

Nel seguente grafico sono evidenziate le performance dell’Italia, rispetto alla media dell’Unione europea, nelle quattro dimensioni che corrispondono ai 4 punti cardinali della bussola per il digitale.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

European Commission, The Digital Economy and Society Index (DESI) 2021, 12 november 2021

European Commission, Women in Digital Scoreboard 2021, 12 november 2021

European Commission, Mobile and Fixed Broadband Prices in Europe 2020, 12 november 2021

European Commission, Broadband coverage in Europe 2020, 12 november 2021

European Commission, Updated Study on National Broadband Plans in the EU27, 12 november 2021

European Commission, Survey on the contribution of ICT to the environmental sustainability of actions of EU enterprises, 12 novembre 2021

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