Il primo quadro volontario dell’UE per certificare l’assorbimento del carbonio

16 dicembre 2022 di Mauro Varotto

Il tema, a prima vista, può sembrare per “addetti ai lavori” ma, in realtà, interessa tutti noi, poiché riguarda la limitazione del riscaldamento globale del pianeta, nel quadro degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima (cioè la limitazione dell’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1,5° Celsius), dell’obiettivo del Green Deal europeo della neutralità climatica entro il 2050 in tutti i settori dell’economia e, in ultima analisi, la lotta contro i cambiamenti climatici.

Per raggiungere tale obiettivo e per garantire un futuro vivibile all’Europa e al pianeta sono necessari profondi tagli alle emissioni globali di gas serra (GHG) nei prossimi decenni. Questo significa, innanzitutto, migliorare l’efficienza dei nostri edifici, dei modi di trasporto e delle industrie, passare a un’economia circolare e aumentare in modo massiccio l’energia rinnovabile. Molte politiche europee perseguono già, e in maniera decisa, tali finalità.

Tuttavia, ciò non basta: è necessario eliminare il biossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera.

Uno dei modi è quello di riciclare il carbonio dai flussi di rifiuti, da fonti sostenibili di biomassa o direttamente dall’atmosfera, per utilizzarlo al posto del carbonio fossile nei settori dell’economia che rimarranno inevitabilmente dipendenti dal carbonio, ad esempio attraverso la cattura e l’utilizzo del carbonio (CCU) e combustibili sintetici sostenibili.

In parallelo, crescenti quantità di anidride carbonica (CO2) dovranno essere catturate e rimosse ogni anno dall’atmosfera mediante attività di coltivazione del carbonio e di rimozione industriale o progetti per compensare le emissioni difficili da abbattere, provenienti da settori come l’agricoltura, il cemento, l’acciaio, l’aviazione o il trasporto marittimo, al fine di raggiungere la neutralità climatica.

Come ha efficacemente spiegato la Commissione europea in una comunicazione di un anno fa intitolata “Cicli del carbonio sostenibili”:

Il carbonio è l’elemento base della vita, delle nostre società e delle nostre economie. È presente nel DNA umano e costituisce, in peso, la metà degli alimenti che mangiamo. Per trasformare calcare e minerali ferrosi nel cemento e nell’acciaio con cui sono costruite le nostre città dobbiamo trasformare il carbonio. La chimica organica sfrutta l’unicità del carbonio per produrre molecole altamente complesse destinate ai prodotti farmaceutici e chimici, alle materie plastiche e ai materiali avanzati che utilizziamo nella vita quotidiana. Da oltre un secolo i combustibili fossili a base di carbonio forniscono energia alle nostre case, alle nostre fabbriche e ai nostri veicoli. Tuttavia le emissioni derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dai processi industriali e dai cambiamenti d’uso del suolo si stanno accumulando negli oceani e stanno aumentando drasticamente la concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Di conseguenza, si assiste al progressivo riscaldamento del clima mondiale, alla scomparsa della biodiversità, all’acidificazione degli oceani e a fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti. I cicli a breve termine nei quali il carbonio viene scambiato tra la vegetazione e l’atmosfera sono alterati e il livello del mare aumenta a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici su terreni, foreste, mari e criosfera. In alcune regioni questo fenomeno è amplificato da pratiche di sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali. Tutte queste reazioni a catena, che accelerano la crisi climatica e della biodiversità, rappresentano una minaccia diretta per il funzionamento degli ecosistemi e per le società umane”.

Per conseguire obiettivi così ambiziosi l’Unione europea intende creare cicli del carbonio sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici, attraverso tre azioni principali, cui ho accennato sopra:

  • innanzitutto, riducendo drasticamente la nostra dipendenza dal carbonio, a esempio migliorando l’efficienza degli edifici, dei mezzi di trasporto e delle industrie, riducendo il consumo di risorse primarie e passando a un’economia circolare, nonché potenziando le energie rinnovabili;
  • in secondo luogo, riciclando il carbonio proveniente dai flussi di rifiuti, da fonti di biomassa sostenibili o direttamente dall’atmosfera, così da poterlo utilizzare al posto di quello di origine fossile nei settori dell’economia che resteranno inevitabilmente dipendenti dal carbonio;
  • in terzo luogo, potenziando le soluzioni per l’assorbimento del carbonio che catturano CO2 dall’atmosfera e lo immagazzinano a lungo termine negli ecosistemi, grazie alla protezione della natura e al sequestro del carbonio nei suoli agricoli, o in altre forme di stoccaggio mediante soluzioni industriali, evitando nel contempo impatti negativi sulla biodiversità o il degrado degli ecosistemi, in linea con il principio di precauzione e il principio “non arrecare un danno significativo”. Infatti, lo sviluppo e la diffusione su vasta scala di soluzioni per l’assorbimento del carbonio sono indispensabili per la neutralità climatica e richiederanno un notevole sostegno mirato nel corso del prossimo decennio.

Instaurare cicli del carbonio sostenibili nell’economia e negli ecosistemi dell’Unione europea sarà un impegno non facile e a lungo termine che, tuttavia, richiede fin da ora un’azione coordinata a livello europeo e internazionale.

Pertanto, la comunicazione del 2021 si è concentrata sulle azioni a breve termine, volte a potenziare il sequestro del carbonio nei suoli agricoli, quale modello commerciale in grado di incentivare le pratiche che aumentano il sequestro del carbonio negli ecosistemi naturali e promuovere una nuova catena del valore industriale per la cattura, il riciclaggio, il trasporto e lo stoccaggio sostenibili del carbonio.

Una tappa fondamentale in tal senso è l’istituzione di un quadro normativo per l’identificazione chiara e trasparente delle attività che assorbono inequivocabilmente carbonio dall’atmosfera e che possono ridurre la concentrazione atmosferica di CO2, elaborando un quadro europeo per la certificazione degli assorbimenti basato su solide norme di contabilizzazione che garantisca assorbimenti sostenibili e di alta qualità sia da ecosistemi naturali sia da soluzioni industriali.

Tali norme garantiranno che la rimozione del carbonio sia credibile e non frutto di un ecologismo di facciata, ed efficace e aiuti a creare nuove opportunità commerciali per gli agricoltori, i silvicoltori e gli altri gestori dei terreni. Il sequestro del carbonio, infatti, rafforzerà il contributo degli agricoltori e dei silvicoltori alla decarbonizzazione della nostra economia, fornendo loro un reddito supplementare e allo stesso tempo proteggendo la biodiversità, rendendo le aziende agricole più resilienti alle catastrofi naturali e garantendo la sicurezza alimentare.

La proposta di regolamento, quindi, propone:

  • la promozione delle pratiche di sequestro del carbonio nell’ambito della politica agricola comune (PAC) e di altri programmi dell’Unione europea, quali LIFE nonché la missione di ricerca “Un patto per il suolo per l’Europa” di Orizzonte Europa, nonché attraverso finanziamenti pubblici nazionali e privati;
  • la standardizzazione delle metodologie di monitoraggio, comunicazione e verifica, necessarie per fornire un quadro di certificazione chiaro e affidabile relativamente al sequestro del carbonio, che consenta lo sviluppo volontario dei mercati del carbonio;
  • l’offerta di migliori conoscenze, gestione dei dati e servizi di consulenza su misura ai gestori dei terreni, sia relativamente ai suoli che nell’ambito dell’ecosistema di carbonio blu.

Per garantire la trasparenza e la credibilità del processo di certificazione, la proposta fissa norme per la verifica indipendente degli assorbimenti e disciplina il riconoscimento dei sistemi di certificazione di cui ci si potrà servire per dimostrare la conformità al quadro dell’Unione europea.

La qualità e la comparabilità degli assorbimenti saranno assicurate dai quattro criteri QU.A.L.ITY:

  • QUantification (quantificazione). Le attività di assorbimento del carbonio devono essere misurate con precisione e produrre benefici inequivocabili per il clima;
  • Additionality (addizionalità). Le attività di assorbimento non si limitano alle prassi esistenti e devono fare uno sforzo in più rispetto a quanto richiesto dalla legge;
  • Long-term storage (stoccaggio a lungo termine). I certificati sono connessi alla durata dello stoccaggio del carbonio onde garantire che sia permanente;
  • sustainabilITY (sostenibilità). Le attività di assorbimento devono salvaguardare o contribuire a obiettivi di sostenibilità quali l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la protezione delle risorse idriche e marine e la biodiversità.

Il nuovo quadro giuridico proposto mira ad eliminare dall’atmosfera centinaia di milioni di tonnellate di CO2, che può essere assorbita e immagazzinata in tre modi:

  • stoccaggio permanente: tecnologie industriali quali la BECCS (Bio-energy with Carbon Capture and Storage) o la DACCS (Direct Air Carbon Capture and Storage) catturano il carbonio presente nell’aria – direttamente nel caso della DACCS o indirettamente, attraverso il trattamento della biomassa, nel caso della BECCS – e lo stoccano in forma stabile;
  • sequestro del carbonio nei suoli agricoli: il carbonio può essere immagazzinato naturalmente nel terreno grazie ad attività che ne migliorano la cattura nei suoli e nelle foreste (a esempio l’agro-silvicoltura, il ripristino delle foreste, la gestione migliorata del suolo) e/o ne riducono il rilascio dai suoli nell’atmosfera (ad esempio, la riumidificazione delle torbiere, l’imboschimento e il rimboschimento, l’agroforestazione, l’uso di colture intercalari e di copertura, la lavorazione conservativa e una maggiore presenza di elementi caratteristici del paesaggio, la conversione mirata delle terre coltivate in terreni a riposo, ecc.). Queste attività, oltre a rappresentare un nuovo modello d’affari per agricoltori e silvicoltori (i quali verranno ricompensati non solo nell’ambito della PAC ma anche mediante la creazione di un mercato di certificati di assorbimento del carbonio da usare, ad esempio, nella filiera agroalimentare) contribuiranno a perseguire l’ambizioso obiettivo dell’Unione di 310 Mt di assorbimenti netti di CO2 nel settore dell’uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF);
  • stoccaggio del carbonio nei prodotti: il carbonio atmosferico catturato dagli alberi o mediante tecnologie industriali può essere utilizzato e immagazzinato anche in prodotti e materiali duraturi, come i materiali da costruzione a base di legno o con composti carbonati.

La proposta creerà, pertanto, nuove opportunità di reddito per le industrie che utilizzano tecnologie di assorbimento o sviluppano prodotti duraturi di stoccaggio del carbonio, così come per i gestori fondiari che applicano pratiche innovative di sequestro del carbonio nei suoli agricoli.

La proposta della Commissione non riguarda, invece, la cattura del carbonio di origine fossile a fini di stoccaggio (CCS) o utilizzo (CCU), poiché queste tecnologie, pur contribuendo a riciclare o immagazzinare il CO2 emesso, non rimuovono carbonio dall’atmosfera.

Poiché ogni attività di assorbimento del carbonio presenta benefici e rischi diversi, non può esistere una metodologia unica per certificarle tutte. La Commissione svilupperà, quindi, metodologie di certificazione adattate alle varie attività, che saranno selezionate in base al potenziale di mitigazione, alla capacità di apportare una concomitanza di benefici per l’ambiente, allo stadio di sviluppo tecnico e/o alla solidità dei metodi di monitoraggio e rendicontazione esistenti.

Oltre al quadro normativo, l’Unione europea continuerà a finanziare le iniziative di assorbimento del carbonio sul campo attraverso il Fondo per l’innovazione (che può finanziare tra l’altro progetti di BECCS e DACCS), la politica agricola comune (PAC), il Fondo di sviluppo regionale (FESR), il programma LIFE e il programma quadro Orizzonte Europa. E i certificati di assorbimento del carbonio potranno essere utilizzati come criterio per assegnare finanziamenti basati sui risultati sia nell’ambito di programmi dell’Unione europea – quali quelli appena citati – sia nell’ambito di regimi nazionali e regionali di aiuti di Stato.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Commissione europea, Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che istituisce un quadro di certificazione dell’Unione per l’assorbimento del carbonio, doc. COM(2022) 672 del 30.11.2022

Comunicazione della Commissione europea, Cicli del carbonio sostenibili, doc. COM(2021) del 15.12.2021

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