La corsa globale alla tecnologia: gli investimenti in ricerca e sviluppo delle prime 2.500 imprese mondiali

27 gennaio 2023 di Mauro Varotto

Dal 2004 la Commissione europea tiene monitorati i bilanci certificati pubblicati dai primi 2.500 investitori in ricerca e sviluppo (R&S) a livello mondiale: tra questi, 1.000 hanno sede nell’Unione europea.

Di recente, quindi, la Commissione ha pubblicato la 19a relazione, intitolata: “Quadro di valutazione dell’UE sugli investimenti in R&S delle imprese”, nella quale analizza il volume degli investimenti per area geografica e per settore produttivo. Assieme a tale relazione, e al relativo data base contenente tutti i dati economico-finanziari delle singole imprese oggetto di analisi, la stessa Commissione ha reso noti i risultati dell’indagine 2022 sulle tendenze degli investimenti in R&S delle imprese.

E’ chiaro che questa attenzione agli investimenti delle imprese in R&S fornisce informazioni essenziali sul livello di competitività dei sistemi produttivi delle diverse aree geografiche del pianeta, aiutando l’Unione europea a definire le proprie politiche di intervento a supporto delle imprese europee.

Il Quadro di valutazione rivela che, a livello mondiale, gli investimenti del settore privato in R&S hanno superato ampiamente i livelli precedenti la pandemia (+14,8% nel 2021 rispetto al 2020). Per la prima volta dal primo quadro di valutazione del 2004, il totale degli investimenti in R&S effettuati dalle prime 2.500 imprese mondiali ha superato i mille miliardi di euro (1.094 miliardi di €).

Le prime 10 imprese investitrici in R&S a livello mondiale sono elencate nella seguente tabella.

Anche l’industria europea ha rimesso in moto gli investimenti in ricerca e sviluppo, registrando un aumento dell’8,9% nel 2021 rispetto al calo del -2,2% nel 2020, dovuto alla pandemia da Covid 19.

Le prime 10 imprese investitrici in R&S nell’Unione europea sono indicate nella seguente tabella: non vi è nessuna impresa italiana, come si potrà notare.

Anche se le imprese statunitensi restano in vetta alla classifica, con una quota di investimenti in R&S che è salita al 40,2% del totale mondiale, un’evoluzione importante è che, considerate collettivamente, le imprese cinesi comprese nel Quadro di valutazione 2022 detengono oggi una quota del totale mondiale che, per la prima volta, è leggermente superiore rispetto alle imprese dell’Unione (il 17,9% per le imprese cinesi e il 17,6% per le imprese europee).

La corsa mondiale alla tecnologia risulta sempre più accanita: le imprese statunitensi e cinesi continuano a registrare tassi di crescita degli investimenti in R&S (rispettivamente 16,5% e 24,9%), superiori a quelli delle omologhe dell’Unione europea. Uno degli effetti immediati di tale corsa consiste nel fatto che, nell’ultimo decennio, il numero di società cinesi comprese tra i primi 2.500 investitori mondiali in R&S è più che triplicato – passando dalle 176 nel 2011 alle 678 nel 2021 – a scapito delle imprese dell’Unione europea e delle imprese giapponesi, eliminate da settori manifatturieri più tradizionali.

Il Quadro di valutazione 2022 evidenzia una intensificazione della corsa mondiale alla tecnologia in quattro settori fondamentali, che rappresentano più dei tre quarti di tutte le attività di R&S delle prime 2.500 imprese analizzate dal Quadro di valutazione: produzione di TIC (22,6%), industrie della salute (21,5%), servizi TIC (19,8%) e industria automobilistica (13,9%).

Gli investimenti in R&S delle imprese dell’Unione europea sono ampiamente diversificati settorialmente, in particolare rispetto agli USA, dove gli investimenti in R&S sono fortemente concentrati sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’Unione europea, invece, si conferma leader mondiale degli investimenti in R&S nel settore automobilistico, in cui la trasformazione verso i veicoli elettrici e la digitalizzazione proseguono a pieno ritmo sia nelle imprese consolidate che in quelle di più recente creazione.

A livello europeo, diversi Stati membri dell’Unione europea contano importanti protagonisti della R&S in settori quali l’aerospaziale, la difesa e la chimica, oltre alle industrie automobilistica, delle TIC e della salute. Fra le 1.000 imprese di punta dell’Unione si conta un numero considerevole di piccole e medie imprese (PMI) attive nei settori della salute e delle TIC, che nel 2021 hanno evidenziato una crescita incoraggiante della R&S. Si tratta – osserva la Commissione europea – di un segnale positivo per importanti gruppi-obiettivo della nuova agenda europea per l’innovazione, che fra i vari temi tratta dell’espansione e della crescita dei settori ad elevatissimo contenuto tecnologico e delle tecnologie innovative e innesca ricadute intersettoriali con il sostegno del Consiglio europeo per l’innovazione. Anche la strategia industriale aggiornata promuove le politiche dell’innovazione nella base industriale generale d’Europa, compresi i settori ad alta tecnologia.

Altre informazioni che si desumono dal Quadro di valutazione 2022 riguardano le tecnologie verdi e le tecnologie dell’economia circolare: la classifica basata sui brevetti delle 2.500 imprese analizzate mostra che le imprese dell’Unione europea e degli USA sono ai primi posti per i brevetti di valore elevato e che l’Unione primeggia nelle invenzioni d’interesse per l’economia circolare.

Nella relazione 2022 la Commissione europea analizza anche le prestazioni verso il conseguimento dei pertinenti obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Le imprese dell’Unione europea risultano ottenere i punteggi più alti nella maggior parte degli OSS, registrando peraltro progressi rispetto all’anno scorso. Scorporando per settore, si nota che le imprese dei settori automobilistico e chimico hanno realizzato in media progressi consistenti negli OSS. L’analisi rivela inoltre le grandi potenzialità che le soluzioni ad elevatissimo contenuto tecnologico presentano ai fini del superamento delle sfide globali.

Come nuovo aspetto delle strategie di innovazione delle imprese, la Commissione europea ha analizzato anche il capitale di rischio societario (Corporate Venture Capital — CVC). Il CVC è andato aumentando negli ultimi 20 anni ed è ora usato da due terzi delle imprese comprese nel Quadro di valutazione. R&S e CVC sono complementari e sinergici, in particolare nei settori delle TIC e della salute. Il CVC delle società dell’Unione, tuttavia, ammonta a circa la metà di quello delle società statunitensi, ed è curioso il dato che l’80% dei fondi delle imprese con sede nell’Unione europea è destinato a start-up con sede negli Stati Uniti, il che genera ricadute importanti.

Infine, uno sguardo all’Italia: nella seguente tabella sono riportate le uniche 20 imprese italiane che rientrano nel Quadro di valutazione della Commissione europea, con il relativo posizionamento nella graduatoria mondiale delle 2.500 imprese investitrici in R&S.

La prima impresa italiana per investimenti in R&S si colloca al 185° posto della graduatoria mondiale e al 37° posto delle 1.000 imprese dell’Unione europea.

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

European Commission, The 2022 EU Industrial R&D Investment Scoreboard, 13 december 2022, con il link alla banca dati interattiva delle 2.500 imprese

European Commission, The 2022 EU industrial R&D investment scoreboard. Extended summary of key findings and policy implications, 13 december 2022

La banca dati interattiva è consultabile al seguente link.

 

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