Declino demografico e trappola per lo sviluppo dei talenti: il “Talent Booster Mechanism” dell’UE

10 febbraio 2023 di Mauro Varotto

La Commissione europea ha appena aggiornato la relazione del 2020 sull’impatto dei cambiamenti demografici in Europa, che aveva aperto la strada ad alcune nuove iniziative quali il Libro verde sull’invecchiamento demografico e la Visione a lungo termine per le zone rurali dell’Unione europea con orizzonte 2040.

Emerge dalla relazione del 2023 che gli Stati membri dell’Unione stanno sperimentando un forte calo della popolazione in età lavorativa. Questa fetta di popolazione è diminuita di 3,5 milioni di unità tra il 2015 e il 2020 e si prevede che calerà di ulteriori 35 milioni di persone da oggi al 2050.

Tra le sfide demografiche, oltre al calo generale della popolazione, la relazione evidenzia l’invecchiamento della popolazione (al 1° gennaio 2021 le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresentavano il 20,8% della popolazione dell’Unione. Si prevede che, nel 2050, oltre il 30% della popolazione europea avrà un’età superiore a 65 anni) e la conseguente diminuzione della popolazione in età lavorativa.

In particolare, come evidenzia il seguente grafico, sono 82 le regioni, di 16 Stati membri, gravemente colpite dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa, dalla bassa percentuale di laureati o dalla mobilità negativa della popolazione in età compresa tra i 15 e i 39 anni.

 

La trappola per lo sviluppo dei talenti

Queste stesse regioni presentano, altresì, carenze strutturali specifiche come l’inefficienza del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione, formazione e apprendimento per gli adulti, gli scarsi risultati nei settori dell’innovazione, della governance pubblica o dello sviluppo delle imprese e l’accesso limitato ai servizi. Se affrontassero queste problematiche, potrebbero attrarre più lavoratori qualificati ed uscire dalla “trappola per lo sviluppo dei talenti” (Talent development trap) in cui si trovano o rischiano di trovarsi a breve.

La “trappola per lo sviluppo dei talenti” si verifica nelle regioni in cui la percentuale di lavoratori qualificati e di laureati e diplomati dell’istruzione superiore è insufficiente a compensare le conseguenze derivanti dalla diminuzione della popolazione in età lavorativa, a seguito dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione.

In particolare, la Commissione europea distingue, come evidenzia la cartina del precedente grafico, due categorie di regioni che corrono questo rischio e in cui vive il 30% della popolazione dell’Unione:

  • il primo gruppo comprende 46 regioni che sono già cadute nella “trappola per lo sviluppo dei talenti”, in cui cioè i talenti rimangono imbrigliati. Queste regioni si trovano a contrastare una diminuzione sempre più rapida della popolazione in età lavorativa e presentano una bassa percentuale di persone in possesso di un titolo universitario o di istruzione superiore. I dati si riferiscono al periodo 2015-2020. L’insufficiente sviluppo delle competenze che ne è conseguito fa sì che per queste regioni sia difficile innovare e aumentare la produttività. Queste regioni rappresentano il 16% della popolazione dell’Unione. Si tratta perlopiù di regioni meno sviluppate dal punto di vista economico rispetto al resto dell’Unione, con un PIL pro capite pari al 64% circa della media dell’UE. Il 31% della popolazione vive in zone rurali, in confronto al 21% della media unionale;
  • un secondo gruppo comprende 36 regioni che rischiano di cadere in futuro nella “trappola per lo sviluppo dei talenti”. Sono regioni gravemente colpite dall’emigrazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 39 anni. Corrono quindi il rischio di non disporre delle risorse necessarie per il loro sviluppo economico e sociale. In questo novero di regioni vive il 13% della popolazione unionale.

 

Il “meccanismo di incentivazione dei talenti” dell’Unione europea

Per ovviare alla diminuzione della popolazione in età lavorativa è necessario incrementare la produttività e l’innovazione; servono, quindi, lavoratori qualificati. La mancanza di dinamismo economico e di innovazione, preludio di una scarsa domanda di competenze, potrebbe ostacolare gravemente la competitività e il potenziale di crescita delle regioni interessate: inoltre, se non verrà affrontata, questa situazione metterà a repentaglio la prosperità dell’intera Unione europea nel lungo periodo.

A tal fine, la Commissione europea ha proposto il nuovo “meccanismo di incentivazione dei talenti” (Talent Booster Mechanism): si tratta di un meccanismo che aiuterà le regioni dell’Unione interessate dal rapido calo della popolazione in età lavorativa a formare, trattenere e attrarre le persone, le capacità e le competenze necessarie per contrastare gli effetti della transizione demografica.

Il meccanismo si basa su una serie di iniziative articolate attorno ad otto pilastri:

  • nel 2023 sarà varato un nuovo progetto pilota finalizzato ad aiutare le regioni che sono vittime della “trappola per lo sviluppo dei talenti” a elaborare, consolidare, sviluppare e attuare strategie su misura e globali e a individuare progetti atti a formare, attrarre e trattenere i lavoratori qualificati. Sarà fornito un sostegno alle regioni pilota selezionate sulla base di un invito aperto a presentare proposte;
  • una nuova iniziativa denominata “Adattamento intelligente delle regioni alla transizione demografica”, prevista per il 2023, aiuterà le regioni con alti tassi di emigrazione giovanile ad adattarsi alla transizione demografica e a investire nello sviluppo dei talenti con politiche mirate basate sul territorio. Le regioni beneficiarie saranno selezionate sulla base di un invito aperto a presentare proposte;
  • lo strumento di sostegno tecnico (SST) sosterrà gli Stati membri, previa domanda nell’ambito dell’invito a presentare proposte per l’SST del 2023, con le riforme necessarie a livello nazionale e regionale per fare fronte alla diminuzione della popolazione in età lavorativa e alla carenza di competenze e per rispondere alle esigenze dei mercati locali;
  • i programmi della politica di coesione e lo strumento gestito dalla Commissione europea denominato “I3 – Investimenti interregionali per l’innovazione”, stimoleranno l’innovazione e le opportunità di impieghi altamente qualificati, contribuendo a migliorare le possibilità di trattenere e attrarre talenti in queste regioni;
  • sarà lanciato un nuovo invito per azioni innovative nell’ambito della “Iniziativa urbana europea” per testare soluzioni basate sul territorio adottate dalle città in declino che sono impegnate a sviluppare, trattenere e attrarre i lavoratori qualificati;
  • le iniziative dell’Unione europea a sostegno dello sviluppo dei talenti saranno poste in evidenza su un sito WEB apposito. In questo modo le regioni interessate avranno più agevolmente accesso alle informazioni sulle politiche dell’Unione in ambiti come la ricerca e l’innovazione, la formazione, l’istruzione e la mobilità giovanile;
  • saranno scambiate esperienze e diffuse buone pratiche: le regioni avranno la possibilità di istituire gruppi di lavoro tematici e regionali per fare fronte a sfide professionali o territoriali specifiche;
  • infine, saranno ulteriormente sviluppate le competenze analitiche necessarie per sostenere e agevolare le politiche basate sui dati concreti in materia di sviluppo regionale e migrazione.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Comunicazione della Commissione europea, Utilizzare i talenti nelle regioni europee, doc. COM(2023) 32 del 17.01.2023

European Commission, The impact of demographic change – in a changing environment, doc. SWD(2023) 21 del 17.01.2023

European Commission, Report on the impatc of demographic change, doc. SWD(2020) 109 del 17.06.2020

 

 

 

 

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