Opportunità dell’Unione europea per finanziare la transizione energetica
31 marzo 2023 di Mauro Varotto
Nel 2021 le emissioni globali sono tornate ai livelli precedenti alla pandemia da Covid 19: dai dati preliminari elaborati dal Centro Comune di Ricerca (JRC – Joint Research Center) della Commissione europea emerge che nel 2021 le emissioni globali di gas a effetto serra sono aumentate del 4,2 %, raggiungendo i 52,9 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (CO2-eq), un livello leggermente superiore a quello delle emissioni del 2019, grazie alla ripresa dell’economia globale dalla pandemia.
Nel 2021 e nel 2022 il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha pubblicato le relazioni redatte dai tre gruppi di lavoro per la sesta relazione di valutazione: le tre relazioni sono intitolate The Physical Science Basis (gruppo di lavoro I) dell’agosto 2021; Impacts, Adaptation and Vulnerability (gruppo di lavoro II) del febbraio 2022 e, infine, Mitigation of Climate Change (gruppo di lavoro III) dell’aprile 2022.
Tali relazioni confermano la necessità di intraprendere un’azione globale trasformativa se si vogliono raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima, tra cui limitare il riscaldamento globale ben al sotto di 2°C e proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C.
Per poter mantenere l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C, entro la fine di questo secolo, occorre che le emissioni globali di gas a effetto serra raggiungano il picco massimo nel periodo 2020-25 per poi diminuire del 43% circa rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030.
Con le politiche attuali, il mondo non è in grado di raggiungere l’obiettivo relativo alla temperatura previsto dall’Accordo di Parigi.
La limitazione del riscaldamento globale richiede, quindi, un’azione senza precedenti da parte di tutti i Paesi e di tutti i settori economici. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, infatti, è necessario ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo rapido, profondo e sostenuto, migliorando al contempo la capacità del pianeta di assorbire il carbonio mediante soluzioni basate sulla natura e tecnologie di rimozione del carbonio.
I risultati presentati dall’IPCC rafforzano la determinazione dell’Unione europea a diventare climaticamente neutra entro il 2050 e resiliente ai cambiamenti climatici: sono obiettivi fondamentali oggi fissati da una specifica normativa europea sul clima, vincolante per tutti gli Stati membri.
In questo contesto, la transizione verso la neutralità climatica e la resilienza climatica richiede investimenti considerevoli e l’Unione europea mette a disposizione delle istituzioni pubbliche nazionali, regionali e locali e delle imprese diverse fonti di finanziamento, alle quali è dedicato questo articolo.
Finanziamenti dal sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione europea
Il Fondo per l’innovazione è uno dei maggiori programmi di finanziamento pubblico al mondo per l’introduzione di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. È finanziato dalla vendita all’asta di 450 milioni di quote dell’EU ETS nell’arco di questo decennio, pari a circa 38 miliardi di EUR. Dal suo avvio, avvenuto nel 2020, ad ogggi sono stati investiti circa 3 miliardi di euro in 54 progetti. Nel 2021 sono stati completati due inviti a presentare progetti: il primo per gli investimenti su vasta scala (progetti con una spesa complessiva in conto capitale superiore a 7,5 milioni di euro) di 1,1 miliardi di euro; il secondo per gli investimenti su piccola scala (progetti con una spesa complessiva in conto capitale che non supera i 7,5 milioni di euro) di 109 milioni di euro.
Nell’ambito del primo invito a presentare proposte su vasta scala, sono state assegnate sette sovvenzioni con offerte vincenti nei settori EU ETS, tra cui quello delle sostanze chimiche, dell’acciaio, del cemento, delle raffinerie, dell’energia e del calore. Per il primo invito a presentare proposte su piccola scala, sono state assegnate 32 sovvenzioni in una gamma più ampia di settori EU ETS, tra cui quello dell’idrogeno verde, dello stoccaggio dell’energia, del vetro, del calore e della cattura del carbonio.
Nel luglio 2022 sono stati preselezionati 17 progetti nell’ambito del secondo invito a presentare proposte su vasta scala nei settori del cemento, dell’idrogeno, delle sostanze chimiche e altri, per un totale di 1,8 miliardi di euro, in Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia. Tali progetti mirano a risparmiare nei primi 10 anni di attività fino a 136 milioni di tonnellate di CO2-eq.
L’invito a presentare proposte su vasta scala, avviato nell’autunno del 2022, dispone di un bilancio senza precedenti pari a 3 miliardi di euro e prevede sezioni per progetti di attuazione del piano REPowerEU sull’idrogeno e sull’elettrificazione, sulla produzione di tecnologie pulite e sui progetti pilota.
Il Fondo per la modernizzazione, sempre proveniente dall’EU ETS, sostiene gli Stati membri a reddito più basso, per aiutarli a modernizzare i loro sistemi energetici e a migliorare l’efficienza energetica. Fino al 2030 saranno messe all’asta oltre 640 milioni di quote (pari a circa 51 miliardi di EUR) per sostenere tali Stati membri. Dal 2021 sono stati trasferiti 3,3 miliardi di euro alla Repubblica Ceca, alla Croazia, all’Estonia, alla Lituania, alla Polonia, alla Romania, alla Slovacchia e all’Ungheria per finanziare 71 investimenti per la transizione in settori quali il fotovoltaico e le reti elettriche per la ricarica delle auto elettriche.
Il bilancio pluriennale 2021-2027
Nell’ambito del bilancio pluriennale dell’Unione europea 2021-2027, gli investimenti per la transizione climatica proverranno da due fonti principali: il “Quadro finanziario pluriennale”, che dispone di 1.200 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 e “NextGenerationEU”, che dispone di ulteriori 806,9 miliardi di euro a sostegno della ripresa dell’Unione.
In entrambi i casi, almeno il 30% delle risorse disponibili (potenzialmente oltre 670 miliardi di euro a prezzi correnti) sarà speso per la lotta ai cambiamenti climatici.
Anche i programmi di spesa settoriali nell’ambito del bilancio dell’Unione europea per il periodo 2021-2027 prevedono obiettivi di spesa per il clima di almeno il 30% delle risorse. Tra questi figurano il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) (30%), il programma quadro Orizzonte Europa (35%), il Fondo di coesione (37%), il meccanismo per collegare l’Europa (60%) e, infine, il programma LIFE (61%).
Programmi e fondi
Il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) dell’Unione europea, che costituisce l’elemento centrale di NextGenerationEU con un valore fino a 723,8 miliardi di euro, consente agli Stati membri di aumentare in modo significativo gli investimenti per il clima. Per poter beneficiare delle sovvenzioni (338 miliardi di euro) e dei prestiti (385,8 miliardi di euro) del RRF, gli Stati membri devono preparare piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) che definiscano gli investimenti e le riforme politiche in grado di creare valore aggiunto per l’Unione europea attraverso la transizione verde. Ciascun piano nazionale deve destinare almeno il 37% della spesa prevista all’azione per il clima e ogni misura deve rispettare il principio “non arrecare un danno significativo” (do no significant harm – DNSH).
Tutti i 26 piani adottati superano il parametro di riferimento del 37%; il 40% dei loro mezzi finanziari collettivi è dedicato agli obiettivi climatici, anche se alcuni Stati membri hanno utilizzato più della metà dei propri stanziamenti per finanziare la politica in materia di cambiamenti climatici. In tale quadro, circa il 44% dell’importo assegnato alle misure per il clima dovrebbe essere destinato alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica e il 34% alla mobilità sostenibile.
Ora che sono state definitivamente adottate le proposte legislative relative al piano della Commissione europea REPowerEU del maggio 2022 per affrontare le conseguenze energetiche dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, gli Stati membri avranno la possibilità, entro il 30 aprile 2023, di aggiornare i loro piani e aumentare il sostegno all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili, come ho avuto modo di scrivere nei precedenti due articoli del blog, ai quali rinvio per approfondimenti.
Oltre a ciò, almeno il 30% del bilancio previsto del programma InvestEU, pari a 372 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel periodo 2021-2027, sarà destinato agli obiettivi climatici. Nell’ambito di intervento relativo alle infrastrutture sostenibili il 60% dei finanziamenti deve essere destinato al clima e all’ambiente. La BEI, il FEI e le altre banche partner incaricate dell’attuazione di InvestEU utilizzeranno le garanzie nell’ambito del programma per gli investimenti del settore privato.
Anche la ricerca e l’innovazione favoriscono la transizione verde mediante la sperimentazione e la dimostrazione di soluzioni, nonché lo sviluppo di innovazioni pionieristiche e di conoscenze per le politiche basate sui più recenti dati scientifici. A tal fine il programma Orizzonte Europa dedicherà almeno il 35% del suo bilancio pari a 95,5 miliardi di euro alla ricerca e all’innovazione per sostenere una transizione giusta, mettendo i cittadini in condizione di partecipare attivamente alla transizione verde. Si stanno sviluppando nuovi partenariati, accrescendo le tecnologie necessarie per la neutralità climatica. Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, alla fine del 2021 Orizzonte Europa aveva investito quasi 4,2 miliardi di euro in azioni per il clima.
Nell’ambito della politica di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione sostengono gli Stati membri nella promozione della coesione economica, sociale e territoriale, favorendo al contempo la transizione verso la neutralità climatica e altre priorità dell’Unione. Ciascun Stato membro ha preparato un Accordo di partenariato, che delinea una strategia di investimento per i finanziamenti a titolo della politica di coesione per il periodo 2021-2027, e tutti i programmi di spesa preparati a livello nazionale e regionale sono stati approvati dalla Commissione europea, compresi i 68 programmi dell’Italia, con una dotazione complessiva di 76,3 miliardi di euro.
Tali fondi forniranno investimenti pari ad almeno 78 miliardi di euro a favore di azioni per il clima nel periodo 2021-2027 (come si è anticipato, il 30% della dotazione di bilancio complessiva del FESR e il 37% di quella del Fondo di coesione). I dati preliminari dei programmi adottati e in fase di progetto suggeriscono che i fondi destinati al clima supereranno l’obiettivo.
Il Fondo per una transizione giusta (JTF) prevede un contributo dell’Unione europea di 19,2 miliardi di euro da investire nel periodo 2021-2027 nelle regioni europee che saranno maggiormente interessate dalla transizione verso la neutralità climatica in termini di impatto sulla loro struttura economica e di effetti sociali. In seguito alla creazione del Fondo, gli Stati membri hanno preparato i piani territoriali per una transizione giusta, che sono stati adottati dalla Commissione come parte dei programmi della politica di coesione: in Italia, la Commissione ha approvato un piano territoriale che interessa le aree di Taranto (Puglia) e del Sulcis-Iglesiente (Sardegna) per un importo complessivo di 1,2 miliardi di euro, comprensivo della quota di cofinanziamento nazionale, da destinare alla riconversione industriale di tali aree.
Come è noto, il Fondo sociale europeo plus (FSE+) sostiene l’occupazione e gli investimenti nel capitale umano. La Commissione ha adottato tutti i programmi FSE+ per il periodo 2021-2027. Nell’ambito di tali programmi, per sostenere la creazione di posti di lavoro verdi e l’adeguamento delle competenze e delle qualifiche alla transizione verso la neutralità climatica, gli Stati membri intendono sviluppare nuovi tipi di formazione, programmi di studio, apprendistato e modelli aziendali come l’imprenditoria sociale.
Anche lo Strumento di sostegno tecnico ha continuato a fornire un sostegno su misura agli Stati membri per la progettazione e l’attuazione di riforme per le priorità del Green Deal europeo: già 17 Stati membri, compresa l’Italia, hanno ricevuto sostegno attraverso l’ulteriore invito specifico REPowerEU per individuare le riforme e gli investimenti adeguati al fine di eliminare gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili russi.
Infine, il programma LIFE che, come è noto, è lo strumento finanziario dell’Unione per l’ambiente e l’azione per il clima, nel 2021 ha assegnato oltre 290 milioni di euro a 132 progetti, tra cui in settori quali l’agricoltura neutrale per il clima, il recupero delle torbiere, il recupero di calore nella produzione di ferro e acciaio e l’adattamento delle foreste e delle infrastrutture ai cambiamenti climatici. Nel 2022 sono stati stanziati circa 755 milioni di euro per progetti in materia di clima e ambiente, anche per la transizione verso l’energia pulita. A giugno 2022, l’Ucraina è entrata a far parte del programma LIFE e ha potuto beneficiare del relativo sostegno per il ripristino dell’ambiente dopo la distruzione causata dall’invasione russa.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Commissione europea, Relazione: Accelerare la transizione verso la neutralità climatica per la sicurezza e la prosperità dell’Europa Relazione 2022 sui progressi dell’azione dell’UE per il clima, doc. COM(2022) 514/2 del 1° marzo 2023