Il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell’Unione europea si apre in un contesto istituzionale eccezionale, caratterizzato da una fase di transizione tra due cicli politici dell’Unione.

Il Parlamento europeo è stato appena eletto e si insedierà il 14 luglio 2014.
Il nuovo Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, è stato designato dal Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014 e dovrà essere eletto dal Parlamento; la nuova Commissione entrerà in carica il 1° novembre 2014. Solo allora verranno presentati gli obiettivi strategici quinquennali per il periodo 2015-2019.

Nello stesso arco temporale verranno rinnovate anche le altre principali cariche dell’Unione, compreso l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e, successivamente, il Presidente del Consiglio europeo.

Una Presidenza in un vuoto istituzionale

In questo quadro, è evidente che durante il semestre italiano (luglio-dicembre 2014) non saranno adottati provvedimenti legislativi di particolare rilievo.
Il periodo di transizione istituzionale riduce fisiologicamente la capacità decisionale dell’Unione sul piano operativo.

Tuttavia, una Presidenza del Consiglio non si misura solo sulla quantità di atti legislativi adottati. In momenti come questo, il suo ruolo può essere soprattutto politico e strategico.

La Presidenza come “impostazione strategica”

Proprio perché collocata in una fase di passaggio, la Presidenza italiana può assumere la funzione di Presidenza di impostazione strategica, contribuendo a orientare le priorità del ciclo istituzionale successivo.

In questa prospettiva si colloca il Programma di 18 mesi del Consiglio (1 luglio 2014 – 31 dicembre 2015), elaborato congiuntamente da Italia, Lettonia e Lussemburgo e approvato dal Consiglio Affari generali il 24 giugno 2014. Il programma individua linee di azione per:

  • crescita e occupazione;
  • rafforzamento del mercato interno;
  • ruolo dell’Unione europea nel contesto globale.

Accanto alla gestione dell’ordinaria amministrazione, la Presidenza italiana potrebbe quindi favorire una riflessione più ampia sul futuro dell’integrazione europea.

Integrazione europea e ambiguità politiche

Il semestre italiano si svolge in un momento in cui emergono con maggiore chiarezza le divergenze tra gli Stati membri sul significato stesso dell’integrazione europea.

Alcuni Paesi continuano a beneficiare dei vantaggi del mercato unico e delle politiche comuni, mostrando al tempo stesso una crescente resistenza ad assumere responsabilità condivise. Il Regno Unito, l’Ungheria e la Repubblica Ceca rappresentano esempi emblematici di questa ambiguità.

La designazione di Jean-Claude Juncker, sostenuta dalla maggioranza degli Stati membri ma osteggiata da alcuni governi, rende visibile questa frattura.

“Unione sempre più stretta” e integrazione differenziata

Un passaggio cruciale è contenuto nelle Conclusioni del Consiglio europeo del 26-27 giugno 2014, nelle quali i Capi di Stato e di Governo riconoscono esplicitamente che:

«Il concetto di unione sempre più stretta lascia spazio a percorsi di integrazione diversi per paesi diversi, permettendo a quelli che intendono approfondire l’integrazione di andare avanti in tal senso e rispettando nel contempo il desiderio di chi non intende procedere oltre».

Queste parole segnano un punto di svolta politico.
L’Unione europea prende atto dell’esistenza di modelli differenti di partecipazione al progetto europeo e apre formalmente la strada a forme di integrazione differenziata.

Si tratta di una scelta che apre nuove prospettive, ma che impone anche una decisione politica chiara: con chi e verso quale modello di Unione avanzare.

Il significato politico della Presidenza italiana

In questo contesto, la Presidenza italiana potrebbe rappresentare un’occasione per:

  • chiarire le opzioni politiche in campo;
  • favorire un rilancio del processo di integrazione;
  • contribuire a superare ambiguità e paralisi decisionali.

Non si tratta di imporre una visione, ma di creare le condizioni politiche e culturali per una nuova fase del progetto europeo.

Viaggio, speranza e libertà

Il logo ufficiale del semestre, una rondine stilizzata nei colori dell’Europa e dell’Italia, selezionato dagli studenti dell’ISIS-IPSIA “G. Meroni” di Lissone, richiama simbolicamente il viaggio, la speranza e la libertà.

Tre parole che sintetizzano bene il senso profondo dell’integrazione europea: un percorso mai concluso, fondato sulla libertà dei popoli europei di scegliere il proprio futuro comune.

  

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Il Programma di 18 mesi del Consiglio (1º luglio 2014- 31 dicembre 2015) [doc. ST 10948/1/14 del 17.06.2014] – preparato dalla Presidenza italiana, assieme alle due Presidente semestrali success ive (quella della Lettonia e del Lussemburgo) – è reperibile nel Registro pubblico dei documenti del Consiglio dell’Unione europea.


Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione del semestre europeo dell’Italia si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:

12 gennaio 2015. Bilancio del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’UE (2014)