Il 2024 sarà un anno importante per la democrazia in Europa: infatti, il Consiglio dell’Unione europea ha fissato la 10^ tornata di elezioni del Parlamento europeo nei 27 Stati membri, in una data compresa tra il 6 e il 9 giugno prossimi.

Inoltre, sempre quest’anno, oltre 4 miliardi di persone andranno alle urne in Paesi con un diverso grado di democrazia e di libertà: dagli Stati Uniti, dove il 5 novembre 2024 si terrà la 60^ elezione presidenziale, a Taiwan, India e Russia.

Mentre, infatti, nell’Unione europea tutti i cittadini possono esprimere liberamente le loro opinioni e partecipare alla vita democratica, scegliere i loro rappresentanti politici e avere voce in capitolo sul loro futuro, tuttavia, la popolazione mondiale che vive in nazioni con sistemi di governo pienamente democratici è una esigua minoranza.

Secondo i dati forniti a febbraio 2023 dal “Democracy Index 2022”, elaborato ogni anno dall’Economist Intelligence Unit (EIU) sulla base dell’analisi dello stato di salute della democrazia in 167 Paesi del mondo, sono solo 24 gli Stati con un sistema democratico compiuto: l’8% della popolazione mondiale vive in nazioni dove le libertà civili e politiche di base non solo sono rispettate, ma anche rinforzate da una cultura politica che contribuisce alla prosperità dei principi democratici.

L’Italia, che si colloca al 34° posto della classifica globale, perdendo 3 posizioni rispetto alla classifica dell’anno precedente, è tra le 48 “democrazie imperfette”: il 37,3% della popolazione mondiale, compresi noi italiani, vive in nazioni dove le elezioni sono libere e le libertà civili di base sono rispettate, ma ci sono dei problemi – a esempio, la violazione della libertà d’informazione – e delle significative falle in altri aspetti democratici, compresi una cultura politica sottosviluppata, bassi livelli di partecipazione alla vita politica, e problemi nel funzionamento del governo.
Vive, infine, in regimi autoritari, privi di qualsiasi forma di democrazia, circa il 37% della popolazione mondiale: tra i 59 Stati autoritari spiccano Russia e Cina, nazioni nelle quali non sono riconosciute né libertà civili né politiche.

 

Democracy Index 2022

 

In questo contesto globale, in tutta l’Unione europea – che è una società aperta e trasparente, nella quale sono protetti i valori fondamentali e, in particolare, le libertà di espressione e di informazione – cresce la preoccupazione che governi stranieri, sfruttando tali caratteristiche dei nostri sistemi democratici, cerchino di influenzare l’opinione pubblica e il dibattito democratico, minacciando le democrazie europee.

Infatti, dai risultati di una recente indagine dell’Eurobarometro, presentata il 6 dicembre scorso, è emerso un elevato livello di preoccupazione dei cittadini europei intervistati per le varie forme di potenziale interferenza nelle elezioni dell’Unione europea: quasi otto intervistati su dieci sono preoccupati per la disinformazione che influenza le decisioni di voto delle persone (78%); circa sette intervistati su dieci temono che le elezioni vengano manipolate attraverso attacchi informatici (72%) o che paesi stranieri influenzino segretamente le elezioni (70%); infine, il 65% degli intervistati è preoccupato per le persone che subiscono pressioni per votare in un determinato modo.

Pertanto, il 12 dicembre scorso la Commissione europea – anche sulla scorta degli oltre 1.200 contributi ricevuti in risposta alla consultazione pubblica che si è svolta dal 16 febbraio al 14 aprile 2023 – ha adottato un pacchetto legislativo denominato, complessivamente, “Difesa della democrazia” (Defence of Democracy package).

L’obiettivo di questo pacchetto è quello di affrontare la minaccia delle ingerenze straniere nelle democrazie europee, instaurando una maggiore trasparenza e, nel contempo, incoraggiando l’impegno civico e la partecipazione dei cittadini alla vita democratica.
Esso comprende:

  • una proposta di direttiva sulla trasparenza della rappresentanza di interessi per conto di paesi terzi. La proposta stabilisce requisiti armonizzati nel mercato interno in materia di trasparenza e responsabilità democratica della rappresentanza di interessi svolta per conto di paesi terzi;
  • una raccomandazione relativa a processi elettorali inclusivi e resilienti nell’Unione e al rafforzamento del carattere europeo e dello svolgimento efficiente delle elezioni del Parlamento europeo, con misure specifiche su questioni elettorali in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo;
  • una raccomandazione sulla promozione dell’impegno e dell’effettiva partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche, con misure specifiche volte a promuovere uno spazio civico sicuro e favorevole alla partecipazione. Al tema sarà dedicato il prossimo articolo del blog.

Il pacchetto legislativo è accompagnato da una comunicazione che fa il punto sul lavoro svolto dalla Commissione europea nell’ambito del “Piano di azione per la democrazia europea”, lanciato il 3 dicembre 2020 [doc. COM(2020) 790] per promuovere elezioni libere ed eque, intensificare la lotta contro la disinformazione, sostenere la libertà e il pluralismo dei media, anche sviluppando spazi civici e la partecipazione dei cittadini per rafforzare la resilienza democratica dall’interno.

La comunicazione delinea, inoltre, i prossimi passi immediati ancora necessari per conseguire gli obiettivi previsti dal piano d’azione ed esplora i settori in cui l’Unione può essere proattiva di fronte alle sfide esistenti e in evoluzione.

La proposta di nuove norme sull’influenza occulta di Paesi terzi

La Commissione europea propone un insieme di norme, armonizzate a livello europeo, sulla trasparenza della rappresentanza di interessi economici per conto di paesi terzi, attraverso la fissazione dei seguenti requisiti:

  • istituzione ed iscrizione in un registro per la trasparenza: le entità che svolgono attività di rappresentanza di interessi per conto di un paese terzo dovranno registrarsi in un registro per la trasparenza. A tal fine, gli Stati membri saranno invitati a istituire o ad adeguare i registri nazionali esistenti;
  • accesso del pubblico dei registri: gli elementi chiave dei dati relativi a tali attività di rappresentanza degli interessi saranno disponibili al pubblico, consentendo trasparenza e responsabilità democratica. Ciò riguarda, ad esempio, gli importi annuali ricevuti, i paesi terzi interessati e gli obiettivi principali delle attività;
  • tenuta dei registri: i soggetti che svolgono attività di rappresentanza degli interessi per conto di un paese terzo saranno tenuti a conservare le registrazioni delle informazioni o del materiale chiave relativi all’attività di rappresentanza degli interessi per un periodo di quattro anni dopo la fine di tale attività.

La proposta comprende, pertanto, tutti i soggetti, persone fisiche o giuridiche, che svolgono tali attività con l’obiettivo di influenzare il processo decisionale pubblico.

Sono compresi i soggetti che svolgono tali attività a titolo di servizio a paesi terzi, cioè attività svolte al fine di influenzare lo sviluppo, l’elaborazione o l’attuazione di politiche o legislazioni, o processi decisionali pubblici, nell’Unione, che sono di natura economica.

Ciò potrebbe includere società di lobbying e di pubbliche relazioni, gruppi di riflessione, istituti di ricerca privati, istituti di ricerca pubblici che offrono servizi di ricerca, nonché consulenti e lobbisti interni, media o organizzazioni della società civile, se tali entità svolgono le loro attività per conto di paesi terzi al fine di influenzare la vita pubblica e il processo democratico nell’Unione europea.

Tuttavia, la proposta è attenta a garantire il rispetto dei diritti fondamentali: essa, infatti, prevede, da un lato, che il semplice fatto di ricevere finanziamenti da un paese terzo non implica che tale soggetto rientri nell’ambito di applicazione della direttiva; dall’altro, istituisce garanzie globali per garantire che i soggetti tenuti agli obblighi di trasparenza non siano stigmatizzati né subiscano conseguenze per il semplice fatto di essere registrati.

La raccomandazione sulle elezioni libere

Un dibattito democratico libero ed equo si basa sulla legalità e sulla correttezza.

La raccomandazione della Commissione europea relativa a processi elettorali inclusivi e resilienti nell’Unione mira a promuovere norme democratiche rigorose in materia di elezioni nell’Unione europea, sostenendo un’elevata affluenza elettorale e una partecipazione inclusiva e agevolando l’esercizio dei diritti elettorali.

In particolare, la raccomandazione affronta anche le questioni della protezione e della cibersicurezza delle infrastrutture connesse alle elezioni e propone misure volte a ridurre al minimo i rischi di ingerenza da parte di paesi terzi tramite il finanziamento di fondazioni e partiti politici, campagne elettorali e candidati.

La raccomandazione sottolinea che gli strumenti di sorveglianza non dovrebbero mai essere utilizzati per interferire con il dibattito democratico e che il ricorso a tali strumenti per colpire gli attori politici e i giornalisti a fini politici è inaccettabile.

A tal fine, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per sostenere l’attuazione della raccomandazione nel quadro della rete europea di cooperazione elettorale e, se necessario, del Consiglio dell’Unione europea.

Gli Stati membri dovranno informare la Commissione in merito allo svolgimento di tali elezioni nel loro territorio e, entro un anno dalle elezioni del Parlamento europeo del 2024, la Commissione valuterà l’impatto della raccomandazione.

La raccomandazione sulla partecipazione democratica


Infine, la raccomandazione sulla promozione del coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni della società civile nei processi di elaborazione delle politiche pubbliche è finalizzata a creare e mantenere un ambiente sicuro e favorevole alle organizzazioni della società civile e ai difensori dei diritti umani, che permetta loro di partecipare effettivamente all’elaborazione democratica delle politiche.

Per promuovere uno spazio civico sicuro e favorevole e per rafforzare la partecipazione dei cittadini, la Commissione, dando seguito alla Conferenza sul futuro dell’Europa, incoraggia, quindi, gli Stati membri a sviluppare un approccio strutturato ai processi di partecipazione alla elaborazione delle politiche a livello locale, regionale e nazionale, mediante quadri prevedibili, accessibili, trasparenti e inclusivi.

Negli auspici della Commissione, ciò rafforzerà la trasparenza e potrà contribuire a rafforzare la fiducia nella democrazia rappresentativa.

 

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Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione del tema dell’applicazione del diritto UE e dello Stato di diritto, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:

26 dicembre 2025 – L’Unione europea come amministrazione condivisa
8 dicembre 2025. Carta dei diritti UE: perché è decisiva per l’Europa del 2025
22 novembre 2024 – UE e Parlamenti nazionali: relazione 2023
11 novembre 2022. Applicazione del diritto UE: vantaggi per cittadini e imprese
8 luglio 2022 – Conferenza 2021 sul futuro dell’Europa: sfera pubblica europea
7 agosto 2020. L’applicazione del diritto dell’Unione europea in Europa e in Italia nel 2020
19 luglio 2019. Piano d’azione 2019 dell’Unione europea per rafforzare lo Stato di diritto
31 agosto 2018. Programmazione UE 2021-2027: prima i valori europei
27 marzo 2015. “Ignorantia juris non excusat”: l’accesso al diritto dell’Unione europea