Adottata nell’ambito del pacchetto per la difesa della democrazia essa rappresenta una risposta dell’Unione europea alla crisi della democrazia rappresentativa, che interessa tutti i Paesi europei, e il cui segnale più evidente è la sempre più scarsa partecipazione al voto e, più in generale, ai processi democratici: la promozione della partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche, infatti, secondo la Commissione, può sostenere l’affluenza alle urne e stimolare i cittadini a partecipare alle istituzioni della democrazia rappresentativa, anche attraverso campagne elettorali e candidature.

La società civile, del resto, può contribuire a diffondere il rispetto dello Stato di diritto, verificando, attraverso la partecipazione diretta, la corretta attuazione delle leggi e delle politiche, contrastando anche fenomeni di malgoverno e corruzione, e consente di sviluppare politiche più eque ed inclusive.

In diversi Stati membri dell’Unione mancano dei quadri giuridico-normativi a livello nazionale che garantiscano ai cittadini e alle organizzazioni della società civile, de jure e de facto, la libertà di associarsi, di finanziarsi, di esprimersi, di informarsi e di partecipare alla vita pubblica e, soprattutto, di agire in piena libertà e indipendenza da ingerenze indebite. Non sempre i principi e i diritti, sanciti a livello costituzionale e nei Trattati dell’Unione europea, sono tradotti in azioni concrete ed efficaci.

La raccomandazione, pertanto, anche alla luce delle numerose sperimentazioni condotte negli ultimi decenni a livello europeo, nazionale e locale, propone un approccio più strutturato e strategico ai temi della democrazia partecipativa e della democrazia deliberativa, a partire dalla creazione di un “clima favorevole alla partecipazione”, inteso, quest’ultimo come quell’insieme di precondizioni che permettono a cittadini e organizzazioni della società civile di partecipare ai diversi ambiti della vita pubblica.

Queste precondizioni – ricorda la Commissione europea – sono una responsabilità specifica degli Stati.

La raccomandazione, quindi, “esorta gli Stati membri ad offrire ai cittadini e alle organizzazioni della società civile maggiori opportunità di partecipazione effettiva ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche condotti dalle autorità pubbliche a livello locale, regionale e nazionale, in linea con le norme e le buone prassi consolidatee “raccomanda agli Stati membri di creare e mantenere un ambiente sicuro e favorevole per le organizzazioni della società civile, che permetta loro di partecipare effettivamente ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche”.

I tre ambiti di lavoro per sostenere e proteggere lo spazio civico

Sono tre gli ambiti nei quali la raccomandazione chiede agli Stati di intervenire, attraverso l’adozione di specifici atti legislativi, concreti piani di azione e, non da ultimo, finanziamenti dedicati:

  1. l’adozione di un quadro generale per la partecipazione effettiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile, che assicuri la più ampia partecipazione e il trattamento rispettoso di tutti i partecipanti. La raccomandazione definisce puntualmente i requisiti minimi di tale quadro di partecipazione (framework for participation), considerando anche gli spazi e le opportunità che si vengono a creare tramite Internet e i social media. La Commissione osserva, in proposito, che la mancanza di processi formali di partecipazione alla presa di decisioni, strategie di consultazione tardive e frammentarie, la scelta selettiva e opaca degli interlocutori e l’assenza di un seguito (follow-up) efficace, destano preoccupazioni per lo Stato di diritto e danneggiano gravemente i processi democratici;
  2. misure specifiche per sostenere e promuovere la partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche pubbliche, soprattutto processi socialmente innovativi, forme innovative di partecipazione che coinvolgano direttamente i cittadini, come, per limitarci a qualche esempio, i processi di co-creazione e deliberativi online e in presenza, i bilanci partecipativi, i panel di cittadini. Sono prassi promettenti per sostenere e rinnovare i meccanismi di buon governo e contribuire alla mobilitazione civile su problemi politici complessi, come i cambiamenti climatici e le decisioni di investimento nelle infrastrutture. In proposito, la Commissione cita un importante studio dell’OCSE del 2020 – intitolato “Partecipazione cittadina innovativa e nuove istituzioni democratiche. Catturare l’onda deliberativa” – che raccoglie circa 300 pratiche di democrazia deliberativa;
  3. infine, non da ultimo, la messa in atto di misure specifiche per sostenere e proteggere lo spazio civico ai fini dell’effettiva partecipazione delle organizzazioni della società civile: tra le proposte della raccomandazione vi sono la creazione di partenariati strategici tra le autorità pubbliche a livello locale, regionale e nazionale e le organizzazioni della società civile. Un tema importante che la raccomandazione evidenzia è rappresentato dalla creazione di strumenti per proteggere cittadini e organizzazioni della società civile da minacce, criminalizzazione, intimidazioni, vessazioni, attacchi e altre forme di atti criminali, sia offline che online. Sebbene la maggior parte degli Stati membri dell’Unione offra uno spazio sicuro alle organizzazioni della società civile, negli ultimi anni in alcuni Stati membri si è rilevato un numero crescente di attacchi fisici, verbali e digitali, episodi di odio, vessazioni, intimidazioni e campagne diffamatorie, comprese la criminalizzazione delle attività umanitarie a favore dei diritti fondamentali, le restrizioni amministrative e giuridiche, la sorveglianza illegale e il ricorso ad azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica, come testimoniano le ultime relazioni annuali dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali e i rapporti dell’alleanza globale della società civile CIVICUS.

La raccomandazione, in conclusione, invita gli Stati membri ad adottare piani d’azione specifici, o iniziative equivalenti, per istituire quadri nazionali finalizzati a promuovere uno spazio civico sicuro e favorevole e un’effettiva partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile.

Le norme e le buone prassi consolidate a livello internazionale

Come ho scritto sopra, la raccomandazione individua puntualmente le norme e le buone prassi che si sono consolidate, a livello europeo e internazionale, in tema di partecipazione civica negli ultimi decenni, tra i quali segnalo i più recenti:

  • gli orientamenti delle Nazioni Unite per gli Stati sull’effettiva attuazione del diritto di partecipazione agli affari pubblici (UN, Guidelines on the effective implementation on the right to participate in public affairs, 2018);
  • le raccomandazioni del Consiglio d’Europa sullo status giuridico delle organizzazioni non governative in Europa, sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica locale (Consiglio d’Europa, Recommendation of the Committee of Ministers to member States CM/Rec (2001)19 e Recommendation CM/Rec (2018)4 on the participation of citizens in local public life) e sulla democrazia deliberativa (Raccomandazione CM/Rec(2023)6 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla democrazia deliberativa, adottata il 6 settembre 2023. Quest’ultima è diventata il primo standard internazionale in questo campo, in attuazione dei principi di Reykjavik sulla democrazia;
  • la raccomandazione dell’OCSE sul governo aperto (Open Government);
  • il codice di buone prassi per la partecipazione civile nel processo decisionale, adottato dalla Conferenza delle organizzazioni internazionali non governative (OING, in inglese: Conference of International Non-governmental Organisations – INGOs), adottato nel 2009 e rivisto nel 2019;
  • infine, le direttive comuni dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE-ODIHR) e della Commissione di Venezia sulla libertà di associazione.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Raccomandazione (UE) 2023/2836 della Commissione, del 12 dicembre 2023, sulla promozione del coinvolgimento e della partecipazione effettiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche, in GU UE L, 2023/2836, 20.12.2023

Comunicazione della Commissione europea, Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l’impegno dell’Europa verso la società civile nell’ambito delle relazioni esterne, doc. COM(2012) 492 del 19/09/2012

Commissione europea, Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura, Hammonds, W., Cultura e democrazia: le prove – Come la partecipazione dei cittadini alle attività culturali migliora l’impegno civico, la democrazia e la coesione sociale – Lezioni dalla ricerca internazionale, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea, 2023