Nel 2023 si è verificata nel mondo un’accelerazione senza precedenti dei cambiamenti climatici: il riscaldamento globale ha determinato un aumento della temperatura di 1,48°C al di sopra dei livelli preindustriali; le temperature degli oceani e lo scioglimento dei ghiacci artici hanno ampiamente superato ogni record negativo.
In Europa la temperatura dell’aria di superficie è aumentata in modo ancora più netto: la media degli ultimi cinque anni è stata di 2,2°C in più, rispetto all’epoca preindustriale.
Secondo le ultime previsioni scientifiche, incendi boschivi, inondazioni, periodi di siccità e ondate di calore saranno sempre più frequenti e avranno un impatto in tutte le regioni del mondo e dell’Europa e su tutte le attività economiche: ridurre le emissioni di gas a effetto serra e intensificare gli interventi di adattamento climatico sono gli unici modi per evitare le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e proteggere le vite umane, la salute, l’economia e gli ecosistemi.
La normativa europea sul clima, cioè il regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 giugno 2021 (European Climate Law), entrata in vigore a luglio 2021, traduce in legge l’impegno dell’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, come previsto dall’Accordo di Parigi sul clima, fissando un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.
A tal fine, l’Unione ha adottato il pacchetto legislativo “Pronti per il 55%“ – sul quale mi sono soffermato in un precedente articolo – che consentirà di conseguire gli obiettivi, concordati con gli Stati membri e il Parlamento europeo, per il 2030.
La stessa normativa europea sul clima impone alla Commissione europea di proporre un obiettivo climatico anche per il 2040, entro sei mesi dal primo bilancio globale dell’Accordo di Parigi sul clima, tenutosi alla COP28 di Dubai del dicembre scorso.
Una volta adottato, l’obiettivo climatico per il 2040 costituirà la base per definire il nuovo contributo dell’Unione europea e dei suoi Stati membri alla lotta ai cambiamenti climatici, che dovrà essere comunicato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) nel 2025.
In coerenza con tali impegni internazionali, che i 197 Stati del mondo che aderiscono all’Accordo di Parigi hanno confermato nell’accordo raggiunto a conclusione della COP28 di Dubai, il 6 febbraio scorso la Commissione europea ha pubblicato una valutazione d’impatto molto dettagliata sui possibili percorsi per raggiungere la neutralità climatica nell’Unione europea entro il 2050, sulla base della quale raccomanda agli Stati membri di ridurre del 90% le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990.
La definizione anticipata di un obiettivo climatico per il 2040 aiuterà le imprese, gli investitori, i cittadini e i governi europei a prendere, fin da questo decennio, le decisioni necessarie per mantenere l’Unione europea sulla buona strada per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Invierà, infatti, un importante segnale sui programmi di investimento e i finanziamenti a lungo termine, riducendo al minimo il rischio di attivi non recuperabili (stranded asset) e convogliando i finanziamenti verso la sostenibilità. Una pianificazione lungimirante consentirà, in sintesi, di plasmare una società prospera, competitiva ed equa, di decarbonizzare l’industria e i sistemi energetici dell’Unione europea e di fare dell’Europa una destinazione privilegiata per gli investimenti sostenibili, in grado di offrire posti di lavoro stabili e adeguati alle esigenze future.
Nel contempo, la stessa Commissione europea avvia un dibattito con tutti i portatori di interessi: infatti, la comunicazione del 6 febbraio definisce una serie di presupposti politici necessari per raggiungere l’obiettivo del 90% entro il 2040.
Il primo presupposto è dato dalla piena attuazione della legislazione vigente, volta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030: l’aggiornamento in corso dei progetti di Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC) va in questa direzione (alla proposta dell’Italia ho dedicato un recente articolo del blog, al quale rinvio).
Il secondo presupposto consiste nella previsione di interventi a garanzia della competitività dell’industria europea: il Green Deal europeo deve diventare un piano di decarbonizzazione industriale che, partendo dai settori oggi più forti – come l’eolico, l’idroelettrico e gli elettrolizzatori – continui ad aumentare la capacità produttiva interna in comparti in crescita come quelli delle batterie, dei veicoli elettrici, delle pompe di calore, dei pannelli solari fotovoltaici, della cattura e utilizzo/cattura e stoccaggio del carbonio (CCU/CCS), del biogas e del biometano e dell’economia circolare. Anche la fissazione del prezzo del carbonio e l’accesso ai finanziamenti saranno fondamentali affinché l’industria europea consegua gli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Il terzo presupposto politico è dato dalla transizione giusta, cioè da un percorso di trasformazione economica e sociale che non lasci indietro nessuno. La transizione verde deve continuare a mettere al centro l’equità, la solidarietà e le politiche sociali. L’azione per il clima – secondo la Commissione europea – deve recare vantaggio a tutti i membri della società, e le politiche climatiche non devono lasciare indietro le persone più vulnerabili o che hanno maggiori difficoltà di adattamento. Il Fondo sociale per il clima, cui ho dedicato uno specifico articolo, e il Fondo per una transizione giusta – assieme agli altri strumenti di finanziamento predisposti dall’Unione europea – sono esempi di politiche che, già in questo decennio, aiuteranno i cittadini, le regioni, le imprese e i lavoratori.
Non ultimo, il quarto presupposto che la Commissione europea ritiene necessario per raggiungere il nuovo obiettivo climatico proposto per il 2040, è un dialogo aperto e strutturato con tutti i portatori di interessi, prerequisito fondamentale per realizzare la transizione ecologica. La Commissione ha già iniziato a dialogare ufficialmente con i portatori di interessi dei settori industriale e agricolo, e il dibattito politico che animerà l’Europa nei prossimi mesi sarà un’importante occasione per continuare a coinvolgere l’opinione pubblica nelle prossime tappe e scelte politiche.
Sulla base della valutazione di impatto del 6 febbraio e degli sviluppi del confronto con tutti gli stakeholders, la futura Commissione, che sarà designata dopo le elezioni europee del giugno 2024, potrà, quindi, presentare una proposta legislativa, che sarà concordata con il Parlamento europeo e gli Stati membri, e che definirà non solo il nuovo obiettivo climatico dell’Unione europea per il 2040 ma anche le politiche e gli strumenti necessari per conseguirlo, lungo la strada tracciata dallo storico Accordo di Parigi sul clima.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Comunicazione della Commissione europea, Garantire il nostro futuro L’obiettivo climatico 2040 dell’Europa e il percorso verso la neutralità climatica entro il 2050. Costruire una società sostenibile, giusta e prospera, doc. COM(2024) 63 del 6 febbraio 2024
- Documento di lavoro della Commissione europea, Valutazione di impatto, Parti 1-5, doc. SWD(2024) 63 del 6 febbraio 2024
- Documento di lavoro della Commissione europea, Sintesi delle valutazioni di impatto, doc. SEC(2024) 64 del 6 febbraio 2024
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
7 novembre 2025 – Dieci anni dopo Parigi: l’Europa guida la transizione verde
29 aprile 2022 – Green Deal europeo: stretta alle emissioni inquinanti di industrie e allevamenti nelle proposte legislative 2022
22 aprile 2022 – Green deal europeo: la responsabilità di consumatori e imprese nel pacchetto legislativo 2022
24 dicembre 2021 – Green Deal europeo: strategia UE per il suolo 2030
17 dicembre 2021 – Green Deal europeo: la proposta 2021 di nuove norme sulle spedizioni dei rifiuti al di fuori dell’UE
10 dicembre 2021 – Green Deal europeo: la proposta 2021 di nuove norme UE per prodotti “a disboscamento zero”
9 luglio 2021 – Green Deal europeo: la strategia “inquinamento zero” per la salute del 2021
2 luglio 2021 – Economia blu e green deal europeo: nuovo approccio 2021
29 maggio 2020 – Il contributo della filiera agroalimentare al Green Deal europeo
17 gennaio 2020 – Europa verde: il piano di investimenti 2020 del Green Deal europeo
13 dicembre 2019 – Il Green Deal europeo: la roadmap 2019 della Commissione europea
