La Commissione europea aveva presentato la proposta di un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo il 23 settembre 2020 [doc. COM(2020) 609], con l’obiettivo di trovare soluzioni sostenibili e a lungo termine per gestire la migrazione, partendo dal presupposto che quest’ultima è una sfida europea che esige una risposta europea.
La crisi dei rifugiati del 2015 e le altre ondate migratorie che si sono susseguite negli ultimi anni lungo diverse frontiere esterne dell’Unione europea, infatti, avevano dimostrato tutte le lacune e i limiti della legislazione europea.
Quattro anni dopo, il 20 dicembre 2023, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno finalmente raggiunto un accordo politico sulle proposte della Commissione europea, aprendo la strada alla definitiva approvazione delle ultime nove proposte legislative, sulle undici totali su cui si fonda il nuovo patto, e che interessano tutte le fasi della gestione dell’asilo e della migrazione: dallo screening dei migranti irregolari al loro arrivo nell’Unione all’acquisizione di dati biometrici; dalle procedure per la presentazione e la gestione delle domande di asilo, con nuove regole per determinare quale Stato membro è responsabile della loro gestione, alla cooperazione e solidarietà tra gli Stati membri, fino alla gestione delle situazioni di crisi e dei casi di strumentalizzazione a fini politici dei migranti.
Nella piena e inclusiva applicazione della Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati, come modificata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, il nuovo quadro giuridico istituito dal patto crea un equilibrio tra solidarietà e responsabilità condivise tra gli Stati membri, in un approccio globale per una gestione efficace ed equa della migrazione, anche a livello internazionale.
L’obiettivo perseguito dall’Unione europea con le riforme legislative sulla migrazione e l’asilo è duplice: offrire una risposta adeguata alla protezione delle frontiere esterne, con procedure di asilo efficienti per proteggere meglio chi ne ha bisogno, e infondere nei cittadini europei la fiducia che la migrazione sarà gestita in maniera efficace e umana, nel rispetto dei valori che contraddistinguono l’Europa sulla scena internazionale.
Il nuovo quadro normativo europeo
Sul completamento del nuovo quadro giuridico del patto europeo sulla migrazione e l’asilo i colegislatori dell’Unione europea – Parlamento e Consiglio – hanno trovato un accordo politico il 20 dicembre scorso, che i rappresentanti degli Stati membri hanno confermato il successivo 8 febbraio. Il 10 aprile 2024 il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto complessivo ed ora spetta al Consiglio dell’Unione europea concludere l’iter legislativo.
Una volta approvato in via definitiva, il patto europeo entrerà in vigore dal 2026: gli Stati avranno, quindi, due anni di tempo per predisporre gli strumenti giuridici interni volti ad attuarlo.
La seguente tabella riassume il complesso iter legislativo.

La Commissione europea, nel frattempo, ha adottato una comunicazione nella quale delinea gli strumenti e i finanziamenti necessari per attuare il patto, fornendo agli Stati membri le necessarie indicazioni operative.
Gli undici strumenti legislativi del nuovo patto europeo sull’immigrazione e l’asilo sono i seguenti:
- revisione della direttiva “Carta blu UE”
La nuova direttiva (UE) 2021/1883 del 20 ottobre 2021 consente all’Unione di attrarre e trattenere cittadini extra-UE altamente qualificati e di agevolare il loro accesso al mercato del lavoro dei Paesi membri. A tal fine, la direttiva, già in vigore:
- stabilisce una procedura accelerata e criteri di ammissione comuni per il rilascio della Carta Blu UE da parte dei paesi dell’Unione;
- agevola la circolazione delle persone altamente qualificate all’interno dell’Unione.
- regolamento che istituisce l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo
Dal 19 gennaio 2022 è entrato in vigore il regolamento (UE) 2021/2303 del 15 dicembre 2021, che ha trasformato l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO – European Asylum Support Office) in una vera e propria agenzia europea, l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA – European Union Agency for Asylum), compiendo un significativo passo avanti nella modernizzazione delle pratiche dell’Unione in materia di asilo e accoglienza.
- regolamento sulle procedure di asilo
Il sistema europeo comune di asilo (CEAS – Common European Asylum System) stabilisce norme minime comuni per il trattamento dei richiedenti asilo.
In particolare, il futuro regolamento sulla procedura di asilo (APR) mirerà a garantire che tutti i richiedenti asilo siano trattati allo stesso modo nei diversi Stati membri, definendo:
- una procedura e criteri comuni per identificare le persone che hanno effettivamente bisogno di protezione internazionale;
- diritti comuni per tali persone in tutti gli Stati membri, , compreso il diritto alla consulenza legale gratuita nella procedura amministrativa.
- regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione
Il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione (AMMR) sostituirà l’attuale regolamento di Dublino, che stabilisce le norme che determinano quale Stato membro è competente per l’esame di una domanda di asilo.
L’AMMR chiarirà i criteri di responsabilità e semplificherà le regole per il trasferimento di un richiedente, abbreviandone i termini.
Secondo il nuovo regolamento, i richiedenti asilo sono tenuti a presentare domanda nello Stato membro di primo ingresso o soggiorno legale. Tuttavia, quando vengono soddisfatti determinati criteri, un altro Stato membro può diventare responsabile della gestione di una richiesta di asilo. Secondo l’accordo, quando un richiedente è in possesso di un diploma (non più vecchio di 6 anni) di un istituto di istruzione di uno Stato membro dell’Unione, tale Stato membro sarà responsabile dell’esame della domanda di protezione internazionale.
- regolamento sullo screening dei migranti irregolari (ECRIS-TCN)
Un altro pilastro del Patto sarà la regolamentazione dello screening, il cui scopo è di rafforzare i controlli sulle persone alle frontiere esterne. Garantisce una rapida identificazione della procedura corretta quando una persona entra nell’Unione europea in maniera irregolare: il ritorno nel paese di origine oppure l’avvio di una procedura di asilo.
Lo screening comprenderà l’identificazione, i controlli sanitari e di sicurezza , nonché il rilevamento delle impronte digitali e la registrazione nella banca dati Eurodac, che dovrebbe essere effettuato in prossimità delle frontiere esterne entro un periodo massimo di sette giorni.
- regolamento Eurodac sulla banca dati biometrica sulla migrazione
La banca dati delle impronte digitali Eurodac verrà potenziata.
L’aggiornamento del regolamento Eurodac consentirà di affrontare meglio i movimenti irregolari e monitorare i percorsi dei richiedenti asilo e delle persone in situazione irregolare in tutta l’Unione europea.
In particolare, le modifiche consentiranno di registrare i singoli richiedenti asilo, anziché le domande, permettendo una migliore identificazione delle persone che presentano domande multiple. Di conseguenza, sarà anche più semplice identificare lo Stato membro competente per il trattamento di una domanda di asilo e tracciare i movimenti secondari del richiedente.
- regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore
Un nuovo quadro legislativo riguarda la gestione di situazioni eccezionali di afflusso massiccio di cittadini di paesi terzi o di apolidi che arrivino in modo irregolare in un paese dell’Unione europea.
Quando uno Stato membro si trova ad affrontare una situazione eccezionale, potrà richiedere l’autorizzazione ad applicare deroghe alle procedure comuni, a esempio sulla registrazione delle domande di asilo, o a beneficiare di misure e contributi di solidarietà e sostegno dell’Unione e degli altri Stati membri.
L’obiettivo generale di queste misure è quello di garantire che nessuno Stato membro si assuma una responsabilità sproporzionata e che tutti gli Stati membri contribuiscano costantemente alla solidarietà, con misure di ripartizione e di compensazione delle responsabilità tra Stati membri che saranno obbligatorie.
La nuova legislazione contiene anche norme su come affrontare l’impatto di una situazione in cui i migranti sono strumentalizzati per scopi politici, ovvero i casi in cui attori statali stranieri utilizzano flussi migratori per cercare di destabilizzare l’Unione e i suoi Stati membri.
- regolamento sul quadro per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria
Nell’ambito del nuovo quadro, il Consiglio dell’Unione europea adotterà un piano biennale per il reinsediamento e l’ammissione umanitaria, sulla base di una proposta della Commissione europea, il quale includerà:
- il numero massimo totale di persone da ammettere;
- i contributi degli Stati membri a tale numero;
- le priorità geografiche generali.
- revisione della direttiva sulle condizioni di accoglienza
L’obiettivo principale della direttiva europea è di assicurare condizioni standard di accoglienza a tutti i richiedenti asilo. In tal modo, si garantirà che i richiedenti asilo beneficino di condizioni di vita migliori e analoghe in tutta l’Unione europea, attraverso norme che stabiliscono:
- una definizione comune delle condizioni di accoglienza per tutti i richiedenti asilo;
- il diritto al lavoro per i richiedenti asilo entro nove mesi dalla presentazione della domanda;
- il diritto all’istruzione per i minori e la necessità di nominare tutori per i minori non accompagnati.
- aggiornamento del regolamento qualifiche
Il regolamento stabilirà i nuovi criteri che devono soddisfare i richiedenti per avere diritto all’asilo e alla protezione sussidiaria, e i diritti delle persone che beneficiano di tali status, disciplinando, in particolare, i seguenti tre profili:
- la qualificazione dei cittadini di paesi terzi o degli apolidi come beneficiari di protezione internazionale;
- uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi diritto alla protezione sussidiaria;
- il contenuto della protezione internazionale concessa.
- revisione della direttiva sul permesso unico
Le norme aggiornate semplificheranno la procedura per richiedere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro nel territorio di uno Stato membro.
Ciò darà impulso al reclutamento internazionale di talenti. Inoltre, maggiori diritti per i lavoratori dei paesi terzi e la loro parità di trattamento rispetto ai lavoratori dell’Unione, concorreranno a ridurre lo sfruttamento lavorativo.
Tradurre il patto in realtà: le iniziative e i finanziamenti della Commissione europea
Considerato l’imminente completamento del quadro legislativo, la Commissione europea ha di recente presentato una comunicazione per rendere operativo il patto, che sarà applicato, come ho anticipato, dal 2026.
Infatti, il nuovo quadro giuridico sarà efficace soltanto nella misura in cui ne saranno efficaci l’attuazione e l’applicazione, il che comporta il recepimento e l’applicazione di nuovi provvedimenti legislativi, infrastrutture nuove o aggiornate, nuovi sistemi e l’intensificazione della programmazione finanziaria.
Entro giugno 2024, quindi, la Commissione presenterà un piano comune di attuazione che indicherà il percorso da seguire mediante una tabella di marcia, un calendario e le tappe per le azioni dell’Unione europea e quelle degli Stati membri.
A loro volta, gli Stati membri dovranno sviluppare strategie nazionali, le quali costituiranno a loro volta la base di una strategia quinquennale europea sulla gestione dell’asilo e della migrazione, che la Commissione dovrà redigere entro 18 mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme.
La Commissione sosterrà i preparativi degli Stati membri con finanziamenti ad hoc e analisi delle lacune, con il monitoraggio e con l’ulteriore sostegno delle agenzie europee.
Il contributo che sarà fornito dall’Unione europea agli Stati membri dell’UE consisterà in un sostegno tecnico, operativo e finanziario offerto dalla Commissione e dalle agenzie dell’Unione. In termini di finanziamenti, peraltro, è disponibile una cospicua dotazione, integrata dai fondi messi a disposizione dalla recente revisione intermedia dei vigenti programmi concernenti il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e lo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti (BMVI), e da altri 2 miliardi di euro derivanti dalla revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, destinati a promuovere l’attuazione del patto.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Commissione europea, Il giusto equilibrio sulla migrazione: un approccio equo e risoluto allo stesso tempo, COM(2024) 126 del 12 marzo 2024
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
2 maggio 2025 – Chi decide se un Paese è sicuro? Asilo, UE e giustizia tra algoritmi, diritti e politica. : sentenza CGUE 2025
6 giugno 2024 – Accesso degli immigrati alle prestazioni sociali: sentenza CGUE 2024
19 giugno 2015 – L’agenda 2015 sulla migrazione proposta dalla Commissione a Governi e Parlamento europeo
24 aprile 2015 – La politica comune europea dell’immigrazione e dell’asilo: origini ed evoluzione
23 aprile 2014 – La politica UE per il rimpatrio dei migranti irregolari del 2014 e la gestione italiana
