L’OCSE definisce la biotecnologia come l’applicazione della scienza e della tecnologia agli organismi viventi, nonché a parti, prodotti e modelli di essi, per alterare materiali viventi e non viventi per la produzione di conoscenza, beni e servizi.
In questo contesto, la biofabbricazione (o bioproduzione) rappresenta l’uso e la conversione delle biotecnologie e delle risorse biologiche in sostanze chimiche, prodotti ed energia.
Le biotecnologie avanzate sono orientate verso diversi ambiti applicativi. I principali sono quello medico e farmaceutico (biotecnologie “rosse”), agroalimentare (biotecnologie “verdi”), industriale e ambientale (biotecnologie “bianche”) e la biotecnologia marina (biotecnologie “blu”).
Le biotecnologie, quindi, possono offrire soluzioni per affrontare molte sfide sociali e ambientali, quali la mitigazione e l’adattamento climatico, l’accesso e l’uso sostenibile delle risorse naturali, il ripristino di sistemi naturali vitali, l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare e, non da ultimo, la salute umana.
Secondo gli ultimi dati di mercato, nel 2021 la dimensione complessiva del mercato globale delle biotecnologie ammontava a 720 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo superiore al 18%. Gli Stati Uniti dominano questo mercato contribuendo per il 60% al valore globale, seguiti dall’Unione europea (12%) e dalla Cina (11%).
Da uno studio commissionato dalla Commissione europea nel 2018, emerge che nell’Unione europea la biotecnologia ha contribuito direttamente con 31 miliardi di euro al PIL complessivo, ha creato 210.700 posti di lavoro diretti nel settore sanitario, industriale e agricolo, oltre a sostenere 625.700 posti di lavoro (indiretti e indotti) nell’economia complessiva.

Non sorprende, dunque, che la Commissione europea abbia appena adottato una specifica comunicazione nella quale, dopo aver identificato le sfide e gli ostacoli attuali per la biotecnologia e la bioproduzione, propone una serie di azioni per affrontare tali sfide in modo tempestivo, con la finalità di promuovere la competitività industriale dell’Europa e la sua sostenibilità.
Le sfide sono rappresentate dalla ricerca e dal trasferimento tecnologico al mercato, poiché in Europa vi sono solo un numero limitato di centri di eccellenza tra i primi a livello mondiale; la complessità normativa, legata alla forte innovatività del settore; l’accesso ai finanziamenti a lungo termine, le cui esigenze non sono soddisfatte dal tradizionale finanziamento bancario basato su prestiti; l’esigenza di sempre nuove competenze, considerata la rapida evoluzione del settore; ostacoli nella catena del valore, poiché le imprese biotecnologiche faticano a trovare materie prime sostenibili sufficienti per passare dalle materie prime fossili a quelle rinnovabili e i sistemi industriali dell’Europa a base biologica dipendono fortemente dalle importazioni di semi oleosi, sughero, pasta di legno, alghe, prodotti chimici (intermedi), fibre tessili e oli animali e vegetali; oltre a sfide in materia di proprietà intellettuale e di accettazione da parte dei cittadini i quali chiedono garanzie sull’uso responsabile, sulla sicurezza e sulla sostenibilità di tale tecnologie.
La comunicazione della Commissione individua, quindi, in relazione alle diverse sfide del settore, una serie articolata di azioni, che vanno dal sostegno all’innovazione e all’adozione di biotecnologie emergenti e nel loro trasferimento al settore della biofabbricazione, allo stimolo alla domanda di mercato, poiché, per avere successo sul mercato, i bioprodotti devono dimostrare il loro minore impatto ambientale rispetto, ad esempio, ai prodotti petrolchimici.
Propone di ottimizzare i percorsi normativi, studiando una potenziale semplificazione e abbreviazione dei tempi di commercializzazione delle innovazioni biotecnologiche in vista di una normativa specifica dell’Unione sulle biotecnologie.
Si impegna anche a potenziare gli attuali strumenti di finanziamento degli investimenti pubblici e privati, da Orizzonte Europa, che sostiene l’impresa comune “Europa biocircolare” (CBE JU) e l’impresa comune “Iniziativa per l’innovazione nel settore della salute” (IHI JU); il programma “UE per la salute”; il Fondo per l’innovazione; la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) nell’ambio delle quali rientrano anche le biotecnologie.
Infine, oltre a rafforzare le competenze in materia di biotecnologie, creando un partenariato regionale specifico su vasta scala per la biotecnologia e la biofabbricazione, che può essere cofinanziato attraverso l’attività delle alleanze per la cooperazione settoriale sulle competenze del programma Erasmus+, la Commissione europea sosterrà l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale (IA), in particolare dell’IA generativa, nelle biotecnologie e nella biofabbricazione favorendo l’accesso agevolato ai supercomputer EuroHPC per le start-up di IA e la comunità scientifica e dell’innovazione.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Commissione europea, Costruire il futuro con la natura: promuovere la biotecnologia e la bioproduzione nell’UE, doc. COM(2024) 137 del 20 marzo 2024
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
24 giugno 2022 – La strategia dell’UE per la bioeconomia: risultati 2022 e prospettive future
12 ottobre 2018 – La strategia europea per la bioeconomia del 2018
