La riforma della governance economica dell’Unione europea, avviata dopo la crisi pandemica del Covid-19, rappresenta un momento di svolta nelle politiche fiscali degli Stati membri.
Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento UE 2024/1263, avvenuta il 30 aprile 2024, le regole di politica fiscale – il cosiddetto patto di stabilità e crescita riformato – sono state riformulate per garantire una maggiore flessibilità e resilienza, pur mantenendo un focus sulla sostenibilità finanziaria: ho presentato la riforma in un precedente articolo del blog al quale rinvio. Questo cambiamento ha influenzato in modo significativo le scelte politiche e di spesa pubblica dell’Italia, culminando nella recente approvazione della legge 30 dicembre 2024, n. 207, recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
Il contesto europeo: una nuova governance economica
Come si ricorderà, nel marzo 2020, la Commissione europea ha sospeso temporaneamente le regole del Patto di stabilità e crescita per consentire agli Stati membri di rispondere alla crisi economica generata dalla pandemia. Questa sospensione ha aperto la strada a una revisione complessiva delle regole fiscali, culminata nel nuovo regolamento UE sulla governance economica.
Il nuovo quadro mira alla sostenibilità del debito pubblico e alla crescita sostenibile e inclusiva, da promuovere attraverso un graduale risanamento di bilancio e mediante riforme e investimenti. La riforma promuove la titolarità nazionale ed è maggiormente incentrata sul medio termine, oltre a prevedere un’esecuzione più efficace e coerente degli impegni assunti dagli Stati membri.
La riforma introduce elementi chiave, come il piano nazionale strutturale di bilancio di medio termine, che ogni Stato membro deve presentare annualmente al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione, con un percorso di spesa netta definito nell’ambito di una traiettoria di riferimento (reference trajectories) per il riequilibrio dei bilanci pubblici e la presentazione concordata da ciascuno Stato con la Commissione. Come ho evidenziato nel citato articolo del mio blog, tali strumenti mirano a coniugare il controllo della spesa pubblica con la necessità di sostenere investimenti strategici e riforme strutturali.
Il piano strutturale di bilancio italiano 2025-2029
In linea con le indicazioni europee, in particolare con le raccomandazioni specifiche per l’Italia, adottate dalla Commissione a giugno, il Governo italiano il 17 settembre scorso ha approvato e presentato alla Commissione europea il piano strutturale di bilancio di medio termine, per il periodo 2025-2029. Dopo le osservazioni della Commissione europea, il Piano è stato riapprovato dal Governo il 27 settembre successivo. Questo piano si articola lungo la traiettoria di riferimento proposta dalla Commissione, prevedendo un riequilibrio graduale del disavanzo pubblico attraverso misure che migliorano la resilienza economica e sostengono le priorità comuni dell’UE.
Particolare rilievo assume la richiesta di proroga del piano nazionale fino a sette anni, concessa dalla Commissione europea, come prevede il Regolamento UE sulla governance economica, in cambio dell’impegno dell’Italia a realizzare riforme e investimenti chiave. Tra questi figurano l’impegno a completare le riforme e gli investimenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) Italia Domani entro la scadenza di agosto 2026 e la revisione intermedia dei programmi della politica di coesione 2021-2027 entro marzo 2025.
La legge di bilancio 2025-2027: continuità con la strategia europea
La legge di bilancio per il triennio 2025-2027, presentata dal Governo al Parlamento a metà ottobre, in linea con la tabella di marcia del semestre europeo per il 2024, è stata approvata il 28 dicembre dal Parlamento italiano, pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 31 dicembre e in vigore dal 1° gennaio 2025.
Essa è strettamente legata alle dinamiche europee appena presentate. I 21 articoli che compongono il testo normativo delineano un piano di spesa pubblica coerente con gli obiettivi del regolamento UE, con le raccomandazioni specifiche confermate dal Consiglio dell’Unione europea il 21 ottobre 2024 e con il piano strutturale presentato e approvato dalla Commissione.
Le misure dalla legge di bilancio 2025, quindi, riflettono le indicazioni europee, sia dal lato della riduzione del disavanzo pubblico portandolo verso il valore di riferimento del 3% del PIL stabilito dal Trattato UE, sia dal lato delle riforme e degli investimenti programmati.
Sul lato della spesa, infatti, la manovra finanziaria si mantiene nei limiti della traiettoria di bilancio concordata con la Commissione europea e riportato nella seguente tabella estratta dal Piano strutturale di bilancio a medio termine.

- la riforma del sistema tributario più propizio alla crescita, con particolare attenzione alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e in linea con gli obiettivi di sostenibilità di bilancio, anche riducendo le spese fiscali e aggiornando i valori catastali, garantendo, nel contempo, l’equità e la progressività e sostenendo la transizione verde;
- il rafforzamento della capacità amministrativa di gestire i fondi dell’Unione, accelerare gli investimenti e mantenere lo slancio nell’attuazione delle riforme;
- il contrasto delle tendenze demografiche negative per attenuarne gli effetti sulla crescita potenziale, anche attraendo e trattenendo lavoratori dotati di competenze adeguate e affrontando le sfide del mercato del lavoro, in particolare per le donne e i giovani e in termini di povertà lavorativa, specie quella dei lavoratori con contratti atipici;
- non da ultimo, la definizione di una strategia industriale e di sviluppo per ridurre le disparità territoriali razionalizzando le misure politiche vigenti e tenendo presenti i progetti infrastrutturali fondamentali e le catene del valore strategiche; superare le rimanenti restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio, nelle professioni regolamentate e nel comparto ferroviario.
È in quest’ottica, quindi, che devono essere lette le principali scelte di politica economica contenute nella legge di bilancio per il 2025 e nel bilancio pluriennale 2025-2027, con riferimento particolare a:
- investimenti strategici: significativi stanziamenti per la transizione verde e digitale, in linea con le priorità europee;
- sostenibilità sociale: interventi per il rafforzamento delle politiche del lavoro e del welfare;
- riequilibrio fiscale: misure volte a ridurre gradualmente il disavanzo pubblico, senza compromettere la crescita economica.
Focus sull’articolo 1 della legge di bilancio
L’articolo 1, il più corposo con i suoi 908 commi, rappresenta il cuore delle scelte politiche del Governo per il 2025. Al suo interno troviamo:
- spese per investimenti pubblici e infrastrutture strategiche: la legge di bilancio stanzia risorse per assicurare che, nel periodo successivo all’utilizzo delle risorse del PNRR e del Fondo Sviluppo e Coesione per il biennio 2025-2026; potenzia gli investimenti nel settore della difesa, per un valore complessivo di 35 miliardi nel periodo 2025-2039; prevede l’allocazione di fondi significativi per migliorare le reti di trasporto e le infrastrutture digitali;
- misure per il sostegno al reddito e al lavoro: programmi mirati a favorire l’occupazione e a ridurre le disuguaglianze mediante il sostegno ai redditi medio bassi, tra i quali la conferma della riduzione del cuneo fiscale e della revisione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni; il sostegno alla famiglia; l’introduzione di un limite massimo alle detrazioni fiscali; la conferma delle deduzioni maggiorate relative al costo del lavoro; la proroga al 2027 della detassazione dei premi di produttività o di partecipazione agli utili dell’impresa; l’esenzione fiscale per i cosiddetti fringe benefit; l’aumento della soglia della flat tax per i lavoratori dipendenti;
- interventi nel settore sanitario: potenziamento delle strutture sanitarie e investimenti nella ricerca medica, con particolare attenzione alle tecnologie innovative. Nel complesso, il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale passerà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027;
- sostegno alle imprese: tra le nuove misure la riduzione dal 24% al 20% dell’aliquota Ires per le imprese che reinvestono l’80% degli utili, di cui almeno il 30%per investimenti in beni 4.0 e 5.0, e che assumano l’1% di lavoratori in più; lo stanziamento, per il 2025, di 1,6 miliardi di euro destinati a finanziare un credito di imposta per le imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno; l’incremento delle risorse della c.d. Nuova Sabatini, l’agevolazione che abbatte il costo dei finanziamenti per i macchinari; nuovi stanziamenti per agevolare gli investimenti nel comparto turistico; infine, la proroga di tre anni del credito d’imposta del 50% delle spese di consulenza sostenute dalle piccole e medie imprese per quotarsi su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.
Il reperimento delle risorse per il 2025: il contributo aggiuntivo degli enti territoriali
Gli interventi previsti dalla legge di bilancio per il 2025 riflettono, quindi, un approccio equilibrato tra rigore fiscale e investimenti strategici, in linea con le direttive europee e le esigenze nazionali.
Il Governo e il Parlamento hanno pianificato di spendere circa 30 miliardi di euro nel 2025 per finanziare le diverse misure appena presentate.
Nel contesto degli impegni assunti dall’Italia con l’UE nei prossimi sette anni, tali risorse saranno reperite soprattutto mediante nuove entrate fiscali e una riduzione della spesa pubblica sia dei Ministeri che delle Regioni e degli Enti locali.
In particolare, i commi da 784 a 788 dell’articolo 1 della legge di bilancio definiscono il contributo alla finanza pubblica da parte degli enti territoriali. Si tratta di un contributo aggiuntivo, rispetto a quello già previsto dalla legislazione vigente, al quale sono tenuti, seppure in misura differente, tutti gli enti territoriali: le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, le città metropolitane, le province e i comuni, secondo gli importi evidenziati nella seguente tabella, estratta dal dossier del Servizio Studi del Senato della Repubblica del 23 dicembre 2024.

La riforma della governance economica europea ha rappresentato un passaggio cruciale per il rafforzamento della cooperazione fiscale tra gli Stati membri dell’UE. Per l’Italia, ciò ha significato un riassetto delle politiche di bilancio in funzione delle traiettorie definite a livello europeo.
La legge di bilancio 2025-2027, pur nella sua complessità, segna un passo importante verso l’equilibrio tra sostenibilità finanziaria e crescita inclusiva. Tuttavia, la sua efficace implementazione dipenderà dalla capacità del Paese di tradurre in azione concreta gli impegni presi in sede europea.
Il caso italiano costituisce un esempio emblematico di come le regole comuni dell’UE possano guidare le scelte politiche nazionali, promuovendo al contempo stabilità e sviluppo.
Sarà interessante osservare, nei prossimi anni, come questa integrazione tra livello europeo e nazionale influenzerà le prospettive economiche dell’Unione.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Regolamento (UE) 2024/1263 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2024, relativo al coordinamento efficace delle politiche economiche e alla sorveglianza di bilancio multilaterale e che abroga il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, versione consolidata
- Raccomandazione del Consiglio del 21 ottobre 2024 sulle politiche economiche, di bilancio, occupazionali e strutturali dell’Italia, in GU UE C, C/2024/6819, 29.11.2024
- Il primo Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine approvato dal Governo italiano il 27 settembre 2024 è disponibile nella sezione “Pubblicazioni” del sito del Ministero dell’Economia e delle finanze.
- Legge 30 dicembre 2024, n. 207. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, pubblicata in GURI Serie Generale n. 305 del 31.12.2024 – Suppl. Ordinario n. 43.
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
13 giugno 2025 – Il Semestre europeo 2025 tra nuova governance e competitività: il caso italiano
15 maggio 2024 – Riforma governance economica UE 2024: prevenire è meglio che curare
26 novembre 2021 – La governance economica dell’UE dopo la pandemia da Covid-19: la riforma 2021
21 agosto 2020 – La buona governance fiscale nell’UE: il piano d’azione 2020-2025 della Commissione
22 maggio 2020 – Trasformazione digitale e transizione verde: gli orientamenti 2020 di politica economica della Commissione
27 dicembre 2019 – Sostenibilità competitiva: il nuovo paradigma dell’UE per la crescita e l’occupazione
30 agosto 2019 – Il coordinamento tra il semestre europeo e la politica di coesione 2021-2027
9 giugno 2014 – Le raccomandazioni di politica economica per l’Italia 2014-2015: 2. le 38 cose da fare nel 2014-2015
6 giugno 2014 – Le raccomandazioni di politica economica per l’Italia 2014-2015: 1. l’analisi della situazione economica
