L’Unione europea è a un bivio cruciale: senza un cambio di passo radicale, rischia di scivolare in una posizione marginale nella competizione globale.
Negli ultimi vent’anni, la crescita della produttività ha rallentato, il divario con gli Stati Uniti si è ampliato, e la concorrenza con la Cina è diventata sempre più feroce. Il modello economico europeo, basato sulla regolamentazione del mercato, l’innovazione tecnologica e la coesione sociale, sta mostrando segnali di affanno.
I precedenti tentativi di rilancio, come la Strategia di Lisbona e la Strategia Europa 2020, non hanno prodotto gli effetti sperati. Questa nuova iniziativa sarà finalmente la svolta?
A questo si aggiunge un contesto geopolitico profondamente mutato: la globalizzazione non è più un vento favorevole, il costo dell’energia rimane elevato, la sicurezza economica è minacciata da interruzioni nelle catene di approvvigionamento e da una crescente frammentazione del commercio internazionale.
Per rispondere a queste sfide, la Commissione Europea ha lanciato la Bussola per la Competitività (Competitiveness Compass), un piano strategico per garantire la crescita dell’economia europea nei prossimi anni. Ma questa strategia non nasce nel vuoto: rappresenta l’evoluzione di politiche già avviate e conferma alcune scelte fondamentali dell’UE, come la transizione verde, il rafforzamento del Mercato Unico e la necessità di un’azione più incisiva a livello industriale e tecnologico.
Un’Europa che fatica a crescere
La Bussola per la Competitività prende le mosse da due studi fondamentali che hanno delineato i problemi strutturali dell’economia europea e le possibili soluzioni:
- il rapporto Letta sul mercato unico ha evidenziato come l’integrazione europea sia ancora incompleta. La frammentazione normativa tra Stati membri rende difficile la crescita delle imprese, limita le economie di scala e ostacola l’innovazione. Senza un mercato veramente unificato, l’UE rischia di non essere competitiva nel contesto globale;
- il rapporto Draghi sulla competitività europea ha mostrato come la bassa produttività sia il principale freno alla crescita. L’Europa eccelle nella ricerca, ma fatica a trasformare l’innovazione in sviluppo industriale. Manca un mercato dei capitali in grado di sostenere le startup e le imprese tecnologiche, mentre i costi dell’energia e la burocrazia rendono meno attrattivo fare impresa in Europa.
Alcuni dati chiave emergevano da tali rapporti:
- dal 2000, il reddito disponibile pro capite negli USA è cresciuto il doppio rispetto all’UE. Nel 2023, l’economia statunitense è cresciuta del 2,5%, mentre l’UE si è fermata all’1,1%. Il PIL cinese, invece, ha registrato un aumento del 5,2%, consolidando la sua posizione di seconda economia mondiale;
- l’UE investe meno in ricerca e sviluppo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Nel 2021, le imprese europee hanno speso 270 miliardi di euro in R&I in meno rispetto ai loro concorrenti americani;
- le startup europee faticano a scalare: il 30% di quelle che raggiungono un valore di oltre 1 miliardo di dollari si trasferisce all’estero, soprattutto negli Stati Uniti.
- l’industria europea è penalizzata da costi energetici più alti rispetto a quelli degli USA e della Cina.
Le tre grandi priorità della strategia UE
La Bussola per la Competitività si articola attorno a tre pilastri strategici, che mirano a correggere queste debolezze strutturali:
1️. Un’Europa più innovativa e tecnologicamente avanzata
L’UE non può permettersi di restare indietro nelle tecnologie chiave del futuro, come l’intelligenza artificiale, il quantum computing, le biotecnologie e le energie rinnovabili. La Commissione punta a:
- facilitare la crescita delle startup e delle imprese innovative eliminando ostacoli burocratici;
- creare un vero mercato unico per il capitale di rischio;
- investire in infrastrutture digitali e di ricerca per attrarre e trattenere talenti.
2️. Decarbonizzazione e competitività industriale
La transizione ecologica viene confermata in pieno e considerato non solo un obiettivo ambientale, ma anche un fattore chiave per la competitività europea. L’UE intende:
- ridurre il costo dell’energia attraverso una riforma del mercato energetico;
- sostenere la produzione industriale europea di tecnologie pulite (batterie, idrogeno, rinnovabili);
- proteggere l’industria europea dalla concorrenza sleale, senza però ricadere in forme di protezionismo inefficace.
3️. Sicurezza economica e riduzione delle dipendenze strategiche
Le recenti crisi geopolitiche hanno dimostrato quanto l’UE sia vulnerabile alle interruzioni delle forniture globali. Per questo la Commissione propone:
- una politica economica estera più incisiva, con accordi commerciali strategici;
- acquisti congiunti di materie prime critiche per ridurre la dipendenza dalla Cina;
- maggiori investimenti nella difesa europea, con una progressiva standardizzazione delle tecnologie militari.
Gli attivatori trasversali: i meccanismi per rendere la strategia efficace
Oltre a queste tre priorità, la Commissione ha identificato cinque attivatori trasversali che fungeranno da strumenti operativi per garantire il successo della strategia:
- Semplificazione normativa
L’UE si impegna a ridurre del 25% gli oneri amministrativi generali e del 35% quelli per le PMI, semplificando procedure e armonizzando le normative.
- Unione del risparmio e degli investimenti
Creazione di un vero mercato unico dei capitali per mobilitare i 33 trilioni di euro di risparmi privati europei e convogliarli verso investimenti strategici.
- Mercato Unico più integrato
Eliminazione delle ultime barriere ancora presenti tra gli Stati membri, per facilitare la libera circolazione di imprese e capitali.
- Competenze e forza lavoro
Investimenti in formazione avanzata e attrazione di talenti tecnologici con iniziative come la Union of Skills.
- Coordinamento tra UE e Stati membri
Un nuovo strumento, il Competitiveness Coordination Tool, per garantire che gli investimenti e le politiche industriali europee siano allineate ed efficaci.
Una strategia all’altezza delle sfide?
La Bussola per la Competitività accoglie molte delle raccomandazioni dei rapporti Letta e Draghi, ma rimane meno ambiziosa sotto alcuni aspetti chiave.
La strategia UE segue le raccomandazioni di Letta e Draghi in questi ambiti:
1️. Innovazione e mercato unico
- il rapporto Letta aveva sottolineato la necessità di rafforzare il Mercato Unico e di creare una “quinta libertà” per la ricerca e l’innovazione. La Bussola per la Competitività riconosce l’importanza di un mercato più integrato e prevede misure per ridurre la frammentazione normativa e migliorare il finanziamento dell’innovazione;
- il rapporto Draghi aveva evidenziato il problema del “middle technology trap” e la necessità di un mercato unico dei capitali. La Commissione ha incluso la creazione dell’Unione del Risparmio e degli Investimenti per facilitare l’accesso ai capitali, ma senza dettagli concreti su come rimuovere gli ostacoli esistenti.
2️. Decarbonizzazione e competitività Industriale
- Entrambi i rapporti concordano sulla necessità di conciliare transizione verde e competitività. La Bussola conferma il Clean Industrial Deal, con investimenti in tecnologie pulite e una riforma del mercato energetico, ma non propone misure radicali per abbassare il costo dell’energia a livello industriale, come invece Draghi aveva suggerito.
3️. Sicurezza economica e riduzione delle dipendenze
- Il rapporto Draghi proponeva una politica economica estera più aggressiva per negoziare accordi strategici e garantire autonomia nei settori critici. La Bussola riprende il tema, ma si limita a menzionare una piattaforma di acquisti congiunti per materie prime critiche e il rafforzamento dell’industria della difesa.
- Manca un piano chiaro su come l’UE intenda negoziare su scala globale per ridurre le dipendenze da Cina e USA.
Tuttavia, la Bussola per la Competitività risulta meno ambiziosa sotto i seguenti profili:
1️. Mancano strumenti concreti per il finanziamento dell’industria
- Draghi suggeriva un massiccio investimento pubblico europeo, simile al piano IRA americano o ai sussidi cinesi. La Bussola propone un Competitiveness Fund, ma senza dettagli chiari sulla sua dotazione finanziaria. La Bussola propone un Competitiveness Fund, ma senza dettagli chiari sulla sua dotazione finanziaria. Senza un impegno di risorse paragonabile ai 369 miliardi di dollari dell’Inflation Reduction Act (IRA) americano o ai 500 miliardi di dollari annunciati dalla nuova amministrazione USA nell’intelligenza artificiale, il rischio è che rimanga un’etichetta senza sostanza.
- Non c’è una vera revisione delle regole sugli aiuti di Stato, che Draghi riteneva necessaria per permettere alle imprese europee di competere con USA e Cina.
2️. Nessun vero salto di qualità nella governance europea
- Letta aveva chiesto un nuovo approccio alla governance economica europea, con un mercato unico più integrato e un migliore coordinamento delle politiche industriali.
- La Bussola introduce il Competitiveness Coordination Tool, ma senza cambiare la struttura decisionale dell’UE, che resta lenta e frammentata.
3️. Poca chiarezza su come l’UE intenda attrarre investimenti privati
- Draghi aveva sottolineato che senza capitali privati l’UE non può colmare il gap con USA e Cina. La Bussola propone misure per mobilitare il risparmio europeo, ma manca una strategia chiara per rendere l’Europa più attrattiva per gli investitori globali. Se le condizioni non cambiano, le startup europee continueranno a emigrare verso gli Stati Uniti, portando con sé innovazione e capitale umano.
Conclusioni: un passo avanti, ma senza scelte radicali
La Bussola per la Competitività è certamente influenzata dai rapporti Letta e Draghi e ne adotta molte raccomandazioni, soprattutto in termini di innovazione, transizione verde e sicurezza economica. Tuttavia, non ha la stessa radicalità delle proposte dei due rapporti, e rischia di essere un compromesso tra Stati membri senza misure incisive su:
- il finanziamento dell’industria europea su larga scala;
- la creazione di un vero mercato unico dei capitali;
- la governance economica dell’UE;
- una strategia commerciale più assertiva a livello globale.
In sintesi: la Bussola è un passo nella giusta direzione, ma non rappresenta ancora quel “momento Sputnik” che Draghi riteneva necessario per rilanciare la competitività dell’Europa. In altri termini: senza misure più incisive, rischia di essere solo una mappa senza il carburante necessario per arrivare alla meta. Quel carburante dovrà arrivare dal prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. La Bussola non è un documento finanziario, ma strategico-politico: la sua reale efficacia dipenderà dalle risorse che l’UE sarà in grado di mobilitare nei prossimi anni.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Comunicazione della Commissione europea, Una bussola per la competitività dell’UE, doc. COM(2025) 30 del 29.1.2025
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
13 settembre 2024 – Rapporto Draghi 2024: forza e debolezza della competitività UE
21 giugno 2024 – European competitiveness deal 2024
5 maggio 2023 – Oltre il 2030: strategia a lungo termine 2023 per la competitività UE
3 marzo 2023 – Piano industriale 2023 dell’UE per lo sviluppo delle “Net-zero industries”
4 giugno 2021 – La strategia industriale europea dopo la pandemia da Covid-19
7 aprile 2020 – La strategia 2020-2025 per le PMI per un’Europa sostenibile e digitale
27 marzo 2020 – La strategia industriale per l’Europa del 2020
17 gennaio 2020 – Europa verde: il piano di investimenti 2020 del Green Deal europeo
22 febbraio 2019 – La nuova politica industriale europea per il 2030: le proposte di Francia e Germania del 2019
10 novembre 2017 – Le nuove priorità della politica industriale europea del 2017
28 aprile 2014 – L’Unione europea e la terza rivoluzione industriale
24 aprile 2014 – Reindustrializzare l’Europa: la nuova politica industriale dell’UE del 2014
