Nel vivo del dibattito sul futuro della politica di coesione, in vista della definizione del prossimo quadro finanziario pluriennale post-2027, la Corte dei conti europea ha pubblicato una Review non vincolante ma fortemente orientativa, intitolata: “The Future of EU Cohesion Policy: Drawing lessons from the past” (Review 04/2025).

Il documento, che si aggiunge al contributo del Parlamento europeo che ho presentato in un precedente articolo del blog, non assume la forma di un audit, ma è una rassegna sistematica di pareri, relazioni e audit pubblicati tra il 2018 e il 2025. Lo scopo è contribuire alla riflessione politica e tecnica sulla riforma della politica di coesione, a partire dall’analisi delle sue criticità strutturali e delle tensioni emerse nell’interazione con nuovi strumenti, in primis il Recovery and Resilience Facility (RRF).

Una politica sotto pressione: obiettivi crescenti, missione originaria diluita

Secondo la Corte, la politica di coesione ha progressivamente inglobato un numero crescente di priorità dell’Unione – dalla transizione verde alla digitalizzazione, dalla competitività all’inclusione sociale – ma rischia così di perdere aderenza alla sua missione costitutiva, ossia la riduzione delle disparità regionali nel rispetto del principio di coesione territoriale.

Tale espansione, pur comprensibile in un contesto di sfide policentriche, rischia di generare frammentazione strategica, complessità gestionale e scarsa leggibilità per i territori.

Concorrenze e sovrapposizioni: il nodo con il RRF

Un tema centrale è il rapporto tra coesione e RRF. Sebbene condividano molti obiettivi (green, digitale, resilienza sociale), i due strumenti divergono per:

  • modello di governance (decentrato per la coesione, centralizzato per il RRF),
  • modalità di allocazione (basata su progetti territoriali vs milestone e target nazionali),
  • meccanismi di rendicontazione e controllo.

Le criticità strutturali secondo la Corte

Il documento individua sei aree problematiche, sulle quali formula anche spunti di riforma:

  1. eccessiva proliferazione di obiettivi

→ si propone un ritorno a obiettivi territorializzati, coerenti con i bisogni regionali.

  1. rigidità eccessiva alternata a flessibilità emergenziale

→ serve una maggiore flessibilità programmata, evitando la rincorsa alle reprogrammazioni tardive o alla risposta estemporanea alle crisi.

  1. semplificazione normativa incompiuta

→ l’intersezione tra norme UE, nazionali e regionali crea un contesto oneroso e incline all’errore. La Corte invita a una razionalizzazione “orizzontale”, senza sacrificare l’accountability.

  1. bassa capacità di assorbimento in avvio periodo

→ a causa del ritardo nell’approvazione del quadro normativo e della sovrapposizione con il RRF, la Corte suggerisce un avvio anticipato della prossima programmazione e un rafforzamento delle capacità amministrative.

  1. debole orientamento ai risultati

→ i meccanismi premianti (condizionalità, riserve, FNLC) hanno prodotto impatti modesti. La Corte raccomanda indicatori più solidi, monitoraggio orientato agli outcome, valutazioni tempestive.

  1. persistente tasso di errore e debolezza dei controlli

→ con errori superiori alla soglia di materialità (2%), si chiede un rafforzamento delle verifiche di primo livello, della funzione di audit nazionale e del presidio della Commissione.

Le raccomandazioni per il post-2027

Il messaggio della Corte è chiaro: la politica di coesione resta uno strumento imprescindibile per la legittimità e la coesione dell’Unione, ma richiede un’azione riformatrice coerente, selettiva e fondata sull’evidenza. Le istituzioni dovranno bilanciare la necessaria semplificazione con l’integrità finanziaria e istituzionale, evitando che la coesione venga snaturata o marginalizzata nel gioco delle nuove priorità strategiche dell’UE.

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Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per seguire l’evoluzione della politica di coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea nei diversi cicli di programmazione, si possono consultare i seguenti articoli pubblicati su Fare l’Europa:
3 ottobre 2025 – QFP 2028-2034 | Piani di partenariato e Fondo PNR: governance e bilancio
8 aprile 2025 –
Revisione intermedia dei fondi UE: come cambia la politica di coesione 2021–2027
7 marzo 2025 –
Futuro della coesione: rapporto 2025 del Parlamento europeo
9 febbraio 2024 –
Oltre il 2027: il futuro della politica di coesione dell’UE
6 maggio 2022 –
KOHESIO: dal 2022 il data-base della politica di coesione dell’UE
14 settembre 2018 –
Programmazione UE 2021-2027: il futuro della politica di coesione
15 dicembre 2017 –
Il futuro della politica europea di coesione oltre il 2020
11 giugno 2014 – La politica di coesione economica, sociale e territoriale e i fondi europei 2014-2020