🇪🇺 Punti chiave
- Il QFP è la cornice finanziaria settennale che definisce massimali di spesa e priorità dell’UE.
- La Commissione europea propone più flessibilità, razionalizzazione dei programmi e nuove risorse proprie.
- Il Parlamento chiede maggiore ambizione: più fondi per coesione, PAC e transizione verde.
- Il Consiglio europeo punta a un equilibrio tra politiche tradizionali e nuove sfide (competitività, sicurezza, energia).
- Comitato delle Regioni e CESE difendono la governance multilivello e un QFP più sociale e inclusivo.
- La Corte dei Conti europea sottolinea accountability, orientamento ai risultati e sostenibilità del debito NGEU.
- Convergenze: tutte le Istituzioni chiedono più flessibilità e semplificazione, con divergenze su governance e risorse.
- Prossime tappe: dalla proposta legislativa del luglio 2025 all’approvazione entro il 2027.
⤷ L’analisi delle posizioni delle Istituzioni europee è sviluppata nell’articolo, aggiornato il 26 agosto 2025.
Introduzione
Negli ultimi mesi, le principali istituzioni dell’Unione europea – Commissione, Parlamento, Consiglio europeo, Comitato delle Regioni, Comitato economico e sociale europeo e Corte dei Conti – hanno avviato una riflessione strategica sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034, che prenderà il posto di quello attualmente in vigore e destinato a concludersi nel 2027.
Il QFP rappresenta la cornice finanziaria pluriennale dell’UE: fissa i massimali di spesa per le grandi politiche europee e orienta la programmazione annuale del bilancio dell’Unione, incidendo su settori chiave quali innovazione, sostenibilità, coesione economica e politica agricola comune (PAC).
Il QFP 2028-2034 sarà il settimo di una serie di programmazioni finanziarie pluriennali iniziate nel 1988 in via informale, come accordi interistituzionali, e, da ultimo, inserito nei Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE) dal Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, entrato in vigore dal 1° dicembre 2009. Per una definizione giuridica e politica del QFP rimando alla pagina dedicata “Il QFP“.
Con questo articolo – primo di una serie di approfondimenti raccolti nella sezione Speciale QFP 2028–2034 – Analisi e commenti inizia un percorso di analisi che seguirà tutte le tappe, dalla fase di dibattito politico fino all’approvazione del pacchetto legislativo e all’avvio della nuova programmazione il 1° gennaio 2028.
In attesa della presentazione ufficiale delle proposte legislative, annunciata per il 16 luglio 2025, è già possibile delineare gli orientamenti emergenti, mettendo in luce convergenze e tensioni che segneranno il negoziato istituzionale sul futuro bilancio europeo.
La Comunicazione della Commissione: avvio del dibattito sul futuro QFP
Con la Comunicazione dell’11 febbraio 2025 “La strada verso il prossimo quadro finanziario pluriennale” [COM(2025) 46], la Commissione europea ha aperto ufficialmente il confronto politico e istituzionale sul futuro delle finanze dell’Unione in vista della presentazione del pacchetto legislativo relativo al quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034, coerentemente con l’articolo 21 del Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, che prevede che: “Anteriormente al 1° luglio 2025, la Commissione presenta una proposta relativa al nuovo quadro finanziario pluriennale“.
Il documento evidenzia come il bilancio dell’UE sia stato negli ultimi anni strumento decisivo per affrontare crisi senza precedenti – dalla pandemia alla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina – e per sostenere la transizione verde e digitale. La revisione intermedia del QFP 2021–2027, approvata nel 2024, ha già mostrato i limiti dell’attuale architettura e la necessità di riforme profonde.
La Commissione individua tre grandi sfide che il nuovo QFP dovrà affrontare:
- garantire il rimborso dei prestiti NextGenerationEU dal 2028 senza aumentare eccessivamente i contributi nazionali,
- rafforzare la competitività europea in un contesto globale caratterizzato da forti pressioni tecnologiche e geopolitiche,
- assicurare la capacità dell’UE di rispondere a crisi impreviste, aumentando flessibilità, semplicità e incisività degli strumenti finanziari.
Il messaggio politico centrale è chiaro: lo status quo non è un’opzione praticabile. Il futuro QFP dovrà essere più snello, meglio mirato, più incisivo e dotato di nuove risorse proprie per garantire la sostenibilità delle finanze dell’Unione.
Questa Comunicazione segna, dunque, l’avvio non tanto del negoziato interistituzionale, ma di un dibattito preliminare alla presentazione del pacchetto legislativo sul futuro QFP che anticipa i grandi nodi politici che Parlamento, Consiglio e altre Istituzioni hanno iniziato a discutere nei mesi successivi.
I pilastri e le priorità emerse dal dibattito interno alla Commissione
Dopo la Comunicazione dell’11 febbraio 2025, la Commissione ha approfondito il confronto interno con una Nota di orientamento (SEC(2025) 153, 11 maggio 2025), che ha definito le opzioni politiche e tecniche per il futuro Quadro Finanziario Pluriennale.
La Nota ribadisce che “lo status quo non è un’opzione”: il nuovo QFP dovrà essere più semplice, flessibile e in grado di rispondere rapidamente a crisi impreviste. I punti salienti riguardano:
1. Maggiore flessibilità
Il bilancio UE deve trovare un equilibrio tra prevedibilità degli investimenti e capacità di adattamento. La Commissione propone meno programmi, riserve integrate e un nuovo meccanismo politico di indirizzo che coinvolga Parlamento e Consiglio. Inoltre, apre al dibattito sulla possibilità di ridurre la durata del QFP da sette a cinque anni.
2. National and Regional Partnerships for Investments and Reforms
Unificare in partenariati nazionali e regionali i fondi attualmente pre-allocati (coesione, PAC, clima, pesca, migrazione). I partenariati semplificheranno la programmazione, ridurranno i costi amministrativi e collegheranno riforme e investimenti agli obiettivi UE, mantenendo il ruolo centrale delle regioni e il principio di partenariato.
3. Competitiveness Fund
Riunire i principali programmi a gestione diretta (Horizon Europe, Digital Europe, Innovation Fund, Defence, Space) in un vero Fondo europeo per la competitività, organizzato in finestre settoriali (transizione verde, digitale, difesa, salute, biotech). Un unico sportello e regole semplificate ridurranno la frammentazione attuale.
4. Global Europe Fund
Creare un Fondo Europa Globale che superi gli attuali strumenti frammentati per l’azione esterna (NDICI, IPA, macro-finanziamenti, aiuti umanitari). Pacchetti strategici rafforzeranno il legame tra politica estera e priorità interne (energia, materie prime critiche, migrazione, difesa). Previsto un focus speciale sull’allargamento e sulla ricostruzione dell’Ucraina.
5. Salvaguardie e condizionalità
Il nuovo QFP dovrà legare più strettamente stato di diritto e Carta dei diritti fondamentali ai finanziamenti. Pagamenti e partenariati potranno essere sospesi in caso di violazioni sistemiche, seguendo l’esperienza di NextGenerationEU.
6. Nuove risorse proprie
Per finanziare il bilancio e i rimborsi di NextGenerationEU, la Nota solleva l’ipotesi di nuove entrate: digital tax, tassa sui rifiuti elettronici, riallineamento delle tasse ETIAS e sui piccoli pacchi. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai contributi nazionali.
Il dibattito preliminare sul futuro QFP: posizioni delle Istituzioni UE
La posizione del Parlamento europeo sul futuro QFP 2028–2034
Con la Risoluzione del 7 maggio 2025 [2024/2051(INI)], il Parlamento europeo ha chiesto un QFP 2028–2034 più ambizioso, superando il tradizionale tetto dell’1% del RNL, per rispondere alle nuove esigenze geopolitiche, economiche, sociali e climatiche.
Secondo il Parlamento, il futuro bilancio pluriennale deve garantire risorse adeguate e un orientamento strategico capace di sostenere i beni pubblici europei e la resilienza dell’Unione.
Priorità strategiche
- Competitività e innovazione
Incrementare gli investimenti in ricerca, infrastrutture transfrontaliere e industria strategica. Il Parlamento respinge l’idea di un unico Competitiveness Fund, preferendo strumenti dedicati e complementari. - Coesione e inclusione sociale
Rafforzare la politica di coesione come pilastro dell’integrazione, mantenendo la governance multilivello e respingendo l’impostazione centralizzata su piani nazionali (modello RRF). Al futuro della politica di coesione il Parlamento europeo ha dedicato uno studio che ho recensito in un precedente articolo al quale rinvio. - Politica agricola comune (PAC)
Incrementare le risorse, indicizzate all’inflazione, per reddito agricolo, ricambio generazionale e adattamento climatico, evitando che la PAC sia assorbita in fondi più ampi. - Transizione verde e digitale
Stabilire obiettivi vincolanti di spesa per clima e biodiversità, sostenere settori industriali in transizione e garantire equità sociale nella trasformazione. - Difesa e sicurezza
Potenziare la capacità europea in difesa e cibersicurezza senza ridurre i finanziamenti per coesione e politiche sociali. - Azione esterna e allargamento
Aumentare i fondi per aiuti umanitari, vicinato e allargamento, con priorità a Ucraina e Moldavia.
Principi trasversali
- Stato di diritto: collegamento rafforzato tra rispetto dei valori UE e accesso ai fondi;
- Flessibilità: strumenti dedicati per crisi e calamità naturali, superando la rigidità attuale del QFP;
- Risorse proprie: nuove entrate, comprese fonti innovative, per finanziare i rimborsi del debito NGEU e i nuovi impegni dell’Unione.
La posizione del Consiglio europeo sul futuro QFP 2028–2034
Nelle Conclusioni del 20 marzo 2025 [EUCO 1/25], i capi di Stato e di governo hanno avuto un primo scambio di opinioni sul prossimo Quadro finanziario pluriennale e sulle nuove risorse proprie.
Il Consiglio europeo ha collocato il dibattito sul QFP all’interno di una riflessione più ampia sulla competitività, la sicurezza economica e le nuove sfide geopolitiche, evidenziando alcuni punti chiave:
- Equilibrio tra politiche tradizionali e nuove priorità
Sostenere coesione e PAC, ma allo stesso tempo finanziare difesa, sicurezza economica e transizione climatica. - Uso più efficiente delle risorse
Necessità di razionalizzare gli strumenti, ridurre gli oneri amministrativi e mobilitare più investimenti privati per integrare i fondi UE. - Unione dei mercati dei capitali e mobilitazione del risparmio
Rafforzare il mercato interno dei capitali e completare l’unione bancaria per finanziare meglio la competitività e l’autonomia strategica. - Energia e transizione verde
Garantire approvvigionamenti energetici sicuri e a prezzi accessibili, accelerare le interconnessioni e sostenere la decarbonizzazione industriale. - Risorse proprie dell’UE
Avvio di un dibattito sul rafforzamento delle entrate proprie, anche per sostenere il rimborso del debito NextGenerationEU.
In sintesi, il Consiglio europeo ha ribadito che la futura cornice finanziaria dovrà sostenere la competitività e la resilienza dell’UE, mantenendo però un equilibrio con le politiche di lungo corso e rafforzando la capacità dell’Unione di reagire alle nuove priorità.
La posizione del Comitato delle Regioni sul futuro QFP 2028–2034
Con la Risoluzione del 15 maggio 2025 [C/2025/3473], il Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha espresso una visione netta: il futuro QFP dovrà essere costruito insieme agli enti locali e regionali, partner strategici nella realizzazione degli obiettivi dell’UE.
Punti chiave della risoluzione
- Politica di coesione come pilastro
La coesione deve restare la principale politica di investimento a lungo termine dell’UE, con risorse maggiori in termini reali rispetto all’attuale QFP. Il CdR si oppone a qualsiasi centralizzazione e rivendica una governance multilivello. - Sussidiarietà attiva e partenariato
Richiesta di coinvolgere pienamente regioni e città nella programmazione e attuazione dei fondi. Il CdR avverte che utilizzerà anche strumenti giuridici per bloccare ogni tentativo di centralizzazione. - Semplificazione e valore aggiunto europeo
Sì alla razionalizzazione dei programmi, ma solo se riduce oneri e sovrapposizioni. La cooperazione territoriale transfrontaliera è indicata come espressione chiave del valore aggiunto europeo. - Transizioni verde, digitale e demografica
Necessità di una strategia integrata per una transizione giusta, con sostegno mirato alle regioni più vulnerabili (industrie ad alta intensità energetica, aree in declino demografico). - PAC post-2027
Il CdR chiede una PAC decentrata e adattabile, fondata su strategie regionali di sicurezza alimentare e sviluppo rurale, con condizionalità ecologiche e sociali ma attenzione all’equa remunerazione degli agricoltori. - Risorse proprie e disciplina di bilancio
Appoggio all’introduzione di nuove entrate UE, ma le istituzioni devono dimostrare parsimonia ed efficienza prima di chiedere ulteriori contributi. - Stato di diritto e trasparenza
Sostegno alla rigorosa applicazione della condizionalità sullo Stato di diritto, tutela dei beneficiari finali e richiesta di processi decisionali più inclusivi e trasparenti.
In sintesi, il CdR chiede un QFP più decentrato, inclusivo e coerente con i principi di sussidiarietà e governance multilivello, rafforzando coesione, cooperazione territoriale e transizioni giuste.
La posizione del Comitato economico e sociale europeo sul futuro QFP 2028–2034
Nel Parere del 30 aprile 2025 [C/2025/3202], il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha sottolineato che il futuro QFP dovrà essere più ambizioso e radicalmente riprogettato per affrontare le sfide dell’Unione.
Punti chiave del Parere
- Aumento significativo delle risorse
Il QFP non deve essere ridotto ma ampliato in termini reali. Va superato il tetto tradizionale dell’1% del RNL, con meccanismi di indicizzazione all’inflazione per preservare il potere di spesa. - Bilancio come veicolo di investimento europeo
Richiesta una riprogettazione del QFP perché diventi un vero strumento per finanziare i beni pubblici europei (difesa, sanità, infrastrutture, ambiente, acqua). - Semplificazione e orientamento ai risultati
Critica alla frammentazione in quasi 50 programmi. Necessario ridurre la burocrazia, armonizzare le regole e passare da un approccio input–spesa a uno basato su prestazioni e impatto attesi. - Coesione e pilastro sociale
La politica di coesione deve essere rafforzata, con particolare attenzione al FSE+ e al Fondo per una transizione giusta. Ruolo chiave dell’economia sociale, delle PMI e della società civile. - Innovazione, ricerca e competitività
Potenziare Orizzonte Europa, il Fondo per l’innovazione (oggi sottodimensionato rispetto alla domanda) e le reti transeuropee. Sostenere nuovi progetti di interesse comune europeo (IPCEI). - Difesa e autonomia strategica
Finanziare strumenti europei per la difesa e la sicurezza, con trasparenza e controllo democratico. Promuovere la cooperazione industriale e la sinergia civile-militare. - Resilienza idrica e transizione blu
Istituire un Fondo per la transizione blu per investimenti idrici, combinando fondi UE e strumenti innovativi di finanziamento. - Risorse proprie e debito comune
Attuare con urgenza il pacchetto sulle nuove risorse proprie (2021–2023). Valutare l’uso mirato di emissioni comuni di debito UE per finanziare beni pubblici strategici. - Valori democratici e società civile
Rafforzare i programmi a sostegno della democrazia, dei diritti fondamentali e dei media indipendenti. Creare uno “scudo europeo per la democrazia” con risorse dedicate.
In sintesi, il CESE chiede un QFP più grande, più sociale e più orientato agli investimenti comuni, con una governance semplificata e un forte legame con lo Stato di diritto e i valori democratici dell’Unione.
La posizione della Corte dei Conti europea sul futuro QFP 2028–2034
Con la Review 03/2025, pubblicata il 5 giugno 2025, la Corte dei Conti europea (ECA) ha presentato le sue osservazioni strategiche sul futuro quadro finanziario pluriennale. In precedenza era già intervenuta con una Review non vincolante ma fortemente orientativa sulla politica di coesione oltre il 2027, alla quale ho dedicato un articolo di approfondimento.
La Corte non si limita a valutazioni contabili, ma formula raccomandazioni politiche e tecniche per rendere il QFP più mirato, trasparente e sostenibile.
Punti chiave della Review
- Performance e impatto
La Corte chiede un sistema di misurazione dei risultati più solido, fondato su dati affidabili e comparabili. Troppa enfasi sugli output e reporting eccessivamente ottimistico hanno finora nascosto i limiti del bilancio. - Valore aggiunto europeo
Necessario definire giuridicamente cosa significhi “EU added value” e applicarlo sistematicamente nelle decisioni di spesa, con valutazioni ex post. - Semplificazione senza perdere accountability
Sì all’integrazione di strumenti nuovi dentro il bilancio UE per ridurre la frammentazione, ma senza indebolire i meccanismi di controllo. Troppa complessità normativa aumenta errori e ritardi di assorbimento. - Flessibilità del bilancio UE
Il prossimo QFP dovrà conciliare prevedibilità e capacità di risposta rapida a crisi impreviste, con un quadro di flessibilità semplificato ma trasparente. - L’esperienza del RRF (Recovery and Resilience Facility)
La Corte critica la natura “performance-based” solo apparente del RRF: troppe misure a costo zero, criteri vaghi, scarsa tracciabilità delle spese. Per il futuro, servono condizionalità chiare e possibilità di recuperare fondi se gli obiettivi non sono raggiunti. - Stato di diritto
Rafforzare il collegamento tra le Raccomandazioni del Rule of Law Report e l’accesso ai fondi UE. Attenzione al rischio di “compliance formale” senza miglioramenti reali. - Finanziamento e risorse proprie
Avverte delle pressioni sul bilancio dal 2028 per il rimborso del debito NextGenerationEU (25–30 miliardi €/anno). Necessario un piano chiaro di gestione del debito e nuove risorse proprie affidabili (ETS, CBAM, corporate tax, ma con sistemi di calcolo trasparenti e comparabili). - Accountability e audit esterno
Tutti i nuovi strumenti finanziari, inclusi quelli creati fuori dal bilancio UE, devono essere sottoposti al pieno mandato di audit della Corte, per garantire trasparenza e controllo democratico.
In sintesi, la Corte dei Conti europea sostiene un QFP più orientato ai risultati, con regole semplici ma rigorose, entrate sostenibili e un forte presidio di trasparenza e legalità.
Segnalo che la stessa Corte dei Conti europea ha dedicato al tema anche il Journal 1/2025, con una serie di articoli che analizzano criticità del bilancio UE e opzioni di riforma per il QFP post-2027, a complemento della Review 03/2025.
Convergenze e divergenze tra le istituzioni europee sul QFP 2028–2034
| Tema | Convergenze | Divergenze / Criticità |
|---|---|---|
| Flessibilità del QFP | Tutte le istituzioni chiedono maggiore capacità adattiva. | Commissione e Parlamento favorevoli a strumenti straordinari e anti-crisi; CESE chiede un QFP più ampio per finanziare beni pubblici; CdR insiste su trasparenza e governance multilivello; Corte richiede flessibilità ma con chiari meccanismi di accountability. |
| Semplificazione | Accordo sulla riduzione della frammentazione e dei programmi. | Corte segnala rischio di perdita in accountability; CESE invoca una “vera” semplificazione a beneficio di imprese e società civile; CdR difende decentramento e sussidiarietà, accettando semplificazione solo se non centralizza competenze. |
| Valore aggiunto europeo | Tema ricorrente in tutti i contributi istituzionali. | Nessuna definizione condivisa: Corte propone di inserirlo nei regolamenti; CESE lo lega ai beni pubblici (difesa, salute, ambiente, acqua, infrastrutture); CdR lo collega alla cooperazione territoriale; Parlamento lo intende come capacità di rispondere alle grandi sfide comuni. |
| Approccio alla performance | Tutti richiamano la necessità di orientarsi ai risultati e all’impatto. | Divergenze sui criteri: CESE chiede un passaggio deciso a finanziamenti basati su prestazioni; CdR vuole dati territoriali concreti e differenziati; Corte propone metriche più solide e recupero fondi in caso di obiettivi mancati; Parlamento invoca maggiore trasparenza e controllo democratico. |
| Risorse proprie | Consenso generale sulla necessità di riforma del sistema di entrate. | Opinioni divergenti su strumenti e tempi: CESE sollecita urgenza e apertura al debito comune; CdR chiede parsimonia e rigore nell’uso delle risorse; Parlamento preme per l’adozione rapida del pacchetto nuove entrate; Corte richiama i rischi legati al rimborso del debito NGEU e chiede un piano chiaro di sostenibilità. |
Un contributo settoriale: la visione dell’EIT
Infine, anche l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) ha partecipato al dibattito, con il documento strategico “EIT 2.0 for a Competitive Europe”.
L’EIT propone di rafforzare il ruolo dell’Unione nell’innovazione e nella formazione imprenditoriale, avanzando tre linee di intervento principali:
- colmare il gap di innovazione, creando nuove Comunità della conoscenza e dell’innovazione (KICs) in settori strategici come sicurezza, intelligenza artificiale, spazio, bioeconomia e innovazione rurale;
- chiudere il gap di competenze, con un nuovo EIT Innovation Campus che consolidi i programmi educativi e formativi europei;
- aumentare il sostegno a startup e scale-up industriali, specie nelle fasi iniziali dove gli strumenti esistenti risultano insufficienti.
L’EIT sottolinea inoltre la necessità di semplificare gli strumenti UE per l’innovazione e di rafforzare le sinergie tra Horizon Europe, EIC e altri programmi, in modo da rendere l’ecosistema europeo più competitivo a livello globale.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Tutti i documenti ufficiali citati in questo articolo sono disponibili nella sezione Speciale QFP 2028–2034.
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Gli articoli della serie speciale dedicata al Quadro finanziario pluriennale 2028–2034, con i relativi link, sono disponibili nella pagina del blog “Analisi“.
