L’energia nucleare, dopo anni di dibattito e fasi alterne, torna al centro delle strategie energetiche europee. La Commissione europea, con la pubblicazione del suo Ottavo Programma Illustrativo Nucleare (PINC 2025), adempie all’obbligo previsto dall’art. 40 del Trattato Euratom, aggiornando il quadro analitico sullo stato dell’energia nucleare nell’Unione e sulle prospettive future. Questo documento arriva in un momento cruciale: le esigenze di decarbonizzazione profonda, sicurezza energetica, autonomia strategica e competitività industriale pongono l’UE davanti a scelte complesse e interdipendenti.
Il quadro istituzionale: Euratom come pilastro silente ma centrale
Il Trattato Euratom, siglato nel 1957 parallelamente ai Trattati di Roma, continua a rappresentare il fondamento giuridico per tutte le attività nucleari civili europee. Pur meno visibile nel dibattito politico rispetto ad altri strumenti comunitari, l’Euratom svolge funzioni essenziali:
- definisce un quadro armonizzato per la sicurezza nucleare, la radioprotezione e la gestione dei rifiuti radioattivi;
- promuove e finanzia attività di ricerca e innovazione, inclusi i programmi di fusione come ITER: in proposito, si segnala la recente approvazione del Regolamento (Euratom) 2025/1304 del 23 giugno 2025 che istituisce il programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica per il periodo 2026-2027;
- assicura il controllo degli approvvigionamenti e delle materie nucleari attraverso l’Euratom Supply Agency;
- tutela gli interessi comuni nel campo delle salvaguardie e delle cooperazioni internazionali.
L’Ottavo PINC si inserisce perfettamente in questa architettura, offrendo agli Stati membri, alle istituzioni europee e agli operatori industriali una cornice aggiornata su investimenti, capacità installata, sviluppi tecnologici e necessità infrastrutturali.
I numeri del PINC 2025: uno scenario articolato e prospettico
Il documento della Commissione offre un’analisi ricca di dati e scenari. Al termine del 2024 risultano operativi nell’UE:
- 101 reattori nucleari attivi in 12 Stati membri, per una potenza netta complessiva di circa 98 GWe;
- una produzione nucleare che ha coperto circa il 22,8% del fabbisogno elettrico europeo nel 2023;
- tre nuovi reattori sono stati recentemente collegati alla rete (Olkiluoto 3 in Finlandia, Flamanville 3 in Francia e Mochovce 3 in Slovacchia), mentre ulteriori tre sono in costruzione (Mochovce 4 e Paks II in Ungheria).
Guardando al 2050, il PINC propone uno scenario “base” in cui:
- la capacità installata potrebbe raggiungere 109 GWe, grazie all’estensione di vita operativa di una parte significativa dell’attuale parco reattori e alla realizzazione di nuovi impianti;
- gli investimenti complessivi richiesti ammonterebbero a circa 241 miliardi di euro (valore attualizzato), di cui:
- 205 miliardi per nuove installazioni;
- 36 miliardi per i programmi di lifetime extension (LTO);
- scenari alternativi valutano possibilità oscillanti tra un minimo di 70 GWe (in caso di insuccesso nei programmi di estensione e ritardi nei nuovi impianti) e un massimo di 144 GWe (se la maggioranza dei reattori esistenti raggiungesse una vita operativa di 70-80 anni).
SMR e AMR: le nuove frontiere tecnologiche
Particolarmente rilevante nel PINC 2025 è l’attenzione dedicata agli Small Modular Reactors (SMR) e agli Advanced Modular Reactors (AMR). Queste tecnologie emergenti presentano caratteristiche innovative:
- modularità e scalabilità;
- tempi di costruzione più brevi;
- requisiti finanziari più contenuti per singolo modulo;
- possibili applicazioni cogenerative (elettricità, calore industriale, produzione di idrogeno);
- maggiore flessibilità operativa per accompagnare le rinnovabili variabili.
Secondo il PINC, le proiezioni elaborate dagli operatori europei indicano che gli SMR potrebbero raggiungere nel 2050 una capacità installata compresa tra 17 e 53 GWe. La Commissione intende supportare questo percorso con la presentazione di una SMR Communication e attraverso il lavoro della European Industrial Alliance on SMRs.
Gli Stati membri: strategie divergenti ma interconnesse
L’Europa nucleare si presenta oggi con una forte eterogeneità politica e industriale:
Produzione attiva (12 Stati membri):
- Belgio, Bulgaria, Cechia, Spagna, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia (con partecipazione croata), Finlandia, Svezia.
Nuovi ingressi in fase di sviluppo:
- Polonia (con piani avanzati per il primo impianto);
- Estonia e altri Stati baltici che stanno valutando il nucleare nel mix futuro.
Paesi senza produzione e con politiche restrittive:
- Germania, Austria, Danimarca e Italia.
La Commissione invita tuttavia alla cooperazione rafforzata soprattutto su:
- sicurezza e armonizzazione regolatoria;
- approvvigionamento di combustibile e riduzione delle dipendenze (in particolare da forniture russe);
- condivisione di buone pratiche per accelerare i processi autorizzativi tramite eventuali “regulatory coalitions” tra autorità nazionali disponibili a cooperare.
L’Italia: un ruolo marginale nella produzione, ma non assente nell’Euratom
L’Italia rappresenta un caso peculiare:
- non produce energia nucleare dal 1990, dopo l’uscita determinata dai referendum post-Chernobyl;
- non figura tra gli Stati membri con piani notificati di nuovi impianti nucleari né convenzionali né modulari (SMR);
- è però membro attivo dell’Euratom, partecipando:
- ai programmi di ricerca e innovazione nucleare;
- ai progetti di fusione come ITER;
- ai programmi di sicurezza e gestione dei rifiuti;
- deve ancora risolvere il nodo strategico del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Ciclicamente il tema del nucleare torna nel dibattito pubblico italiano, in particolare sotto la spinta di nuove tecnologie (SMR) percepite come più gestibili dal punto di vista della sicurezza, della localizzazione e dell’accettabilità sociale. Tuttavia, al momento, nessun piano concreto è stato ancora formalizzato a livello governativo o notificato alla Commissione.
Nucleare e obiettivi climatici UE: può l’Europa farne a meno?
L’analisi della Commissione è chiara: oltre il 90% della produzione elettrica europea dovrà essere decarbonizzata al 2040 per centrare gli obiettivi climatici. In tale contesto il nucleare:
- offre produzione stabile e programmabile (baseload) a basse emissioni;
- facilita l’integrazione delle rinnovabili variabili riducendo i costi sistemici per accumuli e reti;
- contribuisce alla stabilità dei sistemi elettrici europei (flessibilità settimanale e mensile);
- rafforza la sicurezza degli approvvigionamenti riducendo la dipendenza dai combustibili fossili e dalle importazioni.
La Commissione sottolinea inoltre che rinunciare totalmente al nucleare comporterebbe:
- maggiori oneri infrastrutturali per le reti e i sistemi di storage;
- maggiori rischi di volatilità dei prezzi energetici;
- maggiori difficoltà di gestione della sicurezza energetica in scenari di crisi geopolitica.
Un dibattito aperto per l’Italia e per l’Unione
Il PINC 2025, nella sua articolazione tecnica e prospettica, rappresenta un documento prezioso per alimentare un dibattito informato, pragmatico e scevro da ideologismi. Per l’Italia, il tema nucleare implica interrogativi strategici cruciali:
- Quale mix energetico adottare per centrare gli obiettivi climatici?
- Quali tecnologie considerare per rafforzare la competitività industriale?
- Quale ruolo attribuire alla ricerca nazionale ed europea sulle nuove frontiere nucleari?
- Come superare il nodo irrisolto della gestione dei rifiuti radioattivi?
L’Europa sta costruendo una nuova architettura energetica in cui il nucleare, accanto alle rinnovabili e all’efficienza energetica, potrebbe avere un ruolo stabilizzante e complementare. Il futuro italiano in questo scenario resta ancora da scrivere.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Programma indicativo per il settore nucleare presentato a norma dell’articolo 40 del trattato Euratom per il parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE), doc. COM(2025) 315 del 13.06.2025 e Staff Working document doc. SWD(2025) 160 del 13.06.2025
