In un momento in cui l’Europa rischia di restare ai margini dei grandi giochi globali – tra accordi commerciali imposti unilateralmente dagli Stati Uniti e vertici strategici come quello USA-Russia sull’Ucraina, al quale l’Unione europea non è invitata – emerge con forza la necessità di uno spazio politico alternativo. La Comunità Politica Europea (CPE), nata nel 2022 su iniziativa francese, si propone proprio questo: offrire una piattaforma di dialogo strategico paneuropeo, capace di coinvolgere Stati membri e non membri dell’UE in una cooperazione flessibile, inclusiva e orientata al futuro.

Mentre gli equilibri internazionali si ridefiniscono e l’Unione fatica a imporsi come attore unitario, la CPE rappresenta un tentativo concreto di riaffermare una voce europea plurale e autonoma, capace di affrontare le sfide comuni del continente senza i vincoli istituzionali dell’Unione. Ma cos’è davvero la CPE, e perché potrebbe segnare una svolta nella politica europea? Ne parlo in questo articolo.

Origini e contesto: l’eredità della storia europea

Nel cuore di una nuova crisi geopolitica, con la guerra in Ucraina e la frammentazione degli equilibri internazionali, nasce nel 2022 la Comunità Politica Europea (CPE), su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron. Ma le sue radici affondano più lontano.

Già nel 1989, François Mitterrand aveva evocato una “Confederazione europea”: un progetto politico che unisse l’Europa allargata nel nome della cooperazione e della democrazia, in pieno post-Guerra fredda. Negli anni ‘70 e ‘80, la Cooperazione Politica Europea (CPE nella sua versione storica) aveva rappresentato un primo tentativo di coordinare le politiche estere dei membri della CEE.

Oggi, la nuova CPE si presenta come un’architettura leggera e flessibile, pensata per includere Paesi dell’area europea non membri dell’Unione, ma con cui condividere un’identità politica, valori e sfide comuni.

Obiettivi: cooperare oltre i confini dell’UE

La Comunità Politica Europea è una piattaforma di dialogo politico e strategico che punta a:

  • rafforzare la pace e la sicurezza sul continente, in particolare di fronte all’aggressione russa e all’instabilità nel Caucaso e in Medio Oriente;
  • coordinare le risposte energetiche e tecnologiche, riducendo le dipendenze strategiche;
  • favorire un’integrazione graduale e tematica dei Paesi candidati o vicini all’UE;
  • creare un senso di appartenenza all’Europa politica anche per chi non fa parte dell’Unione.

A differenza dell’allargamento formale dell’UE, la CPE non comporta obblighi giuridici né adesione ai trattati comunitari. La convergenza avviene gradualmente, in ambiti strategici come difesa, mobilità, digitale ed ecologia.

Chi partecipa alla Comunità Politica Europea?

La CPE conta oggi oltre 45 Paesi partecipanti, tra cui:

  • i 27 Stati membri dell’UE
  • Paesi candidati o associati (Ucraina, Moldavia, Georgia, Balcani occidentali)
  • Paesi europei esterni all’UE: Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Islanda, Turchia, Armenia, Azerbaigian

Non è una struttura UE, ma un formato intergovernativo che si riunisce in vertici periodici ospitati da diversi Paesi europei.

Sei vertici per un’agenda strategica

1. Praga – 6 ottobre 2022

Primo summit. Temi centrali: pace e sicurezza, guerra in Ucraina, crisi energetica. Partecipazione simbolicamente ampia. Nessun documento conclusivo, ma forte impatto politico.

2. Chișinău – 1° giugno 2023

Focus su resilienza energetica e connettività. Forte sostegno a Ucraina e Moldavia. L’UE rafforza il legame politico con i Paesi del Partenariato orientale.

3. Granada – 5 ottobre 2023

L’Europa cerca una nuova postura geostrategica. Si parla di difesa comune, cybersicurezza e democrazia. Spazio anche al Mediterraneo.

4. Blenheim Palace – 18 luglio 2024

Il vertice in Regno Unito testimonia il ritorno di Londra nella cooperazione continentale. Temi: energia, migrazione, giovani e innovazione.

5. Budapest – 7 novembre 2024

Contesto teso. Al centro: Medio Oriente, UE-USA post-elezioni, migrazione irregolare, sicurezza economica.

6. Tirana – 16 maggio 2025

Slogan: “Un’Europa nuova in un mondo nuovo”. Tavole rotonde su difesa, competitività, giovani e mobilità. Annunciato il trattato di pace Armenia-Azerbaigian. Riaffermato il sostegno a Moldavia e Ucraina.

La prossima riunione della CPE è programmata per il 2 ottobre 2025 in Danimarca.

Prospettive e valore aggiunto

La CPE è un laboratorio politico paneuropeo, utile per:

  • avvicinare Paesi esterni all’UE senza vincoli istituzionali;
  • creare convergenze in materia di difesa, energia, sicurezza digitale;
  • promuovere una visione europea condivisa, senza sostituire i meccanismi di adesione.

È anche uno strumento per dare voce politica a una “Europa più ampia”, in un momento storico in cui l’Unione Europea affronta limiti di rapidità decisionale e divergenze tra Stati membri.

Conclusione: fare l’Europa… oltre l’Unione

In un mondo segnato da guerre, instabilità e transizioni epocali, la Comunità Politica Europea rappresenta un nuovo modo di fare Europa: non più solo attraverso i trattati, ma tramite il dialogo, la convergenza e la cooperazione strategica.

È una “Europa delle volontà”, che affianca l’UE per costruire un’identità comune allargata. Una scommessa geopolitica, certo, ma anche una speranza per l’unità del continente.

Eppure, l’Europa continua a essere soprattutto un’idea politica: evocata nei discorsi, difesa nei principi, ma raramente vissuta come spazio realmente coeso. Le divisioni interne, le lentezze decisionali e le divergenze strategiche mostrano quanto il cammino verso una vera unità sia ancora lungo.

Il futuro della CPE si giocherà nella sua capacità di restare utile, aperta e inclusiva, mentre l’Unione si prepara a un possibile nuovo allargamento. La CPE non è solo una risposta alla crisi: è un laboratorio per l’Europa che verrà. Un’Europa che sceglie di parlarsi, prima ancora di unirsi.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

I resoconti ufficiali dei vertici sono disponibili sul sito del Consiglio dell’Unione europea:

Per approfondimenti, è disponibile il report dell’Istituto Jacques Delors:

  • Chopin T., Macek M. & Maillard S. 2022. The European Political Community. A new anchoring to the European Union.”, Brief, Paris: Jacques Delors Institute, 31st May