🇪🇺 PUNTI CHIAVE
• Dalla strategia all’attuazione: la nuova roadmap UE traduce il Libro bianco e il piano ReArm Europe in obiettivi concreti.
• Quattro iniziative faro per la prontezza alla difesa: droni, scudo aereo, spazio e sorveglianza del fianco orientale.
• Coalizioni di capacità, mercato unico della difesa e sostegno industriale all’Ucraina.
• Una governance annuale che misura i progressi e mette alla prova la volontà politica degli Stati membri.➜ Leggi l’articolo completo: Difesa europea 2030: la tabella di marcia dell’UE per passare dai piani all’azione
Dalla strategia all’attuazione
Con la Comunicazione congiunta “Preservare la pace – Tabella di marcia sulla prontezza alla difesa per il 2030”, presentata il 16 ottobre 2025, la Commissione europea e l’Alta rappresentante completano un ciclo politico iniziato sette mesi prima.
Dopo il Libro bianco congiunto sulla difesa europea, la proposta di regolamento per lo strumento SAFE (Security Action Facility for Europe) e l’introduzione della clausola di difesa nel Patto di stabilità e crescita, l’Unione passa ora dalla progettazione alla realizzazione.
La roadmap per il 2030 fissa obiettivi, scadenze e indicatori per rendere l’UE in grado di prevenire, dissuadere e rispondere a crisi militari. È il primo documento che collega politica industriale, bilancio europeo e pianificazione strategica militare, con l’obiettivo di trasformare le nuove risorse finanziarie in capacità operative concrete.
Un’agenda per la “prontezza alla difesa”
La tabella di marcia nasce dal mandato del Consiglio europeo di giugno 2025, che aveva chiesto alla Commissione e all’Alta rappresentante di tradurre il Libro bianco in un piano operativo.
Ne risulta una governance annuale: ogni ottobre, un Defence Readiness Report presenterà ai leader europei indicatori su investimenti, produzione, procurement e cooperazione industriale.
Non è solo un esercizio di trasparenza: è un modo per mettere gli Stati membri di fronte alle proprie responsabilità, creando una dinamica di pressione politica simile al Semestre europeo in campo economico.
Le quattro iniziative faro europee
Il piano individua quattro flagship pensate per rafforzare la deterrenza in tutti i domini operativi:
- European Drone Defence Initiative (EDDI) – rete europea di difesa antidrone, anche in cooperazione con l’Ucraina.
- Eastern Flank Watch – sorveglianza e difesa integrata del fianco orientale, dal Baltico al Mar Nero.
- European Air Shield – sistema multilivello di difesa aerea e missilistica interoperabile con la NATO.
- European Space Shield – protezione degli asset spaziali e delle infrastrutture critiche europee.
Le prime due dovrebbero essere operative entro il 2027-2028, mentre gli scudi aereo e spaziale sono progetti di lungo periodo che prefigurano l’autonomia strategica dell’UE.
Coalizioni di capacità e coordinamento industriale
Accanto alle flagship, la roadmap promuove la creazione di coalizioni di capacità fra Stati membri, coordinate dalla Commissione e dall’Agenzia europea per la difesa.
I settori prioritari sono nove: difesa aerea e missilistica, mobilità militare, artiglieria, droni, cyber e IA, guerra elettronica, munizioni, combattimento terrestre e marittimo.
L’obiettivo è portare gli appalti congiunti al 35–40% entro il 2027, e almeno il 55% degli investimenti alla base industriale europea (EDTIB) entro il 2030.
Per la prima volta la Commissione propone un monitoraggio quantitativo e pubblico degli impegni nazionali, segnalando una volontà di superare la frammentazione strutturale della difesa europea.
Dalla pianificazione alla produzione
La Comunicazione delinea anche una dimensione industriale e infrastrutturale più integrata:
- creazione di un mercato unico europeo della difesa entro il 2030, con regole armonizzate per gli appalti;
- istituzione di uno spazio UE per la mobilità militare entro il 2027, con corridoi, porti e aeroporti dual use;
- un programma europeo per le competenze, con la riqualificazione di 600.000 lavoratori del settore entro il 2030.
L’UE punta inoltre a promuovere joint venture con l’Ucraina, sia nel campo dei droni sia in quello dell’innovazione dual use, e propone di finanziare un “reparation loan” per la ricostruzione militare di Kyiv attraverso gli asset russi immobilizzati.
La dimensione finanziaria: SAFE e oltre
La roadmap si appoggia su strumenti già attivi:
- il fondo SAFE, da circa 150 miliardi di euro, per sostenere investimenti pubblici e privati;
- l’ampliamento del quadro finanziario UE 2028-2034 con nuove finestre nel Competitiveness Fund, in Horizon Europe e nel Meccanismo per la mobilità militare;
- la clausola di difesa nel Patto di stabilità, che consente maggiore flessibilità di bilancio agli Stati membri.
Il messaggio politico è inequivocabile: la difesa europea non è più una spesa straordinaria, ma un pilastro strutturale dell’integrazione economica e strategica.
L’Ucraina nella prontezza europea
L’Ucraina entra a pieno titolo nel disegno di prontezza europea.
Oltre alla Drone Alliance UE-Ucraina e al Qualitative Military Edge Programme, il documento prevede la partecipazione diretta di Kyiv alle coalizioni di capacità e ai programmi industriali comuni.
È una integrazione tecnica e produttiva che precede quella politica: un modo per consolidare la resilienza europea e sostenere al contempo l’autonomia dell’Ucraina.
Una governance europea senza potere, o un potere che si costruisce governando
Molti commentatori hanno osservato che la roadmap non segna la nascita di una vera difesa europea.
La responsabilità rimane agli Stati membri: le coalizioni sono volontarie, i target non vincolanti, la produzione resta nazionale.
La Commissione non comanda: coordina e incentiva. È un piano intergovernativo travestito da europeo.
Eppure, sotto questa prudenza istituzionale, si muove qualcosa di più.
Con i suoi obiettivi comuni, scadenze e indicatori, Bruxelles introduce una governance di fatto della difesa: un sistema di rendicontazione politica e tecnica che può, nel tempo, costruire potere attraverso la gestione.
Non un ministero, ma un meccanismo di convergenza.
Una difesa che non nasce dall’unione, ma dal coordinamento.
Un potere che si esercita meno per comando e più per abitudine — l’Europa che si costruisce governando.
Un test di realtà per il 2026–2028
Il successo della roadmap dipenderà da fattori tutt’altro che tecnici:
- la volontà degli Stati membri di impegnarsi nei procurement congiunti;
- la compatibilità con la NATO e le capacità di comando integrate;
- la tempistica legislativa per il mercato unico e la mobilità militare;
- la solidità giuridica e politica dell’uso degli asset russi.
Il triennio 2026–2028 sarà decisivo per capire se l’Europa riuscirà davvero a “industrializzare la pace” o resterà prigioniera delle sue frammentazioni.
Un passaggio di fase
La tabella di marcia sulla difesa europea non inaugura un nuovo discorso: porta a compimento quello iniziato nel marzo 2025.
Dopo il Libro bianco, SAFE e la clausola di difesa, la Comunicazione di ottobre chiude la fase progettuale e apre quella dell’attuazione.
La difesa europea entra – almeno sulla carta – nell’età dell’esecuzione.
Resta da vedere se il passo successivo sarà l’integrazione o, più realisticamente, una integrazione per accumulazione, costruita nel tempo, a forza di obiettivi condivisi e risultati misurabili.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione congiunta dell’Alto rappresentante e della Commissione europea, Preservare la pace – Roadmap per la prontezza in materia di difesa 2030, doc. JOIN(2025) 27 del 16-10-2025
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
26 novembre 2025 – Il Gruppo europeo dei 5 e la nuova difesa dell’UE
6 giugno 2025 – SAFE 2025: il nuovo strumento UE per rafforzare l’industria europea della difesa
28 marzo 2025 – L’Europa e la difesa: una svolta storica? Il Libro bianco 2025
5 marzo 2025 – Difesa europea: il piano ReArm Europe 2025 tra ambizioni politiche e vincoli giuridici
15 novembre 2024 – Rafforzare la sicurezza civile e militare dell’Europa: il Niinistö Report 2024
7 luglio 2023 – Il riarmo dell’Europa occidentale e il ruolo dell’UE: le proposte 2023 della Commissione
4 marzo 2022 – Verso una bussola strategica per la difesa dell’UE: la tabella di marcia 2022
16 giugno 2017 – Verso una politica europea di difesa: il documento di riflessione 2017
19 maggio 2014 – Che cosa è la Forza di Gendarmeria Europea – EUROGENDFOR?
