L’ultimo articolo del nuovo anno è dedicato a un tema che raramente entra nel dibattito pubblico, ma che racconta come funziona davvero l’Unione europea: il sistema dei comitati attraverso i quali la Commissione adotta gli atti di esecuzione delle politiche comuni.
Dietro il linguaggio tecnico della “comitatologia” c’è il cuore dell’amministrazione europea: una rete di oltre trecento comitati composti da rappresentanti degli Stati membri che, insieme alla Commissione, decidono come dare attuazione alle norme approvate da Parlamento e Consiglio.
Questo meccanismo, previsto dall’articolo 291 del TFUE e dal regolamento (UE) n. 182/2011, è la prova concreta che l’Unione europea non è una burocrazia sovranazionale separata dagli Stati, ma una macchina di cooperazione amministrativa.
1. Perché esistono i comitati dell’UE
Gli atti legislativi europei (regolamenti, direttive, decisioni) fissano principi generali.
La loro applicazione, però, richiede migliaia di decisioni pratiche: parametri tecnici, elenchi, procedure, modelli di monitoraggio.
Affidare tutto alla Commissione significherebbe concentrare troppo potere esecutivo; lasciare tutto agli Stati produrrebbe 27 interpretazioni diverse.
La soluzione, tipicamente europea, è la comitatologia: un sistema in cui la Commissione esercita le sue competenze sotto il controllo degli Stati membri, rappresentati nei comitati tematici.
Ogni Stato siede al tavolo, partecipa, vota.
Questo equilibrio assicura:
- uniformità di applicazione del diritto europeo;
- coinvolgimento politico-amministrativo degli Stati;
- responsabilità condivisa nelle scelte tecniche.
2. Struttura e funzionamento: come si decide nei comitati
I comitati si dividono in due principali categorie di procedura:
🔹 Procedura d’esame
Per gli atti più rilevanti (ambiente, salute, commercio, fiscalità).
Il voto degli Stati membri è vincolante: se il comitato dà parere positivo, la Commissione adotta l’atto; se è negativo, l’atto decade; se non si raggiunge una maggioranza (“nessun parere”), la Commissione può agire con prudenza o rinviare la decisione.
🔹 Procedura consultiva
Utilizzata per atti tecnici o di minore impatto, con parere non vincolante ma politicamente rilevante.
Oltre a queste, sopravvive la procedura di regolamentazione con controllo (PRC), retaggio pre-Lisbona, ancora applicata in alcuni settori transitori.
Ogni comitato:
- è presieduto dalla Commissione,
- riunisce esperti e funzionari nazionali,
- si riunisce periodicamente o opera per procedura scritta,
- pubblica i propri lavori nel Registro della comitatologia.
Quando non si raggiunge un accordo, il dossier passa al comitato di appello, presieduto dal Segretariato generale della Commissione, dove si tenta una mediazione politica tra Stati.
3. I numeri del 2024: una macchina che lavora insieme
Secondo la recente Relazione della Commissione europea sui lavori dei comitati nel 2024 [COM(2025) 642 final], risultano:
- 368 comitati attivi (erano 334 nel 2023);
- 692 riunioni e 1.211 procedure scritte;
- 2.129 pareri espressi;
- 1.938 atti di esecuzione adottati;
- 67 misure ancora fondate sulla procedura di regolamentazione con controllo.
Gli ambiti più rappresentati:
- Salute e sicurezza alimentare (DG SANTE) – 33 comitati, oltre 1.000 pareri;
- Mercato interno e industria (DG GROW) – 46 comitati, centrali per l’industria verde e digitale;
- Mobilità e trasporti (DG MOVE) – 35 comitati, con oltre 40 atti approvati;
- Giustizia e consumatori (DG JUST) – 32 comitati;
- Fiscalità e dogane (DG TAXUD) – 27 comitati, centrali per la riforma del codice doganale UE.
Ogni cifra rappresenta una sede di confronto fra amministrazioni nazionali, un processo di costruzione collettiva del diritto europeo.
4. Le attività più emblematiche del 2024
Per chi lavora con fondi, politiche e programmi europei, alcuni esempi aiutano a capire come e dove l’Europa prende forma.
Sicurezza alimentare e salute pubblica
Il comitato SANTE ha approvato misure su additivi alimentari, emergenze veterinarie (influenza aviaria, peste suina africana) e benessere animale.
In alcuni casi, il Parlamento europeo ha esercitato il suo diritto di controllo politico ex art. 11 del regolamento comitatologia.
Politiche industriali e mercato unico
Il comitato GROW ha definito gli atti di esecuzione per il marchio CE digitale e la progettazione ecocompatibile dei prodotti.
Ha anche stabilito i criteri per la piattaforma europea dei materiali critici, essenziale per la sicurezza industriale dell’Unione.
Trasporti e mobilità
Il comitato MOVE ha vissuto uno dei rari casi di “nessun parere”, relativo agli obiettivi di performance per la gestione del traffico aereo.
Il dossier è stato rimandato al comitato di appello e poi adottato dalla Commissione, segno di quanto le politiche infrastrutturali restino un terreno di negoziazione tra Stati.
Fiscalità e dogane
Il comitato TAXUD ha adottato atti sulla digitalizzazione delle dogane e sull’applicazione delle sanzioni economiche verso la Russia, garantendo coerenza nell’attuazione delle misure restrittive tra i 27 Stati membri.
Ambiente e Green Deal
Il comitato ENV ha approvato le metodologie per il calcolo dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF) e i criteri di tracciabilità per il regolamento sulla deforestazione (EUDR).
Decisioni tecniche che definiscono la sostenibilità delle catene del valore europee.
5. Un’amministrazione europea, non una burocrazia estranea
La comitatologia è il contrario della retorica sulla “burocrazia di Bruxelles”.
Ogni riunione, ogni voto, ogni atto di esecuzione nasce da un dialogo tra le amministrazioni nazionali.
L’Unione non impone, ma coordina; gli Stati non subiscono, ma partecipano.
È una burocrazia condivisa, dove l’esecuzione delle politiche europee è il frutto di un lavoro collettivo tra Commissione e Stati membri.
Questa cooperazione produce legittimità, ma anche efficienza: le decisioni comuni garantiscono condizioni uniformi e prevedibilità per imprese, enti pubblici e cittadini.
6. Conclusioni: l’Europa che funziona (insieme)
Capire la comitatologia significa guardare oltre le apparenze istituzionali:
l’Unione europea non è un’entità che decide “da sola”, ma una rete amministrativa che decide insieme agli Stati.
Ogni atto approvato in un comitato è un piccolo esercizio di diplomazia tecnica, un compromesso operativo tra culture giuridiche e interessi nazionali.
In un tempo di sfide globali, questa architettura di cooperazione è forse il volto più concreto dell’Europa che funziona: un’amministrazione comune, costruita ogni giorno dagli Stati membri stessi.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell’esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione.
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 55 del 28.2.2011, pagg. 13–18
ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2011/182/oj - Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sui lavori dei comitati nel 2024, doc. COM(2025) 642 del 27 ottobre 2025
Link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52025DC0642 - Commission Staff Working Document, accompanying the Report from the Commission to the European Parliament and the Council on the working of committees in 2024
Documento SWD(2025) 334 final del 27 ottobre 2025
Link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52025SC0334
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione del tema dell’applicazione del diritto UE e dello Stato di diritto, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
8 dicembre 2025. Carta dei diritti UE: perché è decisiva per l’Europa del 2025
22 novembre 2024 – UE e Parlamenti nazionali: relazione 2023
19 gennaio 2024. Democrazia partecipativa: linee guida 2024 della Commissione europea
13 gennaio 2023 – Priorità legislative dell’UE per il biennio 2023-2024
8 luglio 2022 – Conferenza 2021 sul futuro dell’Europa: sfera pubblica europea
11 novembre 2022. Applicazione del diritto UE: vantaggi per cittadini e imprese
7 agosto 2020. L’applicazione del diritto dell’Unione europea in Europa e in Italia nel 2020
19 luglio 2019. Piano d’azione 2019 dell’Unione europea per rafforzare lo Stato di diritto
31 agosto 2018. Programmazione UE 2021-2027: prima i valori europei
27 marzo 2015. “Ignorantia juris non excusat”: l’accesso al diritto dell’Unione europea
