Nel 2015 l’Unione europea ha deciso di dedicare per la prima volta un intero anno alla politica di cooperazione allo sviluppo, proclamando il 2015 Anno europeo per lo sviluppo.
La scelta non è simbolica né occasionale: si colloca in un momento di svolta per le politiche globali di sviluppo e per il ruolo dell’Unione europea nello scenario internazionale.

La cooperazione allo sviluppo come politica strutturale dell’Unione

L’Unione europea fornisce assistenza alla cooperazione allo sviluppo sin dalla sua origine. Già con i Trattati istitutivi del 1957, la dimensione esterna dell’integrazione europea includeva un impegno verso i Paesi in via di sviluppo. Nel corso dei decenni questo impegno si è progressivamente consolidato, fino a diventare una politica autonoma dell’Unione, fondata su una chiara base giuridica.

L’articolo 21, paragrafo 2, del Trattato sull’Unione europea stabilisce che l’azione esterna dell’UE deve contribuire allo sviluppo sostenibile dei Paesi in via di sviluppo, con l’obiettivo primario di eliminare la povertà.
Lo stesso principio è ribadito dall’articolo 208 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che qualifica la riduzione e l’eliminazione della povertà come obiettivo principale della politica di cooperazione allo sviluppo.

Non si tratta, quindi, di un ambito marginale o residuale, ma di una componente strutturale dell’azione dell’Unione, che deve essere coerente con gli impegni internazionali assunti e coordinata con le politiche degli Stati membri.

L’Unione europea nel contesto globale dello sviluppo

Nel panorama internazionale, l’Unione europea e i suoi Stati membri costituiscono il principale donatore mondiale di aiuti pubblici allo sviluppo. Questo ruolo comporta non solo responsabilità finanziarie, ma anche una responsabilità politica e culturale: contribuire alla definizione delle priorità globali e alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.

L’azione dell’Unione si svolge nel rispetto degli impegni assunti in sede multilaterale, in particolare nel quadro delle Nazioni Unite. Dal 2000, la cooperazione allo sviluppo è stata orientata dagli Otto Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), adottati dall’Assemblea generale dell’ONU per combattere la povertà attraverso obiettivi concreti e misurabili.

Il 2015 come anno di bilancio e di passaggio

Il 2015 rappresenta un momento cruciale per almeno tre ragioni convergenti.

In primo luogo, è l’ultimo anno utile per il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio. Dopo quindici anni di attuazione, il 2015 è l’anno in cui la comunità internazionale è chiamata a fare un bilancio dei risultati raggiunti e delle criticità emerse.

In secondo luogo, proprio nel 2015 si aprirà la fase decisiva di definizione dei nuovi obiettivi di sviluppo globali che dovranno sostituire gli OSM nei decenni successivi. La riflessione è già avviata sulla base del documento Un’agenda globale post-2015, elaborato su incarico del Segretario generale delle Nazioni Unite e presentato nel 2013.

Infine, il 2015 è anche l’anno dell’Esposizione universale di Milano, dedicata al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che offre un’occasione unica per collegare il dibattito sullo sviluppo sostenibile alle politiche globali su alimentazione, risorse naturali e diritti fondamentali.

Perché un Anno europeo per lo sviluppo

È in questo contesto che Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea hanno deciso di designare il 2015 come Anno europeo per lo sviluppo.
L’obiettivo non è introdurre nuove politiche, ma rafforzare la consapevolezza pubblica sul ruolo dell’Unione europea nella cooperazione allo sviluppo e sul significato di tali politiche in un mondo sempre più interdipendente.

L’Anno europeo per lo sviluppo è pensato come uno strumento di sensibilizzazione, partecipazione e dibattito, volto a:

  • informare i cittadini europei sulle politiche di sviluppo dell’Unione;
  • promuovere l’educazione allo sviluppo;
  • favorire lo scambio di buone pratiche tra amministrazioni pubbliche, società civile e attori istituzionali;
  • rafforzare il legame tra politiche interne dell’UE e dimensione globale dello sviluppo sostenibile.

In questa prospettiva, la cooperazione allo sviluppo non è riducibile all’aiuto umanitario, ma diventa una leva politica essenziale per affrontare sfide globali che incidono direttamente anche sull’Europa: povertà, disuguaglianze, migrazioni, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale.

Un passaggio strategico per il ruolo globale dell’Unione

La proclamazione del 2015 come Anno europeo per lo sviluppo va dunque letta come un atto politico di consapevolezza.
In un mondo caratterizzato da forti interdipendenze economiche, sociali e ambientali, l’Unione europea afferma che lo sviluppo sostenibile non è un obiettivo esterno o altruistico, ma una condizione essenziale per la stabilità globale e per il futuro stesso dell’Europa.

Il 2015 non è, quindi, un punto di arrivo, ma un anno di passaggio: un momento in cui l’Unione europea è chiamata a riflettere sul proprio ruolo globale e a prepararsi alle scelte strategiche che segneranno la politica di sviluppo dei decenni successivi.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, firmata nel settembre del 2000 dai 191 Stati membri, prevede otto obiettivi da raggiungere entro il 2015:

1. sradicare la povertà estrema e la fame
2. rendere universale l’istruzione primaria
3. promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne
4. ridurre la mortalità infantile
5. migliorare la salute materna
6. combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
7. garantire la sostenibilità ambientale
8. sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

E’ in discussione una “Un’agenda globale post 2015”, predisposta da un gruppo di esperti su incarico del Segretario generale delle Nazioni Unite.


Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione della politica di cooperazione allo sviluppo dell’Unione europea, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
14 febbraio 2025L’Europa e la fragilità globale: una strategia per la stabilità nel rapporto OECD 2025
8 aprile 2022Come assicurare la sicurezza alimentare in Europa e nel mondo in tempo di guerra
4 ottobre 2019Il Fondo europeo di sviluppo e le sue prospettive
7 settembre 2015Il primo “Vertice umanitario mondiale” dell’ONU e la posizione dell’UE