“Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro”: il 2015 proclamato Anno europeo per lo sviluppo
21 Maggio 2014 di Mauro Varotto
L’Unione europea fornisce assistenza per la cooperazione ai Paesi in via di sviluppo sin dalla sua fondazione, dal 1957, e oggi è il principale donatore di aiuti pubblici allo sviluppo a livello mondiale.
L’obiettivo principale della politica di cooperazione allo sviluppo dell’Unione, come previsto dall’articolo 21, prf. 2 del Trattato sull’Unione europea (TUE), è quello di “favorire lo sviluppo sostenibile dei paesi in via di sviluppo sul piano economico, sociale e ambientale, con l’obiettivo primo di eliminare la povertà”. Il concetto è ribadito anche dall’articolo 208 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), dove si legge che: “L’obiettivo principale della politica dell’Unione in questo settore [la cooperazione allo sviluppo] è la riduzione e, a termine, l’eliminazione della povertà”.
La politica dell’Unione si svolge nel rispetto degli impegni e tenendo conto degli obiettivi riconosciuti nel quadro delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali competenti in questo ambito. In particolare, l’Unione contribuisce al raggiungimento degli otto obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), stabiliti nel 2000 dall’ONU, per combattere la povertà con misure concrete.
Il 2015 sarà l’ultimo anno per conseguire gli OSM e sarà anche l’anno in cui fare un bilancio dei risultati raggiunti.
Inoltre, sempre nel 2015, saranno prese importanti decisioni internazionali sui nuovi obiettivi di sviluppo che sostituiranno gli otto attuali nei prossimi decenni, sulla base del documento “Un’agenda globale post 2015”, predisposto da un gruppo di esperti, su incarico del Segretario generale delle Nazioni Unite, e presentato nel maggio 2013.
Infine, ancora nel 2015, si svolgerà l’Esposizione universale “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che si terrà a Milano e fornirà un’opportunità importante per discutere le politiche di sviluppo a livello globale e svolgere attività di sensibilizzazione del pubblico sullo sviluppo sostenibile.
Questi sono, essenzialmente, i motivi che hanno spinto il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea a designare il 2015 come “Anno europeo per lo sviluppo”, un anno di iniziative finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulle politiche dell’Unione a favore dei Paesi in via di sviluppo e sul contributo dell’Unione per garantire uno sviluppo sostenibile su scala mondiale, perché oggi, considerate le interdipendenze globali, la cooperazione allo sviluppo è qualcosa di più del semplice aiuto umanitario.
Tra le iniziative che saranno promosse e sostenute, anche finanziariamente, nel 2015 dall’Unione a livello europeo, nazionale, regionale o locale, la decisione istitutiva dell’Anno europeo per lo sviluppo prevede campagne di comunicazione, conferenze, eventi e iniziative con tutte le parti interessate, per promuovere la partecipazione attiva e il dibattito, e per sensibilizzare l’opinione pubblica a tutti i livelli; iniziative di educazione allo sviluppo, scambio di informazioni e condivisione di esperienze e di buone prassi tra amministrazioni nazionali, regionali o locali e altre organizzazioni; infine, lo svolgimento di studi e indagini e la diffusione dei risultati.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Nell’Unione europea le discussioni sul quadro post-2015 della politica unionale di cooperazione allo sviluppo sono state avviate sulla base dei seguenti documenti:
La Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, firmata nel settembre del 2000 dai 191 Stati membri, prevede otto obiettivi da raggiungere entro il 2015:
1. sradicare la povertà estrema e la fame
2. rendere universale l’istruzione primaria
3. promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne
4. ridurre la mortalità infantile
5. migliorare la salute materna
6. combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
7. garantire la sostenibilità ambientale
8. sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo
E’ in discussione una “Un’agenda globale post 2015”, predisposta da un gruppo di esperti su incarico del Segretario generale delle Nazioni Unite.