La nuova prospettiva dell’Unione europea per l’aiuto umanitario
9 aprile 2021 di Mauro Varotto
La pandemia da Covid-19 sta avendo un impatto senza precedenti nei Paesi in via di sviluppo: ciò rappresenta una sfida per le azioni di aiuto umanitario, sia in termini di nuove esigenze che di nuove risorse.
Il numero di persone nel mondo che nel 2021 avranno bisogno di una assistenza – secondo la stima delle Nazioni Unite – sarà di quasi 235 milioni: si tratta di un picco storico, con un aumento del 40% rispetto al 2020 e un numero quasi triplicato rispetto al 2014, come evidenzia il seguente grafico.
Questi dati possono essere approfonditi nel “Global Humanitarian Overview 2021” dell’OCHA – United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs.
Oltre alla pandemia, concorrono a rendere sempre più difficile l’intervento umanitario conflitti che orientano gli attacchi sempre più contro civili, ospedali e scuole, in palese violazione del diritto internazionale umanitario (International Humanitarian Law – IHL), il quale ha la funzione di limitare gli effetti dei conflitti armati, proteggere i civili ed è anche una condizione preliminare per un aiuto umanitario efficace.
Di fronte a questa situazione e a queste sfide, l’Unione europea – che, assieme ai suoi Stati membri, è il primo donatore umanitario al mondo (circa il 36% dell’assistenza umanitaria globale, in base ai dati OCHA: alla fine dell’articolo riporterò alcune tabelle) – si è posta il problema di definire una nuova prospettiva strategica (new strategic outlook), alla cui analisi è dedicato questo articolo: ho già tracciato un quadro complessivo di questa politica dell’Unione europea nei mesi scorsi, al quale rinvio essendo ancora attuale.
La nuova strategia dell’Unione europea
L’aiuto umanitario dell’UE poggia su una solida base giuridica e su un insieme di principi fondamentali e di obiettivi comuni.
Il consenso europeo sull’aiuto umanitario – che ho presentato in un apposito articolo del blog – rimane il quadro di riferimento per l’azione umanitaria dell’Unione europea.
Insieme al regolamento n. 1257/96 sull’aiuto umanitario, il consenso definisce la natura specifica e il mandato dell’aiuto umanitario: in particolare, sancisce che l’aiuto umanitario dell’Unione è erogato esclusivamente sulla base delle necessità, in linea con i principi e le buone prassi in materia di aiuti umanitari.
In tale contesto giuridico, con una comunicazione del 10 marzo 2021 sull’azione umanitaria dell’UE, significativamente intitolata “Nuove sfide, stessi principi”, la Commissione europea ha stabilito diversi obiettivi chiave per far fronte alle crescenti esigenze umanitarie e sostenere un ambiente migliore per la fornitura di aiuti umanitari:
- continuare a fornire assistenza secondo i principi collaudati dell’aiuto umanitario;
- garantire che gli aiuti umanitari dell’Unione possano essere forniti in modo rapido ed efficiente a chi ne ha bisogno, facendo leva sull’innovazione e sulle capacità;
- promuovere azioni umanitarie flessibili ed efficienti e meccanismi di finanziamento, utilizzando reti di sicurezza basate sul contante, estendendo l’uso di strumenti digitali e ampliando le risorse assegnate ai soccorritori locali;
- affrontare le cause profonde delle crisi collegando meglio le politiche umanitarie, di sviluppo e di pace, in particolare per quanto riguarda le lacune globali in materia di istruzione, salute, sicurezza alimentare, preparazione alle catastrofi e resilienza climatica;
- mobilitarsi per espandere la base di risorse per l’azione umanitaria, rafforzando l’impegno e le alleanze dell’Unione con i paesi donatori tradizionali ed emergenti;
- rafforzare l’impegno e la leadership dell’UE per massimizzare l’impatto sugli aiuti umanitari;
- rafforzare la promozione e il rispetto del diritto internazionale umanitario al centro dell’azione esterna dell’Unione europea, anche attraverso una due diligence rafforzata attraverso gli strumenti esterni dell’Unione stessa.
La comunicazione, infine, definisce – in relazione a ciascun obiettivo chiave – una serie di azioni chiave, dall’aumento del sostegno unionale agli operatori locali al rafforzamento delle dotazioni tecnologiche necessarie per raggiungere in maniera rapida ed efficace coloro che ne hanno bisogno, da nuovi stanziamenti per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici nelle aree più povere del pianeta all’impegno diplomatico per prevenire e mediare nei conflitti locali e diverse altre azioni concrete.
Viene, infine, confermato l’impegno dell’Unione europea di destinare almeno lo 0,7 % del reddito nazionale lordo come aiuto pubblico allo sviluppo.
Le risorse globali ed europee destinate all’aiuto umanitario
In proposito, nel 2020, i principali donatori a livello globale sono stati i seguenti:
All’interno dell’Unione europea, invece, i seguenti sono stati i primi cinque maggiori contributori, sempre nel 2020:
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea sull’azione umanitaria dell’UE: nuove sfide, stessi principi, doc. COM(2021) 110 del 10.3.2021