Il programma politico del nuovo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker
25 luglio 2014 di Mauro Varotto
“Sono convinto che il mio ruolo principale in qualità di candidato alla carica di presidente della Commissione europea sia quello di ricostruire dei ponti nell’Europa post-crisi. Per riguadagnare la fiducia dei cittadini europei. Per incentrare le nostre politiche sulle sfide fondamentali delle nostre economie e delle nostre società. E per rafforzare la legittimità democratica facendo leva sul metodo comunitario “.
Jean-Claude Juncker
Il 15 luglio scorso il Parlamento europeo ha eletto Jean-Claude Juncker alla carica di presidente della Commissione europea per il prossimo quinquennio, sulla base di un programma politico intitolato significativamente: “Un nuovo inizio per l’Europa. Il mio programma per l’occupazione, la crescita, l’equità e il cambiamento democratico”.
Il programma di Jean-Claude Juncker prende le mosse dalla “Agenda strategica per l’Unione in una fase di cambiamento”, adottata dal Consiglio europeo il 26 e 27 giugno 2014 e che ho presentato la scorsa settimana in questo blog: poiché esso costituirà il punto di partenza della programmazione, annuale e pluriennale, dell’Unione europea, una sua lettura risulta importante per conoscere l’evoluzione delle politiche dell’Unione europea nei prossimi anni.
Il programma verte su dieci settori strategici e si fonda su un nuovo approccio, che assicura un più pieno rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità che sono alla base delle relazioni tra l’Unione e i suo Stati membri: l’obiettivo è quello di concentrare l’azione dell’Unione europea sui temi più importanti e strategici e di lasciare agli Stati membri la gestione delle politiche con un impatto meramente “interno”, rispetto alle quali gli Stati membri si trovano nella migliore posizione per agire con efficienza, sia livello nazionale che regionale o locale.
1. Il rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti
La prima priorità di Jean-Claude Juncker è il rafforzamento della competitività in Europa e l’incoraggiamento degli investimenti, che sono finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Dopo aver premesso come la crescita sostenibile “non sia compatibile con montagne di debiti in costante espansione” e che “sono soprattutto le imprese, e non i governi o le istituzioni dell’UE, a creare posti di lavoro”, il programma del nuovo Presidente della Commissione europea prevede, nei primi tre mesi del mandato e nel contesto della revisione della strategia “Europa 2020”, un ambizioso pacchetto di azioni per l’occupazione, la crescita e gli investimenti per i quali saranno stanziati investimenti “aggiuntivi” fino a 300 miliardi di euro nei prossimi tre anni, da destinare a ulteriori investimenti pubblici e privati nell’economia reale, incentrati sulle infrastrutture, in particolare la banda larga, le reti energetiche e le infrastrutture dei trasporti negli agglomerati industriali; sull’istruzione; sulla ricerca e l’innovazione; sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica. Una parte significativa degli stanziamenti dovrà essere destinata a progetti che consentano di garantire posti di lavoro dignitosi ai giovani.
Dove reperire queste risorse aggiuntive? Mediante strumenti finanziari, anche sotto forma di prestiti, quali gli eurobond, o la fornitura di garanzie e aumentando ancora il capitale della Banca Europea per gli Investimenti (BEI).
2. Un mercato unico del digitale connesso
Sfruttare in maniera decisamente migliore le notevoli opportunità offerte dalle tecnologie digitali è la seconda priorità di Jean-Claude Juncker: creare un mercato unico del digitale connesso, significa generare un’ulteriore crescita in Europa che potrà raggiungere i 250 miliardi di euro, con centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani in cerca di occupazione, e promuovere una società dinamica e basata sulla conoscenza.
A tal fine, la Commissione opererà, già nei primi sei mesi di mandato, per superare gli attuali compartimenti stagni creati dalle differenti regolamentazioni nazionali nel settore delle telecomunicazioni (a esempio, abolendo del tutto le tariffe di roaming tra i Paesi dell’Unione), nella legislazione sui diritti d’autore e sulla protezione dei dati, nella gestione delle onde radio e nell’applicazione del diritto della concorrenza; infine, modernizzando e semplificando le norme che disciplinano gli acquisti in linea e digitali dei consumatori.
3. Un’Unione dell’energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici
La terza priorità di Jean-Claude Juncker è riformare e riorganizzare la politica energetica europea per creare una nuova Unione europea dell’energia, diversificando le fonti di approvvigionamento energetico dell’Europa e riducendo l’elevata dipendenza energetica di alcuni Stati membri: gli attuali eventi geopolitici – in Ucraina e in Libia – hanno ricordato che l’Europa dipende eccessivamente dalle importazioni di combustibile e di gas, soprattutto dalla Russia. Per questo motivo, scrive Jean-Claude Juncker nel suo programma: “Se l’energia proveniente dall’Est raggiungerà costi troppo elevati, in termini commerciali o politici, l’Europa dovrà essere in grado di passare repentinamente ad altri canali di approvvigionamento. Se necessario dovremo avere la capacità di invertire i flussi energetici. Dobbiamo altresì aumentare la quota delle energie rinnovabili nel nostro continente, mossi non soltanto dalla volontà di adottare una politica responsabile in materia di cambiamenti climatici, ma, se vogliamo continuare a disporre di energia a prezzi sostenibili nel medio termine, anche da esigenze di politica industriale.”
4. Un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida
La quarta priorità della prossima Commissione europea sarà il completamento del mercato interno dei prodotti e dei servizi, “affinché divenga per le imprese e l’industria europee la rampa di lancio che ne proietterà i successi nell’economia globale, anche per i prodotti agricoli”.
In questo contesto, Jean-Claude Juncker conferma l’obiettivo della nuova politica industriale dell’Unione: riportare al 20% entro il 2020 l’incidenza del settore industriale nel PIL dell’Unione rispetto all’attuale 16% scarso.
Inoltre, conferma la volontà di agire per il completo superamento dei problemi di cui soffre il settore bancario e la promozione degli investimenti privati. Dopo la creazione della vigilanza bancaria unica a livello europeo, la prossima Commissione intende completare le nuove norme europee sulle banche favorendo l’Unione dei mercati dei capitali, al fine di migliorare il finanziamento dell’economia, sviluppando e integrando ulteriormente i mercati dei capitali, in modo da diminuire il costo della raccolta di fondi, soprattutto per le piccole e medie imprese, contribuendo nel contempo a ridurre la fortissima dipendenza dal finanziamento bancario.
Uno dei capisaldi del mercato interno è da sempre la libera circolazione dei lavoratori: la nuova Commissione intende difenderla, favorendo la mobilità dei lavoratori, pur riconoscendo alle autorità nazionali il diritto di contrastare gli abusi e le frodi nelle domande di prestazioni, scongiurando il dumping sociale in Europa: nell’Unione, lo stesso lavoro nello stesso posto dovrebbe essere retribuito allo stesso modo.
Infine, ferma restando la competenza degli Stati membri in materia di regimi fiscali nazionali, Jean-Claude Juncker viole anche intensificare l’impegno di lotta all’evasione e all’elusione fiscali per assicurare che ciascuno versi il giusto contributo e rafforzare le norme dell’Unione di contrasto al riciclaggio di capitali.
5. Un’Unione economica e monetaria più profonda e più equa
“Nel prossimo quinquennio voglio proseguire la riforma dell’Unione economica e monetaria per salvaguardare la stabilità della nostra moneta unica e aumentare, tra gli Stati membri che la condividono, la convergenza delle politiche economiche, di bilancio e del mercato del lavoro”: Jean-Claude Juncker intende, quindi, continuare sulla strada tracciata dal piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita, presentato dalla Commissione europea nel novembre del 2012, lungo due binari:
- nel breve termine, adottare iniziative legislative ed extralegislative per approfondire l’Unione economica e monetaria, proposte atte a incoraggiare il varo di altre riforme strutturali, se necessario mediante ulteriori incentivi finanziari e una capacità mirata di bilancio a livello di zona euro, e una proposta su una rappresentanza esterna più efficace dell’Unione economica e monetari;
- nel medio termine, riequilibrare le modalità con cui i paesi della zona euro in difficoltà ottengono un sostegno condizionato ai fini della stabilità, sostituendo la “troika” con una struttura che abbia maggiore legittimità democratica e debba rispondere maggiormente del suo operato, imperniata sulle istituzioni europee e soggetta a un maggior controllo parlamentare a livello sia europeo sia nazionale.
6. Un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti
Jean-Claude Juncker conferma la volontà di negoziare con gli Stati Uniti d’America un accordo commerciale realistico e equilibrato, in uno spirito di reciproco beneficio e di trasparenza, poiché è un anacronismo che, nel XXI secolo, europei e americani continuino ad imporre dazi doganali gli uni sui prodotti degli altri, dazi che dovrebbero essere aboliti in tempi brevi e in toto.
Il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) potrà spingersi ben oltre, riconoscendo reciprocamente le norme di prodotto o definendo norme di prodotto transatlantiche: tuttavia, la prossima Commissione europea “non sarà disponibile a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale”.
7. Uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia
“L’Unione europea è più di un grande mercato comune: è anche un’Unione di valori condivisi, affermati nei trattati e nella Carta dei diritti fondamentali”: in questo ambito, il nuovo Presidente della Commissione europea intende esercitare tutte le prerogative della Commissione per difendere questi valori condivisi, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. In proposito, sarà conferito ad uno dei Commissari europei la responsabilità specifica della Carta dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto. Questo Commissario sarà altresì incaricato di concludere l’adesione dell’Unione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, obbligo imposto dal trattato sull’Unione europea.
8. Verso una nuova politica della migrazione
Proteggere chi ne ha bisogno attuando una solida politica comune in materia di asilo; promuovere una nuova politica europea sulla migrazione legale per attrarre talenti per gestire meglio le sfide demografiche dell’Unione europea; prendere misure più energiche nei confronti della migrazione irregolare; garantire la sicurezza delle frontiere europee per riuscire a evitare un afflusso incontrollato di migranti illegali; applicare e attuare con determinazione le nuove norme comuni europee onde punire i trafficanti di esseri umani: saranno questi i principali compiti di un Commissario europeo ad hoc, con una competenza speciale per la migrazione, incaricandolo di collaborare con tutti gli Stati membri e con i paesi terzi maggiormente interessati.
9. Un ruolo più incisivo a livello mondiale
“L’Europa deve essere più forte in termini di politica estera. La crisi ucraina e la situazione preoccupante in Medio Oriente dimostrano quanto sia importante che l’Europa sia unita nei confronti del resto del mondo. Ma il cammino per raggiungere questa meta è ancora lungo”: Jean-Claude Juncker intende rafforzare i poteri del prossimo Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il quale dovrà avere la forza e l’esperienza necessarie per combinare gli strumenti nazionali con quelli europei, oltre a tutti i mezzi di cui dispone la Commissione, in modo più efficace che in passato.
L’Europa, inoltre, sarà resa più forte in termini di sicurezza e di difesa: in questo contesto, ricorda il Presidente della Commissione, “l’Europa ha principalmente un potere di persuasione, ma a lungo andare anche il potere di persuasione più forte ha bisogno di un minimo di capacità di difesa integrate. Il trattato di Lisbona consente agli Stati membri che lo desiderano di mettere insieme le loro capacità di difesa sotto forma di cooperazione strutturata permanente. Questo significa che, all’occorrenza, gli Stati membri possono partecipare a missioni congiunte dell’UE nelle zone di crisi, come si sarebbe dovuto fare fin dall’inizio in Mali o in Sud Sudan. Gli Stati membri dovrebbero anche creare maggiori sinergie per gli appalti nel settore della difesa”, poiché nell’Unione europea, più dell’80% degli investimenti nel materiale di difesa viene ancora speso a livello nazionale.
Un tema importante affrontato da Jean-Claude Juncker riguarda l’allargamento dell’Unione europea: ora l’Unione e i suoi cittadini devono “digerire” le 13 nuove adesioni degli ultimi dieci anni e il processo di allargamento deve fermarsi temporaneamente per permetterci di consolidare i risultati ottenuti dall’UE-28.
Per questo, durante il mandato della prossima Commissione europea, i negoziati in corso proseguiranno e i Balcani occidentali, in particolare, dovranno mantenere una prospettiva europea, ma non vi saranno altri allargamenti nei prossimi cinque anni.
10. Un’Unione di cambiamento democratico
Per rendere più democratica l’Unione europea nel suo complesso, il nuovo Presidente della Commissione intende dare nuova vita allo speciale partenariato con il Parlamento europeo, instaurando “un dialogo politico e non tecnocratico” con gli eurodeputati.
Altro tema che sarà affrontato dalla prossima Commissione sarà il miglioramento della trasparenza nei contatti con i portatori d’interessi e i lobbisti, poiché i cittadini hanno il diritto di sapere con chi si confrontano i Commissari, il personale della Commissione, i deputati al Parlamento europeo o i rappresentanti del Consiglio nell’ambito dell’iter legislativo: Jean-Claude Juncker propone pertanto al Parlamento e al Consiglio di elaborare un accordo interistituzionale per la creazione di un registro obbligatorio dei lobbisti, valido per tutte e tre le istituzioni.
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