In Europa vivono, secondo le stime più accreditate, tra i 10 e i 12 milioni di Rom, che costituiscono la più numerosa minoranza etnica del continente.
Circa 6 milioni risiedono nei 28 Stati membri dell’Unione europea e sono, in larga parte, cittadini dell’Unione.
In Italia, secondo la Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti 2012-2020, la popolazione rom e sinta è stimata tra le 130.000 e le 150.000 persone, pari a circa lo 0,2% della popolazione residente.
La Giornata internazionale delle popolazioni Rom, celebrata l’8 aprile, offre l’occasione per riflettere non solo sulle condizioni di vita di queste comunità, ma anche sul ruolo e sulle responsabilità dell’Unione europea in materia di inclusione, uguaglianza e diritti fondamentali.
Chi sono i Rom: una pluralità di comunità
Il termine Rom è comunemente utilizzato nei dibattiti pubblici e nei documenti politici come denominazione generale, ma racchiude in realtà una pluralità di gruppi e identità, accomunati da alcune caratteristiche storiche e culturali, ma diversi per tradizioni, lingue e stili di vita.
Rientrano in questa definizione comunità quali, tra le altre:
rom, sinti, manouche, ashkali, boyash, kalé, travellers, gens du voyage, nonché i caminanti (o “siciliani erranti”), presenti soprattutto in Sicilia.
Alcuni di questi gruppi conducono una vita sedentaria da generazioni; altri mantengono elementi di mobilità. Ridurre questa complessità a un’unica etichetta contribuisce spesso a rafforzare stereotipi e incomprensioni.
Povertà, esclusione e discriminazione
Nonostante in tutti gli Stati membri dell’Unione europea la discriminazione sia formalmente vietata, molti Rom continuano a vivere in condizioni di estrema povertà ed esclusione sociale.
Persistono gravi ostacoli all’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e a un alloggio dignitoso.
Queste condizioni rendono le comunità rom particolarmente vulnerabili, anche rispetto a fenomeni gravi come lo sfruttamento e la tratta di esseri umani.
L’esclusione e la discriminazione che colpiscono molti Rom non sono soltanto un problema sociale: rappresentano una violazione dei valori e delle norme fondamentali dell’Unione europea.
Il quadro giuridico dell’Unione europea
La tutela dei Rom trova un solido fondamento nel diritto primario dell’Unione.
In particolare:
- l’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea (TUE) afferma che l’uguaglianza è uno dei valori fondamentali dell’Unione;
- l’articolo 3, paragrafo 3, TUE impegna l’Unione a combattere l’esclusione sociale e a promuovere la tutela dei diritti del minore;
- l’articolo 10 TFUE impone all’Unione di combattere le discriminazioni fondate, tra l’altro, sulla razza o sull’origine etnica nella definizione e nell’attuazione delle sue politiche;
- l’articolo 19 TFUE consente l’adozione di misure specifiche contro le discriminazioni;
- l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE vieta qualsiasi forma di discriminazione, compresa quella fondata sull’appartenenza a una minoranza nazionale.
Alla luce di questo quadro, l’inclusione dei Rom non è una politica opzionale, ma un obbligo giuridico e politico per l’Unione e per gli Stati membri.
Le politiche europee per l’inclusione dei Rom
A partire dal 2010, l’Unione europea ha progressivamente costruito un quadro strategico comune per l’inclusione sociale ed economica dei Rom.
Con la comunicazione del 2010 “L’integrazione sociale ed economica dei Rom in Europa”, la Commissione ha avviato una strategia di lungo periodo, culminata nel 2011 con l’adozione del Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020.
Il Quadro europeo ha chiesto a tutti gli Stati membri di dotarsi di strategie nazionali o di pacchetti coordinati di misure, oggetto di monitoraggio e valutazione periodici da parte della Commissione europea, con il supporto dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), delle ONG e delle organizzazioni internazionali.
Il caso italiano
In Italia, la Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti 2012-2020 è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2012.
La strategia coinvolge diversi ministeri e gli enti territoriali, ed è coordinata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR).
Essa si inserisce pienamente nel quadro europeo e mira a migliorare le condizioni di vita delle comunità rom nei settori chiave dell’istruzione, dell’occupazione, della salute e dell’alloggio.
Risorse finanziarie e ruolo dei fondi europei
La Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 9 dicembre 2013 ha rafforzato l’impegno degli Stati membri, invitandoli a destinare risorse finanziarie adeguate all’attuazione delle strategie nazionali, attingendo a fonti locali, nazionali, europee e internazionali.
In particolare, la politica di coesione dell’Unione europea prevede che almeno il 20% delle risorse del Fondo sociale europeo sia destinato alla promozione dell’inclusione sociale, alla lotta alla povertà e alla discriminazione, anche attraverso misure rivolte a comunità emarginate come i Rom.
Inclusione, partecipazione e cittadinanza attiva
L’obiettivo ultimo delle politiche europee non è l’assistenza passiva, ma la cittadinanza attiva.
La partecipazione sociale, economica, politica e culturale dei Rom – anche attraverso le loro organizzazioni rappresentative – è considerata una condizione essenziale per il successo delle politiche di inclusione.
Solo un coinvolgimento diretto delle comunità interessate può rendere durature le politiche adottate e contribuire a superare stereotipi, discriminazioni e marginalizzazione.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Sulla politica dell’Unione europea per i Rom si veda il portale dedicato.
- Con il motto “Per i Rom, con i Rom” la Commissione sta svolgendo un programma di attività di comunicazione mirate a contrastare la discriminazione e gli stereotipi contro la popolazione Rom.
- L’ultimo rapporto della Commissione europea sull’attuazione a livello nazionale e locale delle strategie per l’integrazione dei Rom è del 17 giugno 2015: Relazione sull’attuazione del Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom – 2015, COM(2015) 299
- UNAR, Strategia Nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti, e Caminanti 2012-2020, approvata dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2012.
