Il concetto di sicurezza alimentare (Food Security) è stato messo a fuoco nel corso del Vertice mondiale sull’alimentazione, organizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) nel 1996, ed è oggi alla base delle politiche internazionali, europee e nazionali:

“La sicurezza alimentare esiste quando tutte le persone, in ogni momento, hanno l’accesso fisico ed economico al cibo in misura sufficiente, sicura e nutriente, in modo da soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita attiva e sana”.

Posta in questi termini, la sicurezza alimentare è una delle più grandi sfide sociali del nostro tempo.

Nel 2017 erano 821 milioni le persone al mondo che soffrivano la fame, con un nuovo aumento del fenomeno dell’insicurezza alimentare e nutrizionale, dopo che per più di un decennio – anche sulla scia dei risultati del citato Vertice mondiale sull’alimentazione – si era registrata una costante diminuzione. Sempre a livello mondiale, la malnutrizione cronica in età infantile è in calo, nonostante ne risenta tuttora un quarto dei bambini di età inferiore a cinque anni.

Guardando al futuro, le previsioni dicono che, entro il 2050, la popolazione mondiale aumenterà di 2,4 miliardi (dei quali 1,3 miliardi in Africa), arrivando a superare i 9 miliardi di persone, determinando una maggiore concorrenza per le risorse finite, quali sono le risorse naturali, a partire dall’acqua e dal cibo. A tale incremento demografico si accompagneranno i sempre più rapidi effetti dei cambiamenti climatici; conflitti e pressioni crescenti sulle risorse terresti e naturali e sull’approvvigionamento di cibo, acqua ed energia.

Tutte queste sfide, quindi, avranno importanti ripercussioni sulla capacità del sistema agroalimentare di garantire un’alimentazione salutare e nutriente a una popolazione in rapida crescita.

Porre fine alla fame nel mondo entro il 2030: le iniziative internazionali

A livello internazionale, tra i 17 nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS) e i 169 traguardi (Target) a essi associati, dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’OSS 2 è specificatamente mirato a “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile”.

I primi due Target sanciscono i seguenti impegni, da parte degli oltre 150 Stati del mondo che l’hanno approvata il 25 settembre 2015 nell’ambito della Assemblea generale delle Nazioni unite:

2.1       Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e le persone più vulnerabili, tra cui neonati, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno

2.2       Entro il 2030, porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l’arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e le persone anziane

Anche i leader del G7, cioè dei paesi più industrializzati del pianeta, sono impegnati a contribuire a salvare dalla fame e dalla malnutrizione 500 milioni di persone entro il 2030 e, al vertice di Taormina del 2017, hanno deciso di aumentare il proprio sostegno a favore della sicurezza alimentare e nutrizionale e dell’agricoltura sostenibile nell’Africa subsahariana attraverso una serie di azioni, compreso l’aumento dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS).

Infine, per concludere la panoramica dell’impegno internazionale, riconoscendo che la trasformazione rurale rappresenta un processo essenziale per la creazione di posti di lavoro, l’aumento del reddito e il conseguimento della sicurezza alimentare e nutrizionale, nel 2017 i leader del G20 hanno lanciato l’iniziativa per l’occupazione giovanile rurale.

 

Porre fine alla fame nel mondo entro il 2030: le iniziative europee

Il passaggio dagli obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG) agli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 dell’ONU, rispecchia il mutato approccio allo sviluppo globale del pianeta: esso si fonda sullo sviluppo sostenibile e sui diritti umani ed è pienamente coerente con i valori e i principi dell’Unione europea.

Per questo, l’Unione è in prima linea per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU: già dal 2010 si è dotata di una strategia a lungo termine per la sicurezza alimentare nel Paesi in via di sviluppo, i cui progressi sono monitorati ogni due anni; inoltre, dopo la definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, un nuovo accordo in materia di sviluppo è stato approvato da tutti i Paesi dell’Unione europea nel 2017 (il cosiddetto: “Consenso europeo in materia di sviluppo”).

Porre fine alla fame e migliorare lo stato di nutrizione delle persone più vulnerabili costituisce oggi una delle responsabilità fondamentali che si è assunta l’Unione europea nel mondo, anche alla luce della sua strategia globale per la politica estera e di sicurezza che raddoppia gli sforzi europei volti a prevenire i conflitti e a far fronte alle cause di base, come la disuguaglianza, la pressione sulle risorse e i cambiamenti climatici, alla luce dell’impatto di essi sulla desertificazione, il degrado del suolo, la penuria di acqua e le crisi alimentari.

 

I risultati dell’Unione europea nell’ultimo biennio

Come ho anticipato, ogni due anni l’Unione europea analizza i progressi compiuti nell’attuazione delle sue strategie per la sicurezza alimentare e nutrizionale.

La Relazione 2018 mette in risalto, rispetto alla prima e alla seconda relazione, che l’assistenza finanziaria annuale dell’UE e dei suoi Stati membri a favore della sicurezza alimentare e nutrizionale è aumentata del 14,7% dal 2014 e del 24,8% dal 2012, raggiungendo 4,2 miliardi di euro. Questo importo coincide con il 6% degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) erogati nel 2016, ma segna un leggero calo (dell’8% circa) rispetto all’APS del 2012 e del 2014.

In proposito tuttavia, la relazione della Commissione europea sottolinea che molti Stati membri hanno erogato fondi aggiuntivi di gran lunga superiori a tali importi totali, riportati nella seguente tabella di sintesi.

Distribuzione geografica degli aiuti erogati dall'UE e dai suoi Stati membri per la sicurezza alimentare e nutrizionale nel 2012, 2014 e 2016
Distribuzione geografica degli aiuti erogati dall’UE e dai suoi Stati membri per la sicurezza alimentare e nutrizionale nel 2012, 2014 e 2016

 

Una panoramica delle erogazioni, del numero di programmi finanziati, del livello di sostegno erogato e del numero di paesi che ne hanno beneficiato, in relazione alle sei priorità strategiche definite dall’Unione europea nel citato piano strategico del 2010, è riportata nella seguente tabella.

In generale, negli ultimi due anni sono aumentati il numero di programmi e il numero di paesi cui è destinato il sostegno per la sicurezza alimentare e nutrizionale.

La priorità strategica 1, dedicata a “Migliorare la capacità di ripresa dei piccoli agricoltori e i mezzi di sussistenza delle zone rurali”, continua a ricevere la maggior parte del sostegno, nonostante un calo dal 60% al 50%, cui corrispondono aumenti del sostegno per le altre cinque priorità strategiche.

Inoltre, è stata dedicata una forte attenzione alla sensibilità alle questioni di genere e ai contributi per l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’attenuazione degli stessi.

Nel 2016, il 57% del sostegno può essere considerato sensibile alle questioni di genere, il 43% promuove l’adattamento ai cambiamenti climatici e il 16% contribuisce agli sforzi per la loro attenuazione.

Circa il 12% del sostegno complessivo è dedicato alla ricerca, al fine di individuare soluzioni innovative alla sfida della sicurezza alimentare.

 

Indicatori di prestazione sicurezza alimentare 2018
Indicatori di prestazione

 

Alla luce di questi risultati, per i prossimi mesi l’obiettivo dell’Unione europea e dei suoi Paesi membri sarà quello di “mantenere la sicurezza alimentare e nutrizionale al centro della cooperazione allo sviluppo allo scopo di far fronte a questioni sistemiche nel sistema alimentare mondiale e sfide di sviluppo nelle quali il settore alimentare e agricolo riveste un ruolo chiave”.

 

 

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