L’attuale quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea per il periodo 2021-2027 è stato approvato dal Consiglio nel dicembre 2020, assieme allo strumento dell’Unione europea per la ripresa e la resilienza, a sostegno all’economia dopo la crisi da COVID-19, meglio conosciuto come NextGenerationEU.
Tali strumenti hanno messo a disposizione dell’Unione risorse senza precedenti, pari a oltre 2.000 miliardi di euro a prezzi correnti (quindi, rivalutati sulla base di un deflatore annuale fisso del 2%): oltre 1.200 miliardi di euro a valere sulle cosiddette risorse proprie, trasferite dagli Stati membri, cui si sono aggiunti, in via eccezionale e temporanea, 806 miliardi di euro, che l’Unione europea è stata autorizzata a reperire sui mercati dei capitali, mediante l’emissione di prestiti obbligazionari.
A fine 2020, come si ricorderà, la priorità politica dell’Europa era la risposta alla pandemia di COVID-19 e alle sue ripercussioni economiche e sociali.
Uscita dalla pandemia di COVID-19, l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno poi dovuto fare i conti con la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina; la successiva crisi energetica e il conseguente aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse; il moltiplicarsi delle crisi geopolitiche e delle catastrofi naturali, con un forte aumento delle situazioni di emergenza umanitaria e delle pressioni migratorie alle frontiere europee: tutte situazioni imprevedibili al momento dell’accordo sul QFP 2021-2027.
Come è noto, la Commissione europea è intervenuta tempestivamente per far fronte a queste nuove sfide, con tutti gli strumenti e i mezzi a sua disposizione, comprese le risorse di bilancio.
Oggi, tuttavia, i margini di flessibilità offerti dal QFP 2021-2027 e le possibilità di riassegnare e di riprogrammare le risorse disponibili in funzione delle nuove emergenze si sono pressoché esauriti: l’Unione europea non ha i mezzi per affrontare le sfide più urgenti, appena delineate, poiché il 90% del bilancio e di NextGenerationEU è già stato preassegnato per finalità e programmi – anche nazionali – specifici e i margini di flessibilità sono stati quasi interamente utilizzati.
Oltre a ciò, anche i fondi e i programmi esistenti sono già stati ampiamente utilizzati per finanziare le risposte alle nuove sfide.
A esempio, i fondi della politica di coesione sono stati largamente mobilitati per sostenere le persone in fuga dalla guerra in Ucraina e gli Stati membri di accoglienza, con i pacchetti Azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE) e Assistenza flessibile ai territori (FAST-CARE).
Anche alcuni programmi di nuova istituzione sono stati finanziati mediante trasferimenti da programmi già approvati: REPowerEU, che mira ad affrancare l’Unione dai combustibili fossili russi e a far fronte alla crisi climatica; il Programma per una connettività sicura, che risponde alle sempre maggiori minacce ibride e informatiche come pure alle catastrofi naturali; il Regolamento sui chip; il Fondo sociale per il clima; la proposta di regolamento a sostegno della produzione di munizioni (ASAP), tesa ad agevolare il potenziamento della capacità di produzione di munizioni degli Stati membri.
Infine, un problema particolare è rappresentato dal pagamento degli interessi sui prestiti contratti dalla Commissione europea per il finanziamento di NextGenerationEU e che sono posti a carico del bilancio dell’Unione: dal 2022, i mercati finanziari hanno registrato un netto aumento dei tassi di interesse, causato dall’irrigidimento delle politiche monetarie volto a contenere l’inflazione. I costi di finanziamento sono notevolmente aumentati per tutti gli emittenti di obbligazioni: il tasso di interesse sulle obbligazioni dell’Unione europea a 10 anni è aumentato da un sostanziale 0%, al momento della prima emissione per NextGenerationEU nel 2021, a oltre il 3%.
È in questo contesto che la Commissione europea ha presentato una nuova proposta di revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale vigente, per il residuo periodo di programmazione relativo agli anni 2024-2027, proposta, peraltro, che si era già impegnata a formulare entro il 1º gennaio 2024, nell’ambito dell’accordo politico globale sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027 del dicembre 2020.
La proposta di revisione intermedia si compone di una comunicazione esplicativa e un documento interno di lavoro dei servizi della Commissione, contenente un’analisi dettagliata dell’attuazione del QFP 2021–2027, nonché di tre proposte di regolamento, sottoposte all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea, con l’invito ad adottarle in tempo utile per entrare in vigore dal 1° gennaio 2024:
- una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione dello Strumento per l’Ucraina;
- una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP);
- infine, la proposta di modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio, del 17 dicembre 2020, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.
Come di consueto, alla fine dell’articolo riporto i link ai documenti ufficiali della Commissione, di cui descrivo brevemente, qui di seguito, le principali modifiche proposte all’attuale quadro finanziario 2021-2027.
Sostegno risoluto e a lungo termine all’Ucraina: lo strumento per l’Ucraina
Per far fronte alle necessità immediate dell’Ucraina, alla ripresa a breve termine e alla ricostruzione a lungo termine, la Commissione propone un regolamento che istituisce uno strumento per l’Ucraina, uno strumento integrato e flessibile con una capacità massima complessiva fino a 50 miliardi di euro, a prezzi correnti.
Il sostegno sarà erogato sotto forma di prestiti rimborsabili, sostegno a fondo perduto e copertura delle garanzie di bilancio.
La Commissione propone di finanziare tale strumento, in parte, mediante nuovi prestiti, utilizzando i residui margini di manovra del bilancio dell’Unione, in parte, creando una speciale “riserva per l’Ucraina”, quindi, con stanziamenti fuori QFP, a carico degli Stati membri.
Gestione della migrazione, potenziamento dei partenariati con i paesi terzi chiave e risposta alle emergenze
In un contesto di accresciuta instabilità economica e politica mondiale, le tendenze migratorie globali sono in aumento e la pressione migratoria alle frontiere dell’Unione continua a crescere. È, quindi, necessario garantire che il bilancio dell’Unione europea continui a fornire un sostegno finanziario costante per affrontare le cause profonde della migrazione, migliorare la gestione delle frontiere e mantenere partenariati efficaci in materia di migrazione con i paesi terzi, siano essi paesi di origine, di transito o paesi che ospitano un gran numero di rifugiati.
La Commissione europea propone, pertanto, di aumentare i massimali di spesa della rubrica 4 “Migrazione e gestione delle frontiere” e della rubrica 6 “Vicinato e resto del mondo” del QFP, rispettivamente di ulteriori 1.693 milioni di euro e 9.056 milioni di euro per il periodo 2024-2027 (a prezzi costanti del 2018).
Promozione della competitività a lungo termine nelle tecnologie strategiche: la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP)
La crescente concorrenza internazionale richiede che l’Unione europea sia nelle condizioni di fornire una risposta più strutturale alle esigenze di investimento delle sue imprese manifatturiere, attraverso la creazione di una nuova Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP – Strategic Technologies for Europe Platform), finalizzata a contribuire a preservare un vantaggio europeo nel settore delle tecnologie critiche ed emergenti per le transizioni verde e digitale, dalle tecnologie di calcolo, quali la microelettronica, l’informatica quantistica e l’intelligenza artificiale, alla biotecnologia, la biofabbricazione, le tecnologie a zero emissioni nette e altre tecnologie pulite.
In attesa delle proposte legislative relative al nuovo “Fondo per la sovranità europea (European Sovereignty Fund), annunciato dalla Commissione nel piano industriale per le “Net zero Industries” del febbraio scorso, al fine di garantire una rapida erogazione del sostegno finanziario alle proprie industrie, la piattaforma STEP rafforzerà e mobiliterà gli strumenti dell’Unione europea già esistenti, accelerando l’attuazione dei fondi della politica di coesione e massimizzando l’uso di InvestEU, del Fondo per l’innovazione e del Consiglio europeo per l’innovazione, a favore delle tecnologie strategiche europee.
Questo significa rafforzare le dotazioni finanziarie di InvestEU, del Fondo per l’innovazione, del Consiglio europeo per l’innovazione nell’ambito di Orizzonte Europa e del Fondo europeo per la difesa e reindirizzare parte dei fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, che sostiene i Piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) e della politica di coesione.
Per rafforzare la capacità di investimento dedicata specificamente alla promozione degli investimenti STEP, la Commissione propone di assegnare 10 miliardi di euro, a prezzi costanti 2018, ad alcuni programmi mirati, in particolare:
- 3 miliardi di euro a InvestEU, pari a 75 miliardi di euro di investimenti, considerando un tasso di copertura del 40% e un moltiplicatore medio di 10;
- 0,5 miliardi di euro a Orizzonte Europa, integrati da 2,1 miliardi di euro di riassegnazione e utilizzo di importi disimpegnati, per un totale di 13 miliardi di euro di investimenti, con un moltiplicatore medio di 5;
- 5 miliardi di euro al Fondo per l’innovazione, la cui attuazione finora dimostra che possano determinare investimenti per circa 20 miliardi di euro;
- 1,5 miliardi di euro al Fondo europeo per la difesa, che potrebbero tradursi in investimenti fino a 2 miliardi di euro.
Solo sulla base di questi fondi, la STEP potrebbe portare a nuovi investimenti in Europa per un importo stimato di 110 miliardi di euro.
L’architettura della nuova Piattaforma di investimento è esemplificata nel seguente grafico.

Per istituire la STEP e per orientare i finanziamenti esistenti verso progetti di sovranità e accelerare l’attuazione in un sottoinsieme di settori che saranno considerati cruciali per la leadership dell’Europa, la Commissione propone di aumentare i livelli di spesa dei massimali delle rubriche del QFP pertinenti (rubrica 1 “Mercato unico, innovazione e agenda digitale”, rubrica 3 “Risorse naturali e ambiente” e rubrica 5 “Sicurezza e difesa”), rispettivamente, di 4,6, 4,2 e 1,3 miliardi di euro, sempre nel periodo 2024-2027 e a prezzi costanti 2018.
Mantenere l’efficienza dell’amministrazione pubblica europea per realizzare le priorità politiche dell’UE
Infine, le risorse stanziate per l’amministrazione europea (rubrica 7 del QFP, dove vi sono anche gli stipendi del personale) sono sottoposte a forti pressioni a causa dei compiti supplementari affidati all’Unione, dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione elevata. Le numerose iniziative introdotte negli ultimi due anni hanno conferito all’Unione importanti compiti nuovi rispetto all’inizio dell’attuale quadro finanziario pluriennale, senza un corrispondente aumento del personale. La Commissione europea ha compiuto sforzi eccezionali per ridurre i costi amministrativi e intende continuare ad applicare modifiche strutturali. Dal 2019 ha riassegnato più di 900 posti internamente, anche attraverso un notevole sforzo per ammodernare i servizi esistenti, snellendoli e aumentandone l’efficienza, ma le possibilità di risparmio sono ora esaurite.
Pertanto, per adempiere agli obblighi giuridici delle Istituzioni europee e assolvere le responsabilità supplementari affidate dai co-legislatori alla Commissione, sarebbe necessario aumentare di 1,9 miliardi di euro, sempre a prezzi costanti 2018, il massimale della rubrica 7 del QFP.
Queste nuove iniziative si tradurrebbero, per la Commissione, in 600 posti supplementari in organico fino al 2027 che, considerando anche le altre Istituzioni, salirebbero a 885 posti di lavoro aggiuntivi.
La proposta di nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027
In conclusione, la nuova proposta di regolamento che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 prevede, a prezzi costanti 2018, un incremento di 23,3 miliardi di euro degli impegni di spesa, nel quadro dei massimali previsti dalla decisione “risorse proprie” del 14 dicembre 2020, ratificata da tutti gli Stati membri.
La seguente tavola riepiloga la proposta della Commissione, ora al vaglio dei co-legislatori, Parlamento e Consiglio, e che dovrebbe essere approvata entro il 2023.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Comunicazione della Commissione europea, Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021–2027, doc. COM(2023) 336 del 20.06.2023
- Documento di lavoro che accompagna la Comunicazione della Commissione europea, Revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale 2021 – 2027, doc. SWD(2023) 336 del 20.06.2023
- Commissione europea, Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce lo strumento per l’Ucraina, doc. COM (2023) 338 del 20.06.2023
- Commissione europea, Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (“STEP”) e modifica la direttiva 2003/87/CE e i regolamenti (UE) 2021/1058, (UE) 2021/1056, (UE) 2021/1057, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) 2021/1060, (UE) 2021/523, (UE) 2021/695, (UE) 2021/697 e (UE) 2021/241, doc. COM (2023) 335 del 20.06.2023
- Commissione europea, Proposta di Regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, doc. COM(2023) 337 del 20.06.2023
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
26 febbraio 2021. Le nuove risorse proprie UE 2021-2027 per il piano europeo per la ripresa
19 febbraio 2021. Dai programmi settoriali 2021-2027 ai progetti: i bandi UE per il 2021
12 febbraio 2021. La ripartizione delle risorse UE tra i programmi di spesa 2021-2027
1° gennaio 2021. Inizia il ciclo di programmazione 2021-2027 dell’Unione europea
24 luglio 2020. Priorità politiche, programmi e risorse dell’Unione europea 2021-2027: l’accordo politico
