“I recenti eventi estremi, quali incendi boschivi, siccità, inondazioni e ondate di calore mortali, registrati sia in Europa che nel resto del mondo, hanno dimostrato che le conseguenze dei cambiamenti climatici colpiscono le nostre società in modo più grave e più rapido di quanto previsto dalla comunità scientifica”.
Inizia in questo modo la comunicazione della Commissione europea che detta le linee guida relative alla seconda generazione di strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici, dopo la prima esperienza avviata dal 2013 e che ha portato tutti gli Stati membri dell’Unione a dotarsi, entro il 2020, di strategie di adattamento globali, pur con notevoli differenze in termini di portata, risultati e modalità di attuazione.
L’Italia dispone di una “Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (SNAC)”, approvata con decreto direttoriale n. 86 del 16 giugno 2015 dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Inoltre, grazie ai risultati di un progetto cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea, la Conferenza delle Regioni ha condiviso le “Linee guida per le strategie regionali di adattamento ai cambiamenti climatici 2020” elaborate nell’ambito del progetto “Life Master Adapt”, promosso dalle Regioni Lombardia e Sardegna, assieme a un partenariato tecnico-scientifico e istituzionale composto, oltre che dalle due Regioni citate, da ISPRA, Università di Sassari, Università IUAV di Venezia, Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Coordinamento Agende 21 Locali italiane e Ambiente Italia srl.
Su questa base, all’inizio del 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha elaborato un “Piano nazionale di adattamento (PNACC)”.
Nel frattempo, tuttavia, per rispondere al rapido evolversi della situazione e stimolare cambiamenti strutturali, la Commissione europea il 24 febbraio 2021 ha adottato una nuova strategia dell’Unione europea di adattamento ai cambiamenti climatici, nella quale ha delineato obiettivi ancor più ambiziosi ed è stata estesa a nuovi settori e nuove priorità con l’obiettivo di contribuire alla transizione europea verso la resilienza climatica.
Inoltre, a luglio 2021 è entrata in vigore la nuova normativa europea sul clima: mentre gli obblighi stabiliti in precedenza dal regolamento sulla governance in merito all’adattamento erano di natura principalmente procedurale, la vigente normativa sul clima sancisce un vero e proprio “dovere” di adattamento, introducendo in particolare l’obbligo di assicurare il costante progresso nel miglioramento delle capacità di adattamento, nel rafforzamento della resilienza e nella riduzione della vulnerabilità ai cambiamenti climatici, in conformità dell’articolo 7 dell’accordo di Parigi del 2015 che stabilisce un obiettivo di adattamento a livello mondiale.
Infatti, il regolamento (UE) 2018/1999 dell’11 dicembre 2018 sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima affronta l’adattamento ai cambiamenti climatici in due modi. Innanzitutto, stabilisce gli obblighi di comunicazione per gli Stati membri in materia di adattamento ai cambiamenti climatici. In secondo luogo, nel quadro dei piani nazionali integrati per l’energia e il clima, impone agli Stati membri di definire, se del caso, altri obiettivi e traguardi, compresi, tra l’altro, quelli di adattamento.
La citata nuova normativa sul clima, inoltre, contiene disposizioni relative alle strategie e ai piani di adattamento nazionali (accanto a quelli a livello dell’Unione) ed esplicita le aspettative in merito alla qualità delle politiche di adattamento e ai loro risultati. Inoltre, richiede alla Commissione europea di valutare periodicamente la compatibilità delle misure nazionali pertinenti con il conseguimento di progressi in termini di adattamento e formulare raccomandazioni qualora ritenga che le misure adottate da uno Stato membro non siano adeguate ad assicurare i progressi nel miglioramento delle capacità di adattamento, nel rafforzamento della resilienza e nella riduzione della vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
In linea con tale nuovo quadro politico e legislativo, pertanto, la Commissione europea ha di recente indirizzato agli Stati membri orientamenti in materia di strategie e piani di adattamento, in particolare finalizzati a:
- sostenere gli Stati membri nella revisione delle loro strategie di adattamento e nell’elaborazione/revisione dei loro piani di adattamento per far fronte alle sfide in materia di adattamento che si trovano a gestire, tenendo conto delle differenze tra le strutture amministrative e dei percorsi di pianificazione dell’adattamento che hanno già intrapreso;
- evidenziare le caratteristiche principali che sono essenziali per realizzare una politica di adattamento e risultati di qualità. Poiché gli impatti dei cambiamenti climatici richiedono una risposta più sistemica e urgente, le strategie e i piani di adattamento che non includono tutti i settori di intervento e non sono integrati nel processo decisionale a tutti i livelli non sono più strumenti sufficienti allo scopo. Pertanto, i principi stabiliti a livello europeo si applicano al quadro generale delle politiche nazionali di adattamento, mentre le strategie e i piani di adattamento a livello nazionale sostengono il conseguimento di risultati efficaci in materia di adattamento;
- fornire un esempio di modello che delinei la struttura della strategia e agevoli l’accesso a tali strategie e il confronto tra di esse e garantire una panoramica comparabile del grado di preparazione e delle azioni pianificate a livello europeo;
- rafforzare la politica di adattamento con nuovi settori di intervento e nuove priorità.
In più, lo strumento di sostegno all’adattamento, sviluppato e gestito dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), fornisce maggiori dettagli e buoni esempi di principi, processi e opzioni di attuazione per andare oltre il campo di applicazione degli orientamenti forniti dalla Commissione europea.
Infine, in collaborazione con le autorità regionali di tutta Europa, è in corso lo sviluppo di percorsi concreti di adattamento e dimostrazioni di soluzioni trasformative attraverso la missione di Orizzonte Europa sull’adattamento ai cambiamenti climatici, avviata nel settembre 2021. La Missione ha l’obiettivo, entro il 2030, di sostenere almeno 150 regioni e comunità europee verso la resilienza climatica, promuovere lo sviluppo di soluzioni innovative per adattarsi ai cambiamenti climatici e incoraggiare le regioni, le città e le comunità a guidare la trasformazione della società: a oggi, vi hanno aderito 308 autorità regionali e locali, di cui 291 da 25 paesi dell’Unione, e altre 17 parti di paesi terzi associati o potenzialmente associati al programma quadro.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Orientamenti in materia di strategie e piani di adattamento degli Stati membri, in GU UE C 264 del 27.7.2023
Commissione europea, Plasmare un’Europa resiliente ai cambiamenti climatici – La nuova strategia dell’UE di adattamento ai cambiamenti climatici, doc. COM(2021) 82 del 24.2.2021
