Le piccole e medie imprese (PMI) sono fondamentali per il tessuto economico e sociale europeo: lo conferma l’edizione 2023 del “Rapporto annuale sulle prestazioni delle PMI europee”, pubblicato il 27 giugno scorso, che fornisce dati aggiornati anche sull’Italia.

A livello europeo le PMI sono 24 milioni, di cui 3,7 milioni in Italia: sia a livello europeo che nazionale, esse rappresentano oltre il 99% di tutte le imprese (in Italia addirittura il 99,9%); offrono i due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e sono profondamente radicate nelle comunità locali, in particolare nelle zone rurali. Esse producono più della metà del valore aggiunto del settore commerciale non finanziario dell’Unione europea (in Italia circa il 63%, pari a 591,4 miliardi di euro) e sono la fucina europea dell’innovazione.

Le PMI hanno ricevuto un’attenzione costante nella politica della Commissione europea, e ancor più dall’avvio della strategia per le PMI del 2020, che ho descritto in un precedente articolo.

Nell’ambito dell’attuale quadro finanziario pluriennale (2021-2027) e di NextGenerationEU, la Commissione prevede che saranno resi disponibili per le PMI oltre 200 miliardi di euro, a titolo dei suoi vari programmi di finanziamento.

In un periodo caratterizzato dal susseguirsi di diversi momenti di crisi la ripresa e la resilienza durature delle PMI hanno rappresentato una priorità chiave della programmazione europea.

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), che finanzia i Piani nazionali di Ripresa e Resilienza, fornisce un sostegno alle PMI senza precedenti di importo pari a fino a 45 miliardi di euro, oltre a un totale di 65 miliardi di euro stanziati nell’ambito dei fondi della politica di coesione.

Le PMI sono state altresì le principali beneficiarie dello strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE), volto a proteggere i posti di lavoro e i redditi colpiti dalla pandemia di COVID-19.

Inoltre, gli interessi delle PMI sono stati al centro dei quadri temporanei per gli aiuti di Stato della Commissione europea relativi all’emergenza Covid-19 e all’aggressione della Russa contro l’Ucraina, che consente agli Stati membri di fornire il sostegno necessario alle imprese in difficoltà, garantendo, nel contempo, parità di trattamento e limitando le indebite distorsioni della concorrenza che pregiudicherebbero il mercato unico.

Una serie di azioni ha permesso alle PMI europee di cogliere le nuove opportunità di mercato offerte dalle transizioni verde e digitale e dalla cooperazione intersettoriale e transfrontaliera: dall’istituzione di 150 poli dell’innovazione digitale in tutto il continente alla creazione di una rete di consulenti in materia di sostenibilità per le PMI nell’ambito della rete Enterprise Europe; dall’avvio di percorsi di transizione verde e digitale per gli ecosistemi industriali europei (Transition pathways), alla proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica del 14 marzo 2023 che, una volta approvata, consentirebbe agli Stati membri di applicare misure di controllo dei prezzi alle PMI e ai consumatori durante le crisi energetiche; dal sostegno per consentire alle PMI un accesso equo ai dati, oggetto di una proposta di regolamento del 23 febbraio scorso, alla mobilitazione di capitale di rischio per le start-up e le PMI in settori strategici come lo spazio (quasi 700 milioni di euro del “Fondo di investimento CASSINI” sono destinati ai fondi di capitale di rischio per investimenti nel settore spaziale, che consentono di mobilitare almeno 1,5 miliardi di euro di capitale di rischio totale per le start-up e le PMI); dal rafforzamento dell’internazionalizzazione, mediante lo stanziamento di un miliardo di euro nell’ambito del Programma per il Mercato unico, e del commercio internazionale (tutti i nuovi accordi commerciali dell’Unione europea includono capitolo dedicati alle PMI per espanderne l’attività nei mercati extra-UE), al potenziamento delle opportunità commerciali attraverso il Global Gateway fino alla protezione dei beni di proprietà intellettuale nel piano di azione del 25 novembre 2020 sulla proprietà intellettuale che aiuta le imprese, in particolare le PMI, a sfruttare al meglio le proprie invenzioni e creazioni.

Le esigenze delle PMI, quindi, sono state al centro dell’attenzione in tutti i lavori della Commissione europea e, tuttavia, tali imprese si trovano ancora a dover affrontare grandi incertezze, limitazioni dell’offerta, carenza di forza lavoro e una concorrenza non sempre leale.

La volatilità e l’imprevedibilità dell’attuale contesto economico hanno reso più difficile l’attività delle PMI. In alcuni momenti del 2021 e 2022 esse hanno incontrato difficoltà ad assumere nuovo personale per soddisfare un forte rialzo della domanda.

Hanno inoltre dovuto far fronte a un aumento dei costi dell’energia causato dalla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, mentre il rapido aumento dei prezzi delle materie prime ha esercitato ancora più pressione sulle piccole imprese. Anche l’aumento dei tassi di interesse ha reso più oneroso l’acceso delle PMI ai finanziamenti.

Tali condizioni avverse sono destinate a persistere anche nei prossimi anni.

Per questo, è essenziale che l’Unione europea e gli Stati membri continuino a sostenere le PMI, aiutandole a consolidare la loro ripresa e a sfruttare appieno il loro potenziale, di modo che tutte le PMI – dal piccolo negozio di alimentari all’albergo a conduzione familiare fino alle start-up nei settori più avanzati della tecnologia – possano continuare a contribuire alla prosperità a lungo termine dell’Europa.

La Commissione europea, quindi, ha preparato un nuovo pacchetto di aiuti per le PMI con lo scopo di fornire un sostegno a breve termine, promuoverne la competitività e la resilienza a lungo termine e favorire un contesto imprenditoriale equo e propizio per le PMI.

Questo pacchetto, descritto in una comunicazione della Commissione del 12 settembre, intitolata “Pacchetto di aiuti per le PMI”, include:

  • revisione delle norme sui ritardi di pagamento, sostituendo l’attuale direttiva sui ritardi di pagamento con un regolamento che prevede termini massimi di pagamento vincolanti di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali. Il regolamento renderà automatico il pagamento di commissioni di risarcimento e di interessi in caso di ritardi di pagamento;
  • una proposta di direttiva sulla semplificazione fiscale per le PMI che istituisce un sistema di tassazione in base alla sede centrale per le PMI;
  • una serie di ulteriori 17 misure per agevolare le PMI, migliorare l’accesso ai finanziamenti e a una forza lavoro qualificata e fornire sostegno alle PMI lungo tutto il loro ciclo di vita.

La comunicazione è accompagnata dalla prima relazione che valuta l’attuazione dello Sportello digitale unico (Single Digital Gateway – SDG), istituito per dare accesso a informazioni amministrative e normative attendibili, procedure online e servizi di assistenza a tutti i livelli della pubblica amministrazione, e da una prima revisione preliminare del regolamento sulle relazioni piattaforme on line-imprese, il regolamento (UE) 2019/1150 (“regolamento P2B”), che stabilisce norme per la creazione di un contesto commerciale equo, trasparente e prevedibile, in particolare per le imprese più piccole e gli operatori sulle piattaforme online.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Comunicazione della Commissione europea, Pacchetto di aiuti per le PMI, doc. COM (2023) del 12.09.2023

Commissione europea, Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, doc. COM (2023) 533 del 12.09.2023

Commissione europea, Proposta di DIRETTIVA DEL CONSIGLIO sulle imprese in Europa: quadro normativo per l’imposizione sul reddito (BEFIT), doc. COM (2023) 532 del 12.09.2023

Commissione europea, Proposta di DIRETTIVA DEL CONSIGLIO che istituisce un sistema fiscale delle sedi centrali per le micro, piccole e medie imprese e modifica la direttiva 2011/16/UE, doc. COM (2023) del 12.09.2023528