In che direzione si sta muovendo la ricerca europea? Questo articolo analizza i principali segnali strategici emersi dalle recenti comunicazioni della Commissione europea e dal Consiglio, individuando le traiettorie che guideranno Horizon Europe e lo Spazio europeo della ricerca (ERA) fino al 2027 e oltre. Un contributo approfondito per comprendere le sfide e le opportunità che attendono università, centri di ricerca, imprese e decisori pubblici.

Introduzione

Nel 2025, l’Unione europea si trova a metà del percorso di attuazione del programma quadro per la ricerca e innovazione Orizzonte Europa (2021-2027), in un contesto geopolitico e tecnologico profondamente mutato rispetto a quello che ne aveva ispirato l’adozione. La doppia transizione verde e digitale, la pressione della concorrenza internazionale, le sfide legate alla sicurezza economica e all’autonomia strategica, nonché le tensioni globali sul piano scientifico e tecnologico, impongono un ripensamento della politica europea della conoscenza.

In questo scenario si collocano tre documenti strategici fondamentali pubblicati tra aprile e maggio 2025:

  • la Comunicazione COM(2025) 189 final, che presenta i risultati della valutazione intermedia di Orizzonte Europa, offrendo un bilancio dei primi tre anni di attuazione del programma;
  • la Comunicazione COM(2025) 298 final, contenente la relazione annuale sulle attività dell’Unione europea in materia di ricerca e sviluppo tecnologico nel 2024, come previsto dall’articolo 249 del TFUE;
  • la Comunicazione COM(2025) 62 final, che lancia la nuova agenda strategica per lo Spazio europeo della ricerca (ERA/SER) 2025-2027, accompagnata dalla relativa raccomandazione adottata dal Consiglio il 23 maggio 2025.

Questi documenti non vanno letti separatamente, ma integrati tra loro assieme alla Raccomandazione del Consiglio sul Patto per la ricerca e l’innovazione in Europa (doc. 14136/21), che fornisce il quadro politico generale entro cui si colloca l’Agenda strategica ERA 2025–2027 e che ho presentato in un precedente articolo del blog, al quale rinvio.

Essi costituiscono l’ossatura del quadro strategico e operativo della R&I europea per il prossimo triennio, tracciando priorità, individuando strumenti e riforme, suggerendo traiettorie d’intervento per tutti gli attori coinvolti: istituzioni europee e nazionali, enti pubblici di ricerca, università, imprese, regioni, fondazioni e stakeholder intermedi.

Obiettivo del presente articolo è offrire una lettura analitica, sistemica e documentata dei contenuti emergenti da tali documenti, individuando cinque segnali strategici che aiutano a comprendere a che punto è arrivata la ricerca europea, e dove è destinata ad evolversi nel breve e medio periodo.

Segnale 1 – Un programma “eccellente” sotto pressione: Horizon Europe tra impatto e criticità

Il primo segnale riguarda l’equilibrio complesso tra l’ambizione di Orizzonte Europa e le tensioni derivanti dalla sua attuazione. La valutazione intermedia presentata dalla Commissione europea attraverso la Comunicazione COM(2025) 189 final restituisce un quadro quantitativamente positivo ma qualitativamente impegnativo.

Risultati conseguiti:

  • sono stati finanziati 15.121 progetti per un totale di 43,14 miliardi di euro;
  • le PMI rappresentano oltre il 25% dei partecipanti;
  • il ritorno stimato è di 11 euro di PIL per ogni euro investito;
  • l’attività scientifica generata ha portato a oltre 6.900 pubblicazioni peer-reviewed e 124 diritti di proprietà intellettuale.

Criticità emerse:

  • eccesso di domanda qualificata: meno del 30% dei progetti valutati positivamente riceve effettivamente un finanziamento;
  • disparità nella partecipazione: persistono divari tra vecchi e nuovi Stati membri, tra centri consolidati e attori emergenti;
  • complessità amministrativa: nonostante le semplificazioni introdotte, i costi burocratici restano elevati.

Risposte e correttivi

La Commissione prevede una serie di misure correttive:

  • generalizzazione del modello a somma forfettaria (lump sums), che supererà il 50% del budget entro il 2027;
  • diffusione delle call in due fasi e introduzione della valutazione anonima (blind evaluation);
  • potenziamento delle sinergie tra Horizon Europe e gli altri strumenti finanziari (NextGenerationEU, fondi strutturali, InvestEU);
  • Maggiore focalizzazione su bandi aperti e capaci di attrarre innovazione radicale.

La Commissione europea promuove, inoltre, l’adozione sistematica dei cosiddetti pathways to impact, ossia percorsi progettuali capaci di collegare ex ante l’attività di ricerca a effetti attesi sul piano economico, sociale, ambientale e normativo. Tale approccio rafforza il ruolo trasformativo di Horizon Europe, superando una logica meramente esecutiva o quantitativa della performance.

Il programma continua a essere considerato uno strumento di riferimento per la politica della conoscenza in Europa, ma necessita di un aggiustamento di scala e governance per essere sostenibile sul piano sistemico.

Segnale 2 – Governance, coerenza e rilancio dello Spazio europeo della ricerca (ERA)

Uno dei segnali più rilevanti emersi nel 2025 è la definizione della nuova agenda strategica per lo Spazio europeo della ricerca (ERA) per il triennio 2025-2027, che mira a rendere più integrato, efficace e coeso l’ecosistema della R&I in Europa. La Comunicazione COM(2025) 62 final, congiuntamente alla Raccomandazione del Consiglio del 23 maggio 2025, fissa una serie articolata di priorità strategiche.

Le direttrici strategiche dell’ERA 2025-2027:

  1. rafforzare la dimensione della sovranità scientifica e tecnologica europea, attraverso il sostegno alle tecnologie abilitanti, la gestione del rischio scientifico e la riduzione della dipendenza da Paesi terzi;
  2. integrare la R&I con le politiche industriali, ambientali e sociali, favorendo approcci mission-oriented e policy-driven;
  3. garantire coerenza tra le politiche di finanziamento, promuovendo sinergie tra Horizon Europe, politica di coesione, strumenti di investimento e fondi nazionali;
  4. consolidare l’attrattività dell’ERA mediante una revisione dei modelli di carriera, maggiore parità di genere, inclusione e scienza aperta;
  5. governare meglio, potenziando il ruolo della Commissione, dei Comitati ERA e della piattaforma comune per il monitoraggio (ERA Policy Platform).

Strumenti di implementazione:

  • ERA Policy Agenda 2025-2027: articolata in azioni chiave, con indicazione dei soggetti responsabili, cronoprogramma e indicatori;
  • ERA Scoreboard: quadro comune di monitoraggio per misurare i progressi nazionali;
  • ERA Action Plans nazionali: richiesti agli Stati membri per personalizzare l’attuazione delle priorità europee in coerenza con le specificità territoriali.

Collegamenti con Horizon Europe

La nuova ERA si propone di rafforzare il pilastro I di Horizon Europe, dedicato all’eccellenza scientifica, attraverso:

  • la valorizzazione del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC);
  • il potenziamento delle Marie Skłodowska-Curie Actions (MSCA);
  • lo sviluppo delle infrastrutture di ricerca europee, anche in chiave di apertura e accessibilità transnazionale.

A supporto di tali azioni, la Commissione ha avviato il rafforzamento della ERA Policy Platform, piattaforma digitale interattiva per il monitoraggio congiunto, la condivisione delle buone pratiche e il peer review volontario delle politiche nazionali di R&I.

Implicazioni operative

Le nuove regole di governance dell’ERA implicano un rafforzamento delle responsabilità nazionali e regionali. Le autorità pubbliche sono chiamate a integrare i piani d’azione ERA con i programmi operativi finanziati con fondi strutturali, mentre università ed enti pubblici di ricerca devono allineare le proprie strategie istituzionali agli obiettivi europei.

Questa agenda, più strutturata e misurabile rispetto alle precedenti, rappresenta un tentativo ambizioso di dare concretezza all’integrazione dello Spazio europeo della ricerca e, più in generale, di rafforzare il posizionamento dell’UE come potenza scientifica globale.

Segnale 3 – Transizione verde, transizione digitale e autonomia strategica

Il terzo segnale strategico è rappresentato dall’intreccio sempre più stretto tra politiche di ricerca e innovazione, da un lato, e le transizioni gemelle verde e digitale, dall’altro, in un quadro che include esplicitamente l’obiettivo dell’autonomia strategica aperta dell’UE. Questa triplice dimensione emerge in modo trasversale nei tre documenti esaminati e orienta una parte crescente della programmazione di Horizon Europe e delle agende ERA.

Ricerca e innovazione per il Green Deal europeo

Orizzonte Europa è il principale strumento dell’UE per sostenere le traiettorie di decarbonizzazione, economia circolare, tutela della biodiversità e sostenibilità agroalimentare. La relazione annuale COM(2025) 298 final documenta che:

  • circa il 35% del budget complessivo è allocato a obiettivi climatici;
  • sono stati finanziati progetti in settori emergenti quali il carbonio blu, le biofabbriche, i passaporti digitali dei prodotti, le soluzioni basate sulla natura;
  • particolare attenzione è dedicata alle Hydrogen Valleys e al SET Plan rivisto, integrato nell’Agenda ERA 2025-2027.

Strategia digitale e innovazione tecnologica

La dimensione digitale è affrontata come infrastruttura abilitante per l’intero sistema europeo della conoscenza. I principali assi d’intervento comprendono:

  • GenAI4EU: iniziativa per la promozione dell’intelligenza artificiale generativa per scopi industriali e scientifici;
  • Libro bianco sulle infrastrutture digitali: pubblicato nel 2024, delinea la necessità di rafforzare connettività, edge/cloud computing e data spaces per scopi scientifici;
  • Heritage Cloud: infrastruttura di dati interoperabili per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale europeo;
  • AI Act e AI4Science: l’ERA 2025-2027 prevede una strategia dedicata all’impiego dell’IA nei processi scientifici (modellizzazione, scoperta automatica, peer review).

Sicurezza economica e sovranità tecnologica

Alla luce delle attuali fragilità delle catene del valore globali e delle crescenti tensioni geopolitiche, la R&I europea assume un ruolo strategico nella costruzione dell’autonomia tecnologica. Tra le azioni rilevanti:

  • introduzione di una piattaforma per la due diligence strategica nei partenariati scientifici, per garantire coerenza con gli interessi dell’UE;
  • sviluppo di tecnologie dual use in raccordo con le iniziative del pilastro III (European Innovation Council) e il White Paper sulla Difesa Europea – Readiness 2030;
  • sostegno alle tecnologie critiche (quantum, semiconduttori, biotecnologie) e alle startup deep tech attraverso lo STEP (Strategic Technologies for Europe Platform) e il programma InvestEU;
  • a fianco di STEP, un ruolo crescente è assunto dagli Important Projects of Common European Interest (IPCEI), che consentono di mobilitare investimenti pubblici e privati su tecnologie strategiche (quantum, idrogeno, microelettronica), con il supporto coordinato della Commissione e degli Stati membri;
  • estensione delle missioni UE a nuovi ambiti strategici, tra cui la resilienza energetica, la sicurezza alimentare e la cybersicurezza.

Implicazioni intersettoriali

Il rilievo assunto da queste priorità comporta un progressivo superamento della separazione tra ricerca fondamentale e ricerca applicata. Horizon Europe evolve verso una configurazione mission-oriented e sistemica, in cui i consorzi di ricerca sono sempre più tenuti a considerare l’impatto economico, ambientale e sociale delle loro attività. Le sinergie tra ricerca, innovazione e industrializzazione diventano un criterio guida, sostenuto da piattaforme multi-attore, partenariati pubblico-privati e finanziamenti blended.

Questa integrazione tra ricerca e strategie macroeconomiche conferisce a Horizon Europe un ruolo determinante nel promuovere non solo l’eccellenza scientifica, ma anche la resilienza strutturale dell’Unione europea.

Segnale 4 – Verso un nuovo ecosistema della ricerca: carriere, valutazione, integrità

Il quarto segnale strategico riguarda la trasformazione profonda dell’ecosistema della ricerca europea, con particolare riferimento alla valutazione della ricerca, alla gestione delle carriere dei ricercatori e al rafforzamento dell’integrità scientifica. Questi aspetti, un tempo considerati marginali, sono oggi riconosciuti come condizioni abilitanti per la competitività e la sostenibilità del sistema europeo della conoscenza.

Riforma della valutazione della ricerca: dalla quantità alla qualità

Uno dei principali strumenti promossi a livello europeo è l’iniziativa CoARA (Coalition for Advancing Research Assessment), lanciata nel 2022 e sostenuta dalla Commissione europea. CoARA rappresenta oggi l’architrave della nuova strategia europea per il superamento di modelli valutativi esclusivamente basati su indicatori bibliometrici (es. Impact Factor, h-index), a favore di approcci qualitativi, contestualizzati e orientati all’impiego dei risultati.

In vari Paesi europei – tra cui l’Italia – sono nate le CoARA communities nazionali, che riuniscono università, enti di ricerca e agenzie di finanziamento impegnati ad attuare localmente i principi condivisi della riforma valutativa europea.

La nuova agenda ERA 2025-2027 integra pienamente questi principi, promuovendo:

  • la definizione di quadri di riferimento condivisi per la valutazione della ricerca, delle istituzioni e delle carriere;
  • l’adozione di criteri narrativi e multidimensionali, con riconoscimento della diversità dei percorsi scientifici;
  • il sostegno alla valutazione dei risultati non convenzionali, come policy brief, dataset, brevetti, software e impatti formativi.

Carriere dei ricercatori: attrattività, flessibilità, inclusività

La Commissione e il Consiglio riconoscono che la scarsa attrattività della carriera accademica rappresenta una minaccia sistemica per l’ERA. La nuova agenda introduce obiettivi concreti:

  • riforma del Research Careers Framework, con introduzione di competenze trasversali, imprenditoriali e intersettoriali;
  • promozione della mobilità geografica e intersettoriale come elemento strutturale del profilo professionale;
  • valorizzazione del contributo delle donne e delle minoranze sottorappresentate, in linea con la Gender Equality Strategy 2020-2025 e i piani per l’uguaglianza di genere (GEPs) obbligatori per la partecipazione a Horizon Europe;
  • introduzione del “Talent Booster Mechanism”, strumento volto a sostenere la progressione delle carriere e la reintegrazione dopo periodi di interruzione.

Rafforzare l’integrità scientifica

Alla luce dell’aumentata complessità della ricerca contemporanea, si fa sempre più urgente garantire la trasparenza, affidabilità e riproducibilità dei risultati scientifici. In questo ambito:

  • l’ERA promuove l’adozione di codici etici europei condivisi, e il rafforzamento delle capacità istituzionali in materia di etica della ricerca;
  • viene incoraggiata la definizione di sistemi nazionali di supporto all’integrità scientifica, anche in relazione alla lotta contro la disinformazione scientifica;
  • l’infrastruttura Open Research Europe diventa uno strumento chiave per la pubblicazione ad accesso aperto e la validazione dei risultati.

Open Science come paradigma trasversale

Infine, l’Open Science è indicata come “modus operandi” della ricerca europea contemporanea. Il suo consolidamento avviene lungo tre direttrici:

  • apertura dei risultati: promozione dell’open access e dei repository FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable);
  • apertura dei processi: incentivazione della peer review aperta, della citizen science e della co-creazione;
  • apertura dell’infrastruttura: sviluppo di ecosistemi digitali europei federati (es. EOSC – European Open Science Cloud).

Questi cambiamenti strutturali richiedono un ripensamento radicale dell’intera architettura della R&I. La posta in gioco non è soltanto la qualità della ricerca, ma la sua capacità di rispondere alle sfide globali con credibilità, equità ed efficacia.

Segnale 5 – Apertura e protezione: la nuova diplomazia scientifica europea

Il quinto segnale strategico riguarda la complessa tensione tra apertura internazionale della ricerca e tutela degli interessi strategici dell’Unione europea, in un contesto geopolitico sempre più competitivo e instabile. Il principio guida è la ricerca di un equilibrio tra open science e responsible internationalisation.

L’approccio dell’UE si fonda sulla Comunicazione COM(2021) 252 final – Global Approach to Research and Innovation, che definisce i principi per una cooperazione scientifica globale responsabile, reciprocamente vantaggiosa e coerente con i valori fondamentali dell’Unione.

Verso una diplomazia scientifica strutturata

L’Agenda ERA 2025-2027 e la Relazione annuale COM(2025) 298 final riconoscono il ruolo strategico della diplomazia scientifica per rafforzare la leadership globale dell’UE e costruire alleanze scientifiche su scala multilaterale. Le principali direttrici d’azione includono:

  • rafforzamento del ruolo degli Addetti scientifici europei nelle Delegazioni UE;
  • negoziazione di accordi di associazione a Horizon Europe con Paesi terzi, privilegiando quelli che condividono valori fondamentali e reciprocità;
  • promozione di programmi multilaterali di mobilità e capacity building in partenariato con l’Africa, l’America Latina e l’Asia centrale;
  • contributo all’elaborazione di standard globali su IA, etica della ricerca, open data.

Due diligence strategica e collaborazioni sicure

Nel nuovo scenario globale, l’UE intende difendere i propri interessi economici, tecnologici e di sicurezza attraverso una maggiore selettività dei partenariati scientifici. In questo quadro si collocano:

  • la Strategic Research and Innovation Due Diligence Platform, strumento di supporto agli enti di ricerca per valutare i rischi di cooperazione con soggetti stranieri (furto di PI, trasferimento illecito di tecnologia, dual use);
  • la classificazione delle tecnologie critiche e delle aree ad alta sensibilità geopolitica;
  • la promozione della “trusted research”, attraverso linee guida e accordi tra istituzioni europee e nazionali;
  • la necessità di rispettare le disposizioni del Controllo degli Investimenti Diretti Esteri (FDI Screening Regulation) anche in ambito accademico.

Un nuovo equilibrio: open science, ma non open naïveté

Il paradigma dell’open science rimane centrale, ma è reinterpretato alla luce delle sfide contemporanee. Si afferma il principio della “autonomia strategica aperta“: apertura al mondo, ma con strumenti per valutare l’affidabilità, la reciprocità e la coerenza con i valori fondamentali dell’UE. La relazione con la Cina è esemplare: mentre si rafforzano i controlli su infrastrutture critiche e dati sensibili, si mantengono canali di collaborazione su temi globali come la salute pubblica e il clima.

Implicazioni per il sistema europeo della ricerca

Questa trasformazione comporta importanti implicazioni operative:

  • gli enti beneficiari di finanziamenti UE sono chiamati a integrare procedure di risk assessment nei processi di gestione dei partenariati internazionali;
  • si rafforza la coordinazione tra autorità nazionali, organismi di sicurezza, ministeri dell’università e della ricerca;
  • cresce l’importanza delle competenze diplomatiche e regolatorie all’interno delle istituzioni scientifiche europee;
  • la valutazione ex ante di impatto strategico dei progetti diventa un elemento chiave dell’architettura di Horizon Europe post-2025.

In definitiva, la diplomazia scientifica europea evolve da strumento soft di cooperazione a leva di posizionamento geopolitico, in grado di rafforzare l’autonomia dell’UE e al tempo stesso contribuire alla governance globale della scienza.

Conclusioni: un’agenda sistemica per la ricerca europea: direzioni, implicazioni, responsabilità

L’analisi dei cinque segnali strategici evidenzia l’emergere di un nuovo paradigma europeo per la ricerca e l’innovazione, fondato su visione sistemica, integrazione intersettoriale e responsabilità condivisa. I documenti COM(2025) 189, COM(2025) 298 e COM(2025) 62, letti in combinazione con la Raccomandazione del Consiglio sul Patto per la ricerca e l’innovazione in Europa (14136/21), confermano che l’Unione europea intende trasformare lo Spazio europeo della ricerca in un pilastro strategico dell’UE post-2030.

Direzioni emergenti

Tre traiettorie appaiono chiaramente delineate:

  1. orientamento alla missione: la R&I europea è sempre più chiamata a rispondere a sfide sistemiche, come i cambiamenti climatici, la transizione digitale, la salute globale e la sicurezza strategica;
  2. connessione strutturale tra politiche: Horizon Europe non è un’isola, ma un perno attorno al quale si articolano politiche industriali, ambientali, digitali, sociali e di coesione;
  3. multilivello e multi-attore: l’attuazione dell’agenda ERA richiede la mobilitazione congiunta di Commissione, Stati membri, regioni, università, EPR, imprese e cittadini, in un approccio fondato su governance partecipata e geometria variabile.

Implicazioni operative

L’ecosistema europeo della ricerca è chiamato a:

  • rivedere in profondità le proprie pratiche di valutazione e gestione;
  • investire in infrastrutture, talenti e competenze interdisciplinari;
  • attrezzarsi per una internazionalizzazione selettiva, etica e strategica;
  • integrare sistematicamente principi di open science, integrità e inclusività nei processi interni.

Responsabilità italiane

Per il sistema italiano della ricerca, l’agenda delineata dall’UE rappresenta tanto un’opportunità quanto una sfida:

  • occorre rafforzare la partecipazione nazionale a Horizon Europe, ancora troppo concentrata e disomogenea territorialmente;
  • le università e gli EPR devono aggiornare i propri modelli di governance e di valutazione coerentemente con gli standard CoARA;
  • le regioni sono chiamate a sincronizzare programmazione comunitaria e strategia smart specialisation con le priorità ERA;
  • va promossa una cultura della diplomazia scientifica, capace di valorizzare l’eccellenza italiana in chiave geopolitica e collaborativa.

Epilogo

Venticinque anni dopo il suo lancio, lo Spazio europeo della ricerca si presenta oggi come un cantiere aperto, ma strutturato. La nuova agenda 2025–2027, con i suoi assi strategici, i suoi strumenti operativi e il quadro di riferimento offerto dal Patto europeo per la ricerca e l’innovazione, inaugura una stagione di integrazione avanzata, in cui la ricerca non è più solo produzione di conoscenza, ma leva politica e infrastruttura democratica.

L’auspicio è che questo percorso venga assunto in modo consapevole e ambizioso dagli attori pubblici e privati, facendo della ricerca un bene comune europeo, al servizio di società resilienti, inclusive e prospettiche.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

  • Commissione europea, Orizzonte Europa: la ricerca e l’innovazione al centro della competitività, doc. COM(2025) 189 del 30.4.2025
  • Commissione europea, Relazione annuale sulle attività dell’Unione europea in materia di ricerca e sviluppo tecnologico e monitoraggio di Orizzonte Europa nel 2024, doc. COM(2025) 298 del 6.6.2025
  • Commissione europea, Proposta di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO relativa all’agenda politica dello Spazio europeo della ricerca per il periodo 2025-2027, doc. COM(2025) 62 del 28.2.2025
  • RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO relativa all’agenda politica dello Spazio europeo della ricerca per il periodo 2025-2027, approvata il 23 maggio 2025
  • Raccomandazione del Consiglio su un patto per la ricerca e l’innovazione in Europa, doc. 14136/21 del 19.11.2021

Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione della ricerca europea, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
1° novembre 2024Futuro della ricerca e innovazione UE: analisi strategica 2024
18 agosto 2023Lavorare nel mondo della ricerca in Europa: le nuove iniziative UE del 2023
5 agosto 2022L’agenda europea 2022 per l’innovazione
21 gennaio 2022Il nuovo patto e la nuova governance 2022 per la ricerca e l’innovazione in Europa
15 marzo 2019I progressi nazionali nello spazio europeo della ricerca e dell’innovazione nel 2019
13 luglio 2018Infrastrutture europee di ricerca: approvata la Roadmap ESFRI 2018
15 maggio 2018L’agenda europea per la ricerca e l’innovazione del 2018
11 ottobre 2014La conoscenza è la valuta della nuova economia: lo spazio europeo della ricerca