Un nuovo patto e una nuova governance per la ricerca e l’innovazione in Europa
21 gennaio 2022 di Mauro Varotto
Avviato per la prima volta nel 2000, lo Spazio europeo della ricerca (SER, in inglese: ERA – European Research Area) mira a integrare in modo più adeguato i sistemi europei di ricerca e innovazione e a rafforzare la cooperazione tra l’Unione europea, gli Stati membri e i portatori di interessi.
In particolare, come ho avuto modo di scrivere in precedenti approfondimenti, il SER intende creare un mercato unico della ricerca, dell’innovazione e della tecnologia nell’Unione europea, istituendo una sorta di quinta libertà fondamentale accanto a quelle delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali.
In questi primi vent’anni il SER ha contribuito a dare impulso alla ricerca e all’innovazione nell’Unione europea, favorendo la libera circolazione dei ricercatori e delle conoscenze e un allineamento delle politiche e i programmi nazionali di ricerca.
Tuttavia, l’evoluzione del contesto attuale, le nuove ambizioni dell’Unione europea nel campo della transizione verde e digitale e, non da ultimo, l’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia e sulla società, hanno creato nuove esigenze per il SER.
Il processo di rilancio del SER era già iniziato nel 2018 e la pandemia lo ha accelerato.
La comunicazione della Commissione del settembre 2020, intitolata “Un nuovo SER per la ricerca e l’innovazione”, ha delineato una nuova visione, che è stata approvata dagli Stati membri nelle conclusioni del Consiglio dell’Unione europea sul nuovo SER nel dicembre 2020.
La successiva istituzione del “Forum SER per la transizione“, un gruppo composto da esperti della Commissione e degli Stati membri, ha dato il via, nel febbraio di quest’anno, ad un lavoro comune a livello europeo che ha condotto alla definizione di una nuova visione.
Il nuovo SER servirà a:
- investire in ricerca e innovazione per un futuro verde e digitale;
- migliorare l’accesso dei ricercatori a infrastrutture e attrezzature;
- sostenere la mobilità, le competenze e le opportunità di carriera dei ricercatori;
- promuovere la parità di genere e la diversità;
- favorire pratiche di scienza aperta.
Questo a sua volta rafforzerà il coordinamento a livello europeo, tra l’Unione europea con i suoi Stati membri e con il settore privato, nonché con i partner internazionali, conferendo all’Europa un vantaggio competitivo a beneficio sia delle imprese che dei cittadini.
Pertanto, dando seguito a una ulteriore proposta della Commissione presentata nel mese di luglio 2021, il 26 novembre scorso il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il nuovo “Patto per la ricerca e l’innovazione in Europa” e ha adottato alcune conclusioni che delineano la futura governance dello Spazio europeo della ricerca.
Nel loro complesso, il patto e le conclusioni definiscono una nuova visione e nuove priorità, confermano l’impegno dell’Unione e degli Stati membri a favore dello Spazio europeo della ricerca e istituiscono una nuova struttura per la sua gestione.
Il patto definisce i settori prioritari di azione comune nel SER, obiettivi ambiziosi in materia di investimenti e riforme e costituisce la base per un processo semplificato di coordinamento e monitoraggio delle politiche a livello di Unione europea e di Stati membri, al fine di condividere le strategie in materia di riforme e investimenti e migliorare lo scambio delle migliori pratiche. Nell’ambito del nuovo patto per la ricerca e l’innovazione, gli Stati membri si impegnano, nei prossimi anni, a favore di:
- un insieme comune di principi e valori dell’Unione europea per la ricerca e innovazione, , quali la libertà della ricerca scientifica e la libera circolazione dei ricercatori e delle conoscenze;
- sedici settori d’azione prioritari condivisi per un’azione congiunta, che vanno dalla promozione della scienza aperta ai fini della condivisione di conoscenze e dati più rapida al rafforzamento della leadership scientifica e dell’eccellenza dell’Unione europea, con il coinvolgimento di tutte le regioni e i cittadini europei;
- investimenti e riforme a livello nazionale, poiché gli Stati membri dovrebbero contribuire all’obiettivo a livello di Unione di investire il 3% del PIL dell’Unione in ricerca e sviluppo, fissando volontariamente obiettivi nazionali per la loro spesa totale destinata a tali attività;
- infine, un processo rafforzato di coordinamento e monitoraggio delle politiche attraverso una serie di strumenti e processi politici più semplici e meno onerosi, in particolare, un’agenda politica del SER, approvata dal Consiglio dell’Unione europea; uno specifico processo nazionale o veicolo di azione politica utilizzato su base volontaria da ciascuno Stato membro, per esempio sotto forma di strategia, piano d’azione o tabella di marcia nazionale per il SER; infine, una piattaforma online di facile impiego dedicata alla politica del SER per fornire informazioni.
Le conclusioni del Consiglio includono la prima agenda politica dello Spazio europeo della ricerca, un allegato che definisce 20 azioni volontarie per i prossimi tre anni (2022-2024), le quali saranno attuate su base volontaria dagli Stati membri, insieme alla Commissione europea e in cooperazione con i paesi associati al programma “Orizzonte Europa”, con gli organismi di ricerca, le organizzazioni accademiche e delle imprese e, se del caso, con altri paesi partner. Tra queste azioni figurano la promozione di carriere di ricerca attraenti e sostenibili, l’avvicinamento della scienza ai cittadini e il miglioramento dell’accesso all’eccellenza in tutta l’Unione europea. I settori d’azione prioritari stabiliti nel patto garantiranno altresì un quadro di riferimento stabile per gli aggiornamenti dell’agenda strategica comune del SER per il periodo successivo al 2024.
Gli Stati membri e i paesi associati al programma “Orizzonte Europa” saranno invitati a individuare le azioni SER alle quali intendono partecipare.
Uno dei primi risultati della nuova visione dello Spazio europeo della ricerca p rappresentata da una decisione del Consiglio dell’Unione europea che ridefinisce i compiti e la composizione del Comitato per lo spazio europeo della ricerca e dell’innovazione (CSER), il comitato congiunto politico strategico ad alto livello con funzioni consultive che fornisce consulenze tempestive al Consiglio medesimo, alla Commissione e agli Stati membri in merito ad aspetti strategici della politica di ricerca e innovazione.
Il secondo è fornito dalla conclusione dei lavori dell’European Strategy Forum for Research Infrastructures (ESFRI), il quale il 7 dicembre scorso ha lanciato la nuova ESFRI roadmap 2021 delle infrastrutture di ricerca europee, che include 22 ESFRI Projects e 41 ESFRI Landmarks. Si tratta di una rete delle grandi infrastrutture di ricerca europee, accessibile ai ricercatori europei e non solo.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Consiglio dell’Unione europea, RACCOMANDAZIONE (UE) 2021/2122 DEL CONSIGLIO del 26 novembre 2021 su un patto per la ricerca e l’innovazione in Europa, in GU UE L 431 del 2 dicembre 2021
Consiglio dell’Unione europea, La futura governance dello Spazio europeo della ricerca (SER) – Conclusioni del Consiglio, doc. 14308/21 del 26 novembre 2021, con allegata l’Agenda politica del SER 2022-2024
European Commission, European Research Area Policy Agenda. Overview of actions for the period 2022-2024, novembre 2021
Decisione (UE) 2021/2241 del Consiglio del 13 dicembre 2021 sulla composizione e sul mandato del comitato per lo Spazio europeo della ricerca e dell’innovazione (CSER), in GU UE L 450 del 16.12.2021
Consiglio dell’Unione europea, Conclusioni del Consiglio sul nuovo Spazio europeo della ricerca del 1° dicembre 2020, doc. 13567/20 del 1° dicembre 2020
Commissione europea, Un nuovo SER per la ricerca e l’innovazione, doc. COM(2020) 628 del 30 settembre 2020
Sito web European research area (ERA)