I progressi nazionali nello spazio europeo della ricerca e dell’innovazione

15 marzo 2019 di Mauro Varotto

L’Unione europea è uno spazio di collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini di ventotto Stati europei.

Un ambito di collaborazione importante è quello attuato nel campo della scienza e della tecnologia, retaggio di una tradizione europea millenaria, che non ha mai conosciuto barriere alla libera circolazione delle idee, delle conoscenze e delle innovazioni.

A questo proposito apro una breve parentesi: sembra un paradosso la scelta politica del Regno Unito di uscire dall’Unione europea, considerato che le università, i centri di ricerca e i ricercatori di quel Paese sono i più attivi non solo nella partecipazione ai programmi europei che promuovono la ricerca e l’innovazione, ma anche nella collaborazione con gli omologhi degli altri Paesi europei e nello scambio di ricercatori, come ho documentato in un precedente articolo del blog.

Riprendendo il discorso, è noto che i Trattati dell’Unione europea dedicano una particolare attenzione alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico, alla quale riservano ben 12 articoli, a iniziare dall’articolo 179, dove si legge che:

“L’Unione si propone l’obiettivo di rafforzare le sue basi scientifiche e tecnologiche con la realizzazione di uno spazio europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente, di favorire lo sviluppo della sua competitività, inclusa quella della sua industria, e di promuovere le azioni di ricerca ritenute necessarie ai sensi di altri capi dei trattati”.

Ho già descritto la natura e le modalità di funzionamento dello spazio europeo della ricerca (SER), istituito con una risoluzione del Consiglio dell’Unione europea del 15 giugno 2000, in un precedente articolo, al quale rinvio per approfondimenti.

In questa sede, quindi, mi limiterò ad analizzare i progressi compiuti nella costruzione di tale spazio di collaborazione in Europa, alla luce dei dati forniti dalla relazione appena pubblicata dalla Commissione europea a metà del percorso di attuazione della nuova tabella di marcia del SER (European Research Area Roadmap), adottata dal Comitato per lo Spazio europeo della ricerca e dell’innovazione (CSER) per il periodo 2015-2020 e successivamente confermata, a livello politico, dal Consiglio dell’Unione europea.

La tabella di marcia presenta due novità.

Innanzitutto, essa mira al conseguimento di sei priorità:

  1. maggiore efficacia dei sistemi nazionali di ricerca;
  2. cooperazione e concorrenza transnazionali ottimali, anche mediante “un approccio congiunto di fronte alle grandi sfide” e le “infrastrutture di ricerca”;
  3. un mercato del lavoro aperto per i ricercatori;
  4. parità di genere e integrazione di genere nella ricerca;
  5. circolazione, accesso e trasferimento ottimali delle conoscenze scientifiche, ivi compresi “circolazione delle conoscenze” e “accesso aperto”;
  6. cooperazione internazionale.

In secondo luogo, tutti gli Stati membri dell’Unione europea (e quattro Stati associati), si sono impegnati ad adottare specifici piani d’azione nazionali per attuare la tabella di marcia del SER e, di recente, in vista del nono programma quadro di ricerca e innovazione “Orizzonte Europa” (2021-2027), si sono accordati sui futuri meccanismi di governance del SER.

Questo è il motivo per cui la Commissione europea effettua un monitoraggio biennale dei progressi compiuti nel raggiungimento di ciascuna delle sei priorità a livello dei singoli Stati membri.

Per farlo, utilizza una serie di ventiquattro indicatori di base, concordati tra Stati membri, portatori di interessi nel settore della ricerca e la stessa Commissione, tra i quali otto sono gli indicatori principali.

La relazione relativa al biennio 2016-2018 si basa sulle informazioni ufficiali fornite dai ventiquattro Stati membri dell’Unione, tra i quali l’Italia, e dai quattro Paesi associati che hanno finora adottato piani d’azione nazionali.

La Commissione restituisce una situazione di costante crescita per alcuni indicatori: aumentano la cooperazione internazionale dei ricercatori europei e la circolazione, l’accesso e il trasferimento di conoscenze scientifiche tra gli stessi ricercatori.

Aumentano anche, ma in maniera più lenta rispetto al passato, l’efficacia dei sistemi nazionali della ricerca, la collaborazione a livello europeo e la percentuale di donne che occupano posti di ricerca di altissimo livello (grado A) nell’istruzione superiore.

Tuttavia, uno degli otto indicatori principali risulta negativo: i progressi verso uno spazio europeo della ricerca veramente aperto e basato sull’eccellenza, in cui persone estremamente competenti e qualificate possono circolare agevolmente da un paese all’altro per recarsi nei luoghi in cui i loro talenti possono essere impiegati in modo ottimale, si è fermato e, in alcuni Paesi, registra una inversione di tendenza.

Questi risultati, tuttavia, evidenziano anche una ampia disomogeneità dei progressi nazionali tra i Paesi europei.

Per fare un esempio, il primo indicatore, quello che misura l’eccellenza dei sistemi nazionali della ricerca – e che copre quattro dimensioni (investimenti pubblici in ricerca e sviluppo; partecipazione alle borse Marie Skłodowska-Curie per lo scambio di ricercatori; domande di brevetto rispetto alla popolazione; infine, le 10 pubblicazioni più citate) – fornisce la seguente mappa della situazione dei singoli Paesi europe, dove i Cluster 1 e 2 rappresentano gli Stati con le migliori performance, mentre i Cluster 3 e 4 rappresentano i Paesi con le più basse performance a livello europeo.

La relazione della Commissione, che, assieme agli allegati tecnici, è davvero ricchissima di dati e di spunti di riflessione, osserva che il divario tra i due gruppi di Paesi si sta via via allargando.

 

Fonte: European Commission, DG-Joint Research Centre, Competence Centre on Composite Indicators and Scoreboards, 2018

 

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Relazione della Commissione europea, Spazio europeo della ricerca: far progredire insieme l’Europa della ricerca e dell’innovazione, doc. COM(2019) 83 del 15 febbraio 2019

Il rapporto, completo di allegati tecnici e statistici, è disponibile sul sito della Commissione europea: ERA progress report 2018

Il rapporto sull’Italia è oggetto di uno specifico report: ERA Progress Report 2018. Country Profile: ITALY

 

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