L’Unione europea ha intrapreso una trasformazione profonda della sua politica industriale, muovendosi con decisione verso un modello fondato su autonomia strategica, sostenibilità ambientale e innovazione. Dopo l’esperienza pandemica, la crisi energetica e l’accresciuta instabilità geopolitica, Bruxelles ha delineato una nuova agenda che punta a rendere l’industria europea più resiliente, competitiva e capace di guidare la transizione verde. Due documenti strategici ne segnano l’impianto: la Bussola per la competitività e il Patto per l’industria pulita.
In questo nuovo quadro si inseriscono il Regolamento (UE) 2024/1735, noto come Net Zero Industry Act, accompagnato dalla Decisione di esecuzione (UE) 2025/1100, che ne chiarisce i criteri attuativi, nonché la nuova Disciplina per gli aiuti di Stato a favore dell’industria pulita, adottata il 25 giugno 2025. Questi strumenti costituiscono oggi l’asse portante di una politica industriale che ambisce a rilocalizzare produzioni strategiche, promuovere tecnologie verdi e garantire sovranità tecnologica all’Europa.
In tale prospettiva si colloca anche la proposta legislativa della Commissione europea, presentata il 2 luglio 2025 [COM(2025) 524], che mira a modificare la Legge europea sul clima (Reg. UE 2021/1119) per introdurre un obiettivo vincolante al 2040: la riduzione del 90% delle emissioni nette di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di un atto ancora in fase di esame legislativo, che tuttavia rafforza la coerenza tra politica climatica e industriale e prefigura un quadro normativo che assegna un ruolo crescente alla neutralità tecnologica, alla flessibilità settoriale e al contributo delle rimozioni permanenti di carbonio.
Il nuovo quadro legislativo sull’industria pulita, infatti, è in linea con la normativa europea sul clima, entrata in vigore nel luglio 2021, la quale sancisce nella legislazione l’impegno dell’UE a conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e l’obiettivo intermedio di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione concordati, da allora l’UE ha adottato un pacchetto legislativo per il 2030 noto come “Pronti per il 55 %” e la sua attuazione da parte degli Stati membri dell’UE è in corso. Dalla valutazione dei piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) presentata dalla Commissione il 28 maggio è emerso che l’UE si sta avvicinando collettivamente all’obiettivo climatico per il 2030 di ridurre del 55 % le emissioni di gas a effetto serra.
1. La Bussola per la competitività: obiettivi strutturali per un nuovo modello industriale europeo
Adottata dalla Commissione nel gennaio 2025, la Comunicazione COM(2025) 30 definisce i quattro pilastri della competitività europea:
- accesso all’energia a costi sostenibili;
- accesso ai capitali per investimenti industriali;
- accesso alle competenze e manodopera qualificata;
- accesso a mercati aperti e resilienti.
Il documento propone un approccio integrato e direzionale, in cui la produzione interna di tecnologie Net Zero diventa centrale. L’obiettivo è che almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologie strategiche sia coperto da capacità produttiva europea entro il 2030. Si tratta di una chiara inversione di rotta rispetto alla storica neutralità industriale dell’UE, in favore di una politica selettiva orientata all’interesse strategico comune.
2. Il Patto per l’industria pulita: alleanza per la decarbonizzazione industriale
La Comunicazione COM(2025) 85, adottata nel marzo 2025, sostituisce il Piano industriale del Green Deal europeo e lancia un Patto per l’industria pulita, finalizzato a mobilitare investimenti e semplificare l’attività produttiva in settori chiave per la transizione.
Tra gli strumenti operativi previsti:
- le Industrial Net-Zero Alliances, reti di cooperazione pubblico-privato;
- i distretti industriali Net Zero, con regole urbanistiche e ambientali semplificate;
- il Patto delle Competenze per l’Industria Pulita;
- l’integrazione dei fondi UE (Horizon, InvestEU, Fondo per l’innovazione, STEP);
- un sistema di monitoraggio con indicatori per misurare la resilienza industriale.
Il Patto collega esplicitamente la sua attuazione al Regolamento sulle tecnologie Net Zero, che ne costituisce la base giuridica e operativa.
3. Il Regolamento (UE) 2024/1735: finalità, contenuti e vantaggi per le imprese
Entrato in vigore nel giugno 2024, il Regolamento istituisce un quadro normativo comune per rafforzare la capacità produttiva europea nel settore delle tecnologie a zero emissioni nette. Le sue finalità principali sono:
- garantire approvvigionamenti sicuri e sostenibili di tecnologie critiche;
- favorire la reindustrializzazione verde;
- sostenere la competitività e l’innovazione nei settori Net Zero;
- ridurre la dipendenza da fornitori extra-UE;
- creare occupazione qualificata e coesione territoriale.
Tra le tecnologie incluse (allegato I): pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, pompe di calore, batterie, elettrolizzatori, sistemi CCS, carburanti alternativi, reti intelligenti.
Il regolamento introduce vantaggi significativi per le imprese:
- semplificazione delle procedure autorizzative (massimo 12 mesi);
- riconoscimento di progetti strategici eleggibili a sostegno prioritario;
- possibilità di creare distretti accelerati, con governance semplificata;
- accesso facilitato a fondi UE e regimi nazionali di aiuto;
- criteri specifici per appalti pubblici e aste resilienti, volti a premiare la produzione europea.
4. La Decisione di esecuzione (UE) 2025/1100: criteri per la selezione dei progetti strategici
Adottata nel maggio 2025, la Decisione fornisce orientamenti vincolanti per l’attuazione dell’art. 13 del Regolamento Net Zero. Essa consente agli Stati membri e alle imprese di valutare l’eleggibilità dei progetti con criteri chiari e oggettivi.
I principali criteri di selezione includono:
- capacità produttiva significativa (≥1 GW/anno o sopra la media europea);
- tecnologia “prima nel suo genere”, con processi produttivi innovativi;
- migliore tecnologia disponibile, efficiente e sostenibile;
- sostenibilità ambientale, con riduzione sostanziale delle emissioni;
- dipendenza critica da importazioni extra-UE >50%;
- contributo alla resilienza industriale europea, anche rispetto alla produzione globale.
La Decisione definisce anche un quadro procedurale standardizzato:
- punto di contatto nazionale unico;
- modulo UE armonizzato per la presentazione dei progetti;
- tempi certi per la valutazione;
- sistema di monitoraggio condiviso con la Commissione.
5. La nuova disciplina sugli aiuti di Stato per l’industria pulita: strumenti concreti per sostenere la transizione
A completamento di questo disegno strategico, la Commissione ha adottato il 25 giugno 2025 la nuova disciplina per gli aiuti di Stato a favore dell’industria a zero emissioni nette (CISAF), destinata a sostituire il Quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF) e valida fino al 31 dicembre 2030.
La nuova cornice consente agli Stati membri di sostenere gli investimenti industriali strategici attraverso cinque assi prioritari:
- produzione di tecnologie Net Zero (batterie, pompe di calore, elettrolizzatori, ecc.);
- decarbonizzazione degli impianti industriali (idrogeno, CCS, elettrificazione, biomassa);
- riduzione dei costi energetici per imprese ad alta intensità, in cambio di investimenti verdi;
- agevolazioni fiscali per gli investimenti sostenibili;
- strumenti di de-risking finanziario per attrarre capitale privato (equity, garanzie, fondi veicolo).
Il quadro rafforza l’autonomia strategica europea, incentiva la localizzazione delle produzioni nel territorio dell’Unione (soprattutto nelle regioni meno sviluppate) e promuove un utilizzo integrato dei fondi UE (PNRR, Horizon, InvestEU, Innovation Fund).
Conclusioni: una strategia industriale europea tra regole, visioni e strumenti concreti
Il Net Zero Industry Act, insieme alla Bussola per la competitività, al Patto per l’industria pulita, alla Decisione di esecuzione 2025/1100 e alla nuova disciplina sugli aiuti di Stato, delinea oggi un vero e proprio paradigma industriale europeo fondato sulla sovranità tecnologica, sull’innovazione sostenibile e sulla resilienza delle filiere.
A conferma dell’operatività del nuovo approccio europeo all’industria Net Zero, la Commissione ha già avviato l’attuazione del Patto per l’industria pulita con una prima serie di misure concrete, illustrate nella comunicazione Delivering on the Clean Industrial Deal I [(COM(2025) 378]. Oltre all’adozione della nuova disciplina sugli aiuti di Stato, tra le iniziative già in fase di attuazione figurano:
- la raccomandazione sugli incentivi fiscali, con misure come l’ammortamento accelerato e i tax credits per investimenti in tecnologie verdi;
- la semplificazione del meccanismo CBAM, con l’esenzione per il 90% degli importatori e l’annuncio di una futura estensione a beni trasformati;
- la predisposizione di schemi di garanzia BEI-InvestEU per sostenere contratti di acquisto di energia (PPAs) e la produzione di componenti di rete;
- il lancio imminente del pilota della Banca per la decarbonizzazione industriale, con un primo budget da 1 miliardo di euro;
- l’adozione delle prime liste di progetti strategici ai sensi del Regolamento sulle materie prime critiche.
Queste azioni dimostrano che l’Unione europea sta passando dalla programmazione all’esecuzione, mobilitando strumenti normativi, finanziari e tecnici per trasformare la strategia Net Zero in una leva effettiva di politica industriale.
Non si tratta più soltanto di enunciare obiettivi o definire regole: l’Unione europea mobilita strumenti selettivi e integrati, pensati per accompagnare le imprese nella transizione e per promuovere una competitività basata su valore aggiunto, coesione territoriale e sostenibilità ambientale.
Per le imprese europee – e italiane in particolare – si apre una fase strategica da cogliere con visione e consapevolezza. Comprendere i nuovi strumenti, posizionarsi nelle catene del valore Net Zero, attivarsi per diventare protagonisti della trasformazione industriale europea è oggi un imperativo.
La logica non è quella del protezionismo, ma di una concorrenza regolata da criteri comuni, in cui la selettività non penalizza, ma premia i progetti coerenti con l’interesse strategico dell’Unione.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
- Regolamento (UE) 2024/1735 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 giugno 2024, che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione delle tecnologie a zero emissioni nette e che modifica il regolamento (UE) 2018/1724, inGU UE L, 2024/1735, 28.6.2024, ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2024/1735/oj
- Decisione di esecuzione (UE) 2025/1100 della Commissione, del 23 maggio 2025, che adotta orientamenti per l’attuazione di determinati criteri di selezione di progetti strategici per tecnologie a zero emissioni nette di cui all’articolo 13 del regolamento (UE) 2024/1735 del Parlamento europeo e del Consiglio, in GU UE L, 2025/1100, 18.6.2025, ELI: http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2025/1100/oj
- Comunicazione della Commissione europea, Disciplina per le misure di aiuto di Stato a sostegno del patto per l’industria pulita (disciplina per gli aiuti di Stato nell’ambito del patto per l’industria pulita), doc. C(2025) 7600 del 25.6.2025
- Ultimo aggiornamento: Conclusioni del Consiglio sull’adozione di incentivi fiscali a sostegno del patto per l’industria pulita, doc. n. 13501/25 del 10 ottobre 2025
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
16 maggio 2025 – Esenzioni fiscali e aiuti di Stato: sentenza CGUE 2025
7 febbraio 2025 – Cumulo crediti d’imposta: regole, limiti e strategie
