La Commissione europea ha pubblicato la relazione 2024 sullo stato di attuazione del programma strategico “Digital Decade Policy Programme 2030” (COM(2024) 661 final), offrendo un bilancio intermedio sul percorso dell’Unione europea verso la sovranità digitale. I dati e le valutazioni contenute nel documento, pur riconoscendo alcuni avanzamenti, mostrano una distanza crescente tra gli obiettivi fissati e i progressi effettivamente conseguiti.

1. La Bussola Digitale: quattro assi strategici

Adottato con la decisione UE 2022/2481, il programma per il Decennio Digitale fissa gli obiettivi dell’Unione in materia di trasformazione digitale per il 2030 e si fonda su quattro assi:

  • Competenze digitali diffuse nella popolazione e forza lavoro;
  • Infrastrutture digitali sicure e sostenibili (connettività, edge computing, data centers);
  • Digitalizzazione delle imprese, in particolare PMI;
  • Servizi pubblici digitali accessibili, interoperabili, inclusivi.

Ogni asse è supportato da target quantitativi per il 2030 e da strumenti di attuazione congiunta tra Commissione e Stati membri: li ho descritti in un precedente articolo del blog al quale rinvio.

Il programma prevede un meccanismo di monitoraggio e cooperazione basato sulle tabelle di marcia strategiche nazionali per il decennio digitale: le comunicazioni annuali sullo “Stato del decennio digitale”, valutano i progressi dell’Unione verso il conseguimento degli obiettivi digitali per il 2030 e forniscono raccomandazioni attuabili per ciascuno Stato membro. In questo articolo presento i risultati della comunicazione relativa al 2024.

2. Le evidenze del 2024: il divario tra ambizioni e realtà

La relazione 2024 evidenzia numerose criticità trasversali:

  • competenze digitali: solo il 55,6% degli adulti ha competenze di base (target: 80%), e mancano all’appello irca 2 milioni di specialisti ICT per raggiungere l’obiettivo di 20 milioni entro il 2030;
  • PMI digitali: il 69% ha almeno un livello base di intensità digitale, ma l’adozione di tecnologie avanzate è molto bassa (AI: 11,4%; big data: 14%). L’Italia è sotto la media UE;
  • infrastrutture: connettività gigabit disponibile per l’81% delle famiglie, ma solo il 56% ne usufruisce. Il 5G standalone è ancora poco diffuso;
  • servizi pubblici digitali: offerta ampia, ma uso limitato, in particolare tra anziani e gruppi vulnerabili. Problemi persistenti di interoperabilità.

3. Governance e strumenti: un motore ancora inefficiente

Il report segnala la lentezza dei progetti multi-paese (Multi-Country Projects, MCPs). Su 14 MCP prioritari, solo tre risultano pienamente operativi. Le difficoltà riguardano:

  • coordinamento tra Stati membri;
  • accesso ai finanziamenti UE;
  • ritardi nell’attivazione delle infrastrutture strategiche comuni (cloud europeo, microelettronica, connettività).

Anche il quadro di monitoraggio basato sulla “Piattaforma di Cooperazione Digitale” è ancora in fase di consolidamento.

4. Le raccomandazioni della Commissione

Per colmare il divario tra obiettivi e realtà, la Commissione propone:

  • Integrare la transizione digitale nei programmi regionali (FESR, FSE+, PNRR);
  • Rafforzare la rete dei Digital Innovation Hubs, come sportelli di accesso locale alla digitalizzazione;
  • Migliorare la coerenza tra fondi UE (cohesion, RRF, InvestEU, Connecting Europe);
  • Aggiornare i sistemi educativi per ridurre il digital skills gap;
  • Assicurare il pieno funzionamento della piattaforma comune di attuazione.

5. Italia e Decennio Digitale: un ritardo strutturale

L’Italia si colloca sotto la media europea in quasi tutti i principali indicatori:

  • bassa diffusione delle competenze digitali;
  • adozione limitata di AI e big data tra le imprese;
  • ritardi nella copertura e uso del 5G;
  • servizi pubblici digitali non ancora pienamente interoperabili tra amministrazioni centrali e locali.

Il PNRR e i programmi della coesione 2021-2027 rappresentano leve cruciali per recuperare terreno, ma servono visione strategica, capacità amministrativa e governance multilivello.

6. Conclusioni: rilanciare il Decennio Digitale come progetto industriale e sociale

A metà strada, la Strategia europea per il Decennio Digitale ha bisogno di un rilancio deciso. Le sfide non sono solo tecnologiche: riguardano capacità di attuazione, competenze, coerenza territoriale e inclusione sociale.

Il rischio è che l’Europa accumuli ritardi strutturali proprio nei settori chiave per la sua sovranità economica e tecnologica. Il Decennio Digitale deve diventare un progetto condiviso da imprese, territori e cittadini, e non restare una visione dall’alto.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

  • Comunicazione della Commissione europea, Stato del decennio digitale 2025: continuare a costruire la sovranità e il futuro digitale dell’UE, doc.COM(2025) 290 del 16.6.2025

Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:

11 agosto 2023Web 4.0 e mondi virtuali: la strategia UE 2023
3 febbraio 2023Il programma strategico 2023 per il decennio digitale 2030
16 aprile 20212030 Digital Compass: il percorso per un’Europa digitale
6 marzo 2020Preparare l’Europa all’era digitale: il piano 2020-2025 dell’Unione europea