🇪🇺 Punti chiave
- Il pacchetto legislativo del 16 luglio e del 3 settembre 2025 ridisegna l’architettura del bilancio UE 2028–2034.
- Tutti i fondi oggi pre-allocati agli Stati membri convergeranno nei Piani di partenariato nazionali e regionali (PNR).
- Nasce la EU Facility, dotata di budget flessibile per azioni dell’Unione e risposte alle crisi.
- Nasce il Fondo europeo per la competitività (ECF) che raggruppa i principali programmi UE a gestione diretta.
- Si riduce la frammentazione: dai 52 attuali a 16 programmi futuri.
- Governance multilivello: combinazione di gestione concorrente, diretta e indiretta, con maggiore coinvolgimento dei bilanci nazionali e fondi privati.
- Il pacchetto rafforza la trasparenza, la performance e l’uso di strumenti finanziari innovativi.
- Obiettivo politico: un bilancio UE più semplice, leggibile e capace di affrontare sfide globali.
⤷ L’articolo che segue offre un’analisi sistematica e approfondita dell’intero pacchetto legislativo, aggiornata al 9 settembre 2025.
Introduzione
Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034 segna una svolta cruciale per il sistema finanziario dell’Unione europea: non solo per le cifre, ma per le riforme strutturali che ridisegnano regole, programmi e risorse.
Dopo aver presentato una panoramica del pacchetto legislativo 2028-2034, in questo articolo analizzo la struttura del QFP 2028-2034, a partire dai presupposti macroeconomici su cui si fonda e dai cinque principi guida che orientano la proposta riformatrice della Commissione europea: flessibilità, semplificazione, impatto, tutela del bilancio UE e modernizzazione delle entrate. Si tratta di elementi fondamentali per capire la visione strategica che sostiene la nuova architettura finanziaria dell’Unione.
Questo terzo contributo tecnico della serie speciale dedicata al QFP 2028-2034 accompagnerà il lettore lungo tre passaggi fondamentali:
- interpretare i dati macroeconomici e le nuove regole di governance;
- comprendere le innovazioni che trasformeranno la gestione dei fondi UE;
- valutare le implicazioni operative per amministrazioni, enti territoriali, imprese e consulenti.
Un percorso utile per chi, nei prossimi anni, dovrà confrontarsi con il nuovo QFP, il settimo di una serie iniziata nel 1988: comprenderne oggi la logica significa prepararsi in modo consapevole alle sfide e cogliere per tempo le opportunità che offrirà.
Dai dati macroeconomici alla struttura del QFP UE 2028–2034
Quando si parla del QFP dell’Unione europea, l’attenzione tende a concentrarsi sulle cifre e sui negoziati tra Stati membri. Tuttavia, ogni proposta finanziaria dell’UE trae origine da un impianto analitico solido, costruito su previsioni macroeconomiche, valutazioni strategiche e orientamenti politici elaborati dalla Commissione.
Non fa eccezione il QFP 2028–2034 che poggia sull’analisi contenuta nel Documento istituzionale n. 318 – Previsioni economiche europee (primavera 2025). Questo rapporto – parte della collana European Economy Institutional Papers, redatta dalla Direzione generale degli Affari economici e finanziari (DG ECFIN) – fornisce il quadro tecnico di riferimento per le scelte politiche e di bilancio dell’Unione.
Dallo scenario macroeconomico alla proposta di bilancio
La proposta della Commissione non è, quindi, un esercizio contabile astratto, ma riflette uno scenario economico e fiscale oggi caratterizzato da quattro elementi di fondo:
- crescita reale del PIL contenuta: 1,1 % per l’UE e 0,9 % per l’eurozona nel 2025, con moderata accelerazione nel 2026;
- inflazione ancora elevata: 2,1 % nell’area euro nel 2025, pur in progressiva attenuazione;
- pressioni sulle finanze pubbliche: deficit medio pari a -3,3 % e debito in aumento (84,5 % del PIL UE previsto nel 2026);
- esigenza di sostenere investimenti strategici: in un contesto globale incerto e competitivo.
Comprendere la connessione tra quadro macroeconomico e programmazione finanziaria significa cogliere come la Commissione costruisca il proprio progetto politico a partire da presupposti economici condivisi. La proposta di bilancio non si limita, infatti, a distribuire risorse: prefigura le modalità con cui l’Unione intende affrontare le grandi sfide comuni: transizione verde, digitalizzazione, coesione territoriale, sicurezza europea.
In particolare, i dati economici di riferimento hanno influenzato direttamente:
- la dimensione complessiva del bilancio UE, fissata a 1.984 miliardi di euro a prezzi correnti (pari all’1,26 % del RNL medio dell’UE), comprensivi di 168 miliardi destinati al rimborso del debito NextGenerationEU (0,11 % del RNL);
- la distribuzione delle risorse tra rubriche e priorità politiche, secondo criteri di concentrazione, flessibilità e coerenza strategica.
2. Dal quadro macroeconomico alla nuova governance economica e finanziaria europea
Un secondo elemento cruciale è che il QFP 2028–2034 si inserisce nella più ampia riforma della governance economica europea, adottata nell’aprile 2024 con il regolamento (UE) 2024/1263, e operativa dal 30 aprile dello stesso anno.
Questa riforma ha segnato un profondo mutamento nel rapporto tra bilanci nazionali e bilancio dell’UE, rafforzandone l’integrazione e ridefinendo il coordinamento finanziario europeo.
La proposta di QFP costituisce la prima concretizzazione finanziaria di tale impianto, nel quale strumenti nazionali ed europei si integrano in un’unica architettura di politica economica condivisa.
In estrema sintesi, ciò significa che:
- integrazione dei percorsi di aggiustamento strutturale: riforme e investimenti nazionali finanziati da fondi UE (come NextGenerationEU, PNRR o fondi di coesione) sono ora parte dei programmi negoziati tra Stati membri e Commissione;
- neutralità fiscale del cofinanziamento: la quota nazionale dei programmi UE è esclusa dal calcolo della spesa primaria netta, incentivando l’uso delle risorse europee senza penalizzazioni fiscali;
- nuovi Piani di Partenariato nazionali e regionali (Piani PNR): diventano strumenti chiave per allineare investimenti territoriali e priorità strategiche dell’UE.
Queste innovazioni intendono delineare un circolo virtuoso:
- gli investimenti cofinanziati dall’UE promuovono crescita e stabilità fiscale;
- la spesa nazionale diventa più mirata e con maggiore effetto leva;
- il bilancio UE rafforza la propria funzione allocativa e direzionale.
In prospettiva, la convergenza tra spesa europea e spesa nazionale dovrebbe produrre economie di scala, maggiore coerenza politica e più visibilità per le politiche comuni dell’Unione.
3. Cinque principi alla base della proposta di QFP 2028-2034
La proposta della Commissione europea per il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028–2034, delineata nella comunicazione politica [COM(2025) 570] e basata su due documenti di lavoro [SWD(2025) 570 e SWD(2025) 571], analizzati nel precedente articolo, si fonda sugli insegnamenti maturati con l’attuale QFP 2021–2027.
Da questa esperienza emergono cinque principi guida destinati a orientare la riforma del bilancio europeo:
- flessibilità, per adattarsi più rapidamente alle crisi;
- semplificazione, per ridurre frammentazione e oneri burocratici;
- impatto, per legare ogni euro speso a risultati concreti;
- tutela del bilancio UE, rafforzando trasparenza e controlli;
- modernizzazione delle entrate, con nuove risorse proprie per maggiore autonomia finanziaria.
Nei paragrafi seguenti analizzo ciascun principio, mettendo in luce sia le innovazioni proposte dalla Commissione, sia le implicazioni pratiche per chi lavora con fondi e programmi UE.
3.1. Flessibilità: un bilancio europeo capace di adattarsi
3.1.1. Un limite strutturale del QFP 2021–2027
Uno degli insegnamenti fondamentali del settennato 2021–2027 riguarda la rigidità intrinseca dell’impianto finanziario europeo.
Con 7 rubriche (heading) e una sotto rubrica e con oltre il 90% delle risorse preassegnate, sin dall’adozione del QFP 2021-2027 lo spazio per riorientare la spesa verso nuove priorità si è rivelato estremamente limitato, soprattutto in contesti di crisi o shock esterni. La Commissione ha stimato che meno del 2% delle risorse totali è stato effettivamente disponibile in forma di margini o riserve flessibili da usare in caso di nuove necessità.
Molti beneficiari e autorità di gestione ne hanno fatto esperienza diretta: fondi destinati a politiche strutturali come la coesione territoriale o la transizione verde sono stati più volte riassegnati per far fronte a emergenze impreviste:
- la pandemia da Covid-19;
- la guerra in Ucraina;
- eventi climatici estremi;
- il repentino aumento dei costi energetici.
A fronte di tali pressioni, negli ultimi anni, come è noto, sono stati attivati strumenti straordinari come CARE, FAST-CARE, REPowerEU, RESTORE e, da ultimo, nel 2024, una revisione intermedia del quadro finanziario 2021-2027, che hanno prodotto risultati operativi apprezzabili, ma anche effetti collaterali non trascurabili:
- sovrapposizioni con i programmi di spesa ordinari dell’UE;
- pressioni politiche per la revisione degli Accordi di partenariato già approvati;
- erosione della capacità attuativa di politiche strategiche, in particolare della politica di coesione.
Come osserva la Commissione, l’attuale sistema di flessibilità si è rivelato:
- eccessivamente frammentato (otto strumenti speciali al di sopra dei massimali del QFP, di cui due non tematici e sei tematici);
- poco trasparente e di difficile lettura per i soggetti attuatori;
- non tempestivo, con tempi di attivazione spesso non coerenti con l’urgenza delle crisi.
3.1.2. La riforma della flessibilità nel QFP 2028–2034
La proposta della Commissione introduce una riforma sistemica della flessibilità, contenuta nella proposta di regolamento sul QFP 2028-2034 [COM(2025) 571] e articolata su tre livelli complementari, con l’obiettivo di rendere il bilancio dell’UE più adattabile, meno rigido e più leggibile per gli operatori istituzionali e territoriali. Sul tema è intervenuta di recente anche la Corte dei Conti europea con la “Relazione speciale 18/2025: Flessibilità del bilancio dell’UE – Una risorsa in caso di imprevisti, ma un quadro troppo complesso“.
a) Semplificazione strutturale: meno rubriche, più manovrabilità
- La riduzione delle rubriche da 7 a 4 semplifica l’architettura del bilancio, facilitando la riallocazione interna delle risorse tra programmi di spesa senza la necessità di modifiche legislative o accordi politici formali.
b) Razionalizzazione degli strumenti speciali: da otto a tre
- La Commissione propone di consolidare gli esistenti otto strumenti esistenti di flessibilità in soli tre meccanismi principali:
- Strumento di flessibilità, con tetto annuo aumentato a 2 miliardi di euro, alimentabile anche con entrate straordinarie (es. ammende, disimpegni);
- Strumento unico di margine, per l’utilizzo dei margini non spesi degli anni precedenti e successivi;
- Riserva per l’Ucraina, trasformata in strumento tematico e pluriennale.
Questa razionalizzazione, secondo la Commissione, consente di garantire “una risposta più tempestiva e meno politicizzata agli eventi critici”, evitando il ricorso sistematico a nuovi strumenti ad hoc.
c) Maggiore flessibilità a livello di programma
- I principali programmi con elevata dotazione finanziaria (coesione, transizione verde, innovazione) potranno essere integrati da riserve interne, iscritte nel QFP ma non assegnate, attivabili rapidamente.
- Sarà possibile riprogrammare fondi nel corso del settennio, mantenendo gli obiettivi strategici.
- Le risorse non utilizzate potranno essere riportate all’anno successivo, fino a un massimo del 10% della dotazione annua per ciascun programma, aumentando la prevedibilità e riducendo il rischio di disimpegno.
Un’ulteriore innovazione, contenuta nella proposta di regolamento sul QFP, e destinata ad avere impatto anche interistituzionale, è il nuovo meccanismo di crisi, denominato Contingency Margin. Esso prevede l’istituzione di un comparto separato all’interno del margine di bilancio (headroom), cioè lo scarto tra i massimali di spesa del QFP e il tetto massimo delle risorse proprie.
A differenza degli altri strumenti speciali (per i quali sono previsti massimali annui precisi, come i 2 miliardi di euro fissati per lo Strumento di flessibilità), il Contingency Margin non ha una dotazione numerica predeterminata. La sua capacità effettiva dipenderà dall’ammontare di margine disponibile tra le risorse proprie e le spese già autorizzate dal QFP.
Il suo funzionamento risponde a una logica di “ultima risorsa”: in situazioni eccezionali, il margine potrà essere mobilitato per erogare prestiti agli Stati membri, evitando di ricorrere a meccanismi straordinari come accaduto con il NextGenerationEU. L’attivazione richiederà comunque una decisione politica congiunta di Consiglio e Parlamento europeo.
In questo modo la Commissione propone di dotare l’Unione di uno strumento giuridico e finanziario permanente per affrontare emergenze sistemiche, rafforzando la resilienza complessiva del bilancio UE senza creare ogni volta nuovi strumenti ad hoc.
3.1.3. Implicazioni per chi lavora con fondi e programmi europei
La nuova architettura della flessibilità ha importanti ricadute operative per chi lavora – a livello tecnico, istituzionale o territoriale – con i programmi e i fondi dell’Unione europea, in particolare:
- meno frammentazione: la riduzione e razionalizzazione degli strumenti rende il sistema più leggibile, favorendo una gestione integrata delle risorse, in particolare attraverso la possibilità di riprogrammazione pluriennale, il riporto delle risorse inutilizzate e l’accesso semplificato a riserve tematiche, come quella dedicata all’Ucraina;
- maggiore stabilità per le politiche strutturali: la coesione non dovrà più fungere da riserva implicita per l’azione di emergenza;
- più chiarezza normativa: l’integrazione di meccanismi flessibili nei regolamenti ordinari consente una programmazione più integrata, riducendo le sovrapposizioni;
- maggiore capacità di risposta degli enti attuatori: le autorità di gestione e i soggetti responsabili della messa a terra delle politiche avranno a disposizione leve tecniche più efficaci per fronteggiare shock esterni, senza attendere modifiche formali del QFP.
3.2. Semplificazione: meno frammentazione, più coerenza
3.2.1. Il problema: un bilancio frammentato, regole disomogenee
Il secondo principio alla base della proposta per il QFP 2028–2034 è la semplificazione. La Commissione europea riconosce che l’architettura del bilancio dell’UE resta eccessivamente complessa, nonostante alcuni progressi registrati nel corso del QFP 2021–2027.
Negli ultimi anni sono stati realizzati vari accorpamenti:
- InvestEU ha unificato strumenti finanziari eterogenei sotto un’unica garanzia di bilancio;
- il Programma per il mercato unico ha riunito sei precedenti programmi (tra cui COSME e il programma per le statistiche europee), pur mantenendo una governance articolata;
- il Programma antifrode ha fuso gli strumenti Hercule e AFIS;
- Cittadini, uguaglianza, diritti e valori ha integrato due programmi distinti (Diritti, uguaglianza e cittadinanza ed Europa per i cittadini);
- il FSE+ ha assorbito quattro linee precedenti (FSE, FEAD, Iniziativa Occupazione Giovani, EaSI);
- l’NDICI – Europa Globale ha consolidato la maggior parte degli strumenti per l’azione esterna, incluso il Fondo europeo di sviluppo, fino ad allora fuori bilancio.
Nonostante questi sforzi, la frammentazione persiste: il QFP 2021–2027 conta ancora oltre 52 programmi interni, cui si aggiungono 8 strumenti fuori bilancio.
Molti di essi finanziano ambiti simili ma con logiche diverse, generando sovrapposizioni e oneri amministrativi.
Esempi emblematici:
- energia: 13 programmi, tra cui CEF-Energia, LIFE Transizione, FESR, JTF, Orizzonte Europa, InvestEU, Fondo innovazione, Fondo sociale per il clima, ecc.;
- digitale: 9 programmi (FESR, FSE+, Programma Europa digitale, CEF digitale, Orizzonte Europa, InvestEU, ecc.);
- salute: 10 programmi, tra cui EU4Health, Orizzonte Europa, FESR, FSE+, NDICI, InvestEU e UCPM;
- difesa: proliferazione di strumenti ad hoc (ASAP, EDIRPA, EDIP);
- allargamento e vicinato: strumenti paralleli (NDICI-GE, IPA III, Moldova Facility, Fondo riforme Balcani).
Anche sul piano normativo la situazione è disomogenea. Il regolamento (UE) 2021/1060 recante le Disposizioni Comuni (RDC) ha migliorato la coerenza per coesione, migrazione e frontiere, ma l’esclusione dello sviluppo rurale ha mantenuto regole parallele.
Infine, sul piano del monitoraggio e dell’accesso ai programmi:
- esistono oltre 30 relazioni diverse di avanzamento,
- più di 15 cruscotti online separati,
- almeno 10 sportelli unici digitali, che però frammentano anziché semplificare l’accesso.
3.2.2. La proposta: razionalizzazione della struttura e convergenza normativa
Per la Commissione europea, la semplificazione non è una questione tecnica, ma una condizione per rafforzare impatto, efficienza e accessibilità del bilancio UE.
Nel pacchetto QFP 2028–2034, le principali novità sono:
- riduzione drastica del numero di programmi: dagli attuali oltre 52 a 16 programmi ordinari;
- integrazione strutturale dei fondi collegati al sistema ETS (ETS1 e ETS2), oggi fuori bilancio (Innovation Fund, Modernisation Fund, Fondo sociale per il clima);
- promozione di modelli finanziari moderni, basati su:
- finanziamenti non legati ai costi (FNLC);
- opzioni semplificate di costo (OSC);
- armonizzazione normativa con l’estensione del nuovo Regolamento orizzontale unico (performance framework) [COM(2025) 545] a tutti i fondi UE, che includerà:
- principi trasversali (DNSH, parità di genere, diritti fondamentali);
- indicatori comuni di monitoraggio e valutazione;
- requisiti omogenei di rendicontazione.
- maggiore convergenza tra fondi a gestione diretta e concorrente;
- creazione di un punto unico digitale di accesso alle opportunità di finanziamento, che integrerà i portali esistenti, come Funding & Tenders e STEP, con funzioni di monitoraggio in tempo reale e valutazione ex post.
3.2.3. Implicazioni per chi gestisce e attua programmi e fondi UE
Le novità avranno impatti significativi per amministrazioni, enti intermedi e beneficiari:
- accesso più agevole e prevedibile, grazie all’unificazione dei portali informativi;
- riduzione degli oneri di gestione, con modelli semplificati e introduzione del principio del single audit;
- maggiore coordinamento multilivello, con meno frammentazione normativa e più sinergie tra programmi settoriali e territoriali.
In sintesi, la Commissione mira a trasformare il bilancio UE da un mosaico frammentato a una mappa, un sistema più coerente, leggibile e orientato ai risultati.
3.3. Impatto: ogni euro speso deve generare valore
3.3.1. La criticità: impatto limitato, strumenti disallineati, regole complesse
Il terzo principio guida del QFP 2028–2034 è l’impatto.
La Commissione intende migliorare l’efficacia del bilancio europeo rafforzando il legame tra risorse finanziarie, risultati concreti e valore aggiunto sistemico. L’obiettivo è superare la logica della mera spesa per adottare un approccio orientato al valore aggiunto europeo (EU added value).
La Commissione europea riconosce che, nell’attuale struttura del QFP, la capacità di conseguire risultati concreti è ostacolata da quattro limiti principali:
- bassa capacità di attivare investimenti, soprattutto privati;
- orientamento ai risultati disomogeneo tra strumenti e modalità di gestione;
- dati frammentati e poco interoperabili, che impediscono valutazioni comparabili;
- assenza di indicatori comuni, che rende difficile misurare l’impatto.
Il regolamento finanziario dell’UE ammette diverse modalità di erogazione:
- finanziamenti non legati ai costi (FNLC), basati sul conseguimento di traguardi o condizioni;
- rimborso dei costi effettivi;
- opzioni semplificate di costo (OSC), come costi unitari, somme forfettarie o tassi fissi.
Questi modelli sono stati introdotti per ridurre errori e semplificare, ma l’onere dei controlli è rimasto elevato.
Alcuni strumenti recenti hanno mostrato maggiore efficacia:
- il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), primo fondo interamente legato al raggiungimento di milestone e target;
- l’NDICI – Europa Globale, che lega chiaramente pagamenti e performance;
- il Fondo per le riforme e la crescita dei Balcani occidentali, che utilizza logiche simili.
Nonostante questi progressi, persistono criticità operative:
- nella PAC, la discrezionalità nazionale ha prodotto fenomeni di gold plating (reintroduzione e moltiplicazione a livello nazionale e regionale di regole abolite dall’UE);
- l’integrazione dei dati per la programmazione orientata ai risultati è ancora in fase di sviluppo;
- l’uso delle OSC rimane limitato in fondi come il Fondo di coesione, il FEAMPA e i programmi HOME.
3.3.2. La proposta: bilancio orientato alla performance e al valore aggiunto europeo
Per affrontare tali criticità, la Commissione, nella proposta di regolamento sul quadro di monitoraggio della spesa di bilancio [COM(2025) 545] propone un salto di qualità:
- estensione dei modelli a performance a tutte le modalità di gestione (diretta, indiretta e concorrente);
- semplificazione dei controlli, riducendo gli obblighi documentali e puntando su risultati verificabili;
- modelli di erogazione moderni, che premiano obiettivi strategici anziché meri input finanziari.
A supporto, sono previsti strumenti innovativi:
- un uso più integrato di strumenti finanziari, garanzie e blending, regolati da un’unica guida tecnica;
- la creazione di due garanzie di bilancio:
- una per le politiche interne, nel quadro del nuovo European Competitiveness Fund (ECF),
- una per le politiche esterne, nell’ambito di Europa Globale;
- un’architettura aperta che coinvolga BEI, BERS, banche nazionali di promozione e capitali privati.
Questo approccio si ispira ai principi di value for money e di finanza orientata all’impatto, già sperimentati con NextGenerationEU.
3.3.3. Coerenza, sinergie e governance strategica: un bilancio più integrato
L’impatto di un bilancio europeo non dipende soltanto dalle regole di spesa, ma dalla coerenza complessiva dell’architettura finanziaria. Per questo la Commissione propone tre innovazioni di governance:
- Armonizzazione normativa sin dalla progettazione
Le regole applicative dei diversi fondi saranno allineate fin dalla fase iniziale, così da facilitare sinergie operative, interoperabilità dei sistemi e possibilità di finanziamenti cumulativi tra strumenti.
- Coinvolgimento attivo degli Stati membri
Con il nuovo Fondo europeo per la competitività (ECF), il quale, accanto al Fondo PNR, è il secondo grande pilastro del QFP 2028-2034 (dedicherò un articolo specifico a questo fondo), gli Stati membri non assumono un ruolo di gestione diretta o concorrente, ma partecipano allo Stakeholder Board e alla definizione dei work programmes, assicurando un raccordo tra le priorità nazionali e le strategie comuni dell’Unione. Inoltre, la Commissione prevede la possibilità per i Paesi membri di integrare con contributi volontari alcune linee del Fondo, in particolare quelle relative a garanzie e strumenti di blending. In tali casi, i contributi nazionali saranno legati al conseguimento di traguardi e obiettivi comuni, rafforzando il nesso tra bilanci nazionali e strumenti finanziari europei.
- Meccanismo politico annuale
Un nuovo dialogo strutturato tra Commissione, Parlamento e Consiglio accompagnerà la programmazione del bilancio annuale. Questo dispositivo consentirà di definire priorità condivise, rendere la spesa più flessibile e superare la rigidità attuale, in cui circa il 90% delle risorse risulta già vincolato sin dalla fase iniziale del QFP.
3.3.4. Implicazioni operative per chi lavora con fondi e programmi UE
Per chi opera con i fondi europei – amministrazioni, autorità di gestione, enti territoriali, beneficiari, consulenti – l’evoluzione verso un bilancio basato sulla performance comporterà:
- pagamenti più rapidi, legati a risultati raggiunti e non solo a rendicontazioni burocratiche;
- nuove opportunità per progetti ad alto impatto, in settori strategici come transizione verde, digitale e competitività;
- maggior accesso a strumenti combinati, grazie a blending e garanzie;
- più spazio per approcci integrati e sperimentali, sostenuti dall’armonizzazione normativa;
- riduzione dei costi di gestione, con un risparmio stimato dalla Commissione in almeno il 30% dei costi di assistenza tecnica esterna.
3.4. Protezione del bilancio UE: trasparenza, legalità e responsabilità
3.4.1. Un sistema di controllo ancora frammentato
Il quarto principio alla base della proposta di riforma del QFP 2028–2034 è la protezione del bilancio dell’Unione europea, fondata su tre pilastri:
- rispetto dello Stato di diritto,
- trasparenza nella gestione,
- efficacia dei controlli.
L’esperienza 2021-2027 ha mostrato che i sistemi di gestione e audit variano da programma a programma, con regole diverse per fondi a gestione diretta, indiretta o concorrente. Questa frammentazione genera:
- oneri amministrativi disomogenei e complessi,
- difficoltà di interpretazione per gli attuatori,
- lacune nella tracciabilità dell’uso dei fondi UE.
Inoltre, la condizionalità sullo Stato di diritto (Reg. UE 2020/2092) è rimasta finora uno strumento residuale, attivabile solo in presenza di un nesso diretto tra violazioni sistemiche e bilancio.
Da qui l’esigenza di un sistema di protezione più coerente, coordinato e preventivo, capace di prevenire rischi finanziari, conflitti di interesse e frodi, per il quale la Commissione ha presentato un Libro bianco per la revisione dell’architettura antifrode [COM(2025) 546].
3.4.2. La proposta della Commissione
La Commissione propone una revisione strutturale della governance dei controlli:
- condizionalità rafforzata: il rispetto dello Stato di diritto diventa requisito operativo trasversale per accedere ai fondi, integrato sin dall’inizio nei sistemi di gestione;
- armonizzazione delle regole di controllo e audit: regole comuni per tutti i programmi, indipendentemente dal modello di gestione, con approcci proporzionati e orientati al rischio;
- sistema integrato di protezione: rafforzamento della cooperazione tra Commissione, OLAF, Corte dei conti europea, EPPO e autorità nazionali. La piattaforma ARACHNE, basata su analisi dati e intelligenza artificiale, diventerà lo strumento chiave per il monitoraggio dei rischi finanziari e dei conflitti di interesse.
L’obiettivo è duplice: rafforzare la tutela preventiva e correttiva del bilancio UE e, allo stesso tempo, semplificare i controlli per amministrazioni e beneficiari.
3.4.3. Che cosa cambia per chi lavora con programmi e fondi UE
Per chi lavora con fondi e programmi europei, questo significa:
- maggiore certezza normativa, grazie all’armonizzazione delle regole;
- controlli più trasparenti e mirati, riducendo il carico amministrativo;
- capacità rafforzata di prevenzione dei rischi da parte delle autorità di gestione;
- nuove responsabilità per gli Stati membri, poiché la condizionalità sullo Stato di diritto diventa parte integrante della gestione dei fondi.
3.5. Entrate moderne: nuove risorse per un’UE più autonoma
3.5.1. La criticità: un bilancio troppo dipendente dai contributi nazionali
Il quinto principio guida alla base della proposta per il QFP 2028–2034 riguarda la modernizzazione del sistema delle entrate dell’Unione europea, attraverso un rafforzamento strutturale delle risorse proprie.
Il sistema attuale di finanziamento dell’UE si basa ancora in gran parte sui contributi nazionali basati sul RNL, che coprono circa il 70% delle entrate. Questo modello:
- espone il bilancio UE a negoziati intergovernativi complessi,
- limita la prevedibilità e la stabilità finanziaria,
- riduce il nesso tra politiche comuni e loro finanziamento,
- non valorizza pienamente il principio del valore aggiunto europeo.
L’esperienza della risorsa propria sulla plastica non riciclata (introdotta nel 2021) ha dimostrato che è possibile introdurre nuove entrate mirate, tecnicamente realizzabili e politicamente sostenibili. di nuove risorse può essere tecnicamente attuabile, politicamente sostenibile e finanziariamente rilevante.
3.5.2. La proposta della Commissione: un portafoglio più diversificato di risorse proprie
La Commissione, nella proposta di decisione sul sistema delle risorse proprie dell’UE [COM(2025) 574], propone un rafforzamento strutturale delle entrate dell’UE attraverso un mix di nuove risorse proprie e adeguamenti a quelle esistenti.
In particolare, propone cinque nuove risorse proprie:
- ETS: destinare al bilancio UE il 30% delle entrate derivanti dalle aste di quote di emissione, mantenendo la parte restante nei bilanci nazionali;
- CBAM: attribuire al bilancio europeo i proventi del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere;
- Rifiuti elettronici (WEEE): introdurre un contributo nazionale commisurato alla quantità di rifiuti elettronici non raccolti, per incentivare la raccolta differenziata e ridurre la dipendenza dell’UE da fornitori esterni di materie prime critiche;
- Risorsa societaria europea (CORE): prevedere un contributo delle imprese – esclusi i soggetti di piccole dimensioni – legato agli investimenti europei in competitività e innovazione, in particolare tramite il nuovo Fondo europeo per la competitività (ECF);
- TEDOR: introdurre una risorsa propria derivante dalle accise sul tabacco, per rafforzare gli obiettivi sanitari e fiscali dell’UE e armonizzare i regimi nazionali.
Inoltre, la Commissione propone alcuni adeguamenti alle risorse esistenti, in particolare:
- incremento dell’aliquota sulla plastica non riciclata, per tener conto dell’inflazione;
- riduzione della quota di riscossione trattenuta dagli Stati membri sui dazi doganali.
Infine, la stessa Commissione propone di valutare altre entrate, quali:
- incremento dei diritti ETIAS del Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi;
- valutazione di ulteriori tariffe legate a politiche europee.
Con questo pacchetto, la Commissione intende, in definitiva:
- diversificare le fonti di entrata per ridurre la dipendenza dai contributi basati sul RNL;
- rafforzare il legame tra politiche comuni e loro finanziamento (transizione verde, competitività, salute pubblica);
- stabilizzare la base finanziaria dell’Unione, accrescendo la sua autonomia strategica
3.5.3. Implicazioni per chi lavora con fondi e programmi UE
L’evoluzione del sistema delle entrate dell’UE avrà ripercussioni operative dirette per le amministrazioni, le autorità di gestione e tutti i soggetti coinvolti nella progettazione e attuazione dei programmi UE:
- maggiore stabilità e prevedibilità del bilancio, con un impatto positivo sulla pianificazione pluriennale dei programmi;
- coerenza rafforzata tra strumenti finanziari e priorità politiche: gli strumenti di spesa saranno sempre più collegati a politiche chiave come la decarbonizzazione, la sostenibilità ambientale, la fiscalità equa e la sanità pubblica;
- apertura a nuove aree tematiche eleggibili, quali l’economia circolare, la gestione dei rifiuti elettronici, la fiscalità sanitaria o l’industria sostenibile;
- maggiori opportunità di coinvolgimento del settore privato, attraverso la Corporate Europe Resource (CORE), che potrebbe diventare leva per partenariati pubblico-privati a sostegno delle politiche europee.
Conclusioni
La proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2028–2034 segna una svolta nell’evoluzione del bilancio dell’Unione europea. Non è un mero esercizio tecnico-contabile, come ho scritto, ma un progetto politico che punta a rafforzare l’autonomia strategica e finanziaria dell’UE, dotandola di un bilancio pluriennale più moderno, flessibile e orientato all’impatto.
Per chi opera con fondi e programmi europei – dalla politica di coesione alla PAC, dalla ricerca all’innovazione – questa transizione rappresenta al tempo stesso una sfida e un’opportunità:
- una sfida, perché impone un aggiornamento dei metodi di progettazione, una lettura più integrata delle priorità politiche e una maggiore attenzione alla dimensione regolatoria;
- un’opportunità, perché offre strumenti più moderni per agire in settori strategici, rafforza la capacità di previsione e promuove sinergie multilivello più solide.
In sintesi: il nuovo QFP ridisegna regole, programmi e risorse. Comprenderne oggi la logica significa attrezzarsi per sfruttare al meglio le opportunità operative e strategiche di domani.
Nel prossimo articolo della serie dedicata al QFP 2028-2034 analizzerò un passaggio decisivo della riforma: la riduzione dei programmi da oltre 52 a 16, con le relative conseguenze per la governance e la gestione operativa delle politiche europee.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Tutti i documenti ufficiali citati in questo articolo sono disponibili nella sezione Speciale QFP 2028–2034.
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Gli articoli della serie speciale dedicata al Quadro finanziario pluriennale 2028–2034, con i relativi link, sono disponibili nella pagina del blog “Analisi“.
