🇪🇺 Punti chiave
- L’European Competitiveness Fund (ECF) diventa il cuore della Rubrica 2 “Competitività, prosperità e sicurezza”.
- Dotazione complessiva: 234,3 miliardi € (ECF), 175 miliardi € (Orizzonte Europa) + 41,5 miliardi € (Fondo innovazione) = 450,5 miliardi €.
- Quattro policy windows: transizione pulita, bioeconomia e salute, leadership digitale, resilienza e difesa/spazio.
- Introduzione del single rulebook: regole unificate, portale unico, tempi più rapidi di valutazione ed erogazione.
- Strumenti principali: grants, procurement innovativo, Value Chains Builder, EU Tech Frontrunners, IPCEI top-ups, blending e garanzie finanziarie.
- Orizzonte Europa integrato nell’ECF (collaborative research, innovazione, start-up, JRC) ma con autonomia giuridica (ERC, MSCA, ricerca di frontiera, open science, infrastrutture come beni comuni)) e brand internazionale preservato.
- Governance multilivello: Investment Committee, Stakeholder Board, Commissione, agenzie esecutive, BEI e banche nazionali di promozione.
- Impatti attesi: ROI medio +15,7%, export +58%, rafforzamento PMI, start-up e scale-up tecnologiche.
⤷ Nell’articolo che segue analizzo il funzionamento del Fondo europeo per la competitività e il ruolo di Orizzonte Europa nel QFP 2028–2034.
Introduzione
In un mio precedente articolo su Fare l’Europa ho presentato la mappa complessiva dei programmi a gestione diretta del bilancio UE 2028–2034, sottolineando una delle principali novità introdotte dalla Commissione europea con la proposta del 16 luglio 2025, completata il 3 settembre seguente: la razionalizzazione dell’architettura finanziaria.
L’obiettivo dichiarato è passare dagli attuali 52 programmi distinti (escludendo gli 8 strumenti fuori bilancio) a 16 programmi principali, riducendo la frammentazione e migliorando la leggibilità del bilancio unionale.
Al centro di questa riforma si colloca il Fondo europeo per la competitività (European Competitiveness Fund – ECF), che rappresenta il cuore della nuova Rubrica 2 del QFP 2028–2034, significativamente denominata “Competitività, prosperità e sicurezza”.
Con una dotazione complessiva proposta di 409 miliardi di euro – che salgono a 450,5 miliardi di euro se si considerano anche le risorse del Fondo per l’innovazione, rimasto formalmente fuori bilancio – l’ECF si presenta come il principale strumento per sostenere la crescita, l’innovazione e la sicurezza economica dell’Unione europea.
Questo nuovo Fondo non si limita ad accorpare 14 programmi preesistenti, che ho già indicato in un precedente articolo al quale rinvio: si propone di diventare un motore unitario della competitività europea, in grado di coniugare ricerca, innovazione, digitale, transizione ecologica, sicurezza e difesa. La sua architettura normativa, delineata nella proposta di regolamento e accompagnata da un ampio documento di valutazione d’impatto, si affianca alla proposta relativa al nuovo programma quadro Orizzonte Europa 2028–2034 e al relativo Programma specifico, formando un pacchetto legislativo di grande rilievo per il futuro del bilancio UE.
L’obiettivo di questo dodicesimo articolo della serie speciale dedicata alla lettura della proposta di QFP 2028-2034 è, dunque, analizzare in profondità il Fondo europeo per la competitività e la sua integrazione con Orizzonte Europa, nelle loro dimensioni politica, normativa, finanziaria e operativa.
Esaminerò le ragioni che hanno spinto la Commissione a proporlo, la sua struttura interna e gli strumenti a disposizione, le risorse finanziarie e la governance, nonché gli impatti attesi in termini di produttività, innovazione e autonomia strategica.
Particolare attenzione sarà dedicata al rapporto tra l’ECF e il nuovo programma Orizzonte Europa 2028–2034, che continuerà a rappresentare il principale strumento dell’Unione per la ricerca e l’innovazione, ma inserito in un quadro più ampio e strategico volto a rafforzare la competitività complessiva dell’UE.
1. La genesi politica del Fondo europeo per la competitività
1.1 La proposta della Commissione
Il Fondo europeo per la competitività nasce all’interno della proposta complessiva della Commissione sul Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, presentata il 16 luglio 2025 e illustrata nella Comunicazione politica [COM(2025) 570].
In quella sede, adottando un linguaggio fortemente programmatico, la Commissione ha presentato l’ECF come il motore della nuova Rubrica 2 – Competitività, prosperità e sicurezza.
L’accento posto sulla centralità di ricerca, innovazione e tecnologie di frontiera si collega direttamente ai grandi dossier politici che hanno segnato l’avvio della legislatura europea 2024-2029: la Relazione Letta sul completamento del mercato unico e la Relazione Draghi sul futuro della competitività europea.
Entrambe avevano sottolineato l’urgenza di dotare l’Unione di strumenti finanziari adeguati per colmare i ritardi strutturali rispetto ad altre grandi economie e per sostenere i beni pubblici europei.
1.2 Il contesto macroeconomico: sfide e vulnerabilità
La genesi dell’ECF va letta, infatti, alla luce di una serie di criticità che caratterizzano l’economia europea:
- divario di produttività: da oltre trent’anni l’UE registra una crescita più lenta rispetto a Stati Uniti e Asia, con un progressivo productivity gap;
- dipendenze critiche: dalle tecnologie digitali alle materie prime strategiche, l’UE rimane esposta a fornitori esterni;
- frammentazione dei mercati finanziari: la scarsa integrazione dei capitali ostacola il finanziamento delle scale-up europee, come ha evidenziato la Commissione nella recente strategia ad esse dedicata [COM(2025) 270];
- costi energetici e carenze di competenze: elementi che penalizzano la competitività delle imprese.
1.3 La “Competitiveness Compass”: una bussola strategica
Elemento chiave alla base della proposta è il Bussola per la competitività (Competitiveness Compass), introdotto come quadro di riferimento strategico per orientare gli investimenti, cui si affianca il successivo Patto per l’industria pulita
La bussola individua tre priorità verticali:
- colmare il divario di innovazione (closing the innovation gap);
- promuovere la decarbonizzazione e la transizione pulita;
- ridurre le dipendenze e rafforzare la sicurezza economica e industriale.
A queste si aggiungono cinque fattori abilitanti trasversali:
- semplificazione delle regole,
- rimozione delle barriere nel mercato unico,
- migliore accesso ai finanziamenti,
- sviluppo di competenze e lavori di qualità,
- coordinamento più efficace tra livelli europei e nazionali.
Il Fondo europeo per la competitività e il nuovo programma quadro Orizzonte Europa 2028–2034, quindi, costituiscono la traduzione operativa della Bussola per la competitività e del Patto per l’industria pulita: un quadro unitario che, con risorse mirate, norme semplificate e strumenti rapidi, punta a trasformare le grandi ambizioni dell’Unione in risultati tangibili per crescita, innovazione e autonomia strategica.
2. Il quadro legislativo
2.1 Il Regolamento sul Fondo europeo per la competitività
La proposta di regolamento che istituisce l’European Competitiveness Fund (ECF) rappresenta la base giuridica dell’intera riforma [COM(2025) 555]. Presentata dalla Commissione il 16 luglio 2025, essa si fonda su una base giuridica composita del TFUE, che include in particolare gli articoli in materia di ricerca (art. 182), industria (art. 173) e coesione economica (art. 175), oltre ad altre disposizioni settoriali (energia, ambiente, spazio, relazioni economiche esterne).
Gli obiettivi generali fissati nel regolamento sono tre:
- rafforzare la competitività strategica dell’UE attraverso investimenti in tecnologie di frontiera;
- promuovere la transizione ecologica e digitale;
- sostenere la resilienza economica e industriale dell’Unione.
L’architettura del Fondo è organizzata in quattro policy windows, articolate nei contenuti descritti in specifici capitoli e sezioni della proposta:
- Transizione pulita e decarbonizzazione industriale (capitolo IV);
- Salute, biotecnologie, agricoltura e bioeconomia (capitolo V);
- Leadership digitale (capitolo VI);
- Resilienza e sicurezza, industria della difesa e spazio (capitolo VII).
Il regolamento introduce, inoltre, strumenti innovativi: un corpus unico di norme (single rulebook), una piattaforma unica di accesso per i beneficiari, procedure accelerate di valutazione e rendicontazione, e il marchio di qualità Competitiveness Seal per progetti eccellenti non finanziati per limiti di bilancio.
2.2 Il regolamento Orizzonte Europa e la decisione sul programma specifico
Il Fondo europeo per la competitività non sostituisce Orizzonte Europa, ma ne diventa la cornice strategica.
La Commissione ha, infatti, presentato contestualmente due proposte di atti legislativi specifici:
- Regolamento Orizzonte Europa (2028–2034) [COM(2025) 543]: istituisce il nuovo Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione con una dotazione di 175 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al periodo precedente. Conferma i quattro pilastri tradizionali (scienza di eccellenza, competitività e società, innovazione, Spazio europeo della ricerca) e mantiene la dimensione internazionale che ha reso Horizon un marchio globale.
- Decisione sul Programma specifico [COM(2025) 544]: stabilisce le modalità operative e i programmi di lavoro, dettaglia la governance dell’ERC – European Research Council, dell’EIC – European Innovation Council, delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) e del JRC – Joint Research Centre, integrando queste attività nei quattro policy windows dell’ECF.
Il rapporto tra i due strumenti è chiaro: Horizon conserva autonomia giuridica e brand, ma è integrato funzionalmente nell’ECF attraverso programmi di lavoro congiunti e norme armonizzate.
La proposta di Decisione sul Programma specifico stabilisce che le attività di R&I collegate alle policy windows dell’ECF siano inserite in una parte specifica dei work programmes di Horizon (collaborative research, innovazione, start-up, JRC). Questa parte viene adottata secondo le procedure del regolamento ECF.
Il resto dei work programmes (ERC, MSCA, ricerca di frontiera, open science, infrastrutture come beni comuni) segue le ordinarie procedure di Horizon.
2.3 Il “single rulebook”: semplificazione e armonizzazione normativa
Uno dei principali ostacoli all’accesso ai fondi UE è sempre stata la complessità regolatoria, con programmi che applicavano criteri differenti e procedure di valutazione non coordinate.
L’ECF, seguendo le raccomandazioni politiche sul completamento del mercato unico e sulla competitività, propone un corpus normativo unico che si applica a tutti i progetti finanziati.
Questo single rulebook:
- riduce la duplicazione di norme e bandi;
- semplifica le procedure di selezione e rendicontazione;
- introduce tempi più rapidi di approvazione ed erogazione;
- prevede un unico portale di accesso per i beneficiari, modellato sul Funding & Tenders Portal.
L’obiettivo è creare un ambiente più user-friendly, soprattutto per PMI, start-up e scale-up, spesso scoraggiate dalla complessità amministrativa.
2.4 ECF-InvestEU: il confronto con il fondo InvestEU
L’ECF richiama in parte il modello del fondo InvestEU adottato nel QFP 2021–2027, che aveva consolidato in un unico strumento diversi meccanismi di garanzia e blending finanziario.
Le similitudini principali:
- unificazione di strumenti in precedenza frammentati;
- governance condivisa con la Banca europea per gli investimenti e istituti nazionali di promozione;
- possibilità di combinare sovvenzioni, prestiti e strumenti finanziari.
Le differenze sostanziali:
- InvestEU era centrato sulla leva finanziaria e sugli strumenti di garanzia;
- l’ECF-InvestEU mantiene un’ampia gamma di strumenti (grant, equity, blending), ma con una missione politico-strategica più ampia, includendo difesa, spazio e decarbonizzazione industriale, che non erano al centro di InvestEU.
3. Architettura e dotazione finanziaria
3.1 La dotazione complessiva
Secondo la proposta di regolamento, la dotazione finanziaria indicativa per l’attuazione dell’European Competitiveness Fund (ECF) nel periodo 1° gennaio 2028 – 31 dicembre 2034 ammonta a 234,3 miliardi di euro a prezzi correnti.
La ripartizione interna è la seguente:
- 11 miliardi di euro per attività trasversali (strumento ECF InvestEU, consulenza ai progetti, collaborazione tra PMI, sviluppo delle competenze e accesso ai finanziamenti);
- 26,21 miliardi di euro per la transizione pulita e decarbonizzazione industriale;
- 20,39 miliardi di euro per salute, biotecnologie, agricoltura e bioeconomia;
- 51,49 miliardi di euro per la leadership digitale;
- 125,20 miliardi di euro per resilienza, sicurezza, difesa e spazio.
Oltre a questa dotazione, il regolamento ECF prevede la possibilità di iscrivere stanziamenti nel bilancio UE anche dopo il 2034, per coprire spese relative ad azioni non completate o a servizi essenziali di gestione e assistenza tecnica.
Se si considerano, inoltre, le risorse di Orizzonte Europa (175 miliardi di euro, autonome sul piano giuridico, ma integrate funzionalmente nell’ECF) e il Fondo per l’innovazione (circa 41,5 miliardi di euro stimati, fuori bilancio per la variabilità delle entrate ETS), l’ECF raggiunge complessivamente i 450,5 miliardi di euro.
In questo modo si distingue chiaramente tra:
- la dotazione “giuridica” ECF (234,3 mld €) fissata dal regolamento;
- la dotazione “politica” dell’ECF (409 mld €) indicata nella Comunicazione strategica [COM(2025) 570] della Commissione;
- la proiezione complessiva con strumenti fuori bilancio (450,5 mld €).
3.2 Confronto con il QFP 2021–2027
Il passaggio dal QFP 2021–2027 al QFP 2028–2034 segna un vero cambio di scala:
- la spesa per competitività e innovazione cresce sia in termini assoluti che relativi;
- l’accorpamento di 14 programmi in un unico Fondo elimina la frammentazione che caratterizzava la precedente programmazione (ho riportato l’elenco dei programmi che confluiscono nell’ECF è riportato in un precedente articolo);
- aumenta il peso di difesa e spazio, con risorse quasi triplicate rispetto alla precedente Rubrica 5 (Sicurezza e difesa);
- la quota per ricerca e innovazione (Horizon Europe) è quasi raddoppiata rispetto al periodo 2021–2027 (da circa 90 a 175 miliardi di euro, +94%), ora incardinata in una strategia più ampia che collega scienza, mercato e industria.
Dotazione complessiva Fondo europeo per la competitività 2028–2034 (mld € a prezzi correnti)
[art. 4 – Bilancio della proposta di regolamento COM(2025) 555/2]
| Policy Windows ECF: | Importo | % sulla dotazione “politica” |
| – Attività trasversali (strumento ECF InvestEU, Project Advisory, collaborazione PMI, sviluppo competenze, accesso ai finanziamenti) | 11,00 | 2,4% |
| – Transizione pulita e decarbonizzazione industriale | 26,21 | 5,8% |
| – Salute, biotecnologie, agricoltura e bioeconomia | 20,39 | 4,5% |
| – Leadership digitale | 51,49 | 11,4% |
| Resilienza, sicurezza, difesa e spazio | 125,20 | 27,8% |
| Totale dotazione “giuridica” ECF | 234,30 | 52,0% |
| Componenti aggiuntive ECF | ||
| – Orizzonte Europa 2028–2034 | 175,00 | 38,8% |
| – Fondo per l’innovazione | 41,20 | 9,1% |
| Totale dotazione “politica” ECF | 450,50 | 100% |
4. Strumenti e modalità operative
4.1 La cassetta degli attrezzi dell’ECF
Il Fondo europeo per la competitività (ECF) dispone di una vera e propria Toolbox di strumenti, articolata in due grandi categorie.
A. Grants, procurement e strumenti di coordinamento industriale
Questi strumenti coprono la forma più classica di sostegno, ma con innovazioni importanti:
- Grants (sovvenzioni): restano la modalità prevalente per finanziare ricerca e innovazione, con procedure armonizzate grazie al single rulebook.
- Procurement (appalti innovativi e pre-commerciali): vengono potenziati per stimolare la domanda pubblica di nuove tecnologie europee e creare mercati interni.
- Industrial policy coordination tools: nuove procedure introdotte dal regolamento, come:
- Single Market Value Chains Builder (art. 16): call dedicate a rafforzare le catene del valore europee, favorendo l’integrazione di fornitori, produttori e innovatori da diversi Stati membri.
- EU Tech Frontrunners (art. 17): premi in due fasi per individuare campioni tecnologici europei e rafforzarne la posizione competitiva globale, insieme ai loro ecosistemi di PMI.
- Production Ramp-up actions (art. 18): sostegno alla capacità produttiva in settori strategici, con la possibilità di finanziare anche azioni già avviate.
- Top-ups per IPCEI (art. 19): cofinanziamento europeo a progetti transnazionali di grande interesse comune (Important Projects of Common European Interest).
- Accelerated and Targeted Actions (art. 20): interventi rapidi e mirati per progetti di interesse pubblico imperativo o di urgenza, con regole semplificate per selezione ed erogazione.
B. ECF InvestEU Instrument
Accanto ai grant e agli appalti, l’ECF comprende un pilastro finanziario dedicato (artt. 21–25), che riprende e potenzia il modello di InvestEU:
- Budgetary guarantee: fino a 70 miliardi di euro, con tasso di provisioning del 50%, per sostenere prestiti, garanzie, equity e quasi-equity.
- Blending operations: possibilità di combinare contributi a fondo perduto con strumenti finanziari, così da ridurre i rischi per gli investitori privati.
- Supporto a start-up e scale-up (art. 22): creazione di una Scale-up Facility, gestita con BEI e banche nazionali di promozione, per facilitare l’accesso al capitale di rischio, venture debt e strumenti di mercato.
- Comparti multipli: un comparto UE e comparti nazionali, per consentire agli Stati membri di contribuire volontariamente e ampliare la leva finanziaria.
- Community of implementing partners: gestione aperta a BEI, banche nazionali di promozione e – in via eccezionale – anche a soggetti privati valutati e autorizzati, in base a criteri di solidità e capacità finanziaria.
Cerniera con EIC (Horizon)
Il collegamento operativo tra la leva finanziaria del Fondo (garanzie/blending) e l’innovazione Horizon passa anche dall’EIC Board, che assiste la Commissione coordinandosi con l’Advisory Board del Fondo sulle garanzie, gli strumenti finanziari e le operazioni di blending. Questo consente di saldare grant e finanza lungo la stessa pipeline di progetti deep tech.
La tabella che segue riassume, in modo schematico, i principali strumenti dell’ECF Toolbox:
L’ECF Toolbox a colpo d’occhio
| Categoria | Strumenti | Finalità principali |
| Grants e Procurement | Sovvenzioni (grants) | Sostenere ricerca, innovazione e progetti pilota ad alto valore aggiunto europeo. |
| Appalti innovativi e pre-commerciali | Stimolare la domanda pubblica e creare mercati interni per tecnologie emergenti. | |
| Single Market Value Chains Builder | Rafforzare catene del valore europee, integrando fornitori e produttori in più Stati membri. | |
| EU Tech Frontrunners | Selezionare “campioni tecnologici” europei attraverso premi e consorzi industriali. | |
| Production Ramp-up | Supportare la capacità produttiva in settori strategici, anche con azioni già avviate. | |
| Top-ups per IPCEI | Cofinanziare progetti di comune interesse europeo con co-partecipazione nazionale. | |
| Accelerated & Targeted Actions | Interventi rapidi e mirati per progetti urgenti o di interesse pubblico imperativo. | |
| ECF InvestEU Instrument | Budgetary Guarantee (70 mld €) | Fornire garanzie e strumenti finanziari per ridurre rischi di investimento. |
| Blending (grants + strumenti finanziari) | Combinare contributi a fondo perduto con equity, prestiti e garanzie. | |
| Scale-up Facility | Supportare start-up e scale-up con equity, venture debt, strumenti di mercato. | |
| Comparti UE e nazionali | Consentire la partecipazione volontaria degli Stati membri e ampliare la leva. | |
| Community of implementing partners | Coinvolgere BEI, banche nazionali e, in casi eccezionali, soggetti privati autorizzati. |
4.2 Procedure semplificate e portale unico
Come ho anticipato, una delle principali novità introdotte dal regolamento ECF è la creazione di un corpus unico di norme (single rulebook) e di un punto di accesso unico ai finanziamenti.
Gli elementi innovativi comprendono:
- portale integrato per la presentazione delle domande, modellato sull’esperienza del Funding & Tenders Portal;
- tempi di valutazione ridotti e decisioni accelerate di finanziamento;
- reporting semplificato, con obblighi di rendicontazione alleggeriti, soprattutto per PMI e start-up;
- introduzione di fast-track procedures per progetti urgenti o strategici.
A queste misure si affianca quanto previsto dal Chapter III della proposta di regolamento:
- Project Advisory (art. 26), cioè un sistema strutturato di consulenza e assistenza tecnica per i promotori di progetti;
- il Beneficiary Service Desk (art. 31), un vero e proprio sportello unico per orientare i beneficiari e facilitare l’accesso ai diversi strumenti di finanziamento dell’Unione.
Questa riforma risponde a una delle critiche più frequenti mosse dagli stakeholder: la complessità burocratica e i tempi eccessivi che spesso scoraggiavano i potenziali beneficiari.
4.3 Il Competitiveness Seal e i servizi di consulenza
Per valorizzare i progetti eccellenti che non riescono a ottenere un finanziamento per mancanza di risorse, l’ECF introduce il Competitiveness Seal, marchio di qualità attribuito dalla Commissione.
Questo “sigillo” potrà essere utilizzato dai promotori per:
- accedere ad altre forme di finanziamento europee o nazionali;
- rafforzare la propria credibilità nei confronti degli investitori privati;
- facilitare la collaborazione con banche e intermediari finanziari.
In parallelo, il Fondo offrirà servizi di consulenza (capacity building, mentoring, business advisory) per migliorare la qualità delle proposte progettuali e aumentare l’impatto degli investimenti. Ciò avvicina l’ECF al modello delle piattaforme di consulenza di InvestEU, ma con un focus maggiore su PMI, start-up e settori strategici.
In questo ambito, assumono rilievo anche le azioni specifiche per le PMI introdotte dal Chapter III:
- la rete EU for Business Network (art. 27) e i servizi di Business Support (art. 28), per orientare e accompagnare le imprese nell’uso dei fondi;
- le Dedicated SME Actions (art. 29), dedicate ad aumentare la partecipazione delle PMI ai bandi europei;
- il Support for Skills Development (art. 30), che mira a finanziare percorsi di formazione e aggiornamento per adeguare le competenze della forza lavoro alle esigenze dei settori strategici europei.
4.4 Il coinvolgimento della BEI e delle banche nazionali di promozione
Come per InvestEU, anche l’ECF prevede un ruolo di primo piano per la Banca europea per gli investimenti (BEI) e per le banche nazionali di promozione (KfW, Cassa Depositi e Prestiti, Bpifrance, ecc.).
Questi attori agiranno come partner esecutivi, con compiti di:
- cofinanziamento e mobilitazione di risorse private;
- gestione di strumenti finanziari a rischio condiviso;
- sostegno ai progetti che richiedono capitale paziente e di lungo periodo.
L’integrazione con le misure di supporto orizzontali (artt. 26–31) garantisce che, oltre agli strumenti finanziari, i beneficiari possano contare su servizi di orientamento, consulenza e formazione. In questo modo, l’ECF non si limita a mobilitare risorse, ma rafforza le capacità delle imprese e degli ecosistemi di innovazione di utilizzare al meglio i fondi europei.
5. Integrazione con Orizzonte Europa
5.1 Orizzonte Europa: un marchio globale della ricerca europea
Orizzonte Europa, quindi, con i suoi 175 miliardi di euro proposti per il periodo 2028–2034, rimane il programma di punta dell’Unione per la ricerca e l’innovazione. Riconosciuto a livello mondiale per l’eccellenza scientifica e per la capacità di promuovere collaborazioni transnazionali, Horizon conserva la propria autonomia giuridica e operativa, pur essendo parte integrante del pacchetto legislativo sul QFP 2028–2034.
Le sue quattro dimensioni tradizionali — Scienza di eccellenza, Competitività e società, Innovazione ed European Research Area — vengono confermate, così come il ruolo del Consiglio europeo della ricerca (ERC), del Consiglio europeo per l’innovazione (EIC), delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA) e del Joint Research Centre (JRC).
Entrano nel perimetro ECF (tramite la sezione dedicata dei programmi di lavoro Horizon) le attività collaborative che sostengono le quattro policy windows del Fondo (transizione pulita, bioeconomia e salute, leadership digitale, resilienza/sicurezza/difesa/spazio). Restano, invece, autonome ERC, MSCA, gran parte delle infrastrutture di ricerca e le azioni orizzontali (open science, widening, ERA), che perseguono obiettivi di eccellenza, carriera e capacità scientifica a prescindere dal disegno competitivo.
5.2 L’integrazione funzionale nell’ECF
La grande novità, come ho anticipato, è che Orizzonte Europa non vive più come un programma isolato, ma diventa colonna portante del Fondo europeo per la competitività.
Questo legame si traduce in tre innovazioni principali:
- programmi di lavoro congiunti: i bandi di Horizon saranno coordinati con le policy windows dell’ECF (clean transition, digitale, bioeconomia, difesa e spazio), per garantire maggiore coerenza tra ricerca fondamentale, innovazione applicata e diffusione industriale;
- norme armonizzate: grazie al single rulebook, anche Horizon applicherà le regole comuni dell’ECF per partecipazione, valutazione e rendicontazione, riducendo la frammentazione normativa che in passato caratterizzava i diversi strumenti;
- sinergie operative: i progetti di Horizon potranno accedere a strumenti finanziari dell’ECF (equity, blending, advisory) per completare il percorso dall’idea alla scalabilità industriale.
Due famiglie di call in un unico calendario
In pratica, i work programmes conterranno:
(i) call Horizon “classiche”, regolate e valutate secondo le procedure ordinarie del Programma;
(ii) call Horizon-ECF nella parte dedicata alle policy windows, adottate secondo le procedure del Fondo e raccordate con i suoi strumenti finanziari. Questo assetto rende più lineare il percorso dall’idea alla scalabilità, senza confondere piani e identità dei due strumenti.
5.3 Dalla scienza all’impresa: la filiera dell’innovazione
L’inserimento di Orizzonte Europa nell’ECF risponde all’esigenza di superare una delle principali criticità del modello europeo: la scarsa capacità di tradurre ricerca eccellente in innovazioni di mercato.
Con il nuovo assetto:
- l’ERC continua a finanziare la scienza di frontiera, ma i risultati potranno essere trasferiti più facilmente alle imprese grazie al collegamento con le policy windows;
- l’EIC vedrà rafforzato il suo ruolo di ponte tra start-up e scale-up, beneficiando degli strumenti finanziari ECF;
- le MSCA potranno inserirsi meglio nei percorsi di formazione e mobilità legati ai settori strategici individuati dalla Commissione.
In questo modo, Horizon non è più soltanto il programma della ricerca, ma diventa parte integrante della catena di valore della competitività europea: dalla produzione di conoscenza, alla valorizzazione industriale, fino alla diffusione sul mercato.
5.4 Una sfida di identità e riconoscibilità
Se da un lato l’integrazione con l’ECF porta evidenti vantaggi in termini di coerenza strategica e semplificazione, dall’altro solleva una questione politica e comunicativa: Horizon rischia di perdere parte della sua riconoscibilità internazionale, se percepito come semplice “finestra” del Fondo.
La Commissione ha scelto, quindi, di preservarne l’autonomia giuridica e il brand proprio per tutelarne il prestigio e l’attrattività a livello globale, in particolare verso partner di ricerca extra-UE. Il successo del nuovo assetto dipenderà dalla capacità di bilanciare le due esigenze: integrazione funzionale e salvaguardia del marchio Horizon.
6. Governance e attuazione
6.1 Investment Committee e Stakeholder Board
Il regolamento sull’ECF prevede due organi principali per garantire la trasparenza e l’efficacia del Fondo europeo per la competitività (ECF):
- Investment Committee: organo tecnico incaricato di valutare le proposte progettuali e di adottare decisioni di finanziamento. È composto da esperti indipendenti, rappresentanti della Commissione e delle istituzioni finanziarie partner (BEI e banche nazionali di promozione). Ha il compito di assicurare la coerenza tra gli investimenti e le priorità fissate dal Competitiveness Compass e dai work programmes;
- Stakeholder Board: piattaforma consultiva che riunisce rappresentanti degli Stati membri, del Parlamento europeo, delle imprese, delle università e della società civile. Il Board non prende decisioni vincolanti, ma formula raccomandazioni e contribuisce a garantire l’allineamento tra il Fondo e i bisogni del mercato e degli ecosistemi di innovazione.
Separatamente, opera un comitato consultivo sullo strumento InvestEU ECF composto da un rappresentante di ciascun partner esecutivo e di ciascuno Stato membro.
6.2 Il ruolo della Commissione, delle agenzie esecutive e della BEI
La Commissione europea mantiene la responsabilità ultima per l’attuazione dell’ECF, in particolare attraverso la DG Ricerca e Innovazione (RTD) e la DG Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI (GROW). Tuttavia, il modello operativo si fonda su una gestione decentrata e multi-livello:
- le agenzie esecutive (a esempio, l’European Innovation Council and SMEs Executive Agency – EISMEA e la Research Executive Agency – REA) continueranno a gestire bandi, valutazioni e contratti in settori specifici;
- la Banca europea per gli investimenti (BEI) e le banche nazionali di promozione (come KfW in Germania, Cassa Depositi e Prestiti in Italia, Bpifrance in Francia) saranno partner esecutivi per la gestione di strumenti finanziari e blending, mobilitando capitali privati e garantendo un effetto leva.
Questa combinazione tra gestione diretta (Commissione e agenzie) e partenariato finanziario (BEI e banche nazionali) mira a coniugare rigore amministrativo e flessibilità operativa.
6.3. Ruolo indipendente dell’ERC in Orizzonte Europa
L’ERC è confermato come organismo di eccellenza con piena autorità sulle decisioni scientifiche (Scientific Council, regole di peer review, codice di condotta). La Commissione funge da garante dell’autonomia e dell’integrità dell’ERC e assicura la tempestiva adozione del suo work programme. Le MSCA restano focalizzate su carriera, mobilità e condizioni di lavoro dei ricercatori; il JRC continua a fornire supporto scientifico alle politiche dell’Unione, anche con sinergie verso le priorità del Fondo.
6.3 Modalità di selezione e valutazione dei progetti
Il regolamento ECF introduce procedure più semplici e rapide rispetto al passato:
- single entry point tramite portale unico, con call pubbliche aperte e trasparenti;
- criteri di selezione chiari, basati su eccellenza scientifica e tecnologica, valore aggiunto europeo, impatto socio-economico e ambientale, e coerenza con i policy windows;
- valutazione in due fasi: screening preliminare (ammissibilità e coerenza con priorità) e peer review indipendente (per progetti di ricerca e innovazione);
- accelerated track per progetti di particolare rilevanza strategica o urgenza (ad es. risposta a crisi geopolitiche o tecnologiche).
Inoltre, il Competitiveness Seal consentirà di riconoscere e valorizzare i progetti eccellenti non finanziati, offrendo loro un “passaporto” per accedere ad altre fonti di sostegno.
6.4 Partecipazione degli Stati membri e dei beneficiari privati
La governance dell’ECF si distingue per il tentativo di bilanciare il ruolo della Commissione con una partecipazione più ampia di attori pubblici e privati:
- gli Stati membri sono coinvolti nello Stakeholder Board e attraverso la definizione dei work programmes, garantendo un collegamento con le strategie nazionali di competitività;
- i beneficiari privati (PMI, start-up, grandi imprese, centri di ricerca) partecipano tramite bandi competitivi e partenariati pubblico-privati, che diventano uno strumento privilegiato per finanziare progetti di interesse comune europeo;
- particolare attenzione è riservata alle PMI innovative e alle scale-up, che beneficiano di procedure semplificate e di servizi di consulenza integrati (Project Advisory, SME Actions, accesso facilitato ai fondi).
7. Implicazioni per chi lavora con i programmi UE e per i beneficiari
Uno dei motivi che hanno spinto la Commissione a proporre l’istituzione del Fondo europeo per la competitività (ECF) è la difficoltà, per imprese e ricercatori, di muoversi lungo il cosiddetto investment journey: il percorso che va dalla ricerca fondamentale fino alla produzione industriale e alla diffusione sul mercato.
7.1 La situazione attuale: un percorso frammentato
Oggi un’impresa che vuole innovare deve affrontare un vero e proprio percorso a ostacoli.
- per finanziare la ricerca fondamentale deve guardare a Horizon Europe, in particolare all’ERC o alle azioni Marie Skłodowska-Curie;
- per la ricerca applicata deve rivolgersi a partenariati o bandi tematici distinti, spesso con regole diverse;
- per l’innovazione dirompente lo strumento è l’EIC;
- per il scale-up o la diffusione industriale, l’impresa deve orientarsi tra InvestEU, il Fondo per l’innovazione o programmi separati su difesa e spazio;
- per la produzione industriale vera e propria le risorse sono soprattutto a livello nazionale, con regole ancora differenti.
Il risultato è una catena frammentata, con bandi separati, tempistiche non allineate e procedure amministrative complesse. Molti innovatori faticano a passare da una fase all’altra e, non di rado, si rivolgono a mercati esterni all’Unione per trovare finanziamenti più rapidi e integrati.
7.2 L’innovazione introdotta dall’ECF
Con la creazione dell’ECF e l’integrazione funzionale di Horizon Europe, la Commissione cerca di ricucire questo percorso. La prima novità è l’adozione di un corpus unico di regole (single rulebook), che consente di accedere a sovvenzioni, equity, blending o procurement innovativo senza dover ogni volta imparare procedure diverse.
Horizon Europe mantiene la sua autonomia giuridica e il suo brand internazionale, ma i programmi di lavoro vengono coordinati con le quattro policy windows dell’ECF (transizione pulita, digitale, bioeconomia, difesa e spazio). In questo modo si crea una filiera completa: Horizon continua a finanziare la ricerca fondamentale e collaborativa, mentre l’ECF copre le fasi successive — ricerca applicata, scale-up, deployment industriale e produzione.
Secondo l’analisi d’impatto che accompagna la proposta, questa integrazione produce effetti tangibili: un ROI medio stimato a +15,7% e un incremento delle esportazioni fino al 58%, grazie a una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e al rafforzamento delle catene del valore europee.
7.3 Strumenti diversificati e combinabili
Per rendere effettiva questa copertura integrata, il Fondo mette a disposizione una gamma più ampia di strumenti finanziari:
- le sovvenzioni restano centrali per ricerca e innovazione;
- gli strumenti di equity e blending sostengono start-up e scale-up tecnologiche in fasi delicate;
- il procurement innovativo diventa leva per creare un mercato interno per le tecnologie emergenti;
- la BEI e le banche nazionali di promozione mobilitano capitale privato e amplificano l’effetto leva.
Si passa così da un sistema in cui ogni fase del percorso aveva un suo programma distinto a un ecosistema integrato, in cui le diverse modalità di sostegno possono combinarsi per accompagnare lo stesso progetto lungo l’intero ciclo di vita.
7.4 Semplificazione e valore aggiunto per i beneficiari
L’ECF introduce anche elementi di semplificazione molto concreti:
- un portale unico per la presentazione delle domande,
- procedure accelerate per progetti strategici o urgenti,
- il Competitiveness Seal, che attribuisce un marchio di qualità a progetti eccellenti non finanziati,
- obblighi di rendicontazione alleggeriti, con particolare attenzione alle PMI e alle scale-up.
Questo comporta non solo minori oneri amministrativi (costi di accesso ridotti), ma anche tempi più rapidi di concessione dei fondi. Per le PMI e le start-up innovative, che spesso faticavano a navigare tra bandi diversi, la riforma rappresenta un cambio di paradigma.
7.5 Una nuova logica per innovatori e imprese
In sintesi, con l’ECF e il coordinamento con Horizon Europa la Commissione non introduce semplicemente un nuovo fondo, ma prova a trasformare un labirinto di strumenti separati in un ecosistema integrato, capace di accompagnare imprese e ricercatori lungo l’intero percorso dell’innovazione.
Gli impatti attesi non si limitano alla dimensione economica (più produttività, più export), ma comprendono:
- sostegno alla transizione verde, con effetti positivi sulla decarbonizzazione e sull’ambiente,
- creazione di posti di lavoro qualificati, soprattutto nei settori digitali, della difesa e delle biotecnologie,
- rafforzamento della resilienza dell’economia europea rispetto a shock geopolitici e tecnologici.
Non mancano tuttavia criticità, in particolare i costi di adattamento per i beneficiari abituati ai vecchi programmi e il rischio di ritardi nella fase di transizione. Tuttavia, secondo la Commissione, questi ostacoli saranno transitori e ampiamente compensati dai benefici di lungo periodo.
Conclusioni
Il Fondo europeo per la competitività (ECF), insieme a Orizzonte Europa, costituisce il fulcro della nuova Rubrica 2 del QFP 2028–2034 e il principale strumento con cui l’Unione europea intende affrontare le debolezze strutturali del proprio modello di crescita e innovazione.
La Commissione ha disegnato l’ECF come risposta a cinque sfide sistemiche:
- supporto non ottimale lungo l’intero ciclo di investimento, dalla ricerca fondamentale al deployment industriale;
- frammentazione del paesaggio finanziario, con strumenti e regole eterogenee che rendevano difficile l’accesso ai fondi;
- innovation gap rispetto a Stati Uniti e Asia, in termini di investimenti in R&S e capacità di trasformare conoscenza scientifica in applicazioni di mercato;
- dipendenze strategiche e vulnerabilità geopolitiche, che incidono sulla resilienza economica e industriale europea;
- fabbisogni di investimento molto elevati, stimati in oltre 750–800 miliardi di euro annui per decarbonizzazione, transizione digitale, resilienza e sicurezza.
Con una dotazione complessiva di circa 450,5 miliardi di euro, l’ECF introduce tre elementi di novità:
- un corpus unico di regole (single rulebook) che semplifica e armonizza le procedure;
- una cassetta degli attrezzi finanziaria integrata, che combina grant, equity, blending, procurement e strumenti di garanzia;
- una logica di filiera, che collega Horizon Europa (ricerca e innovazione) con le fasi di scale-up, industrial deployment e produzione.
Secondo l’analisi d’impatto che accompagna la proposta legislativa, questa integrazione consente di ottenere maggiori ritorni economici (ROI +15,7%), un incremento delle esportazioni (+58%), e una significativa riduzione dei costi amministrativi per i beneficiari, con vantaggi specifici per PMI, start-up e scale-up.
In questo modo, il bilancio pluriennale dell’UE non si limita più a finanziare programmi distinti, ma si configura come un meccanismo unitario capace di incidere sull’intera catena del valore, dalla produzione di conoscenza scientifica fino alla diffusione industriale.
Il successo del Fondo dipenderà dalla capacità di tradurre questo disegno in attuazione efficace, valorizzando il ruolo delle istituzioni europee e degli attori finanziari, ma soprattutto delle imprese, dei ricercatori e degli ecosistemi dell’innovazione, che sono i destinatari diretti di questa nuova architettura.
Riprenderò il tema nel prossimo contributo della serie dedicata alla proposta di QFP 2028-2034 nel quale analizzerò le prospettive delle strategie di specializzazione intelligente che diventeranno, nel disegno della Commissione europea, cerniere operative tra Horizon Europe+ e la politica di coesione 2028-2034.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Tutti i documenti ufficiali citati in questo articolo sono disponibili nella sezione Speciale QFP 2028–2034.
Aggiornamenti successivi e articoli collegati
Gli articoli della serie speciale dedicata al quadro finanziario pluriennale 2028-2034 e i relativi link sono disponibili nella pagina del blog “Analisi“.
Per approfondire o seguire l’evoluzione dei programmi di finanziamento della ricerca europea, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
30 dicembre 2022 – Il programma di lavoro 2023-2024 di Orizzonte Europa e la nuova logica di intervento
25 novembre 2022 – Sinergie tra Orizzonte Europa e i programmi FESR 2021-2027
6 agosto 2021 – Orizzonte Europa: il finanziamento della fase preparatoria delle missioni europee
30 luglio 2021 – La creazione di ambienti favorevoli all’innovazione: gli ecosistemi dell’innovazione
18 giugno 2021 – Orizzonte Europa 2021-2027: il programma specifico di ricerca nel settore della difesa
11 giugno 2021 – I programmi di finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’UE 2021-2027
18 ottobre 2019 – Orizzonte Europa: i nuovi partenariati europei di ricerca e innovazione
11 ottobre 2019 – Orizzonte Europa: le missioni di ricerca e innovazione dell’UE
12 luglio 2019 – L’agenda strategica 2021-2027 dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia
21 settembre 2018 – Programmazione UE 2021-2027: il futuro della ricerca e dell’innovazione
11 settembre 2017 – PRIMA: un nuovo Partenariato per la ricerca e l’innovazione nel Mediterraneo
