La liberalizzazione del commercio elettronico in Europa
10 giugno 2016 di Mauro Varotto
Concludo la panoramica delle proposte legislative della Commissione europea finalizzate alla realizzazione di un mercato unico digitale in Europa con un ultimo tema: il commercio elettronico.
Per eliminare il più rapidamente possibile tutti gli ostacoli che impediscono a un consumatore o a una impresa europea di acquistare on line un bene o un servizio, al minor prezzo e alle migliori condizioni, in qualsiasi Paese dell’Unione europea, la Commissione ha presentato un ulteriore pacchetto di misure, che si aggiunge e completa le misure che ho presentato nei precedenti articoli del blog su investimenti, manifattura digitale (Industry 4.0) ed e-Government.
Vi sono, infatti, ancora troppi ostacoli al commercio elettronico tra i 28 Paesi dell’Unione europea e troppe disparità di trattamento ingiustificate per i consumatori e le imprese che tentano di acquistare beni e servizi online all’interno dell’UE.
Impedire gli ostacoli al commercio elettronico e impedire ogni forma di discriminazione e/o di restrizione alla vendita di beni e servizi in base alla cittadinanza/nazionalità, alla residenza o all’ubicazione geografica, non è però sufficiente: la Commissione europea intende anche instillare nei consumatori maggiore fiducia nelle vendite online transfrontaliere, garantendo una migliore applicazione delle norme esistenti e servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi a costi accessibili e di qualità elevata.
Il commercio elettronico in Europa: un potenziale ancora sottoutilizzato
In base agli ultimi dati pubblicati da Eurostat nell’indagine sull’utilizzo delle TIC da parte delle imprese, nel 2015, rispetto ad un 24% di imprese europee del commercio al dettaglio che ha venduto on line a consumatori del proprio paese, solo il 9% delle medesime imprese ha venduto online a consumatori in altri paesi dell’Unione europea.
Nell’economia nel suo complesso, solo il 19% delle piccole e medie imprese (PMI) europee vende online (rispetto al 43% delle grandi imprese) e solo l’8% di esse vende online in altri paesi dell’Unione (a fronte del 23% delle grandi imprese).
Sempre secondo i dati Eurostat, desunti dall’indagine sull’utilizzo delle TIC da parte di famiglie e individui, sempre nel 2015 solo il 16% dei consumatori ha effettuato acquisti online da un altro paese dell’Unione, mentre il 47% ha effettuato acquisti online a livello nazionale.
Nel 2015, la quota del commercio elettronico sul totale del commercio al dettaglio nell’Unione europea è stata circa due terzi rispetto a quella degli Stati Uniti.
Eppure, il commercio elettronico rappresenta un potente come motore di crescita.
Sempre i dati Eurostat e alcuni studi indipendenti, dimostrano come il valore del commercio elettronico al dettaglio nell’Unione europea nel 2014 sia aumentato del 13,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di circa 370 miliardi di euro. Il tasso di crescita annuale medio nel periodo 2000-2014 è stato del 22%. La quota rappresentata dal commercio elettronico sul fatturato totale nel settore del commercio al dettaglio ha raggiunto nel 2015 l’8%.
Un nuovo quadro legislativo globale per il commercio elettronico
Per sostenere lo sviluppo del commercio elettronico e massimizzarne l’impatto sulla crescita economia, quindi, la Commissione europea ha messo sul tavolo quattro importanti proposte chiave:
- una proposta legislativa volta a risolvere la questione dei blocchi geografici ingiustificati o altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità, sul luogo di residenza o sul luogo di stabilimento all’interno del mercato unico;
- una proposta legislativa di revisione del regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori;
- una proposta legislativa (regolamento) relativa a misure sulla consegna dei pacchi;
- orientamenti per l’attuazione/applicazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali.
Queste quattro proposte sono interconnesse tra loro e completano le altre proposte della Commissione nell’ambito del mercato unico digitale, in particolare:
- le due proposte legislative sulla fornitura di contenuti digitali e sulla vendita online e altri tipi di vendita a distanza di beni, già adottate dalla Commissione nel dicembre 2015;
- le prossime proposte di semplificazione dell’IVA, la cui adozione è prevista nell’autunno del 2016.
Insieme a norme già esistenti come la direttiva sul commercio elettronico, a norme in materia di diritto commerciale e dei consumatori tra cui la direttiva sui diritti dei consumatori, al quadro normativo sulla protezione dei dati, recentemente riformato, e al diritto della concorrenza, queste proposte, una volta adottate, stabiliranno un quadro globale per sfruttare al massimo il potenziale del commercio elettronico in Europa a vantaggio sia dei consumatori che delle imprese.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Oltre al sito internet della Commissione europea dedicato al mercato unico digitale, nel quale sono raccolte e aggiornate tutte le informazioni sullo stato di avanzamento delle proposte legislative, sul commercio elettronico, informazioni e approfondimenti sono segnalati nel comunicato stampa con cui la stessa Commissione europea, il 25 maggio scorso, ha presentato il nuovo pacchetto di proposte legislative.