Le opportunità di investimento della Blue Economy
9 settembre 2016 di Mauro Varotto
Si terrà ad Amburgo, in Germania, il 12 e 13 settembre il primo “Blue Economy Business and Science Forum”, che riunirà più di 200 stakeholders che operano nella cosiddetta “Blue Economy”, attorno a una serie di temi strategici per il settore, quali:
- le modalità per accrescere la competitività dell’industria europea nel campo delle tecnologie marine e marittime;
- lo sviluppo della collaborazione tra il mondo scientifico e quello industriale;
- le prospettive aperta dall’innovazione tecnologica in tale ambito e gli ostacoli al diffondersi nel mercato delle nuove tecnologie;
- infine, gli strumenti di finanziamento dell’innovazione in ambiente marino.
Ma che cosa è l’economia blu e quali sono le strategie e le priorità dell’Unione europea per la sua crescita?
Una definizione di economia blu
Da sempre i mari e le coste svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo della civiltà umana e rappresentano un importante motore per lo sviluppo economico.
Nell’Unione europea, nelle attività economiche che dipendono dal mare (la cosiddetta “economia blu”) lavorano 5,4 milioni di persone, che producono ogni anno un valore aggiunto lordo di quasi 500 miliardi di euro. Via mare si svolgono anche il 75% del commercio estero dell’Europa e il 37% degli scambi all’interno dell’Unione.
Come valorizzare il potenziale inutilizzato degli oceani, dei mari e delle coste in termini di crescita e di occupazione? Sono necessari un livello adeguato di investimenti e di ricerche.
Per questo motivo, la Commissione europea, nel 2012, attraverso una comunicazione dedicata alla “Crescita blu”, ha avviato un processo di sostegno all’economia blu, indicando agli Stati membri, alle imprese e alla società civile, gli ambiti specifici in cui realizzare azioni finalizzate ad analizzare e a sviluppare il potenziale di crescita.
I settori che concorrono alla “crescita blu” sono numerosi e, spesso, interdipendenti, perché si basano su competenze comuni e infrastrutture condivise, come i porti e le reti di distribuzione dell’energia elettrica, e fanno affidamento su un uso sostenibile del mare da parte degli altri settori.
Nel seguente grafico sono individuate le catene di valore dell’economia blu in termini di valore aggiunto lordo e di occupazione.

Occupazione e dimensione economica delle attività marine e marittime. Fonte: Commissione europea, 2014
I cinque settori di intervento prioritario per una crescita blu sostenibile
“Crescita blu” è il nome della strategia a lungo termine dell’Unione europea per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo.
Gli Stati membri stanno già effettuando investimenti strategici volti a rendere disponibile il potenziale dell’economia blu. Le politiche dell’Unione europea, pertanto, hanno l’obiettivo di rafforzare gli sforzi degli Stati membri per garantire il successo di tale comparto economico.
Da una analisi del potenziale occupazionale, del potenziale in termini progresso tecnologico, nonché dei settori in cui può rivelarsi maggiormente utile un’azione a livello europeo, sono emerse cinque catene di valore che possono essere fonti di crescita sostenibile e occupazione nell’ambito dell’economia blu:
- energia blu. Le energie marine presentano un potenziale per rendere più efficace lo sfruttamento delle risorse energetiche europee, ridurre al minimo le esigenze in materia di utilizzazione del suolo nel settore della produzione di elettricità e limitare le emissioni di gas a effetto serra europee. Tuttavia, mentre l’energia eolica offshore conosce un certo sviluppo, altre tecnologie connesse alle energie rinnovabili offshore (ad esempio, centrali mareomotrici, produzione di energia dal moto ondoso o la conversione dell’energia talassotermica, che sfrutta la differenza di temperatura tra le acque più fredde dei fondali oceanici e quelle più tiepide delle acque di superficie) sono ancora in una fase iniziale di sviluppo. Occorre, quindi, da un lato, potenziare la ricerca nel campo dell’energia oceanica, dall’altro assicurare finanziamenti per creare un contesto che offra agli investitori la fiducia necessaria per investire;
- acquacoltura (allevamento di pesci e molluschi). L’acquacoltura contribuisce a un miglioramento generale della dieta umana. I prodotti ittici rappresentano circa il 15,7% delle proteine animali consumate a livello mondiale. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la metà di questi prodotti proviene dall’acquacoltura e tale percentuale raggiungerà il 65% entro il 2030 (nell’Unione, essa è del 25%). Oltre il 90% delle imprese acquicole dell’Unione è costituito da piccole e medie imprese (PMI), che forniscono quasi 80.000 posti di lavoro. Tuttavia, mentre la crescita del settore acquicolo in Asia – che rappresenta oltre l’89% della produzione mondiale – supera il 5% annuo, mentre nell’Unione europea si registra una situazione di ristagno. I maggiori ostacoli alla crescita del settore sono la mancanza di spazi marittimi disponibili per le attività di acquacoltura, la concorrenza sul mercato globale e i vincoli amministrativi, in particolare per quanto riguarda le procedure di rilascio delle licenze. Per questo la Commissione europea sta individuando misure e piani per promuovere lo sfruttamento del potenziale dell’acquacoltura;
- turismo marittimo, costiero e di crociera. La straordinaria bellezza e diversità delle coste europee, nonché l’ampia offerta di strutture e attività disponibili, rendono tali coste la meta turistica preferita dal 63% dei turisti europei. Il sotto-settore del turismo marittimo e costiero è la principale attività economica marittima e occupa 2,35 milioni di persone, pari all’1,1% dell’occupazione totale dell’Unione. Oltre il 90% delle imprese occupa meno di 10 persone. È, inoltre, in aumento il settore delle crociere, che in Europa occupa circa 150.000 persone e genera un fatturato diretto pari a 14,5 miliardi di euro. Le politiche dell’Unione in questo ambito si basano su strategie e investimenti attuati a livello di “bacino marittimo”. Gli attuali bacini marittimi oggetto delle strategie di sviluppo dell’Unione sono: Mare Adriatico e Mar Ionio; Oceano Artico; Oceano Atlantico; Mar Baltico; Mar Nero; Mar Mediterraneo; Mare del Nord;
- biotecnologia blu. Il mondo subacqueo resta ancora in gran parte inesplorato e poco studiato e ciò fa sì che la capacità di organismi marini diversi dai pesci e molluschi di fornire il proprio contributo all’economia blu cominci solo ora a essere apprezzata, in parte grazie alle nuove tecnologie di sequenziamento genetico per gli organismi viventi. Benché le stime relative all’occupazione nel settore in Europa risultino ancora piuttosto basse, con un valore aggiunto lordo 0,8 miliardi di euro, la sua crescita offrirà posti di lavoro altamente qualificati, soprattutto qualora si riescano a ricavare farmaci innovativi dagli organismi marini, nonché opportunità significative a valle;
- risorse minerali marine. Infine, i progressi tecnologici e i timori relativi alla sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime non energetiche hanno spinto le società minerarie a prendere in considerazione le risorse del mare. Lo sfruttamento e l’estrazione dal mare di minerali diversi da sabbia e ghiaia sono appena agli inizi. La maggior parte delle attività in corso viene svolta in acque poco profonde. Entro il 2020, tuttavia, il 5% delle riserve mondiali di minerali, compresi cobalto, rame e zinco, potrebbe provenire dai fondali oceanici e tale percentuale potrebbe salire al 10% entro il 2030. Il fatturato annuo complessivo dell’attività di estrazione di minerali marini, partito praticamente da zero, è destinato a raggiungere i 5 miliardi di euro nei prossimi 10 anni e fino a 10 miliardi di euro entro il 2030. Se questa attività di estrazione di minerali dai fondali marini dovesse realmente espandersi le imprese europee, con la loro lunga esperienza di navi specializzate e movimentazione subacquea, sono attualmente ben posizionate per fornire prodotti e servizi di alta qualità.
Innovazione nell’economia blu
L’innovazione in tutti i settori dell’economia blu è essenziale per sfruttarne il potenziale in termini di crescita e di occupazione. Inoltre, l’innovazione può apportare notevoli vantaggi a livello ambientale.
In questo contesto, nel 2014 la Commissione europea ha presentato una comunicazione intitolata “L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani”, al fine di affrontare alcune problematiche specifiche dell’economia blu, in particolare:
- lacune nelle conoscenze e nei dati riguardanti lo stato dei nostri oceani, le risorse dei fondali marini, la vita marina e i rischi per gli habitat e gli ecosistemi;
- dispersione delle attività di ricerca nel campo delle scienze marine e marittime, che ostacola l’apprendimento interdisciplinare e rallenta i progressi nelle tecnologie essenziali e nei settori economici innovativi;
- penuria di scienziati, ingegneri e manodopera qualificata in grado di applicare nuove tecnologie nell’ambiente marino.
Il documento citato illustra i piani della Commissione per affrontare queste tre questioni.
Conoscenze oceanografiche e mappatura dei fondali marini
L’innovazione nell’economia blu è ostacolata dalla mancanza di informazioni relative ai mari, ai fondali marini e alle forme di vita che ne dipendono. Conoscenze più approfondite sui nostri mari favoriranno la crescita dell’economia blu, grazie a una migliore comprensione delle risorse che la caratterizzano e del loro utilizzo, e contribuiranno altresì al conseguimento dei nostri obiettivi ambientali
Per tale motivo, la Commissione ha istituito un processo sostenibile finalizzato a garantire che i dati sull’ambiente marino siano facilmente accessibili, interoperabili e non soggetti a restrizioni d’uso, con l’obiettivo specifico di elaborare entro il 2020, quale iniziativa faro, una mappa multi-risoluzione di tutti i fondali marini e della colonna d’acqua sovrastante delle acque europee
Una piattaforma informativa per la ricerca marina
Per far sì che le nuove opportunità di ricerca siano ampiamente accessibili e per accrescere le sinergie tra le attività di ricerca finanziate a livello nazionale da un lato e Orizzonte 2020 dall’altro, la Commissione utilizzerà e integrerà i sistemi di informazione esistenti (quali, ad esempio, la rete Enterprise Europe) al fine di creare una piattaforma di informazione sulla ricerca marina in tutto il programma Orizzonte 2020. Collaborerà inoltre con gli Stati membri per includere informazioni sui progetti di ricerca marina finanziati a livello nazionale. In tal modo sarà possibile accedere ai risultati dei progetti di ricerca, che possono accelerare l’adozione di nuove idee da parte dell’industria. Questo contribuirà anche a garantire che i finanziamenti pubblici alla ricerca producano risultati in termini di innovazione delle imprese.
Competenze per l’economia blu
La crescita nell’economia blu richiederà personale adeguatamente qualificato, in grado di applicare le ultime tecnologie nell’ingegneria e in una serie di altre discipline. L’Unione europea intende colmare l’attuale divario a livello di competenze.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Importante studio sulla crescita blu intitolato: “Scenarios and drivers for sustainable growth from the oceans, seas and coasts” (Scenari e fattori di una crescita sostenibile legata agli oceani, ai mari e alle coste), ECORYS, 2012
Comunicazione della Commissione, Crescita blu: opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo [COM(2012) 494 del 13 settembre 2012]
Comunicazione della Commissione, Orientamenti strategici per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura nell’UE [COM(2013) 229 del 29 aprile 2013]
Comunicazione della Commissione, Energia blu: realizzare il potenziale dell’energia oceanica dei mari e degli oceani europei entro il 2020 e oltre [COM(2014) 8 del 20 gennaio 2014]
Comunicazione della Commissione, Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo [COM(2014) 86 final del 20 febbraio 2014]
Comunicazione della Commissione, L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani [COM(2014) 254 dell’8 maggio 2014]
Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Conoscenze oceanografiche 2020: tabella di marcia che accompagna il documento Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani [SWD(2014) 149 dell’8 maggio 2014]