Nei prossimi sette anni l’Unione europea investirà oltre 200 miliardi di euro – pari a poco più del 15% delle risorse del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 – per sostenere attività di ricerca, sviluppo e innovazione in tutti i Paesi membri.

Come si può leggere all’art. 179 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), lo scopo di tali finanziamenti è quello di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell’Unione europea “con la realizzazione di uno spazio europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente, di favorire lo sviluppo della sua competitività, inclusa quella della sua industria, e di promuovere le azioni di ricerca ritenute necessarie ai sensi di altri capi dei trattati”.

Dieci programmi pluriennali di spesa per la ricerca e l’innovazione

Gli oltre 200 miliardi di euro sono stanziati nell’ambito di dieci programmi pluriennali di spesa.

Circa metà delle risorse disponibili sono stanziate tramite il programma quadro di ricerca e innovazione, giunto alla sua IX edizione e oggetto di questo articolo; circa altrettante saranno messe a disposizione dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) per sostenere, nel quadro della politica di coesione, le strategie di specializzazione intelligente degli Stati e delle regioni; a tali due grandi fonti di finanziamento, si aggiungono alcuni programmi settoriali, che interessano i tradizionali settori del carbone e dell’acciaio, del nucleare, della ricerca agricola e sulla pesca e l’acquacoltura, nonché i nuovi settori delle tecnologie per la riduzione delle emissioni di carbonio e della difesa, al quale ultimo dedicherò un prossimo articolo del blog.

Infine, un ruolo importante nella programmazione 2021-2027 è destinato a ricoprire il Fondo InvestEU – soprattutto nell’ottica di sviluppare operazioni di finanziamento misto nell’ambito degli altri programmi dell’Unione europea – i cui strumenti finanziari saranno, in parte, orientati al sostegno di interventi nell’ambito delle attività di ricerca, di sviluppo del prodotto e di innovazione, di trasferimento al mercato delle tecnologie e dei risultati della ricerca, di sostegno agli operatori che favoriscono lo sviluppo del mercato e alla cooperazione tra aziende, di dimostrazione e diffusione di soluzioni innovative e di sostegno alla crescita delle imprese innovative.

Coordinamento e complementarietà: finanziamenti alternativi, combinati e cumulativi e trasferimenti di risorse

E’ chiaro che un contesto così ampio e diversificato di fonti di finanziamento di attività di ricerca, sviluppo e innovazione pone una questione di coordinamento e di complementarietà tra le diverse politiche condotte dall’Unione europea, non solo attraverso i dieci programmi di spesa appena elencati ma anche mediante tutti gli altri programmi settoriali.

Per non rischiare di ampliare troppo il discorso e volendoci limitare al solo finanziamento delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione, tra i diversi programmi settoriali l’Unione europea cerca di creare delle sinergie, le quali dovrebbero consentire, innanzitutto di armonizzare il più possibile le norme, a partire da quelle in materia di ammissibilità dei costi.

In secondo luogo, dovrebbero servire ad evitare duplicazioni o sovrapposizioni e aumentare l’effetto moltiplicatore del finanziamento dell’Unione.

Infine, le predette sinergie dovrebbero consentire a un progetto di accedere a diverse fonti di finanziamento: infatti, le disposizioni di attuazione dei diversi programmi e fondi dell’Unione europea si preoccupano di stabilire regole chiare per permettere finanziamenti alternativi, combinati, cumulativi o il trasferimento di risorse tra programmi.

Su questi aspetti rinvio agli spunti pratici offerti da un recente lavoro del GIURI – Gruppo di Lavoro Sinergie tra i fondi europei, intitolato: “Le sinergie tra Fondi Strutturali e altri programmi di finanziamento UE”, nel quale sono descritte le diverse tecniche che le Autorità di gestione dei programmi potranno utilizzate per favorire le sinergie tra fonti e programmi, anche per il finanziamento di un medesimo progetto di ricerca, sviluppo e innovazione da parte di più programmi (fatto salvo il divieto di cumulo dei contributi dell’Unione a copertura dei medesimi costi).

Il programma quadro Orizzonte Europa: programmi specifici e complementari

Il IX programma quadro di ricerca e innovazione dell’Unione europea, denominato Orizzonte Europa, è stato istituito dal regolamento (UE) 2021/695 del 28 aprile 2021, che ne stabilisce obiettivi, risorse per il periodo 2021-2027, nonché le norme di partecipazione, le forme di finanziamento dell’Unione e le regole di erogazione dei finanziamenti e, infine, le regole di diffusione dei risultati.

E’ noto ai cultori della materia che l’espressione “programma-quadro”, ormai divenuta ufficiale ed entrata nell’uso comune, è frutto di una traduzione errata del termine francese “cadre”, che non significa affatto “quadro”, bensì “cornice”: infatti, il programma quadro è la cornice entro cui si inseriscono i programmi specifici e i progetti di ricerca.

Non fa eccezione il programma-quadro Orizzonte Europa, il quale si articola in tre componenti:

a) il programma specifico di attuazione, istituito dalla decisione (UE) 2021/764 del 10 maggio 2021;

b) un contributo finanziario all’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, istituito per realizzare la attività previste dall’allegato II del programma quadro Orizzonte Europa, sulla base della Agenda strategica per l’innovazione 2021-2027, di recente approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea;

c) infine, il programma specifico di ricerca nel settore della difesa, le cui regole di attuazione sono fissate da uno specifico regolamento, il regolamento (UE) 2021/697 che istituisce il Fondo europeo per la difesa. A un approfondimento di programma specifico sarà dedicato il prossimo articolo del blog.

Sono complementari, poi, al programma quadro “Orizzonte Europa”, altri due programmi:

  • il programma di ricerca e formazione della Comunità europea dell’energia atomica (2021-2025), istituito dal regolamento (Euratom) 2021/765 del 10 maggio 2021 per un periodo di cinque anni, dal 2021 al 2025: questo programma integra il programma quadro di ricerca e innovazione nel settore della ricerca sulla fusione e fissione nucleare e ne segue le regole di attuazione;
  • il programma di ricerca del Fondo di ricerca carbone e acciaio (Research Fund for Coal and Steel – RFCS), istituito don decisione del Consiglio 2008/376/CE del 29 aprile 2008, modificata nel 20217, che integra il programma quadro “Orizzonte Europa” nei settori correlati all’industria del carbone e dell’acciaio, pur con proprie regole specifiche di attuazione.

Tradizione e innovazione in Orizzonte Europa 2021-2027

Esula dall’economia dell’articolo di un blog l’approfondimento di un programma vasto e complesso come Orizzonte Europa, che copre quasi tutti gli ambiti scientifici e tecnologici dell’esperienza umana, tutte le tipologie e le forme di attività di ricerca, sviluppo e innovazione (dai progetti di ricerca e sviluppo agli ecosistemi dell’innovazione), e coinvolge tutti gli attori del sistema: ricercatori, organismi di ricerca, pubblici e privati, università e, non da ultimo, nonostante la limitata partecipazione, le imprese.

I meccanismi di funzionamento di Orizzonte Europa si fondano sull’esperienza che si è via via consolidata a livello europeo a partire dal primo programma quadro di ricerca e innovazione, adottato dall’ex-Comunità europea il 25 luglio 1983 per un periodo di quattro anni (1983-1986).

Pertanto, continueranno ad essere utilizzate gran parte delle modalità di attuazione già impiegate negli ultimi trent’anni.

Tuttavia, nella programmazione 2021-2027, vi sono anche alcune novità:

  • l’introduzione di un livello di pianificazione strategica, attuata, a livello di programma specifico, attraverso un piano strategico pluriennale di durata massima quadriennale. Tale strumento ha due finalità: la prima, preparare i contenuti dei quattro programmi di lavoro, di norma biennali, relativi, rispettivamente, al Consiglio europeo della ricerca (CER), alle azioni del primo pilastro e ai poli tematici del secondo pilastro del programma quadro; al Consiglio europeo per l’innovazione (CEI) e, infine, al Centro comune di ricerca (JRC); la seconda, che rappresenta a vera novità, assicurare l’allineamento con altri programmi dell’Unione europea e la coerenza con le priorità e gli impegni dell’Unione stessa e accrescere la complementarità e le sinergie con i programmi e le priorità di finanziamento nazionali e regionali;
  • la conferma della istituzione del Consiglio europeo per l’innovazione (CEI), lanciato come esperienza pilota già nel precedente programma quadro Orizzonte 2020: le funzioni assegnate a tale organismo – che potrebbe anche diventare una società veicolo (Fondo CEI), sono di fornire sostegno alle cosiddette Game Changing Innovation, cioè alle innovazioni che possono rappresentare una potenziale svolta tecnologica e presentano una natura dirompente rispetto allo stato dell’arte. Il CEI destinerà almeno il 70% delle risorse alle piccole e medie imprese, nel tentativo di creare, anche in Europa, un insieme di piccole e medie imprese innovative e a rapida crescita (in proposito, segnalo che uno degli obiettivi strategici del piano di azione “Europa digitale” è quello di raddoppiare il numero di imprese “unicorno” – ossia start-up valutate almeno un miliardo di dollari e non ancora quotate in borsa – nell’Unione europea);
  • la creazione di vere e proprie “missioni” europee di ricerca (il riferimento è al programma statunitense “Apollo”, la cui missione Apollo 11 portò l’uomo sulla Luna), in ambiti di comune interesse a livello europeo e rispetto ai quali questo nuovo approccio dovrebbe consentire di fornire risultati definitivi per la soluzione dei problemi affrontati. L’allegato VI del programma quadro ne individua ben cinque di potenziali: missione 1 – Adattamento ai cambiamenti climatici, inclusa la trasformazione della società; missione 2 – Cancro; missione 3 – Oceani, mari e acque costiere e interne in buona salute; missione 4: Città intelligenti e a impatto climatico zero; missione 5: Salute del suolo e alimentazione;
  • un nuovo approccio ai partenariati di ricerca e sviluppo: nel programma quadro Orizzonte 2020 erano attivi ben 100 partenariati, di cui 80 partenariati pubblico-privati. La valutazione della Commissione europea sui risultati ottenuti da tali organismi non è stata positiva: soprattutto, quasi nessun partenariato risultava in grado di autosostenersi finanziariamente e, senza i fondi dell’Unione europea, non era in grado di darsi una prospettiva di sviluppo. Pertanto, sono stati letteralmente cancellati e il programma quadro Orizzonte Europa intende selezionarne di nuovi, sulla base di tre forme di partecipazione finanziaria dell’Unione europea: partenariati europei co-programmati, con un contributo unionale basato su un mero accordo contrattuale; partenariati europei co-finanziati, con un contributo unionale a un programma di attività di ricerca e innovazione; infine, partenariati europei istituzionalizzati, con un contributo unionale o a un programma di attività intrapreso congiuntamente da più Stati membri oppure a una impresa comune europea o altro organismo creato nell’ambito delle Comunità della conoscenza e dell’innovazione dell’EIT;
  • infine, l’adozione del paradigma della “politica della scienza aperta”, che a me sembra uno degli aspetti più dirompenti di Orizzonte Europa. Il programma, infatti, “incoraggia la scienza aperta quale approccio al processo scientifico basato sul lavoro in cooperazione e sulla diffusione delle conoscenze”. Ciò ha conseguenze pratiche notevoli per chi partecipa al programma e usufruisce dei relativi finanziamenti, in particolare l’obbligo di assicurare l’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche relative ai risultati dei progetti di ricerca e innovazione finanziati dal programma quadro. Questo nuovo approccio è tutto da costruire e, soprattutto, da valutare in termini di rispetto dei diritti d’autore dei ricercatori; di tutela degli interessi legittimi dei beneficiari dei finanziamenti del programma, compreso lo sfruttamento commerciale dei risultati; di eventuali altri vincoli, quali le norme sulla protezione dei dati, il rispetto della vita privata, la riservatezza, i segreti commerciali, gli interessi concorrenziali dell’Unione, le norme di sicurezza o i diritti di proprietà intellettuale.

 

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Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione dei programmi di finanziamento della ricerca europea, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:
28 novembre 2025QFP 2028–2034 | Fondo per la competitività e Orizzonte Europa
30 dicembre 2022Il programma di lavoro 2023-2024 di Orizzonte Europa e la nuova logica di intervento
25 novembre 2022Sinergie tra Orizzonte Europa e i programmi FESR 2021-2027
6 agosto 2021Orizzonte Europa: il finanziamento della fase preparatoria delle missioni europee
30 luglio 2021La creazione di ambienti favorevoli all’innovazione: gli ecosistemi dell’innovazione
18 giugno 2021Orizzonte Europa 2021-2027: il programma specifico di ricerca nel settore della difesa
18 ottobre 2019Orizzonte Europa: i nuovi partenariati europei di ricerca e innovazione
11 ottobre 2019Orizzonte Europa: le missioni di ricerca e innovazione dell’UE
12 luglio 2019L’agenda strategica 2021-2027 dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia
21 settembre 2018Programmazione UE 2021-2027: il futuro della ricerca e dell’innovazione
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