Ravvicinare la politica di coesione e la politica di ricerca e sviluppo promosse dall’Unione europea è stata una priorità importante per la Commissione europea negli ultimi anni, soprattutto nel contesto dei lavori preparatori della programmazione 2021-2027 sia dei fondi strutturali, in particolare del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), sia del programma quadro di ricerca e innovazione “Orizzonte Europa”.

L’obiettivo perseguito è stato quello di creare dei meccanismi di sinergia tra i fondi a gestione concorrente (tra i quali il FESR) e i fondi a gestione diretta (tra i quali “Orizzonte Europa”) al fine di rafforzare l’impatto delle politiche unionali, creando complementarità tra le stesse, soprattutto nelle regioni meno sviluppate e periferiche.

Ad esempio, nella seguente tavola sono illustrate le principali caratteristiche della struttura di “Orizzonte Europa” e del FESR: si evince che le possibili sinergie nel campo della ricerca e dell’innovazione – ai cui fondi ho dedicato uno specifico articolo del blog – sono molteplici, poiché entrambi gli strumenti condividono il comune obiettivo di promuovere una trasformazione economica dell’Europa che sia innovativa, intelligente e sostenibile e di favorire l’eccellenza nel campo della ricerca e dell’innovazione.

Grafico del programmi UE sulla ricerca e innovazione

 

Le regioni meno sviluppate, come è noto, sono le principali beneficiarie dei fondi strutturali, poiché ad esse è destinato il 61,3% dei fondi della politica di coesione 2021-2027 (vale a dire 240 miliardi di euro sui 392 miliardi stanziati in totale); ma sono anche le aree geografiche che meno partecipano ai programmi dell’Unione europea a gestione diretta, a partire dai progetti di ricerca di eccellenza finanziati da “Orizzonte Europa”.

Quindi, per colmare il divario di innovazione tra le regioni europee e per favorire la partecipazione delle imprese e degli organismi di ricerca ubicate nelle regioni meno sviluppate, sia i regolamenti che disciplinano i fondi della politica di coesione, in particolare il FESR, sia il programma quadro di ricerca e innovazione, hanno istituito una serie di meccanismi che stabiliscono complementarità e sinergie tra i relativi finanziamenti, in modo da facilitare la partecipazione dei soggetti ubicati nelle regioni meno sviluppate ai grandi progetti di ricerca e innovazione di “Orizzonte Europa”.

Tali meccanismi sono i seguenti: i marchi di eccellenza; i trasferimenti di risorse tra programmi; i finanziamenti cumulativi (che possono essere utilizzati anche per sostenere i partenariati europei cofinanziati e istituzionalizzati di Orizzonte Europa) e il sostegno alle azioni di finanziamento combinato (Teaming).

Per aiutare sia le Autorità di gestione dei programmi della politica di coesione, sia i punti di contatto nazionali di “Orizzonte Europa”, sia, non da ultimo, i promotori di progetti di ricerca e innovazione, la Commissione europea ha pubblicato una dettagliata guida tecnica di 45 pagine intitolata: “Sinergie tra Orizzonte Europa e i programmi FESR” e che spiega, con esempi pratici, come applicare tali meccanismi nella fase di gestione e di attuazione dei programmi.

Una importante sezione della guida, l’ultima, è dedicata alle “Sinergie a monte e a valle”, che si creano quando il sostegno dell’Unione europea fornisce, attraverso i programmi FESR e “Orizzonte Europa”, un quadro coordinato e continuo per tutte le fasi del processo di innovazione della ricerca e innovazione, a partire dal consolidamento delle capacità e dalla ricerca di base fino alla commercializzazione e all’adozione di soluzioni innovative da parte di imprese private.

Lo sviluppo di tali sinergie – di cui la guida fornisce alcuni esempi concreti – richiede una stretta collaborazione tra i soggetti coinvolti, in particolare tra le autorità dell’Unione europea e nazionali coinvolte nella programmazione e nell’attuazione del sostegno di “Orizzonte Europa” e del FESR.

Nel frattempo, segnalo che sul tema è intervenuta di recente anche la Corte dei Conti dell’Unione europea con una relazione speciale pubblicata ad appena un mese dalla Comunicazione della Commissione.

Nell’audit la Corte ha verificato se la Commissione e le pertinenti autorità nazionali/regionali incaricate della attuazione dei rispettivi programmi avessero adottato le misure appropriate per sviluppare sinergie tra Orizzonte 2020 e i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) e ha valutato se tali organismi avessero attribuito la giusta importanza a fattori cruciali per la creazione di sinergie e se avessero previsto e attuato interventi volti a sviluppare queste ultime.

Tra e altre osservazioni, la Corte ha riscontrato che i documenti strategici dei fondi SIE, quali le strategie di specializzazione intelligente e i programmi operativi, presentavano pochi riferimenti alle priorità di Orizzonte 2020. Le priorità definite in detti documenti erano, peraltro, piuttosto ampie e limitavano pertanto la possibilità di sviluppare tali sinergie.

 

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