Partecipare a un programma o a un bando dell’Unione europea non significa solo richiedere un contributo per realizzare un progetto, proprio o di altri.

Significa molto di più, come precisa il Regolamento finanziario dell’Unione, nell’articolo relativo alle “Sovvenzioni”: contribuire a un’azione destinata a promuovere e a sostenere la realizzazione di un obiettivo di una politica dell’Unione.

Per questo semplice motivo, ritengo che la cultura dell’etica nell’utilizzo dei fondi europei e della lotta contro le frodi al bilancio dell’Unione europea dovrebbe interessare non solo il personale della Commissione europea e delle altre Istituzioni e organismi europei e nazionali che gestiscono i fondi europei, ma anche tutti coloro che, a vario titolo, intervengono nella gestione di tali fondi, compresi i consulenti che supportano i beneficiari, pubblici e privati, nella preparazione, gestione e rendicontazione dei progetti.

La formazione e la sensibilizzazione in materia di etica e lotta contro le frodi al bilancio dell’Unione europea, per far sì che i finanziamenti dell’Unione raggiungano i destinatari e realizzino gli obiettivi politici cui sono diretti (ma, aggiungo, soprattutto, per non compromette la fiducia nelle istituzioni dell’Unione europea e nell’Unione nel suo complesso), è un aspetto oggi centrale nella gestione dei  fondi europei di fronte alle ingenti risorse messe a disposizione dal bilancio dell’Unione europea: gli oltre 1.200 miliardi di euro del nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 e gli oltre 800 miliardi di euro di NextGenerationEU e del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF).

La Commissione europea ha impresso un nuovo slancio alla lotta contro le frodi, adottando una nuova strategia antifrode (Commission’s Anti-Fraud Strategy – CAFS), accompagnata dal relativo piano d’azione.

La strategia affronta sette temi prioritari lungo tutte le parti del ciclo antifrode: prevenzione, individuazione, indagini e rettifica.

Alla base della nuova strategia e del nuovo piano di azione, vi sono, da un lato, i risultati della relazione annuale che la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, presenta al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea sulle misure adottate in attuazione di tale articolo, nota anche come “Rapporto PIF – Protezione Interessi Finanziari (l’ultima è del 27 luglio 2023: si veda il link a piè di pagina); dall’altro, i principali, più comuni e significativi  rischi di frode individuati dai servizi e dalle agenzie esecutive della Commissione.

Quali sono, infatti, i principali fattori di valutazione del rischio di frode e irregolarità, cioè gli indizi seguendo i quali è possibile giungere a smascherare una frode o una irregolarità?

Attraverso le indagini indipendenti condotte dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e dalla Procura europea (EPPO), la Commissione europea segnala i seguenti:

  • falsificazione di dichiarazioni e documenti in materia di appalti, sovvenzioni e spese amministrative;
  • doppio finanziamento;
  • conflitto di interessi, corruzione, favoritismo o collusione;
  • abuso di informazioni privilegiate;
  • plagio;
  • influenza indebita;
  • controparti inaffidabili;
  • accesso indebito a dispositivi, sistemi informatici e conti bancari, nonché pirateria informatica.

Questi sono alcuni elementi rivelatori della frode e dell’irregolarità nell’uso dei fondi dell’Unione, i cosiddetti segnali di allarme: una firma o una data false in un documento; un copia-incolla di parti di un progetto già finanziato in un altro; la rendicontazione delle medesime spese su due progetti con due finanziamenti europei diversi; soggetti che compaiono come consulenti in un progetto e come controllori dello strumento che ha finanziato quello stesso progetto; enti o soggetti che si sono candidati e hanno ottenuto un contributo senza avere i requisiti necessari per gestirlo e attuare il relativo progetto; incarichi e appalti affidati senza gara o con procedure di gara artefatte.

I 7 temi prioritari della nuova strategia, attorno ai quali sono state raggruppate 44 nuove azioni per rafforzare gli strumenti necessari per combattere tutte le frodi e irregolarità, sono i seguenti:

  1. Promuovere la digitalizzazione e l’uso di strumenti informatici per combattere la frode;
  2. Aiutare gli Stati membri a rafforzare la protezione dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei fondi per la coesione, l’agricoltura e la pesca;
  3. Rafforzare la protezione dei fondi in regime di gestione indiretta e nel settore delle relazioni esterne;
  4. Rafforzare la capacità dell’UE di contrastare le frodi doganali e proteggere le entrate dell’UE;
  5. Rafforzare l’architettura antifrode dell’UE;
  6. Rafforzare la governance antifrode della Commissione e mantenere un elevato livello di coordinamento e cooperazione tra i servizi e le agenzie esecutive della Commissione;
  7. Rafforzare la cultura dell’etica e della lotta contro le frodi in seno alla Commissione.

 

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Comunicazione della Commissione europea, Piano d’azione della strategia antifrode della Commissione – Revisione 2023, doc. COM (2023) 405 dell’11.07.2023

COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT Action Plan – 2023 revision Accompanying the document COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE, THE COMMITTEE OF THE REGIONS AND THE COURT OF AUDITORS Commission Anti-Fraud Strategy Action Plan – 2023 revision, doc. SWD (2023) 245 dell’11 luglio 2023

 

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO, Trentaquattresima relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea e la lotta contro la frode – 2022, doc. COM(2023) 464 del 27 luglio 2023