Bilancio dell’Unione europea: nuova strategia antifrode
3 Maggio 2019 di Mauro Varotto
In vista dell’approvazione del prossimo quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, la Commissione europea ha adottato una nuova strategia antifrode (in sigla: CAFS – Commission Anti-Fraud Strategy), che sostituisce la precedente del 2011. La CAFS è un documento programmatico interno che vincola i servizi e le agenzie esecutive della Commissione europea nella loro lotta contro le frodi e la corruzione che ledono gli interessi finanziari dell’Unione europea.
La Commissione europea, infatti, è l’istituzione che ha la piena e completa responsabilità della gestione del bilancio dell’Unione europea: sulla base dell’articolo 317 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e dell’articolo 36 del Regolamento finanziario, la Commissione deve eseguire il bilancio dell’Unione secondo il principio di una buona e sana gestione finanziaria e attuando un controllo interno efficace ed efficiente che comprende la prevenzione, l’individuazione e la rettifica di frodi e altre irregolarità.
La Commissione europea risponde anche dei fondi assegnati, in regime di gestione concorrente, agli Stati membri, i quali, come è noto, ricevono e spendono fino all’80 % del bilancio dell’Unione.
A tal fine, essa coopera con gli Stati membri, perseguendo il comune obiettivo fissato dall’articolo 325, paragrafo 1, del TFUE il quale prevede che l’Unione e gli Stati membri combattano contro la frode e le altre attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione stessa.
In appendice all’articolo è riportato il quadro giuridico aggiornato degli strumenti di cui dispone l’Unione europea per la lotta anti-frode la quale, nel 2017, ha conosciuto una decisa intensificazione, con l’adozione della direttiva relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale e il regolamento relativo all’istituzione della Procura europea (EPPO).
Il volume delle frodi al bilancio dell’Unione europea
Ogni anno una apposita relazione della Commissione europea sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea (la cosiddetta “relazione PIF”), presenta una panoramica di come il bilancio dell’Unione risenta delle irregolarità riscontrate, comprese le frodi, le quali consistono in vari tipi di illeciti penali e non penali, ma pur sempre intenzionali.
Nella seguente tabella sono riportate le irregolarità segnalate come vere e proprie “frodi” tra il 2014 e il 2017, nell’ambito delle diverse politiche europee.
Tipologie di frodi al bilancio dell’Unione europea
La strategia antifrode della Commissione europea è accompagnata da un piano di azione e da un interessante documento relativo alla valutazione dei rischi di frode, nell’ambito del quale sono puntualmente analizzate le diverse tipologie di frode.
Le frodi più frequenti riguardano la partecipazione ai programmi e ai fondi europei e consiste nella maggiorazione dei costi avallata da false dichiarazioni e/o documenti di accompagnamento falsificati.
Per superare questo tipo di frode, il nuovo regolamento finanziario e i programmi settoriali per il periodo 2021-2027 mirano ad aumentare la percentuale di finanziamenti dell’Unione europea non collegati ai costi oppure basati su opzioni semplificate in materia di costi (costi unitari, somme forfettarie e tassi forfettari), alternative che si sono dimostrate meno vulnerabili ai tentativi di frode.
In proposito, di particolare interesse è il nuovo meccanismo di “finanziamento non collegato ai costi”, che prevede l’erogazione delle agevolazioni ai beneficiari finali non sulla base di un rendiconto delle spese sostenute, ma dei risultati tangibili effettivamente conseguiti: l’eliminazione delle rendicontazioni, peraltro, costituirebbe una enorme semplificazione per i beneficiari.
Seconda in ordine di importanza è la frode doganale (come è noto, i dazi rappresentano una delle risorse proprie tradizionali dell’Unione europea), commessa mediante contrabbando, falsa dichiarazione o sottovalutazione, la quale reca gravi danni al bilancio dell’Unione europea.
Nel 2016 il tasso di individuazione delle frodi nel settore delle risorse proprie tradizionali, pari allo 0,33%, ha superato il tasso di individuazione delle frodi relative alle spese di bilancio, attestatosi allo 0,21%.
Nel settore dell’IVA, altra risorsa propria dell’Unione europea, si stima che le frodi transfrontaliere, quali quella del cosiddetto “operatore inadempiente” o “carosello” , provochino perdite di bilancio per un totale di circa 50 miliardi di EUR all’anno , un onere che però, nella maggior parte, grava sugli Stati membri.
In proposito, l’Ufficio europeo antifrode (OLAF) nel 2016 ha scoperto gravissimi casi di mancati controlli doganali da parte delle autorità del Regno Unito, con una evasione di quasi 1,9 miliardi di dazi doganali e una sostanziale evasione dell’IVA, stimata in circa 3,2 miliardi di euro, per il periodo tra il 2013 e il 2016: il danno al bilancio dell’Unione europea è stimato intorno ai 2,5 miliardi di euro, cui è da aggiungere l’impatto nelle entrate di Stati membri come Spagna, Germania e Italia.
Infine, rilevante appare anche il danno provocato dai gruppi della criminalità organizzata nel caso delle frodi riguardanti le entrate, nonostante tali gruppi criminali siano attivi altresì nelle frodi concernenti gli appalti e le sovvenzioni.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
Comunicazione della Commissione europea, Strategia antifrode della Commissione: un’azione più incisiva a tutela del bilancio dell’UE, doc. COM(2019) 196 del 29 aprile 2019
Pacchetto legislativo completo relativo alla strategia antifrode 2019
Quadro legislativo vigente:
Direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2017, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale, in GU UE L 198 del 28.7.2017, p. 29
Regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio, e successive modifiche, in GU UE L 248 del 18.9.2013, p. 1
Ultima relazione della Commissione europea:
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, ventinovesima relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea e sulla lotta contro la frode (2017), doc. COM(2018) 553 del 3.9.2018
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?qid=1556872546910&uri=CELEX:52018DC0553