Secondo un recente rapporto delle agenzie delle Nazioni unite, pubblicato nell’agosto 2023, nel mondo meno dell’1% di donne e ragazze vive in un Paese con un alto tasso di emancipazione femminile.
Uno dei cinque ambiti in cui sono necessarie azioni politiche urgenti, secondo il rapporto, è il contrasto alla violenza contro le donne con misure incentrate sulla prevenzione, sul cambiamento delle norme sociali e sull’eliminazione di leggi e politiche discriminatorie.
E’ in questo contesto che oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.
Nella risoluzione viene precisato che per violenza contro le donne si intende “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata“.
La violenza contro le donne è ritenuta dalla risoluzione una manifestazione delle “relazioni di potere storicamente ineguali” fra i sessi, uno dei “meccanismi sociali cruciali” di dominio e discriminazione con cui le donne vengono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini per impedirne il loro avanzamento.
Unione europea e lotta alla violenza contro le donne
L’Unione europea si presenta all’appuntamento del 2023 forte della sua adesione, dal 1° ottobre 2023, alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, la Convenzione di Istanbul, che definisce la “violenza nei confronti delle donne” come “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”.
L’Unione europea, da un lato, ha assunto gli impegni previsti dalla Convenzione nei settori di sua competenza, e i suoi Stati membri sono tenuti ad attuarne le misure.
Del resto, l’articolo 8 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) è chiaro: “Nelle sue azioni l’Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità, tra uomini e donne.”
La promozione della parità tra donne e uomini non è solo un compito che spetta all’Unione in tutte le attività che le competono in virtù dei Trattati: la parità di genere è un valore cardine dell’Unione (articoli 2 e 3 del TFUE), un diritto fondamentale, sancito dagli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali, e un principio chiave del pilastro europeo dei diritti sociali.
In questo contesto, nel 2020, l’Unione europea si è dotata di una strategia per la parità di genere, che copre il periodo 2020-2025.
Tra i primi risultati della strategia, il 4 marzo 2021 la Commissione ha proposto misure vincolanti per la trasparenza retributiva, adottate con la Direttiva (UE) 2023/970 del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 maggio 2023 volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione (in GU UE L 132 del 17.5.2023).
L’8 marzo 2022 la Commissione europea ha adottato una nuova proposta di direttiva per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica [doc. COM(2023) 105].
La proposta punta a introdurre norme minime mirate sui diritti di questo gruppo di vittime di reati e a configurare come reato le forme più gravi di violenza contro le donne e di violenza online.
Un traguardo fondamentale è la direttiva sull’equilibrio di genere nei Consigli di amministrazione, che intende migliorare l’equilibrio di genere nelle posizioni decisionali delle imprese nelle principali società quotate dell’UE. Dopo 10 anni di negoziati, la direttiva (UE) 2022/2381 è stata infine adottata il 22 novembre 2022.
L’8 marzo 2023 la Commissione europea ha avviato una campagna per combattere gli stereotipi di genere incentrata sugli stereotipi che interessano gli uomini e le donne in vari aspetti della vita, fra cui quando si tratta di fare scelte professionali, condividere le responsabilità di assistenza e prendere decisioni.
Finanziamenti europei per progetti contro la violenza di genere
Infine, segnalo che la Commissione europea fornisce finanziamenti a progetti e organizzazioni volti a contrastare la violenza di genere attraverso il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori.
Il 12 dicembre prossimo verrà aperto il bando per un nuovo invito a presentare proposte, per un importo di quasi 25 milioni di euro.
I fondi saranno destinati ad azioni transnazionali volte a contrastare la violenza di genere, a prevenire la violenza di genere nella sfera domestica, nelle relazioni intime e a proteggere e sostenere le sopravvissute alla violenza di genere, compresi i sistemi di protezione dell’infanzia.
ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:
United Nations Development Programme (UNDP) and the United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women (UN Women), The paths to equal: Twin indices on women’s empowerment and gender equality”, 2023
Resolution adopted by General Assembly of United Nations, International Day for the Elimination of Violence against Women, A/RES/54/134 7 February 2000
Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, Istanbul, 11 maggio 2011
Comunicazione della Commissione europea, Un’Unione dell’uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025, doc. COM(2020) 152 del 5 marzo 2020
