Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha superato la metà del proprio percorso attuativo. La VI Relazione semestrale al Parlamento, pubblicata nel marzo 2025, ne traccia un bilancio dettagliato e documentato: tra progressi concreti, criticità operative e una prospettiva di continuità nel quadro della nuova governance economica europea. Un’analisi rigorosa per comprendere a che punto siamo e dove potremmo andare.

1. Introduzione

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), noto come “Italia Domani”, costituisce lo strumento attraverso cui l’Italia sta attuando il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) previsto dal Next Generation EU. A distanza di tre anni dalla sua approvazione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso al Parlamento la VI Relazione semestrale, articolata in due volumi, che offre un quadro dettagliato sull’avanzamento procedurale e finanziario del Piano al 31 dicembre 2024, con aggiornamenti fino a febbraio 2025.

2. Stato complessivo di attuazione

2.1 Avanzamento finanziario e procedurale

Secondo quanto riportato nella Relazione:

  • sono stati attivati 179,5 miliardi di euro su un totale di 194,4 miliardi, pari al 92,33% delle risorse assegnate;
  • la spesa effettivamente sostenuta ammonta a 63,93 miliardi di euro, pari al 35,6% delle misure attivate;
  • al 31 dicembre 2024, sono oltre 270.000 i progetti caricati sulla piattaforma ReGiS, di cui il 60,9% risulta completato o in fase di chiusura;
  • sono stati raggiunti 337 obiettivi (milestone e target) su 621, pari al 54% del totale previsto dal Piano.
Tabella con dati su impegni e spese del PNRR Italia Domani al 31.12.2024

L’Italia si conferma, anche nel confronto europeo, come lo Stato membro più avanzato nell’attuazione del RRF, avendo già presentato sette richieste di pagamento alla Commissione europea.

2.2 Distribuzione territoriale e settoriale

La Relazione sottolinea che 59,3 miliardi di euro (40,8% delle risorse territorializzabili) sono destinati al Mezzogiorno, in linea con l’obiettivo strategico di riduzione dei divari territoriali.

Quanto alla ripartizione per Missione, le percentuali di attivazione e spesa sono particolarmente avanzate per:

  • Missione 1 – Digitalizzazione (attivazione: 91,5%; spesa: 52,2%);
  • Missione 2 – Rivoluzione verde (93,3% / 38,7%);
  • Missione 3 – Infrastrutture (97,4% / 38,7%).

Risultano, invece, più arretrate la Missione 5 (Inclusione e coesione) e la Missione 6 (Salute), con tassi di spesa rispettivamente del 18,6% e del 18,1%. La Missione 7 (RePowerEU) è in fase iniziale di attuazione.

3. Le principali criticità emerse

La Relazione evidenzia un quadro articolato di criticità sistemiche, emerse a seguito del monitoraggio condotto anche attraverso le Cabine di coordinamento presso le Prefetture. Tali criticità sono riconducibili a cinque categorie principali:

  • procedurali: ritardi nei cantieri dovuti a contenziosi, varianti progettuali, autorizzazioni ambientali e paesaggistiche; difficoltà legate alla carenza di personale qualificato presso gli enti locali;
  • finanziarie: insufficiente liquidità per l’avvio dei progetti, ritardi nei trasferimenti da parte delle amministrazioni titolari, difficoltà nell’utilizzo delle economie di gara;
  • informatiche: problematiche nell’aggiornamento dei dati sulla piattaforma ReGiS e nella sua interoperabilità con altri sistemi pubblici (SIMOG, Futura);
  • condizionalità normative: complessità nell’applicazione del principio DNSH, nella gestione della parità di genere, dei conflitti d’interesse e della titolarità effettiva;
  • rendicontazione e controlli: lentezza nei processi di validazione della spesa da parte delle amministrazioni centrali; la Corte dei conti segnala tempi medi di controllo superiori ai 90 giorni.
Tabella con elenco delle criticità del PNRR Italia Domani nella VI relazione al Parlamento

4. Le modifiche tecniche approvate nel 2024

In data 18 novembre 2024, il Consiglio dell’Unione europea ha approvato una proposta italiana di revisione tecnica del PNRR, prevista dall’art. 21 del Regolamento RRF.

Questa revisione ha interessato:

  • 21 misure complessive;
  • di cui 12 misure sono state migliorate sul piano delle modalità attuative;
  • 6 misure sono state oggetto di semplificazioni procedurali;
  • 13 misure hanno subito correzioni testuali per errori materiali.

La Commissione ha qualificato tale intervento come un “light amendment”, ovvero una modifica non sostanziale, volta a migliorare la chiarezza e l’efficacia operativa del Piano.

5. Prospettive e scenari futuri

La VI Relazione contiene infine un’esplicita riflessione strategica sul futuro del PNRR oltre la scadenza del 2026, alla luce della recente riforma della governance economica europea. Il Governo italiano propone di:

  • integrare il PNRR nel Piano Strutturale di Bilancio a medio termine (2025–2029), come ho scritto in un precedente articolo dedicato al primo Piano strutturale dell’Italia:
  • prolungare la durata e l’efficacia degli investimenti e delle riforme, in coerenza con i nuovi vincoli europei sulla sostenibilità fiscale;
  • rafforzare l’approccio “basato sulla performance”, per rendere gli interventi più coerenti con gli obiettivi di crescita, transizione ecologica e competitività.
Tabella con le modifiche al PNRR Italia Domani nella VI relazione al Parlamento

6. Conclusioni

La VI Relazione semestrale al Parlamento conferma che l’Italia ha raggiunto una posizione di leadership nell’attuazione del Piano, sia per il numero di obiettivi conseguiti (337 su 621), sia per il volume dei pagamenti ricevuti (oltre 122 miliardi di euro, sei rate incassate, una settima in fase di valutazione), sia per la capacità di interlocuzione costruttiva con le istituzioni europee.

Il Piano è stato oggetto, nel 2024, di una revisione tecnica formalmente approvata dall’UE, condotta in modo conforme ai margini regolamentari e volta a migliorarne l’efficacia attuativa, senza alterarne gli obiettivi strategici.

Tuttavia, permangono criticità strutturali che non sono di natura episodica o congiunturale, ma legate a debolezze sistemiche del tessuto amministrativo italiano:

  • capacità attuativa disomogenea tra territori;
  • fragilità nella gestione della spesa pubblica;
  • complessità procedurale e normativa non ancora superata.

L’azione del Governo ha mostrato capacità di adattamento e di reazione (si pensi alla creazione delle Cabine di coordinamento, ai trasferimenti anticipati del 90%, o alle semplificazioni autorizzative), ma resta ancora troppo centrata sulle emergenze, e non sempre coerente con una strategia di medio-lungo periodo.

Giudizio complessivo

Alla luce di quanto sopra, si può esprimere un giudizio articolato:

  • sotto il profilo degli impegni europei, l’Italia ha rispettato, e in alcuni casi anticipato, le scadenze concordate con la Commissione, confermandosi come interlocutore credibile e capace di garantire la continuità del Piano;
  • sotto il profilo dell’attuazione interna, il Governo ha gestito con efficacia la dimensione normativa e istituzionale, ma resta insufficiente l’efficacia della spesa, in particolare in settori e territori con minore capacità amministrativa;
  • in prospettiva, l’orientamento a integrare il PNRR nel Piano strutturale di bilancio post-2026 è condivisibile, ma richiederà un salto di qualità nella pianificazione strategica e nella valutazione della performance pubblica.

Il giudizio finale è, dunque, positivo sul piano dell’affidabilità europea, moderatamente critico sul piano interno, con margini di miglioramento che dipenderanno dalla capacità di fare sistema tra Governo centrale, Regioni e autonomie locali.

ACCESSO DIRETTO ALLE FONTI DI INFORMAZIONE:

Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 27 marzo 2025


Aggiornamenti successivi e articoli collegati

Per approfondire o seguire l’evoluzione dei temi trattati, si possono consultare i seguenti articoli collegati pubblicati su Fare l’Europa:

11 novembre 2025PNRR 2025: la Commissione approva la sesta revisione italiana 
3 maggio 2024La partecipazione delle Università italiane al PNRR Italia Domani al 18 aprile 2024
19 aprile 2024PNRR: distribuzione territoriale di progetti e risorse UE al 15 marzo 2024
25 marzo 2020Panoramica dei PNRR europei un anno dopo – 2022
3 settembre 2021PNRR Italia Domani: il primo semestre di attuazione 2021